Nightmare. [Brooklyn]
Cara Kim,
perdonami se non ti ho risposto prima, ma è stato un periodo davvero strano per me.
Sono rimasta sorpresa quando ho ricevuto quella lettera, soprattutto per il tuo modo di pensare (ringrazia la tua mamma per aver scritto quella bellissima lettera) e anche per ciò che hai detto su di me e Harry.
Sai, avevi ragione, mi piace davvero molto, ma deve rimanere un segreto, quindi acqua in bocca, okay?
Vorrei condividere un altro segreto con te, forse più importante di quello di prima. Qualche settimana fa ho parlato con i miei manager e li ho convinti a farti un paio di regali che probabilmente ti piaceranno, o almeno lo spero.
Tu e la tua famiglia parteciperete al concerto che gli One direction faranno a Copenaghen fra un paio di settimane e avrete tutti l'accesso per il backstage (ricordati di dire alla tua mamma che il viaggio e l'hotel sarà completamente a nostre spese).
Oltre a quei pochi momenti che passeremo insieme dopo il concerto, abbiamo organizzato per te un intera giornata con la band, mentre i tuoi genitori saranno liberi di girare e visitare la città.
Nei prossimi giorni probabilmente arriverà a casa tua il pacchetto con i biglietti, il pass per il backstage e l'intero programma per la vostra vacanza.
Non riesco ancora a credere che quelle dolci parole tu le abbia dedicate a me e non posso che dirti grazie.
Spero davvero di essermi fatta perdonare per il ritardo nel risponderti e vedo l'ora di incontrarti, Kim.
Ora devo salutarti, quindi ti mandiamo tutti un grande bacio tesoro.
Una tua amica, Brooklyn.
Quella sera, anziché correre come una dannata, iniziai a prepararmi venti minuti prima che il concerto terminasse e feci tutto in completa calma.
Salutai con un bacio sulla guancia Lou, ancora intenta a fare una video chiamata con la piccola Lux, e uscii dalla stanza ormai troppo silenziosa.
Sorrisi quando sentii Harry cantare il suo assolo in Little things e sentii una sensazione di gioia riempirmi il cuore, facendo improvvisamente aumentare i battiti.
Qualche ora prima ero davvero diventata la sua ragazza ma, nonostante tutto, mi sembrava un sogno, un mega fantastico sogno che mi aveva fatto emozionare tanto da togliermi il fiato.
Spinsi con forza il maniglione antincendio e mi incamminai verso il tour bus dove avremmo passato la nostra prima notte in viaggio.
Bussai leggermente sul vetro del veicolo e attesi che il conducente, del quale non sapevo ancora il nome, mi aprisse.
Quando iniziò a scorrere, feci un passo indietro, e poi salii uno ad uno i tre gradini, fino a raggiungere la porta che portava alla nostra area pranzo e alle cuccette.
Appoggiai la borsa sopra il letto, dove qualche ora prima avevamo depositato le nostre valigie, e tornai a sedermi nel soffice divanetto vicino al tavolo.
Sfiorai con l'indice le labbra che, qualche ora prima, erano incollate a quelle di Harry per dare una risposta silenziosa alla sua proposta.
Era incredibile come le cose fossero cambiate nel giro di qualche minuto, di come fossimo finiti a fissarci negli occhi per quelle che sembrarono ore, di come poi mi avesse abbracciato e stretta a se.
Se fosse stato per me, probabilmente avrei passato il resto del pomeriggio attaccata a lui ma, purtroppo, fummo costretti a preparare le nostre valigie e portarle al tour bus.
Nello stesso momento in cui posai lo sguardo verso lo stadio illuminato, le urla aumentarono ulteriormente, tanto che l'autista stesso chiuse la portiera per attutirle.
Passarono nemmeno due minuti che vidi i ragazzi uscire velocemente dalle porte di metallo e correre verso il pullman, inciampando uno sull'altro nella scaletta.
Non appena si furono tolti dalla visuale, l'autista chiuse lo sportello e accese il bus, partendo immediatamente per evitare di essere bloccati tra le migliaia ragazze che stavano lasciando a loro volta.
"Tutto okay?" ridacchiai spostandomi nell'angolo della poltroncina per lasciare un po' di spazio anche per i cinque ragazzi.
"Sto solo letteralmente morendo di caldo." Ansimò Zayn sedendosi davanti a me e levandosi la maglia da sopra la testa, lanciandola sul tavolo.
"Sai, se non ti vedessi ogni giorno, sarei davvero tentata di chiederti di tenerla come ricordo." Dissi sinceramente osservando il tessuto bianco sopra il tavolo e poi passando lo sguardo sul corpo tatuato del ragazzo.
"Devo dirtelo, a volte sai essere inquietante" Ridacchiò Niall al suo fianco, togliendosi a sua volta la maglia e asciugandosi il sudore sulla fronte.
"Sono pur sempre una fan." Alzai le spalle alzandomi in piedi per aprire leggermente la finestra della vetrata oscurata. "Comunque, come è andato il concerto?"
"Il solito; a parte il fatto che Harry è caduto, ancora." Sospirò Liam scuotendo la testa rassegnato.
"Stai bene?" Domandai immediatamente girandomi verso di lui.
"Se non avessi un livido sul culo sarebbe meglio, ma per il resto sto bene."Borbottò il moro.
Ridacchiai leggermente e spostai lo sguardo sull'unico dei cinque ragazzi che non aveva aperto bocca, ovvero il più chiacchierone.
"Jane ti ha risposto?" Chiesi a Louis, intento a digitare freneticamente qualcosa sullo schermo del suo Iphone.
A quelle parole, il ragazzo sollevò immediatamente la testa e puntò i suoi occhi intensi vero i miei, con un espressione di puro stupore.
"Come diavolo lo sai?" Domandò quasi sulla difensiva.
"Non lo sapevo, ho solo tirato ad indovinare." Ghignai portandomi i capelli rossi tutti su una spalla.
"Finalmente ti sei deciso a scriverle!" Esclamò Liam alzandosi. "Ora vado a farmi una doccia e penso che dovreste farla anche voi ragazzi, puzzate."
Trattenni una risata e lanciai uno sguardo veloce nella direzione di Louis, ancora attaccato al cellulare. Sul mio volto spuntò un sorriso involontario e portai una mano davanti alla bocca per nasconderlo.
"Scommetto dieci dollari che quei due si metteranno insieme." Sussurrò Harry al mio orecchio.
"Io non scommetto," Mi allontanai appena per potermi girare e guardare il ragazzo negli occhi "Perchè sono sicura che sarà così."
Louis si lasciò scappare una risata, che attirò immediatamente la nostra attenzione e quella degli altri due ragazzi ancora seduti nei divanetti.
"Scommetto che quella ragazza ti ha scritto qualcosa di sconcio." Gnignò Niall alzandosi e mettendosi alle spalle del ragazzo che, propriamente bloccò la schermata del cellulare.
"Non sono affari tuoi."
"Direi che ha ragione, anche se sono più che sicura che Jane mi avrà inviato gli screen di tutta la vostra chat." Ammisi portando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Spero davvero che non l'abbia fatto." Sbuffò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli sudati.
"Bagno libero." Urlò Liam uscendo dalla stanzetta già in pigiama.
Non fece in tempo a rientrare nella stanza che Louis si alzò di scatto e corse, per quanto possibile, verso il bagno ancora pieno di vapore.
"Allora, chi di voi mi mostra in quale letto dormirò?" Domandai alzandomi e sistemandomi la maglietta leggermente alzata.
"Io alzerò il culo da questa sedia solo quando sarà il mio turno di farmi la doccia, non prima." Borbottò Niall guardando il cellulare.
"Faccio io. Lui è troppo sfaticato per farlo." Sbuffò Harry alzandosi a sua volta.
Camminai al suo fianco finchè non ci fermammo davanti alle prime due cuccette, che immaginai essere quelle mie e di Niall.
"Questa qua sopra è tutta tua. Lì c'è la presa per il cellulare e la tendina per il sole, mentre qui c'è quella interna per isolarti un po'."
Appoggiò una mano sulla mia spalla, come se fosse un gesto casuale, e la strinse appena. Mi ritrovai a sorridere e soprattutto con una voglia immensa di girarmi e baciarlo, fregandomene di ciò che avrebbero potuto pensare i ragazzi.
"Io dormo qua." Disse indicando il letto parallelo a quello di Niall.
"Grazie per questo mini tour." Dissi prendendo la borsa dal letto inutilizzato vicino al bagno e sedendomi poi su di esso. Recuperai il cellulare e, come previsto, trovai circa una ventina di immagini da parte di Jane. Senza aprirli, selezionai la chat e la eliminai, così lasciando a Louis la propria privacy e a Jane i propri scleri.
"Direi che è il mio turno di fare la doccia." Osservò il ragazzo quando vide uscire Louis da bagno.
Quando Harry chiuse la porta alle sue spalle, fermai Louis per un braccio e gli sorrisi. "Ho cancellato i messaggi ancor prima di vederli."
"Grazie." Sulla sua bocca si formò un sorriso riconoscente che mi fece solo provare un immensa gioia.
Quando, mezz'ora dopo, il bagno fu finalmente libero, recuperai il pigiama dalla valigia e mi chiusi al suo interno, concedendomi finalmente qualche minuto per me.
Tolsi e ripiegai la canottiera che stavo indossando e feci lo stesso per i leggins. Misi velocemente i pantaloni sportivi e la maglietta dell'esercito americano che usavo come pigiama, poi passai una salvietta sul viso, eliminando quel poco trucco rimasto sulla mia pelle.
Passai qualche altro minuto chiusa nella stanzetta, poi uscii e raggiunsi i cinque ragazzi intenti a ridere per qualche cavolata appena detta.
"Cosa mi sono persa?" Chiesi sedendomi al fianco di Harry e incrociando le gambe.
"E quello sarebbe il tuo pigiama?" Domandò Niall alzando un sopracciglio.
"Si. Cosa pensavi? Che mi mettessi qualche completino sexy?" Lo guardai imitando il suo sguardo, suscitando qualche risata.
"Non sarebbe stata una cattiva idea."
Mi lasciai scappare una risata e lo guardai con occhi divertiti.
"Non farti illusioni, non indosserò mai qualcosa di eccitante, soprattutto se devo dormire in una stanza con cinque ragazzi in preda agli ormoni." Ghignai passando una mano tra i capelli e raccogliendoli in una coda alta.
"Non siamo in preda agli ormoni, sappiamo controllarci, sai? " ribattè il biondo.
"Amico, io non lo direi se fossi in te." Liam appoggiò una mano sulla spalla di Niall. "Quando eravamo a Seattle, ho seriamente creduto che riuscissi a buttare giù il muro da quanto il tuo letto ci sbatteva contro."
Il biondo si fece improvvisamente rosso in volto e aprì la bocca un paio di volte per ribattere, ma la richiuse subito dopo.
"Questa non la sapevo." Rise Zayn guardando diverto il biondo. "Almeno era bella?"
"Sai anche tu che Callie è bella." Sbuffò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.
"Aspetta, è quella con quelle tette..." Louis lasciò la frase in sospeso e indicò con le mani un seno gigante.
Sentii un senso di disgusto e fermai tutti prima che iniziassero a parlare di tutte le ragazze con cui erano stati a letto o cose del genere. Non mi entusiasmava così tanto l'idea di sapere i dettagli della loro vita sessuale.
"Vi prego, non parlate di queste cose finché ci sono io."
"Scusa" rise Liam.
In quel momento mi resi conto che Harry non aveva ancora detto una sola parola. Sentivo solo la continua presenza della sua gamba vicino alla mia, che ogni tanto si toccavano, per caso o anche volontariamente.
"Brooklyn, posso chiederti una cosa? È un po' che mi faccio questa domanda." Mi domandò Louis.
"Certo." Dissi titubante, posando lo sguardo sul ragazzo seduto malamente sul divanetto.
"Sei vergine?"
Boccheggiai qualche secondo, presa alla sprovvista dalla domanda e soprattutto in completo imbarazzo.
"Louis! Non puoi farle queste domande." Urlò Liam guardando male l'amico.
"Che c'è? Se vuole può chiedermi anche lei se sono vergine."
"Il problema è che tutto il mondo sa già la risposta." Risi cercando di far passare il rossore alle guance.
Sentii Harry avvicinarsi lentamente e mi maledissi mentalmente per essermi legata i capelli, poiché non potevo più nascondere le guance in fiamme agli occhi del ragazzo.
"Avanti, non è una domanda così invadente, basta solo si o no." Gignò Louis.
"Penso che siano affari suoi decidere se dirtelo o meno." La voce roca si Harry mi fece partire una scossa alla base della colonna vertebrale, che poi si espanse in tutto il corpo come un brivido.
Louis aprì la bocca per continuare la sua lunga lista di domande imbarazzanti, così lo precedenti e risposi.
"Okay, basta!" Sbottai. "Si,Louis, ho già fatto sesso."
I ragazzi chiusero la bocca, quasi stupiti delle mie parole e ci misero qualche secondo per riprendersi.
"Non mi aspettavo questa risposta." Ammise Louis, completamente spiazzato.
"Ho avuto anche io le mie esperienze." Sbuffai. "Ora possiamo parlare di altro. Non so, tipo di dove stiamo andando adesso?"
"Stiamo andando a Berna, in Svizzera." Parlò Zayn, cambiando immediatamente discorso.
Guardai il ragazzo con uno sguardo pieno di ringraziamenti e cercai di far rilassare leggermente le spalle.
"Solo che non capisco perché non siamo andati con il jet, avremo sicuramente fatto prima." Dissi toccando la stoffa della maglia che indossavo.
Ero felice di essermi portata in tour qualcosa di mio padre, era come avere una parte di lui vicina a me, nonostante fosse così lontano.
"Jake arriverà con il jet domani mattina dopo una riunione, quindi ci hanno costretti a partire prima con il bus." Affermò Liam grattandosi la pelle dietro al collo.
"A proposito di Jake." Si riprese immediatamente Louis. "Prima mi ha detto che Brooklyn dovrà salire sul palco con noi al prossimo concerto."
Stabuzzai gli occhi e per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva.
"Perché diavolo non me lo ha detto prima?" La mia voce uscì come uno squillo acuto, che fece ridere i ragazzi.
"Ormai dovresti aver capito qual'é il modo di fare di Jake." Ghignò Niall.
"Ma non può dirmelo così dal nulla." Esclamai sconcertata.
"Ha detto anche che, la mattina del concerto, Kyle ci aspetta in palestra." Dopo l'affermazione di Louis, i ragazzi sbuffarono tutti sonoramente.
"Kyle?" Domandai praticamente nel panico totale.
"Il personal trainer. Ti avviso, il primo allenamento con lui è il più faticoso e devastante."
"Fantastico." Sospirai e mi premetti le mani sul viso.
"Vi ricordate il primo allenamento? Credevo di morire!" Rise Harry avvicinandosi impercettibilmente a me.
Ascoltai le risate dei ragazzi e cercai di rilassarmi, nonostante fosse praticamente impossibile.
I cinque continuarono a parlare e io, involontariamente, lasciai scivolare la testa fino ad arrivare sulla spalla muscolosa di Harry.
I rumori pian piano si assopirono e, senza rendermene conto, mi addormentai stringendo un lembo della maglia.
Non seppi precisamente quanto tempo passai in quella posizione prima di sentire dei passi sul pavimento del bus e poi delle braccia circondarmi le ginocchia e le spalle, alzandomi di peso.
Aprii leggermente gli occhi e osservai assonnata il petto su cui ero appoggiata. Sollevai leggermente il volto, riconoscendo immediatamente i capelli di Harry, e sorrisi leggermente.
Mi appoggiò dolcemente sul mio letto, sistemando poi una ciocca di capelli dietro al mio orecchio.
"Grazie" mormorai con voce impastata dal sonno.
"Buona notte, Brooklyn." Sussurrò accarezzandomi una guancia.
"Buona notte." Mi girai verso il finestrino esterno e sentii le voci dei ragazzi riprendere a parlare a voce bassa.
Le loro voci, inspiegabilmente, diventarono quasi come una ninna nanna cantata da una madre e, senza rendermene conto, mi addormentai con un leggero sorriso sulla labbra.
Il sonno, però, non durò molto, poiché mi svegliai di soprassalto dopo aver visto il corpo morente di mio padre .
Sollevai la schiena e mi appoggiai velocemente alla parete vicina alla mia testa.
Portai una mano sul petto, cercando di fare respiri profondi e provai a mandare giù la saliva accumulata nella bocca.
Ansimai in preda al panico e strinsi forte la maglietta bagnata di sudore.
Sentii il battito del cuore rimbombarmi nelle orecchie, tanto che credetti che potesse scoppiarmi il petto.
Non seppi quanto tempo passai in quella posizione prima di riuscire a far tornare il respiro regolare.
Mandai ancora una volta giù la saliva e osservai un punto indefinito davanti a me, continuando a fare respiri profondi.
"Stai bene, Brooklyn?" La voce roca e impastata di Harry, arrivò alle mie orecchie in un sussurro.
Girai la testa verso il letto sotto ed incontrai gli occhi preoccupati del ragazzo. Inspirai a fondo cercai di fare un sorriso convincente.
"Era solo un incubo." Risposi non dando una risposta precisa.
Prima che potesse chiedermi altro, scesi lentamente dal letto e, cercando di fare il minor rumore possibile, andai nel bagnetto.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi appoggiai con entrambe le mani sul mobile del lavandino. Ci volle qualche secondo prima che riuscissi a togliere, anche solo in parte, l'immagine che avevo visto qualche minuto prima.
Aprii il rubinetto e passai i polsi sotto il getto freddo, poi misi le mani a coppa sotto l'acqua e la portai al viso.
Passai qualche minuto nella stanzetta prima di decidermi ad uscire.
Appoggiai i piedi nudi sulla moquette del bus e, cercando di non urtare niente, andai nel piccolo soggiorno.
Quando vidi che, la porta scorrevole che divideva noi dalla cabina del guidatore, era chiusa, tirai un sospiro di sollievo.
Camminai in punta di piedi fino al divanetto attaccato alla parte e mi sedetti.
Dopo qualche secondo, mi lasciai scivolare su di esso fino ad essere completamente distesa sul divano.
Passai una mano sui capelli e, senza rendermene conto, una singola lacrima uscì dai miei occhi.
Strinsi forte gli occhi, quasi come se stessi creando di togliere quella visione dai miei occhi, e misi il braccio sopra ad essi.
Appoggiai l'altra mano sull'orlo della maglia e passai il pollice sulla cucitura del fondo.
Mi ero resa conto che, ogni volta che indossavo una maglietta di mio padre, avevo l' abitudine di stringerla come se potessi farlo con lui.
Passai qualche minuto nella stessa posizione prima di sentirmi sollevare la testa per sostituire la gomma piuma del divanetto con le cosce delle gambe di Harry.
Ero più che sicura che fosse lui, avevo riconosciuto il suo tocco, il suo profumo.
Spostai il braccio e aprii gli occhi, trovandomi davanti il petto tatuato di Harry.
"Hey" sussurrai con un leggero sorriso.
"Ciao." Sussurrò a sua volta passando le mani tra i miei capelli.
"Mi dispiace averti svegliato." Alzai una mano e la appoggiai sulla mascella leggermente ispida di Harry.
"Non è un problema. Tu stai bene?"
Annuii leggermente continuando ad accarezzare il viso del ragazzo.
"Vuoi parlarne?" Mi domandò dolcemente passando con un dito il contorno del mio volto.
Scossi la testa. Non ero pronta a rivivere ancora una volta quel sogno.
Harry guardò verso le cuccette, probabilmente cercando di vedere se c'era qualcun'altro sveglio, e poi mi sollevò, facendomi sedere sulle sue gambe.
Nascosi il viso tra i suoi capelli e lo strinsi forte a me, come se fosse un salvagente che mi impediva di annegare.
Passò una mano sulla mia schiena ed inspirai profondamente, beandomi del profumo della sua pelle.
Rimasi abbracciata a lui per quelle che mi sembrarono ore prima di staccarmi per guardarlo negli occhi.
Appoggiai una mano sulla sua guancia e lo avvicinai a me quel tanto che bastò per far toccare appena le nostre labbra.
Le sua bocca fece leggermente pressione sulla mia, prima di staccarsi e lasciare un altro bacio sulla mia fronte, stringendomi poi in un forte abbraccio.
"Grazie." Sussurai al suo orecchio, depositando un bacio proprio sotto ad esso.
Mi staccai lentamente e, con un sorriso timido, appoggiai una mano sul suo cuore. Mi stupii di sentire quanto stesse battendo velocemente.
Gli diedi un bacio sulla guancia prima di scendere dalle sue gambe e ritornare verso i nostri letti.
Salii sul mio senza svegliare Niall e mi girai verso Harry; lo osservai finché si distendeva e si sistemava.
Quando incrociò il mio sguardo, sorrise ed io non potei fare a meno di sorridere a mia volta.
Dormii tranquillamente per le ore successive, fino a quando non fui svegliata dalle risate soffocate che provenivano dal letto sotto.
Passai una mano sugli occhi e alzai il busto dal materasso sbadigliando.
Appoggiai le mani sul letto e sporsi la testa verso i due ragazzi seduti al "piano" sotto, facendo così scivolare tutti i capelli verso di loro.
"Mi sono persa qualcosa?" Chiesi con voce leggermente impastata.
"Non ancora." Rise Niall alzandosi e facendo segno con il dito di stare in silenzio.
Il biondo e Liam presero un cuscino e si avvicinarono a Louis, che giaceva completamente addormentato sul letto, e glielo lanciarono in faccia, facendolo svegliare nel panico.
Scoppiai a ridere quando vidi la faccia dapprima sconcertata e poi incazzata del moro.
"Che pezzi di merda!" Urlò Louis prendendo il cuscino, ricevuto in faccia poco prima, e tirandolo verso i due che si trovavano a terra dalle risate.
"Perchè state urlando?" Chiese Zayn, ancora con la testa sprofondata nel cuscino.
Ridacchiai e, dopo essermi tolta il leggero lenzuolo dalle gambe, saltai giù dal letto.
"Hanno svegliato Louis con un cuscino in faccia." Risposi avviandomi verso la mia valigia, dalla quale tirai fuori la trousse e un cambio di vestiti. "Vado in bagno prima io, altrimenti devo aspettare un' ora."
Non gli lasciai tempo di rispondere che mi chiusi nella stanzetta e appoggiai la borsetta sul lavabo. Aprii l'acqua e mi lavai il viso, poi passai ai denti, ai semplici shorts e alla canotta, ed infine misi quel poco trucco che mi serviva per non essere proprio uno zombie.
Quando uscii dal bagno, trovai solo Louis ancora seduto nel letto a fissare il cellulare, mentre gli altri quattro ragazzi erano già seduti attorno al tavolo.
"Ti va bene del caffè, Brooklyn?" Mi domandò Liam quando mi vide.
"Certo" Mormorai sedendomi nello stesso posto in cui ero con Harry qualche ora prima.
"Posso chiederti un favore?" Mi domandò Zayn mangiando un biscotto. "Puoi andare a chiedere a Jordan fra quanto arriveremo in hotel a Berna?"
"Jordan è il tizio che guida il bus." Mi sussurrò Harry, rispondendo alla mia domanda inespressa.
"Okay, basta che non mi finite tutti i biscotti." Mi alzai e camminai verso la porta scorrevole che ,qualche ora prima, avevo ringraziato poichè era chiusa, e la feci scorrere, attraversandola subito dopo.
"Buongiorno, sa fra quanto arriveremo?" Domandai appoggiandomi alla parete e guardando l'uomo sulla quarantina che teneva saldo il volante.
"Ciao, Brooklyn. Contando che sono stato obbligato a fare un paio di pause durante la notte, direi che fra mezz'oretta dovremmo arrivare all'hotel." Jordan sorrise posando lo sguardo verso di me solo per verificare chi fossi. " Ah, di a quegli sfaticati di là, che non devono far scomodare una ragazza per chiedere quanto manca."
"Va bene. Grazie mille, Jordan." Ridacchiai tornando verso il tavolo.
"Cos'ha detto?" Chiese Niall a bocca piena.
"Ha detto che, la prossima volta, va uno di voi a chiedere quanto manca perchè siete degli sfaticati." Dissi sedendomi e agguantando qualche biscotto. " Ha detto anche che manca mezz'ora."
"Ecco a te il caffè e grazie" Sorrise Liam passandomi la tazza fumante.
"Jake mi ha mandato un messaggio prima. Ha detto che alle quattro dobbiamo andare in studio per fare alcune prove." Disse Louis entrando nella stanza e sedendosi al mio fianco.
"Quindi abbiamo tutta la mattina libera?" Chiese conferma Niall.
Il ragazzo annuì e nel frattempo iniziò a mangiare qualche biscotto.
"Io vado in piscina." Disse Liam finendo il caffè.
"Io penso che rimarrò in camera." Sospirai passandomi una mano tra i capelli.
"Sei noiosa, Brooklyn." Mi prese in giro Louis.
"Me lo dice sempre anche Jane." Sbuffai alzandomi.
I venti minuti successivi li passammo a riordinare il bus e a preparare ancora una volta le nostre valigie. Quando finalmente scendemmo dal pullman, fui subito raggiunta da Tom che mi informò della grande quantità di fan che si trovavano all'entrata e mi guidò attraverso di loro, finchè i ragazzi si fermavano.
Ricevetti quasi immediatamente la chiave elettronica della mia stanza e mi diressi verso l'ascensore in vetro. Osservai la lussuosa hall fino a quando non si aprirono le porte trasparenti ed entrai, selezionando il decimo piano.
Camminai qualche secondo con la valigia stretta in mano e mi fermai solo quando mi ritrovai davanti al numero della stanza impresso nella carta in plastica che tenevo stretta nell'altra mano.
Mi ritrovai a boccheggiare quando vidi la gigantesca suite che mi era stata assegnata. Era completamente diversa dalle suite degli alberghi americani, ma lo era ancora di più da quelle in cui avevamo passato le scorse notti ad Amsterdam.
Chiusi la porta alle mie spalle e lasciai la valigia nell'entrata. Camminai fino ad arrivare davanti alla grande vetrata che prendeva la maggior parte del muro e guardai verso la grande città.
Feci scorrere la porta finestra vicino al letto ed uscii all'aria aperta, beandomi della bellissima vista e dei rumori della città.
Guardai verso il basso, dove vidi immediatamente una grande piscina ovale e molti sdrai per prendere il sole che, nonostante non ci fosse poi così tanto sole, erano già pieni di persone.
Tornai in camera ed aprii la porta in legno che era presente vicino al grande letto. Non appena vidi il grande bagno sorrisi e tornai a prendere la trousse dalla valigia, per poi chiudermi ancora una volta in bagno.
Tutto ciò che mi serviva per togliere anche il minimo ricordo della notte precedente e l'ansia per il giorno successivo, era solo una lunga doccia calda.
Raccolsi i capelli in uno chignon e mi spogliai, entrando immediatamente sotto il getto di acqua.
Portai la testa avanti quel tanto che servisse per non bagnarmi i capelli e lasciai che il calore dell'acqua rilassasse un po' i muscoli tesi della schiena.
Chiusi l'acqua ed uscii dalla doccia solo mezz'ora dopo asservi entrata. Presi un asciugamano bianco dalla pila che c'era sopra al mobiletto e lo avvolsi stretto attorno al corpo.
Non feci in tempo a fissarlo che sentii bussare alla porta.
Camminai velocemente verso la porta, lasciando impronte bagnate sul pavimento.
"Chi è?"
"Sono Harry."
Aprii leggermente la porta e lo feci entrare, cercando di farmi vedere il minimo possibile.
"Devo dirti una co.. Wow." Disse una volta nella stanza da letto, interrompendosi per fissarmi.
"Deficiente." Mormorai iniziando a camminare verso il bagno. "Aspetta solo un secondo che mi vesto."
"Se vuoi ti do una mano." Ghignò guardando le mie gambe nude,
Gli chiusi la porta in faccia e, dopo aver seriamente valutato la sua proposta, scossi la testa e mi vestii velocemente,
"Eccomi." Dissi uscendo e sciogliendo i capelli e facendoli ricadere sulle spalle.
"Sai, forse stavi meglio prima." Si morse il labbro cercando di non ridere e io per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva.
"Certo, certo. Tieni a bada gli ormoni ancora per un po', Styles."
"Se non fossi stato io a bussare, avresti fatto entrare qualcun'altro in quelle condizioni?" Domandò diventando serio improvvisamente.
Camminai verso la sedia dove era seduto e mi misi a cavalcioni sulle sue gambe. Gli presi il volto tra le mani e lo guardai negli occhi.
"No, avrei fatto aspettare chiunque fuori dalla porta." Dissi guardandolo direttamente negli occhi.
"Meno male, altrimenti sarei stato costretto ad ammazzare un bel po' di persone." Sorrise pizzicandomi un fianco.
Gli tirai un leggero schiaffo sul braccio prima di sorridere ed avvicinarmi lentamente alla sue labbra e lasciargli un bacio all'angola della bocca.
"Comunque cosa dovevi dirmi?" Chiesi abbracciandolo.
"Che Jake mi ha chiamato per avvisarci che il servizio fotografico per l'album e per la tua intervista è stato anticipato." Disse stringendomi a sè.
"Solo questo? Potevi mandarmi un messaggio invece di perdere l'intera mattinata." Sussurrai allontanandomi quel che bastava per guardare i suoi occhi.
"Beh, in realtà volevo semplicemente vederti." Mormorò accarezzandomi la guancia.
E, forse dopo molto tempo, mi ritrovai a sorridere con uno dei sorrisi più sinceri che io avessi mai fatto.
***
Ho veramente pubblicato in due settimane (più o meno), il che mi sembra praticamente impossibile dato che l'ultima settimana è stata un vero inferno.
Personalmente non so nemmeno come sia il capitolo.
Vi ringrazio davvero per il supporto che mi date e vi ringrazio per avermi capito nonostante non sappiate cosa effettivamente sta succedendo.
Se avete bisogno anche voi, io ci sono.
Vi ricordo che c'è il trailer di That video (nei media dopo la Gif).
Non ho altro fa da dire, quindi
Al prossimo capitolo.
-Alis
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