It's you. [Brooklyn]
Il trailer di That video è stato eliminato ed è irrecuperabile. Il tutto senza il mio consenso. Vi lascio immaginare quanto mi siano girati i coglioni negli ultimi giorni.
Non so se ne commissioneró un'altro a qualcuno o se lascerò semplicemente la storia senza trailer.
Vi chiedo gentilmente di leggere la nota d'autore a fine capitolo.
Grazie e buona (spero) lettura.
***
Appoggiai il microfono spento sul primo posto che trovai dietro al palco e scesi le scale quasi saltando.
Mi sentivo ridicola ad avere quel sorrido stupido stampato sulle labbra, ma non riuscivo proprio a nascondere la felicità per ciò che ero riuscita a fare in quegli ultimi minuti.
Non appena misi i piedi a terra, non feci in tempo a girarmi di nuovo verso le scale che sentii due forti braccia avvolgermi il busto e sollevarmi date terra.
"Sei stata fantastica, Brooklyn!" Urló Niall stritolandomi tra le sue braccia.
Risi e, non appena mi mise giú, mi girai ed abbracciai il ragazzo. Sentii Liam ed Zayn ridacchiare prima di aggiungersi al nostro abbraccio.
"Cosa state facendo? Un orgia?"
Non potei trattenermi dal ridere quando sentii ciò che aveva detto Louis e, non appena i tre si furono staccati, corsi dal moro e lo abbracciai.
"Questo é meglio di un orgia" affermò il ragazzo stringendomi a sé.
"Come se io ti credessi." ridacchiai staccandomi lui.
Vidi Harry scendere le scale per raggiungerci e, non appena i nostri occhi si incrociarono, uno splendido sorriso si formò sulle sue labbra rosee.
Sentii le farfalle, o forse gli elefanti, o forse ancora uno stormo di pterodattili, nel mio stomaco e fui quasi tentata di dare la colpa all'agitazione dell'esibizione anziché ammettere a me stessa che, i sentimenti che provavo per quel ragazzo, mi stavano entrando dentro al cuore come solo poche cose potevano farlo.
Sorrisi raggiante e lo abbracciai.
"Sapevo che ce l'avresti fatta." lo sentii sussurrare al mio orecchio.
Inspirai profondamente il suo odore e mi staccai a malavoglia quando mi resi conto dell'impressione che potessimo dare agli altri.
"L'ho fatto davvero." Mormorai ancora sconvolta.
"Eccome se ce l'hai fatta! E non sei nemmeno caduta con quei trampoli." Esclamó Louis bevendo un sorso d'acqua. " Tra l'altro, come fai a correre con quelle scarpe?"
"Corro e basta, credo." Risposi divertita.
"Louis, lo sai che dovrai farlo anche tu, vero?" Gli chiese Zayn passandosi il microfono da una mano all'altra.
"Si e sarò favoloso."
"Modestia portami via" Risi facendo sfiorare accidentalmente la mia mano con quella di Harry.
Vidi uscire sotto l'impalcatura del palco un tecnico che avvisò i cinque ragazzi che nel giro di un minuto sarebbero dovuti risalire per finire il concerto.
Ancora su di giri, osservai il mio ragazzo salire i pochi gradini che lo separavano dalla porta scorrevole che, nel giro di poco, si sarebbe aperta.
"Forza, forza, forza! Si torna in scena!" Urlò Liam seguendolo.
"Buona fortuna ragazzi." Sorrisi guardandoli finché prendevano posto uno accanto all'altro.
Tutto d'un colpo le urla, dapprima attutite dalla grande parete, aumentarono a dismisura, tanto che fui tentata di tapparmi le orecchie con le mani.
Quando fui sul punto di girarmi e andare verso la stanza dove ero stata nemmeno dieci minuti prima, incrociai lo sguardo divertito di Harry e notai subito il sorrisetto che aleggiava sulle sue labbra.
Mimai un 'buona fortuna' con le labbra prima di fargli l'occhiolino e iniziare a correre, quasi saltando per la felicità, verso i camerini.
Per poco non inciampai quando sentii la sua voce iniziare la canzone.
Una volta raggiunta la porta in metallo, la aprii senza alcuno sforzo ed entrai.
"Hai cantato benissimo!" Urlò Lou ancor prima che potessi dire qualsiasi cosa.
"Grazie." Sorrisi abbracciandola. "Ora, ti prego, fammi togliere queste maledette scarpe."
Mi sedetti sul divanetto e slacciai le cinghiette laterali dei tacchi, liberando finalmente i piedi da, come le ha soprannominate Louis, quelle trappole infernali.
"Okay, allora, come è stato? Ti sei divertita? E i ragazzi com'erano? Le fan erano felici? É piaciuta la canzone?"
"Lou, prendi fiato e fammi una domanda alla volta." La guardai divertita, cercando di ricordare almeno una delle tante domande che mi aveva fatto.
"Come ti sei sentita la sopra?"
"Non lo so, sinceramente devo ancora assimilare ciò che è successo." Dissi alzandomi e camminando a piedi scalzi per la stanza. "Ho davvero cantato davanti a chissà quante migliaia di persone, insieme ai miei idoli." Elencai fermandomi di colpo e guardando Lou. "Personalmente non so come mi sento. Adesso ho solo tanta adrenalina in circolo, ma sono più che sicura che più tardi sarò felicissima o probabilmente avrò l'attacco di panico che non ho avuto prima."
"Probabilmente sarai felice, spero." Rise alzandosi dal divanetto e raggiungendomi. "Che ne dici di cambiarti? Fra qualche minuto dovrebbe arrivare Jake per portarti verso il van."
"Direi che è un ottima idea."
Chiusi la porta del camerino alle mie spalle e mi cambiai velocemente, indossando finalmente le mie scarpe sportive.
Appoggiai i due capi del concerto sulla sedia presente nella stanza ed uscii.
"Brooklyn, ti stava suonando il telefono." Mi avvertì Lou passandomi la borsa.
Tirai fuori il cellulare e sbloccai lo schermo con la foto mia e di Harry.
Notai immediatamente la chiamata persa da parte di Jane e anche un paio di messaggi da parte sua.
Da Jane:
Probabilmente sei impegnata o qualcosa del genere, ma volevo dirti che qualcuno ha già postato un video del concerto e un casino di foto finché eravate nel backstage per la pausa e PORCA VACCA SE HAI SPACCATO, EVANS.
PERCHÉ NON MI HAI DETTO CHE LA CANZONE NUOVA ERA COSÌ BELLA? Sei un amica di merda, ma sei fantastica lo stesso.
Comunque ti mando un paio di foto davvero bellissime.
[23.01]
[Immagine]
[23.01]
[Immagine]
[23.02]
P.s. Dì a Harry che dovrebbe smettere di guardarti il culo finché siete in pubblico. E soprattutto di farsi avanti, perché è ora che voi due vi mettiate insieme.
[23.02]
Sorrisi all'ultimo messaggio e mi sentii leggermente in colpa nei confronti della mia amica.
Non ebbi il tempo di formulare altri pensieri,che Jake entrò nella stanza, facendomi segno di seguirlo.
"Ci vediamo domani, Lou." Diedi un bacio alla guancia della donna ed uscii velocemente dalla stanza, lasciando che la porta si chiudesse alle mie spalle.
"Direi che come prima volta è andata bene." Esordì Jake camminando al mio fianco.
"Davvero? A dire il vero speravo che lo dicessi. " Ammisi passando una mano tra i capelli.
"Certo, naturalmente nelle prossime settimane andrà molto meglio e soprattutto ti sentirai molto più a tua agio sopra al palco, ma ti posso assicurare che sei stata molto brava."
Sorrisi entusiasta e continuai a camminare al fianco del manager in silenzio.
"Ho davvero dei progetti per te, Brooklyn. Hai talento e non va sprecato."
All'affermazione di Jake, rischiai quasi di inciampare nei miei stessi piedi per lo stupore.
"Io.. non so che dire. Più che altro non mi capacito di come qualcuno possa ritenermi dotata di un talento." Mormorai spingendo sulle porte anti incendio ed uscendo all'aria aperta.
"Brooklyn, guardati intorno. Pensa a ciò che hai appena fatto, pensa alla reazione delle persone dentro quello stadio. Se non avessi talento, non saresti qui." Disse Jake mettendo le mani sulle mie spalle e parlando con fare paterno.
"Forse hai ragione." Risposi incerta.
"Ora vai nel van, altrimenti Tom inizia ad urlare. Dì ai ragazzi che domani mattina dobbiamo trovarci nella sala riunioni dell'hotel alle otto e mezza, okay ?"
Annuii e camminai verso il furgone, dove trovai il mio bodyguard appoggiato sulla fiancata nera.
"Ciao Tom" Sorrisi affiancandolo.
"Buonasera Brooklyn."
"Come sta tua figlia?" Domandai facendo correre la portiera e lanciando la borsa sui sedili.
Il volto dell'uomo si illuminò e sulle sue labbra fece capolino un sorriso dolce, quasi innamorato.
"Sta bene, anche se non fa che chiedere di te. Vuole seriamente conoscerti e mia moglie non sa come dirle che non hai tanto tempo per stare con lei."
"Chi ha mai detto che non ho tempo per lei? Sono disposta a portarla con me in studio o da qualsiasi altra parte io debba andare. E poi sarebbe comunque insieme a te e tu sei praticamente sempre con me, quindi non vedo il problema." Dissi sinceramente passando le dita tra i capelli.
"Non sono sicuro che alla modest piacerà questa idea." Ammise Tom staccandosi dal van non appena sentì la musica terminare.
"Lascia che parli io con Jake, sono sicura che riuscirò a convincerlo. E, in caso contrario, mi rifiuteró di lavorare un giorno per stare con lei. Tanto non vengo pagata comunque." Risi entrando nei sedili posteriori del furgone, lasciando sempre spalancata la portiera.
"Ti ringrazio, Brooklyn. Non immagini quanto questo possa riempirmi il cuore di gioia."
Era strano vedere quell'espressione e soprattutto sentire quelle parole proprio da Tom, che solitamente era serio e esageratamente professionale. Quando eravamo solo noi e parlava di sua figlia, era come vedere un altro uomo.
"Lo faccio volentieri."
Tom aggirò il veicolo e si sedette sul posto del guidatore, mettendo immediatamente in modo il van e attendendo che i ragazzi, come al solito, si scaraventassero al suo interno per partire.
Non passò molto tempo prima che la scena si ripetesse e che i ragazzi, completamente sudati, entrassero nel van.
"Parti, parti, parti" Urlò Liam chiudendo la portiera e scoppiando a ridere.
"Cosa mi sono persa?" Domandai spostandomi a lato e lasciando un po' di posto ad Harry.
"Louis ha lanciato una bottiglietta e ha preso il suo bodyguard. David lo ha praticamente inseguito fino a qua." Rise Zayn.
"La cosa esilarante è che la bottiglietta era piena e non era chiusa bene, quindi David si è fatto una bella doccia" Proseguì Harry ridacchiando e facendo scontrare le nostre spalle.
Scossi la testa divertita e mossi leggermente il braccio su quello del mio ragazzo.
"Che ne dite se dopo venite su in camera mia e brindiamo un po' per Brooklyn? Direi che se lo merita." Domandò Niall aprendo il finestrino.
"Mi va più che bene." Ridacchiai. "Tanto non riuscirei a dormire lo stesso."
"Tosta l'adrenalina, eh?" Scherzò Zayn.
"Abbastanza" mormorai guardando verso la strada.
Nel giro di venti minuti arrivammo all'hotel e, dopo aver atteso che qualcuno ci aprisse il cancello, finalmente parcheggiammo.
"Fra dieci minuti nella mia stanza,okay?" Domandò il biondo iniziando a camminare verso l'ascensore.
"Sì signor capitano." Scherzai seguendolo.
Dopo essere scesa da sola al mio piano, camminai verso la stanza e strisciai la chiave per aprire la porta.
Appoggiai la borsa su un mobiletto in entrata ed andai in bagno, dove mi risciaquai il viso dal trucco messo da Lou e raccolsi i capelli in una crocchia disordinata.
Presi il cellulare e la chiave dalla borsa ed uscii dalla stanza dove, dopo aver ripercorso il corridoio, attesi pazientemente l'ascensore.
Quando finalmente arrivai al piano della stanza di Niall, individuai immediatamente la porta del biondo, poiché sentii la sua risata passare attraverso lo strato di legno.
Bussai in paio di volte prima di trovarmi davanti il proprietario della stanza con un sorriso stanco sulla bocca e un bicchiere praticamente stracolmo in una mano.
"Entra, Brooklyn. Mancano solo Liam, Harry e Zayn, poi siamo tutti."
Appoggiai il telefono sul tavolo in vetro e mi sedetti su un divanetto presente nel piccolo soggiorno.
"É qui la festa? "
Ridacchiai quando vidi uscire Louis, da quella che doveva essere una camera comunicante, con tre bottiglie di alcolici in mano.
"Vuoi una mano?" Domandai andandogli in contro.
"Vai a prendere i bicchieri che sono di là."
Senza esitare, camminai verso la stanza da cui era appena uscito il ragazzo e recuperai sei bicchieri.
"Mi spieghi perché nella valigia hai dei bicchieri?" Domandai rientrando e trovando anche gli altri tre ragazzi seduti sui divanetti.
"Sa che c'è sempre un motivo per brindare, ovunque noi siamo." Rise Zayn aprendo il tappo di una bottiglia di vodka.
"Sei strano forte, Louis." Mormorai lasciandomi cadere sul divano.
"Mi stupisco che tu te ne sia accorta solo adesso." Borbottò Liam al mio fianco.
"Anche io." Risi prendendo uno dei bicchieri appena riempiti dal moro. " Jake ha detto che domani mattina andiamo a fare colazione nella sala riunioni perché dobbiamo discutere di qualcosa." Dissi ricordando solo in quel momento di avvisare i cinque ragazzi.
"Che palle, è praticamente impossibile mangiare quando Jake parla di lavoro, riesce a farti venire il voltastomaco." Sbottò Louis seduto a terra.
"Ci penseremo domani mattina, ora brindiamo al successo che ha avuto stasera Brooklyn." Sorrise malizioso Harry, alzando il bicchiere pieno della bevanda trasparente.
Uno dopo l'altro i ragazzi ripeterono il gesto di Harry e, quando arrivò il mio turno, alzai a mia volta il freddo bicchiere in vetro, sorridendo ancora una volta come una stupida.
"Al tuo primo concerto, Brooklyn."
Portai il bicchiere alla bocca e mandai giù un sorso di vodka, sentendo immediatamente un forte bruciore alla gola. Strizzai leggermente gli occhi, come ero solita fare quando bevevo alle feste con Jane, e mi lasciai scivolare un po' sullo schienale del divano.
"Cavolo se brucia." Disse Louis facendo un verso strano con la bocca.
"Se lo dici davanti a Jane, sappi che ti prenderà in giro per tutta la vita. Non potete nemmeno immaginare quanto alcol ci vuole prima di stenderla." Ridacchiai sistemandomi.
"Davvero?" Domandó stupito il moro.
Annuii prima di bere un altro sorso. "All'ultimo anno, un paio di sere prima del diploma, siamo andate ad una festa di qualche suo amico. Hanno lanciato una stupida scommessa su chi, tra sette ragazze, sarebbe riuscita a bere di più. L'unica cosa che ricordo è che io, dopo quattro bicchieri, ero completamente andata. Invece Jane deve aver bevuto circa sei bicchieri in più di me prima di correre in bagno." Risi a quel ricordo, prima di sentire qualcuno togliermi il bicchiere dalle mani.
"Questo è meglio se non lo tocchi, allora." Disse Liam
"Guarda che adesso so reggere l'alcool" borbottai cercando di riprendere il bicchiere dalle mani del moro.
"Sicura?" Mi domandò Zayn ridendo.
"Andate a fanculo." Borbottai alzandomi e prendendo il bicchiere dalle mani di Liam.
"Comunque Jane mi ha detto che la canzone é bella." Dissi risendomi.
Zayn tirò fuori un pacchetto di sigarette e, dopo averne tirata fuori una, fece passare il pacchetto tra di noi. Quando il pacchetto arrivò a me, lo passai direttamente a Louis, ancora seduto a terra.
"Te lo ha seriamente detto con quelle parole?" Domandò buttando fuori il fumo dalla bocca.
"Non esattamente." Risi prendendo il telefono e sbloccandolo. Aprii la chat con la bionda e lo passai a Louis.
"Effettivamente non ha usato le stesse parole." Ghignò ripassandomi il cellulare.
"Hai detto di essere stata con suo fratello. Per quanto tempo?" Domandò Harry, lasciando trasparire solo con gli occhi la gelosia che provava.
"Circa due anni." Dissi buttando giù quel poco di vodka che era rimasto nel bicchiere e riempiendolo ancora.
"Che gran figlio di puttana." Borbottò Niall.
"Lo so, infatti glielo ricordo ogni volta che lo incrocio a casa di Jane."
"Sai, potrei seriamente innamorarmi di te." Disse Harry scherzando o almeno facendolo sembrare uno scherzo.
Quasi soffocai nella mia stessa saliva quando il mio ragazzo disse quelle semplici parole davanti a tutti.
"Comunque," Mi schiarii la voce, "Qualcuno di voi, quando saremo a Copenaghen, è disposto a venire con me a farsi un tatuaggio?"
"Io non credo proprio." Disse Niall.
"Horan, dubito che l'invito comprendesse anche te." Rise Zayn dandogli un colpetto sulla spalla. "Vengo io." Continuò il moro sorridendomi.
"Grazie." Mi alzai e, dopo aver bevuto metà dell'alcool che tenevo in mano, recuperai il telefono. "Sono le due e mezza, quindi io vado, altrimenti domani mattina non mi sveglia nessuno."
"Vado anche io." Sbadigliò Harry alzandosi.
"Direi che andiamo tutti." Mormorò Liam alzandosi, seguito subito dopo anche da Zayn.
Dopo aver salutato Louis e Niall, uscimmo dalla stanza e salimmo nell'ascensore, selezionando i quattro piani diversi in cui alloggiavamo.
Il primo a scendere fu Zayn e al piano successivo Liam, lasciando me e Harry solo nell'abitacolo.
Quando le porte si aprirono sul suo piano, il ragazzo rimase dentro e premette sul pulsante del terzo piano, il mio piano.
"Non scendi?" Domandai con un piccolo sorriso sulle labbra.
"Voglio accompagnarti." Mise un braccio sulle mie spalle e lasciò un bacio sulla mia fronte.
"Che gentile." Sussurrai girando la testa e lasciandogli un bacio sulla mascella.
Camminammo fino alla mia porta, dove mi fermai e mi girai verso Harry.
"Allora." Sorrisi maliziosamente allacciando le braccia dietro al suo collo. "Potresti seriamente innamorarti di me?" Domandai utilizzando lo stesso tono usato da lui poco prima.
"Già, probabilmente potrebbe succedere." Sussurrò con voce roca avvicinandosi al mio viso fino a far toccare i nostri nasi.
"Probabilmente, se avessi bevuto un po' di più, ti chiederei se vuoi entrare." Sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra.
Non seppi se a farmi parlare in quel modo era stato effettivamente l'alcool o il vero e proprio desiderio che si stava formando dentro di me, ma fui più che contenta di sentire che in quell'istante Harry trattenne il respiro.
"Forse, se avessi bevuto di più, ti direi di si."
Le sue labbra toccarono delicatamente le mie, lasciandomi dapprima una sensazione di gioia e poi, quando iniziarono a muoversi esperte e desiderose sulle mie, una sensazione bramosa partì dal mio stomaco, irradiandosi in tutto il corpo.
Nel corridoio si sentivano solo gli sciocchi che facevano le nostre labbra toccandosi, assaporandosi. Aumentai la presa attorno alle sue spalle e morsi piano il suo labbro inferiore, permettendomi così di assaggiare di più la sua bocca. Ebbi come una scarica di adrenalina quando mi resi conto che in quel momento ero io a guidare quel gioco sensuale che si era creato tra le nostre lingue.
Indietreggiai sbattendo piano contro la porta e sentii il corpo di Harry premere smanioso contro il mio, lasciandomi senza fiato.
Inclinai la testa, lasciando a lui il comando, permettendogli così di poter esplorare e stuzzicare ancora di più la mia bocca con la sua lingua, mandando in qualche modo scariche di piacere al mio corpo.
Ansimai contro le sue labbra e mi staccai solo per sentire le sue labbra sul mio collo. Tirai i suoi capelli per portare i suoi occhi scuri di desiderio alla mia altezza.
"Vuoi entrare?" La voce uscì dalle mie labbra come un sussurro quasi sforzato, quasi impossibile da sentire.
Harry chiuse gli occhi e premette ancora il suo corpo, facendolo combaciare con il mio e appoggiò la sua fronte sulla mia, continuando a tenere palpebre serrate.
Sentivo il suo alito caldo infrangersi sulle mie labbra, causandomi un brivido sulla colonna vertebrale. In quella posizione sentii quanto effettivamente mi desiderasse in quel momento e mi ritrovai a trattenere il respiro.
"Si" Disse in un sussurro roco, aprendo gli occhi. "Ma non lo farò, non è ancora il momento per noi."
"Sei sicuro?" Domandai premendomi appena su di lui, facendolo ansimare. "Poco fa non mi sembrava così." Ridacchiai riempiendo i polmoni .
"No, ma so che dopo potrei rovinare tutto, perciò voglio aspettare." Potevo vedere come ogni parola che pronunciava gli costasse fatica e soprattutto quanto faticasse a non seguire ciò che il suo corpo gli stava dicendo.
Nonostante fossi delusa per il fatto che ci fossimo fermati, sentii il cuore riempirsi di gioia e di una sensazione che ormai non provavo da quasi due anni: amore.
"Grazie, Harry." Lasciai un bacio sulla sua guancia e mi staccai, aprendo successivamente la porta. "Buona notte"
"Buona notte, amore."
Appoggiai piano le labbra sulle sue e poi chiusi la porta alle mie spalle, accasciandomi contro essa fino a toccare terra.
Toccai il mio volto con le mani tremanti e sfiorai le guance bollenti, le labbra gonfie da cui usciva ancora un respiro pesante, il collo ipersensibile nei punti in cui Harry aveva appoggiato le sue labbra bollenti.
Nonostante fossi più che sicura che non avesse lasciato segni, era come se avesse marchiato la mia pelle con il respiro, con la passione.
Mi alzai barcollando e mi trascinai fino al letto, lasciando sprofondare la schiena nel materasso.
Osservai il mio petto alzarsi ed abbassarsi velocemente, nonostante fosse passato già qualche minuto da quando ero rientrata nella stanza.
"Cosa mi fa quel ragazzo?" Mormorai chiudendo gli occhi e rallentando il respiro.
Senza rendermene conto, mi addormentai in quella posizione, buttata malamente sul letto ed ancora vestita.
Ma, nonostante tutto, non dormii male, poiché cullata dall'odore di Harry sul mio corpo.
La mattina seguente, quando il cellulare iniziò a suonare, imprecai più volte prima di riuscire a spegnere la sveglia che mi ero impostata non appena Jake mi aveva avvisato dell'incontro.
Portai le mani sulle tempie e dissi probabilmente cose che nessuna ragazza dovrebbe dire quando sentii una fitta acuta.
Mi trascinai fino alla borsa e tirai fuori un analgesico, pregando in tutte le lingue che il mal di testa passasse nella mezz'ora successiva.
Lentamente andai in bagno e mi feci una doccia fredda, per poi vestirmi e legare i capelli in una coda disordinata.
Recuperai il telefono e la chiave prima di uscire dalla stanza e camminare fino all'ascensore.
Quando entrai nella sala riunioni, mi scontrai contro qualcuno, che successivamente scoprii essere Louis.
Ridacchiai quando vidi che la sua faccia era probabilmente più provata della mia per l'alcool.
Mi lasciai cadere su una sedia a metà del tavolo, esattamente davanti a Liam.
"Buongiorno splendore, dormito bene?" Mi prese in giro il ragazzo prendendo un paio di biscotti dal centro del tavolo.
"Una meraviglia." Borbottai prendendo un bicchiere della sturbucks con il mio nome scritto sul cartoncino.
"Ho detto a Jake di prenderti un cappuccino, spero ti vada bene."
"Certo, ti ringrazio Liam." Sorrisi leggermente prendendo un biscotto.
Sentii la porta sbattere sbattere mi girai verso di essa, incrociando immediatamente lo sguardo di Harry.
Sorrisi come un ebete e portai il bicchiere alla bocca per nasconderlo agli altri quattro ragazzi.
Riuscii a mangiare un paio di biscotti prima di avvertire un leggero senso di nausea e una fitta alla testa.
"Chi è stato il bastardo che mi ha fatto bere ieri sera?" Sbottai passando una mano sul viso.
"Guarda che hai fatto tutto tu." Disse Niall con un sorriso divertito sulle labbra.
"Rettifico, chi è il bastardo che mi ha lasciato bere ieri sera?"
Tutti e cinque i ragazzi alzarono la mano, facendomi imprecare a bassa voce, causando una risata da parte di Louis, che era seduto al mio fianco.
"Buongiorno sfaticati e Brooklyn." Esordì Jake entrando nella stanza.
Feci una linguaccia ai cinque ragazzi e mi concentrai sul manager, cercando di ignorare il fatto che Harry continuasse a fissarmi.
"Allora, dobbiamo parlare di un po' di cose." Disse Jake appoggiando dei fascicoli sul tavolo. "Intanto, quanto avete bevuto ieri sera? Avete di quelle facce."
"Brooklyn non regge l'alcool." Mi prese in giro Louis.
"Nemmeno tu." Replicai mettendo in bocca un biscotto.
"Comunque, dobbiamo parlare dei programmi per i prossimi giorni." Il manager aprì il fascicolo e ci diede un foglio a testa. " Questo é il programma per intero. Stasera avete un altro concerto, mentre domani mattina c'è il servizio fotografico per l'album. Brooklyn si dovrà fermate un paio di ore in più per il servizio fotografico per Elle." Ci spiegò guardandoci uno ad uno per essere sicuro che avessimo capito. "Nel pomeriggio partite con il tour bus per Parigi, il jet serve a me per un riunione. Lì avrete un concerto il giorno che arrivate e Brooklyn l'intervista la mattina dopo. Il resto ve lo illustrerò quando saremo già in Francia. Vi ricordo che a Copenaghen arriverà Kim e a Londra l'amica di Brooklyn."
"Si chiama Jane." Puntualizzò Louis facendomi sorridere.
"Arriverà Jane." Si corresse Jake. "Ora dovrei avere una riunione con alcuni tizi di una casa discografica, ma non li sopporto, perciò passatemi il mio caffè e dei biscotti. Ho intenzione di farli aspettare un po" Ghignò il manager sedendosi a capotavola.
Passammo i venti minuti successivi a chiacchierare e soprattutto ad ascoltare le battute pessime di Louis.
O almeno cercai di fare tutte quelle cose, poiché trovavo difficile prestare attenzione a qualcosa che non fossero le labbra di Harry.
"Brooklyn." Seguii il movimento della labbra del ragazzo, ignorando ciò che effettivamente stava dicendo. "Brooklyn."
Scossi la testa e mi ripresi dal mio stato di trans.
"Scusami, stavo pensando." Alle tue labbra, avrei voluto aggiungere, anche se non ero sicura che sarebbe stata una cosa intelligente da dire.
"Ti sta suonando il telefono."
Guardai il cellulare sul tavolo in vetro e rimasi sorpresa nel vedere la scritta 'papà' lampeggiare sullo schermo.
"Ciao, papà. Tutto okay?"
"Tutto bene, tesoro, non preoccuparti."
Quando sentii quelle parole, improvvisamente sentii il cuore alleggerirsi.
"Sai anche tu che non posso non preoccuparmi per te." Sentii gli occhi delle persone nella stanza su di me, così gli feci cenno di continuare a mangiare.
"Come è andata ieri?"
"È stato fantastico, anche se sono praticamente morta per l'ansia." Ridacchiai spezzettando un biscotto tra le dita.
"Sono contento per te, allora. Posso farti una domanda?"
"Certo, lo sai che puoi chiedermi tutto."
"Sai perché gli svizzeri urlano così tanto?"
"A dire il vero no. È un indovinello?"
"No, è solo che i dipendenti della reception stanno urlando chissà cosa perché non vogliono darmi il numero della tua stanza"
"Della mia stanza? Papà, dove sei?" Domandai sentendo il cuore battere forte nel petto,tanto da sentirne il battito nelle orecchie.
"Sono qui da te, piccola mia."
Portai una mano alla bocca e lanciai il cellulare sopra al tavolo, fregandomene del fatto che si potesse rompere.
Non ascoltai le ciò che mi stavano chiedendo i sei uomini nella stanza, mi alzai e corsi fuori, non perdendo nemmeno tempo a chiamare l'ascensore.
Scesi tutti i piani che mi separavano dalla hall senza fermarmi per prendere fiato e nemmeno quando mi scontrai con qualche turista.
Quando le scale finirono, girai su me stessa, cercando anche solo un indizio per trovare una delle persone più importanti della mia vita.
E poi lo vidi e fu come tornare a respirare dopo quasi un anno.
Non appena i nostri occhi si incrociarono, iniziai a correre, fregandomene altamente di ciò che pensava la gente.
Lo strinsi a me nel momento stesso che gli fui davanti, incominciando a piangere quando sentii finalmente il suo odore e le sue braccia avvolgermi.
"Sei tu. Sei qui con me" continuai a ripetere più volte, rimanendo abbracciata a lui.
"Sono qui."
Sentire finalmente la sua voce, sentirla rotta dal pianto e dalla felicità, rimpiazzò all'istante il vuoto e panico, portando solo gioia dentro di me.
Perché, si, finalmente stavo piangendo di gioia.
***
Ed eccomi qui, finalmente, con un nuovo capitolo.
Scusatemi davvero per il ritardo, è stato un periodo davvero pienissimo, soprattutto per il fatto che tutti o professori che pretendono voti altissimi perché il prossimo anno ho gli esami. (Si salvi chi può)
Comunque, vorrei cogliere l'occasione per ringraziarvi per le 50 mila visualizzazioni.
So che ci sono storie che ottengono anche un milione o più nello stesso tempo in cui io ne ho ottenute cinquanta, ma personalmente non mi importa. Vi giuro, per me avere anche sono 1k di visualizzazioni era tantissimo, quindi 50k per me sono tipo il paradiso.
Tornando al capitolo, mi scuso se ci sono errori e spero vi sia piaciuto. Il mio unico dubbio è nella parte più 'intima ' tra I Brarry (devo ancora capire come chiamate la Ship), perché non ho mai scritto scene del genere.
Come ho già detto ad inizio capitolo, il trailer è stato eliminato senza nemmeno dirmelo, perciò al momento la storia non ha niente.
Non so se chiederò a qualcuno o meno di farne un altro, soprattutto perche penso che solo poche persone sarebbero disposte a sopportare le mie indecisioni.
Alla fine di tutto questo poema (sono sicura di aver dimenticato qualcosa, pazienza.), vi ringrazio ancora una volta per una voti e per i commenti.
Al prossimo capitolo.
-Alis
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