I missed you.

Qui sopra trovate il trailer di That video fatto da me. Non mi andava di contattare qualcun'altro per fare il trailer, soprattutto perchè probabilmente non sarebbero riusciti a soddisfare le mie richieste. Perciò mi sono detta: perchè non lo faccio io? Quindi ecco a voi. Fatemi sapere che ne pensate e se volete guardate gli altri trailer che ho fatto, per puro divertimento, nel mio canale youtube : Alis Edits . Potete altrimenti vederli nelle storie di darkalcoolharry (Choose), adorvlou_(just a moment), keepmesafeharry (Emerald eyes).

Vi chiedo gentilmente di leggere lo spazio autrice alla fine, grazie.

Buona lettura e buona visione.

[Brooklyn]

Di tutte le volte che mi ero immaginata un suo ritorno, mai avrei immaginato che sarebbe successo in quel modo.

Stentavo a crederlo anche in quel momento, finchè lo stringevo a me piangendo. Sentivo il suo odore invadere le mie narici e quella vaga traccia di dopo barba accarezzargli la pelle del collo.

Rimasi stupita di quanti ricordi potessero riesumare dei semplici odori, riportando alla mia mente anche le tante sere passate ad addormentarmi con una sua maglia stretta nelle mani e il viso solcato dalle lacrime o altre notti in cui sentivo mia madre piangere nella sua stanza, cercando solo di non farsi sentire dalla figlia che già soffriva.

"Ti voglio bene, papà." Sussurrai stringendo ancora la maglia sul suo petto.

"Anche io, Brookie, davvero tanto."

Mi staccai e passai le mani sulle sue guance ruvide per la barba di qualche giorno, scacciando le lacrime che le bagnavano.

"Un militare che piange? Cosa diranno i tuoi colleghi?" Domandai ridendo e tirando su con il naso.

"Una pop star che piange, cosa diranno i tuoi fan?" Ribattè sorridendo asciugando le mie lacrime.

"Non credo di avere fan e poi sono una donna, io piango per tutto, no?"

"Anche tua madre lo dice sempre."

"Ho preso dalla migliore. Che ne dici di andare nella mia stanza? C'è il mio bodyguard che mi sta guardando male perchè sono scesa durante una riunione." Ridacchiai lanciando un occhiata di scuse a Tom, appostato alla fine delle scale.

"Una riunione? Devi tornare da loro?"

"No, se ne faranno una ragione." Dissi prendendo la borsa mimetica da terra. "Andiamo?"

"Brooklyn, non ho intenzione di farti saltare una riunione di lavoro." Sentii la mano di mio padre stringersi sul mio polso per fermarmi.

"E io non ho intenzione di perdere anche solo un minuto del tempo che posso passare con te." Ribattei guardandolo con una sguardo di supplica. "Ora, possiamo andare in camera mia? Così possiamo stare da soli."

"Non ti ricordavo così insistente, piccola rossa."

Finalmente riuscii a trascinarlo, o meglio accompagnarlo, fino all'ascensore e nel giro di qualche minuto mi ritrovai a strisciare la chiave magnetica nella serratura della mia camera.

Spalancai la porta e lasciai la sacca con i pochi vestiti di mio padre su un mobiletto in entrata, facendolo poi accomodare nella stanza, ancora in disordine.

"Il fatto che tu sia disordinata non è cambiato." Rise guardandosi intorno e poi fermando gli occhi su di me.

"Mi sei mancato, papà."

Finalmente soli, lo abbracciai ancora una volta, stupendomi di quanto potesse essermi mancato quel semplice contatto.

"Mi sei mancata anche tu."

"Mi sembra impossibile che tu sia davvero qua. Sapere che tu non sei più in pericolo di vita mi toglie un gran peso dal petto." Sussurrai contro la sua maglietta.

" Anche io mi sono tolto un gran peso, fidati." Rise staccandosi da me ed accarezzandomi una ciocca di capelli. "Cosa è successo a questi?"

"Qualche esperimento della hair stylist dei ragazzi." ridacchiai sedendomi sulla poltrona.

"Dimmi un po' di questi ragazzi. Come si comportano con te?" Domandò sedendosi al mio fianco.

"Sono dolci, divertenti e a volte anche un po' stupidi, ma sono delle persone fantastiche." Sorrisi appoggiando la testa sulla sua spalla.

"E sono davvero come li descrive tua madre?" chiese quasi con una smorfia.

"Papà, fidati di ciò che dice mamma e non chiedere ciò che non vorresti sapere." Risi seriamente divertita dal fatto che mia madre gli avesse di indagare indirettamente sui cinque ragazzi.

"Oh grazie al cielo. Tua madre, appena ha saputo della mia idea di venire da te, ha insistito perchè scoprissi come ti trovavi realmente con loro."

"Non deve preoccuparsi e non lo devi fare nemmeno tu. Sono dei ragazzi intelligenti e non mi torcerebbero nemmeno un capello. E poi sai anche tu che so difendermi." Mormorai riflettendo sulle sue parole. "Quindi è per questo che mamma mi ha chiamato finchè era piena notte in America?"

"Forse. Appena ho ricevuto il congedo dal mio ruolo in Afghanistan, ho chiamato immediatamente Lily. Probabilmente doveva essere notte."

Era così strano poter finalmente rivedere i suoi occhi, praticamente identici ai miei, dal vero.
Sentii defluire il sangue dal volto quando mi resi conto di ciò che potevano aver visto quegli occhi, della distruzione alla quale avevano assistito, alle morti che potevano aver registrato.

"Non dovrai tornare ancora la, vero? Non credo che noi potremmo sopportarlo e probabilmente nemmeno tu." Mormorai appoggiando una mano sulla sua.

"Sarò in servizio in America fino a nuovo ordine." Disse serio, riprendendo immediatamente a parlare, cambiando completamente discorso. "Come è andata ieri sera? Era il tuo primo concerto, giusto?"

Mandai giù il groppo che si era formato a quella risposta e sorrisi leggermente.
"É andata bene, anzi, benissimo. E se non avessi lasciato il telefono nella sala riunioni potrei farti vedere qualche pezzo del concerto."

"Come mai hai lasciato il cellulare lì?" Indagò recuperando il suo telefono e passandomelo.

"Qualcuno in questa stanza mi ha fatto una sorpresa e io l'ho mollato dov'ero per correre giù." Sorrisi aprendo YouTube e digitando qualche parola chiave per recuperare salve video da fare vedere a mio padre.

"Allora direi che questa persona è felice della tua reazione, anche se non é altrettanto felice del fatto che tu abbia lasciato incustodito il telefono." Ghignò prendendo il telefono e guardando il video proiettato in quel piccolo schermo.

"Dopo vado a riprenderlo, te lo prometto."

Mi alzai e aprii la porta del terrazzo che dava sulla strada.
Mi stupii di sentire delle urla al mio gesto e mi sporsi appena per guardare verso l'ingresso dell'hotel.
Sentii alcune ragazzine urlare il mio nome è subito dopo altre voci aggiungersi a quelle di poco prima.
Quasi inciampai sui miei stessi piedi quando mi resi conto che stavano urlando per cercare di ottenere la mia attenzione, o anche solo un mio saluto.
Mossi appena la mano in segno di saluto, facendo levare così altre urla, e mi rifugiai di nuovo dentro la mia camera, dove guardai mio padre con gli occhi spalancati.

"Direi che quelle urla hanno un senso, o almeno lo hanno per me dopo aver visto questo video. Sei brava, Brooklyn e le parole che hai cantato ti entrano nel cuore e fanno capire le emozioni che chiunque può provare."

"Questa cosa è alquanto strana detta da te." Ridacchiai passando una mano sul viso, ringraziando mentalmente me stessa per non avere il vizio di truccarmi.

"Sono anche io una persona umana, sai? Altrimenti come avrei fatto innamorare tua madre di me? "

"Oserei dire la massa di muscoli che hai sulle braccia, ma forse hai ragione tu, chi lo sa." Risi dandogli una leggera sberla sulla spalla.

"Cavolo se mi mancava il tuo caratterino."

Il sorriso che era praticamente stampato sul mio volto, pian piano scemò, insieme alla mia espressione divertita.

"Come stai, papà? Intendo dopo tutto ciò che hai passato."

"Sono qui con te, per ora è l'unica cosa che riesco a pensare. Quando sei laggiù, devi imparare a non pensare a ciò che vedi, bisogna agire e basta. Ho avuto la fortuna di non dover essere mandato troppe volte in ricognizione, quindi magari ho meno possibilità di incappare in qualche ricordo che mi ha segnato. Ma comunque adesso non mi interessa. Sono qui con mia figlia, questo è tutto ciò che mi interessa."

Quasi - ancora una volta - in lacrime, lo abbracciai, tenendolo stretto a me.

"Non mi hai mai abbracciato così tanto. Cos'hai fatto da farti perdonare?" Scherzò allontanandomi appena da lui.

"Non ho fatto niente, credo."

"Credi? Brooklyn, l'ultima volta che mi hai risposto così, ho trovato un ragazzo mezzo nudo nascosto dentro il tuo armadio." Rise sonoramente. "Tra l'altro, la prossima volta che vedo il fratello di Jane, gli faccio del male se solo osa guardarti."

"Non credo che vedrai più Josh e comunque stavolta non ho nessun ragazzo nascosto nell'armadio." Mormorai portando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

"Nessun ragazzo in generale o solo nell'armadio?"

"In generale." Risposi forse troppo velocemente, distogliendo immediatamente lo sguardo.
Mi morsi la lingua e sperai con tutta me stessa che credesse allo schifo di bugia che avevo detto.

"Sei sicura? Sai che puoi dirmi tutto. Non voglio certo sapere la tua vita sessuale o qualcosa del genere."

Sentii le guance arrossarsi violentemente e tossicchiai sentendo la gola di colpo arida.

"Ma cavolo, papà! Certo che non ti vengo a dire certe cose. E comunque non ho nessun ragazzo, lo giuro."

Non feci in tempo a completare la frase che sentii bussare alla porta. Feci segno a mio padre di aspettarmi la e corsi ad aprire la porta, trovando davanti a me Harry.

Fottuto karma.

"Hey Harry." Lo salutai tenendo la porta aperta.

"Hey." Un dolce sorriso si dipinse sulle suelle sue labbra. "Sono venuto per portarti il cellulare che hai lasciato di sopra. È tutto okay? " Quasi mi sciolsi quando vidi la piccola ruga di preoccupazione che si era formata proprio al centro della sua fronte.

"Si, ho solo ricevuto una visita." Sorrisi spalancando del tutto la porta, così facendo entrare il mio ragazzo.

Non appena mise piede nella stanza, mio padre scattò in piedi, reagendo come probabilmente solo un militare avrebbe potuto fare.

"Harry, ti presento mio padre, Matthew Evans. Papà, lui è Harry Styles."

"Finalmente conosco il ragazzo che impesta le pareti della camera di mia figlia." Disse mio padre divertito, stringendo la mano del moro.

"Felice di conoscerla." Mormorò Harry, imbarazzato, ricambiando la stretta. "Ecco il tuo telefono, Brooklyn. Jake ha detto che fra una decina di minuti faremo entrare alcune fan, te la senti di venire con noi?"

Afferrai il telefono e lo misi nella tasca posteriore dei jeans, passando poi una mano tra i capelli sciolti.

" Certo, anche se non vorrei lasciare solo mio padre per troppo tempo." Mormorai guardando quegli occhi color smeraldo.

"Harry, tranquillo. Te la mando giù io fra cinque minuti." Disse mio padre dando un colpetto sulla spalla del ragazzo.

"Grazie signor Evans."

Harry uscì sorridendo dalla mia stanza, non lasciandomi nemmeno replicare.

"Sicuro che non sia un problema? Hai fatto tante ore di volo per venire qui." Dissi mettendo una mano sul suo braccio.

"Proprio per questo ti faccio andare, così ne approfitto per trovarmi una camera e riposare un po'."

"Non hai una stanza in questo hotel?" Fui leggermente sorpresa per la sua affermazione.

"Non ho fatto in tempo a prenotarla, perciò penso che andrò in qualche posto qui vicino."

"Non ci provare nemmeno. Stasera tu dormi in questa stanza, papà." Affermai decisa. " Io chiederó ad uno dei ragazzi di lasciarmi dormire sul loro divano per un paio di notti."

Ero più che sicura che avrebbe avuto da ridire per la mia decisioni, perciò mi girai e uscii dalla stanza dopo averlo salutato con un urletto.

Arrivai nella hall prima dei cinque ragazzi e mi misi in un angolo non molto nascosto ad aspettarli.

Osservai un po' ciò che stava accadendo al bancone della reception, fino a quando non posai gli occhi su poco meno di una decina di ragazze sui sedici anni.
Notai immediatamente le magliette dei ragazzi e soprattutto i loro nomi, scritti con il pennarello nero, sulle loro braccia.

Sorrisi appena e mi avvicinai a quelle poche ragazze che probabilmente non credevano nemmeno loro a ciò che gli stava accadendo.

"State aspettando anche voi i ragazzi?" Domandai arrivando alle loro spalle.

"Si. Non riesco a credere che quegli armadi di bodyguard abbiano scelto me." Disse una delle ragazze senza girarsi e mantenendo lo sguardo verso gli ascensori.

"Effettivamente posso definire anche io il mio bodyguard un armadio, anche se probabilmente Tom non ne sarà molto felice." Ridacchiai attirando l'attenzione di un altra ragazza del gruppetto.

"Il tuo bodyguard?" Borbottò la prima ragazza girandosi verso di me stranita o almeno fu così finché non incrociai il suo sguardo. "Oh mio Dio!" Urlò abbracciandomi di colpo, attirando così l'attenzione delle altre sei ragazze.

Abbracciai la ragazza, nonostante fossi molto sorpresa e soprattutto sconvolta per la sua reazione.

Era davvero possibile che, aver cantato solo una volta, mi rendesse anche solo una persona da seguire?

"Ieri sera ero al concerto e sei stata davvero bravissima. Oh Dio, non riesco ancora a credere che tu sia davvero qua." Disse la ragazza con le lacrime agli occhi.

"Sei dolce, anche se non credevo di poter risultare anche solo simpatica." Risi stringendola ancora.

"Non ascoltare quelle ragazze che ti insultano senza nemmeno conoscerti, sono solo invidiose di non essere al tuo posto." Intervenne un altra ragazza, avvicinandosi insieme alle altre cinque.

"Grazie." Sorrisi staccandomi e sistemandomi la maglia leggermente stropicciata. "Che ne dite se chiamo Harry per dirgli di muoversi?"

Non aspettai nemmeno una loro risposta, poiché ero sicura di quale sarebbe stata.

Feci partire la chiamata, stando attenta a non mostrare il numero del moro alle ragazze, ed aspettai che rispondesse.

"Brooklyn, dove sei?"

"Harry, venite giù? Qui con me ci sono circa una decina di ragazze che stanno morendo dalla voglia di abbracciarvi." Dissi portando in avanti il telefono per fargli sentire le loro urla.
"Sentito? Muovete i vostri culi da pop star e venite giù." Dissi facendo ridacchiare anche Harry.

"Ed ecco perché mi sto innamorando di te."

[Harry]

Sussurrai quelle parole senza rendermene conto, ma non me ne pentii, dopo tutto era davvero ciò che provavo.

Chiusi la chiamata, mettendo poi il cellulare in tasca e camminai velocemente per recuperare la distanza che si era creata tra me e gli altri quattro ragazzi.

"Brooklyn mi ha appena chiamato per dirmi che è già giù con alcune fan." Dissi affiancando Niall.

"E ha detto solo questo?" Mi domandò Liam accellerando il passo.

"A dire il vero ha detto di muovere il nostro culo da pop star." Risi ripetendo le parole della mia ragazza.

"Dille di portarle nella sala da pranzo, così recuperiamo un po' di tempo, sempre che l'ascensore arrivi entro la fine del secolo." Sbuffò Zayn premendo più il volte il pulsante di chiamata.

Digitai velocemente un messaggio a Brooklyn e riposi nuovamente il telefono nella tasca posteriore dei jeans.

"Hai detto che stamattina è corsa via in quel modo perchè suo padre le ha fatto una sorpresa, giusto?" Domandò Louis premendo a sua volta il pulsante dell'ascensore accanto.

"Si, l'ho incontrato prima nella sua stanza, quando le ho riportato il telefono, e vi assicuro che è un colosso. Probabilmente è anche più alto di me." Borbottai sistemandomi i capelli.

"Quindi ci conviene non farla incazzare." Rise Niall entrando finalmente nell'ascensore e premendo il pulsante del piano terra.

"Ma alla fine, perchè le hai riportato tu il telefono, quando Jake ti aveva espressamente detto che lo avrebbe fatto lui?" Domandò Liam.

"Liam, non ti sei davvero accorto di quanto Harry le sbavi dietro? Non fa che tenerle gli occhi attaccati. Però è troppo fifone per dichiararsi a lei e forse adesso, dopo aver conosciuto suo padre, lo è ancora di più." Mi prese in giro Niall scendendo per primo e continuando a camminare verso la sala.

Trattenni a malapena il sorriso che si stava formando sulle mie labbra. Probabilmente mi sarei dovuto preoccupare per il fatto che si vedesse così tanto la mia attrazione verso la mia ragazza, ma in quel momento riuscivo solo ad essere divertito dalle insinuazioni dei miei compagni.

"Non saprei." Dissi schiarendomi la voce. " E ora aprite quella porta, prima che Brooklyn esca per picchiarci per il nostro ritardo."

Zayn aprì la porta, subito dopo avermi lanciato uno sguardo divertito, ed entrò nella stanza, seguito poi da tutti noi. Individuammo il gruppetto di ragazze nel momento stesso in cui si levarono delle urla da parte di quest'ultime.

"Vi siete degnati di venire." esclamò Brooklyn sorridendo e raggiungendoci.

"Ci dispiace, ragazze, ma Louis era rimasto chiuso dentro la sua stanza." Dissi ridendo ed avvicinandomi al gruppo. "Chi vuole un abbraccio?" Domandai spalancando le braccia.

Immediatamente un paio di loro mi strinsero a loro e lo stesso fecero lo stesso con gli altri ragazzi.

"Non piangere." Sussurrai quando strinsi quella che probabilmente era la più piccola del gruppo. " Altrimenti poi piango anche io e, per quanto sarei carino, sarebbe molto imbarazzante." Dissi facendola ridacchiare contro la mia spalla.

Sussurrò qualche parola nella sua lingua, prima di abbracciarmi più forte. "Grazie Harry, grazie per ciò che fate per noi." Sentii una stretta al cuore per le parole che disse.

Non era la prima volta che me lo dicevano, ma non mi era mai successo che fossero dette da una ragazzina che poteva avere al massimo quattordici anni.

"Grazie per quello che fate voi per noi." Replicai sorridendo.

Abbracciai una ad una tutte le ragazze e mi avvicinai a Brooklyn.

"Sono davvero dolci." Mormorò una volta che fui al suo fianco, guardando le sette ragazze abbracciare il resto della band. "Lo sono state anche con me e mi è sembrato davvero strano. Cosa ho fatto per meritarmi tanto affetto?"

"A volte me lo chiedo anche io, probabilmente è perchè siamo noi stessi. In questo mondo davvero poche persone riescono ad esserlo." Risposi sinceramente, osservando a mia volta le fan.

Non ricevetti risposta da Brooklyn, ma sentii il telefono vibrare. Abbassai lo sguardo e notai Brooklyn riporre il suo nei suoi pantaloni. Quando si rese conto che la osservavo stranito, mi sorrise e si avvicinò agli altri ragazzi.

Estrassi il telefono dalla tasca e lo sbloccai. Il cuore prese a battere velocemente e un sorriso quasi incontrollabile si formò sul mio volto quando lessi il messaggio.

'Ed è per questo che mi sto innamorando di te.'
[11.31]

"Che ne dite se vi faccio una foto?" Domandò Brooklyn appoggiando la mano sulla spalla della più piccola e rivolgendomi un sorriso radioso.

"Direi che a noi va bene." Rispose Niall sorridendo.

Mi avvicinai a loro e mi sistemai a fianco della più piccola, che si chiamava Cassie, e mi abbassai alla sua altezza.

Brooklyn estrasse il telefono e lo portò davanti al suo volto, lasciando vedere solo le sue labbra sorridenti.

"Pronti? Sorridete. "

Guardai verso di lei e non potei che fare ciò che mi diceva.
In quel momento era così bella, così spensierata, che quasi non riuscivo a capacitarmene. Come era possibile che si stesse innamorando di una persona come me, insomma, io non ero niente in confronto a lei. Per qualche strana ragione provava davvero qualcosa per me e, per quanto potesse sembrarmi impossibile, ero più che felice per questo.

"Perfetta, più tardi la faccio postare dall'account dei ragazzi." Disse la rossa osservando la foto appena fatta. "Scrivetemi i vostri nickname di twitter su un foglio, così vi faccio menzionare nella foto."

"Ragazze, che ne dite di fare una foto anche con Brooklyn?" Intervenni immediatamente prendendo il cellulare dalle mani della ragazza e rivolgendo la fotocamera verso di lei.

Cassie corse velocemente verso di lei e la abbracciò, mettendosi poi in posa insieme alle altre per la foto.
Ne scattai un paio prima di immortalare Brooklyn che rideva guardando le sette ragazzine al suo fianco.

Avrei pagato oro per vederla sorridere in quel modo in ogni momento.

"Mi dispiace ma dobbiamo andare, stanno per aprire la sala per il pranzo e noi dobbiamo prepararci per le prove." Disse dispiaciuto Zayn, abbracciando ancora una volta le fan.

"Lasciate il foglietto con i vostri nick a Tom, il bodyguard all'entrata, e non ditegli che l'ho chiamato armadio." Rise Brooklyn facendo l'occhiolino al gruppetto.

Una volta salutate tutte, uscimmo velocemente e ci dirigemmo tutti verso gli ascensori.

"Posso riavere il mio telefono?" Mi domandò Brooklyn premendo il pulsante per il suo piano.

"Certo, mi mando solo le foto che hai fatto prima." Dissi selezionando soprattutto le immagini dei primi piani della ragazza ed inviandoli al mio telefono. "Ecco a te ."

"Grazie." La vidi digitare velocemente un messaggio.

Sentii il mio telefono vibrare nel momento stesso in cui arrivò al suo piano e scese salutando i ragazzi con un sorriso sulle labbra.

Aspettai di essere al mio piano prima di tirare fuori il cellulare dalla tasca e vedere ciò che mi aveva scritto.

'Posso venire in camera tua? Devo chiederti un favore.' [12.04]

Dopo aver risposto, corsi verso la mia camera e la aspettai lì, torturandomi le mani nell'attesa del suo arrivo. Non aspettai molto prima di vederla comparire dall'uscita delle scale con un piccolo sorriso sulle labbra.

Aprii la porta della mia stanza e la feci entrare prima di me, chiudendo la porta alle mie spalle e posando quasi involontariamente gli occhi sul suo sedere e poi sulle sue gambe lunghe.

"Ti piace ciò che vedi?" Mi prese in giro avvicinandosi a me e allacciando le mani dietro al mio collo. Appoggiai a mia volta le mani sui suoi fianchi e la attirai a me.

"Abbastanza."Mormorai lasciando un leggero bacio sulle sue labbra e allontanandomi quel tanto da guardarla negli occhi. " Cosa dovevi chiedermi?"

"Ho lasciato la stanza a mio padre per stanotte, posso dormire sul divano della tua stanza?"

"Dormirai sul mio letto, al massimo dormirò io sul divano." Dissi stringendola a me e affondando la faccia tra i suoi capelli profumati.

"Grazie." Sussurrò lasciando un bacio sulla mia mandibola e ricambiando la stretta.

"Questo ed altro per la mia ragazza."

Perchè dopo tutto sarei stato disposto ad andare in capo al mondo per lei. Non è questo che si fa quando si ama una persona?

***

Sono viva! Perdonatemi per questo spaventoso ritardo, ma è stato un periodo abbastanza pieno e difficile per me.

Come qualcuno ha letto nel mio profilo, poco più di una settimana fa, mia nonna è stata operata all'intestino e la mattina successiva ha avuto delle complicazioni, perciò nell'ultima settimana le sono stata vicina e l'ho aiutata il più possibile.

Spero quindi possiate capire il perchè del ritardo di questo aggiornamento e che quindi possiate perdonarmi.

Che dire di questo capitolo... Non sono propriamente soddisfatta, poichè è più corto del solito, ma mi sono detta che dovevo aggiornare, non tanto per me, ma per voi, perciò ho cercato di scrivere il più possibile nel poco tempo che avevo.

Vi ringrazio davvero tantissimo per aver superato i 50k, per me è tipo un sogno.

Spero che il trailer vi sia piaciuto e spero anche che voi abbiate voglia di passare per il mio profilo youtube per vedere gli altri trailer che ho fatto per divertirmi un po'.

Ho scritto un mega poema, quindi voglio solo ringraziare tutti le persone che mi sono state vicine nelle ultime settimane. Grazie per non avermi abbandonata.

Al prossimo capitolo

-Alis

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