I love you. [Brooklyn]
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(Non è una decorazione. Vi avviso solo che potrebbero essere presenti scene esplicite)***
Queste cose, questi cartelloni che fate, sono delle enormi stronzate. Però potete farlo finché volete con me, ma non permetto che voi lo facciate con la mia ragazza." Le mie gambe cedettero e trascinai Jane a terra, insieme a me. "Non accetto questa cosa, non accetto il fatto di vederla stare male perché, qualcuna di voi, è talmente gelosa di ciò che ha lei da augurarle di morire. Solo perché lei ha vinto quello stupido concorso, non significa che voi dobbiate attaccarla." Sentii le urla levarsi e le lacrime scivolare fino alla maglietta. "E tu, con quel cartello. Inquadrate quella ragazza, così ce tutti capiscano perché Brooklyn è scoppiata a piangere appena rientrata. Tu, magari hai partecipato anche tu a quel concorso e hai perso. Lei non è stata scelta da un qualsiasi manager, ma da noi, perché sa cantare. E forse sei invidiosa, gelosa, o semplicemente stupida, ma dire ad una persona di morire è terribile. Pensa se io lo augurassi ad un tuo parente. Come ti sentiresti? Tu hai appena detto alla mia ragazza, alla persona che amo, di morire. Non so chi tu sia, ma fammi il favore di non partecipare più ad un nostro concerto e soprattutto di uscire dalla mi vista."
Singhiozzai a quelle parole e, nonostante fosse stato terribilmente arrabbiato, mi ritrovai a sorridere.
Aveva detto di amarmi, davanti a più di centomila persone.
"Ora, non ho intenzione di rovinare la vostra serata, quindi faremo proseguire e finire il concerto. Ma sappiate che sono deluso."
Lo stadio si riempì di silenzio e io sentii il cuore battere anche nelle orecchie.
Sentii le braccia di Jane attorno alle spalle e mi ritrovai a piangere contro di lei. Ringraziai qualsiasi Dio mi avesse dato la possibilità di avere quella ragazza al mio fianco.
"Tirati su, dai. E asciuga quella lacrime. Quel ragazzo ha appena detto che ti ama, Brooklyn. Ti ha difeso e ha detto di amarti davanti ad un arena intera."
Mi aiutò ad alzarmi e passò le mani sulle mie guance, scacciando via le ultime lacrime rimaste.
Non cambiai i vestiti che mi aveva dato Lou mezz'ora prima, poiché in quel momento era l'ultima cosa che mi interessava.
Raccattai i miei abiti e li buttai dentro la borsa, non badando a come li avessi piegati.
"Io.." Mormorai confusa, girando su me stessa, come se avessi improvvisante dimenticato dove mi trovavo. "Cosa devo fare adesso?" Domandai, forse più a me stessa che a Jane.
"Tu lo ami?"
"Certo che lo amo." Dirlo per la prima volta a voce alta, mi scatenò una sensazione strana al centro del petto. Non avevo mai provato qualcosa del genere.
"Allora sai che fare." Mi prese il polso e mi tirò verso la porta. "Andiamo nel parcheggio, il tuo bodyguard ti starà aspettando."
Camminai in maniera instabile fino al van, ma non incrociai lo sguardo di Tom. Quando appoggiai la testa sul finestrino, mi sorpresi di non sentire nemmeno un po' la stanchezza del viaggio e del concerto.
Jane si sedette sul posto davanti al mio, come se sapesse che, il posto al mio fianco, fosse già destinato ad Harry.
Quando in cinque ragazzi entrarono, cercai immediatamente lo sguardo del moro, ma lo vidi solo sedersi vicino a Jane, senza nemmeno alzare la testa.
Sospirai e appoggiai la testa sul vetro freddo. Per tutto il viaggio, nel veicolo si sentì solo il suono dei nostri respiri.
Sentivo il cuore pensante e mi maledissi per aver risposto in quel modo poco prima. Non dovevo perdere il controllo in quel modo.
Non appena la macchina si fermò, Harry spinse per scendere e si trascinò verso l'interno, facendo capire, a tutti noi, di non voler essere seguito.
Scavalcai le gambe di Liam e corsi a perdifiato verso l'interno, salendo a due a due le scale, sperando di arrivare prima dell'ascensore.
Cercai di non inciampare e, appena arrivai sul nostro piano, lo vidi camminare nel corridoio.
Sentivo il cuore battere rumorosamente nel petto e il fiatone uscire dalla bocca. Non sapevo se si fosse reso conto della mia presenza, ma continuai comunque a camminare a qualche metro da lui.
Quando però, dopo essere entrato nella sua stanza, lasciò la porta aperta, assimilai il fatto che sapesse che lo stavo seguendo.
Entrai lentamente e chiusi piano la porta alle mie spalle.
"Harry?" Sussurrai, facendo un passo verso la zona letto.
Scorsi la sua sagoma chinata davanti al letto libero e immaginai stesse frugando nella sua valigia.
"Harry." Ripetei, questa volta con voce sicura.
Si alzò immediatamente, ma non incrociò il mio sguardo.
"Io devo farmi una doccia." Si passò una mano tra i capelli arruffati. "Tu fai come se fossi in casa tua."
Gli presi il polso, quando si girò per raggiungere il bagno, e lo tirai nella mi direzione.
"Guardami." Alzò lo sguardo, ma lo puntò verso qualcosa dietro di me. "Harry, guardami."
Toccai la sua guancia e gli spostai il viso, quel tanto da far incrociare i nostri sguardi. Subito si divincolò e si staccò da me.
"Devo fare la doccia." Mormorò piatto, raggiungendo la porta e appoggiandola dietro a sè.
Sentii l'acqua aprirsi, nello stesso momento in cui il mio cuore si incrinò.
Spostai lo sguardo nella stanza, fino ad incrociare, i miei stessi, occhi nello specchio enorme della stanza.
Sembravo sconvolta e addolorata. Rilassai i muscoli della faccia e mi squadrai da testa a piedi, riflettendo e cercando di far passare l'angoscia dal mio corpo.
Quando vidi la collana luccicare, portai le mani su di essa, e le feci salire fino al retro del collo, sganciando il piccolo anellino che la teneva salda al mio collo.
Appoggiai il gioiello sul tavolo e tornai a guardarmi. Senza la catenina, mi sentivo quasi vulnerabile.
Tolsi le scarpe e i calzini, lasciando, i miei piedi nudi, toccare la moquette. Inspirai a fondo e appoggiai la mano sull'orlo della maglietta. La sollevai senza pensarci e la feci cadere a terra. Feci lo stesso con i pantaloni, abbandonandoli nel piccolo mucchietto.
Senza incrociare di nuovo il mio sguardo, sganciai il reggiseno e tolsi gli slip.
Inspirai ancora, consapevole di ciò che stavo per fare, e alzai la testa verso lo specchio, guardando solo il mio viso, coperto solo da uno sguardo più accesso rispetto a prima, più innamorato.
Chiusi gli occhi e abbassai la maniglia del bagno, entrando nella piccola nuvola di vapore che si era formata.
Portai i capelli davanti al seno, come per coprirmi in qualche modo, e scostai la tendina della doccia. Appoggiai un piede alla volta nella superficie bagnata e richiusi il telo dietro di me.
Harry mi dava la schiena, ma ero sicura che questa volta non si fosse accorto della mi presenza.
Inspirai ancora e feci un passo avanti, appoggiando una mano sulla sua spalla e facendola scendere sul suo braccio. Lo sentii irrigidirsi immediatamente.
"Harry." Sussurrai questa volta, appoggiando i seni nudi sulla sua schiena e abbracciandolo.
"Io..." La sua voce uscì debole, come se stesse per scoppiare a piangere. "Scusa."
"Non devi scusarti." Sospirai, staccandomi da lui e dandogli la possibilità di girarsi verso di me.
Era la prima volta che mi mostravo a lui e anche la prima volta che lui si mostrava a me, ma in quel momento guardavo solo il suo viso, guardavo le sue reazioni.
Rimasi sorpresa, nonostante l'imbarazzo, che lui sostennesse il mio sguardo, senza mai abbassarlo sul mio corpo scoperto.
Appoggiai la mano sulla sua guancia e guardai i suoi occhi chiudersi a quel tocco.
I suoi capelli bagnati, sfiorarono le mie dita, quando accarezzai la pelle del suo viso.
"Mi dispiace per come ti ho risposto prima." Mormorai, togliendo la mano dal suo volto e portandola sui suoi reni, abbracciandolo.
Le sue braccia mi circondarono e, nonostante il getto sopra di noi, mi beai nel sentire il calore del suo corpo. Respirai l'odore della sua pelle e appoggiai l'orecchio sul suo cuore, che batteva nella cassa toracica come un tamburo.
"Non posso credere che quella ragazza abbia fatto qualcosa del genere. Non posso credere che abbia anche solo pensato di poterti far stare male." Sibilò, stringendo la presa sui miei fianchi.
"Non importa, Harry." Sussurrai, accarezzando la sua schiena.
"Invece si, Brooklyn." Sbottò, staccandosi da me e dandomi la schiena, lasciando scivolare il getto dell'acqua sulla sua schiena.
"Harry, non mi importa di quello che pensano gli altri, non mi importa finché sono con te. Io-" Chiusi gli occhi e presi un grande respiro. "Io ti amo."
Le sue spalle si irrigidirono e finalmente si girò verso di me, guardandomi completamente.
"Ripetilo." Fece un passo verso di me, non staccando più gli occhi dai miei. "Ti prego ripetilo."
"Ti amo, Harry. Sono così follemente innamorata di te, che ho paura di ammetterlo anche a me stessa. "
Le sue labbra incontrarono immediatamente le mie, facendo scivolare la sua lingua nella mia bocca. Mi fece fare quando passo indietro, fino a farmi finire sotto al getto d'acqua e poi contro il muro.
Allacciai le braccia intorno al suo collo e lo attirai a me, approfondendo il bacio. Una sua mano scese e strinse il mio sedere, facendomi gemere sulle sue labbra. Fece un passo avanti e appoggiò il suo petto, bollente, sul mio seno sensibile, facendomi rabbrividire.
Intrecciai una mano tra i suoi capelli, e li tirai, facendogli fare un verso roco che gli partiva dal fondo della gola.
Nonostante non me lo avesse detto, ero sicura che quella volta non ci saremmo fermati, e mi ritrovai a sorridere nel bacio.
Sentivo al sua eccitazione battere contro di me e soffocai un urlo quando sentii la sua mano sfiorare la mia pelle sensibile.
Tirai il suo volto verso di me e avvicinai la mia bocca gonfia al suo orecchio.
"Andiamo a letto." Ansimai, portando di nuovo la bocca sulla sua, iniziando un bacio svelto e bagnato.
Sollevò le mie gambe e allacciai i miei piedi dietro alla sua schiena.
Sentivo così tanto caldo che credevo di poter esplodere.
Impiantai le unghie nella sua schiena quando sentii la sua eccitazione sfiorare la mia.
Staccò la bocca dalla mia solo per appoggiarmi sul letto e per incastrarsi tra le mie gambe.
"Ti amo." Ansimai tra un bacio e l'altro.
Avevo avuto così tanta paura di dire quelle semplici parole, che mi sembrava impossibile dirle con così tanta facilità in quel momento.
La sua bocca scese sul mio mento, facendo una scia di baci fino al collo, morse la pelle, dandomi una scossa di piacere e iniziando a lasciarmi quello che, l'indomani, sarebbe stato un succhiotto difficile da nascondere.
Appoggiò una mano su un seno e lo strinse, facendomi gemere rumorosamente.
Nonostante avessi ancora i capelli bagnati, mi sentivo molto, troppo accaldata.
Allungai la mano verso il comodino, dove ero sicura che l'hotel, come aveva fatto nella mi stanza, avesse messo i preservativi, e ne tirai fuori una bustina in alluminio.
"Ricordami di ringraziare quelli dell'hotel" Ansimò, guardando la bustina tra le mie mani con un certo divertimento. La prese e la strappò con i denti, tirando fuori il profilattico ed indossandolo. Portai la testa all'indietro e ansimai quindi lo sentii sistemarsi vicino alla pelle sensibile.
"Sei così bella adesso." Lasciò un bacio nel solco tra i miei seni e trascinò di nuovo la sua bocca sulla mia. "Ti amo."
"Anche io."
I nostri corpi si unirono e sospirammo insieme, rimanendo fermi qualche secondo. Mi beai di quella sensazione di pienezza, della sensazione di essere completa. Sentii il mio cuore esplodere di gioia, quando mi spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Per altri poteva essere un gesto insulso, ma per me, era come se capisse ciò che stavo provando.
Quando si mosse, mi aggrappai alle sue spalle e gli circondai il bacino con le gambe, dandogli la possibilità di approfondire di più quel momento.
E poi successe, i nostri corpi iniziarono ad amarsi, riempiendosi uno con l'altro, desiderandosi senza nascondersi, toccandosi senza timore.
Le nostre labbra si toccavano, si bramavano, assorbivano uno i gemiti dell'altra.
Le mie mani stringevano, esploravano, graffiavano la sua pelle nuda, marchiandola, come lui aveva fatto poco prima.
I nostri respiri si mescolavano, si univano, infrangendosi sulla nostra pelle.
E noi ci amavamo.
Inarcai il corpo verso il suo, facendo sbattere il mio petto sudato sul suo, capendo che stava succedendo davvero, che stavo facendo davvero l'amore con lui.
Sollevò leggermente la mia gambe e continuò a muoversi con me, in me e per me. Mi lasciai sfuggire un urlo quando sentii una scossa di piacere maggiore delle altre e sentii lui gemere a quel suono.
Baciai le sue labbra gonfie, appropriandomi di qualsiasi suono producevano, di qualsiasi segno di piacere che facevano trapelare.
Mise la testa nell'incavo del mio collo e continuò a muoversi con me, finché non gli graffiai la schiena con le unghie, quando raggiunsi il mio massimo piacere, quando toccai il paradiso con un dito.
"Harry." Ansimai più volte, accogliendolo le sue ultime spinte e ascoltandolo ripetere il mio nome, come se lo venerasse, quando raggiunse il suo orgasmo, consumandolo dentro al mio corpo.
Si lasciò cadere sul mio petto di peso, ansimando, senza fiato. Le sue labbra lasciarono un debole bacio sul seno, facendo scontrare, sulla mia pelle, il suo respiro accelerato.
Accarezzai i suoi capelli sudati, portandoli dietro alle sue orecchie. Guardai il soffitto e continuai con quel gesto.
Un sorriso ebete era stampato sulle mie labbra ed ero sicura di avere il viso ancora arrossato.
Quando fu abbastanza cosciente, Harry lasciò il mio corpo, andando poi in bagno.
Qualche secondo dopo, uscì dalla stanzetta, ancora completamente nudo, e mi raggiunse sul letto enorme.
Mi permisi finalmente di osservare il corpo del mio ragazzo, soffermandomi sul segno che gli avevo lasciato sul collo.
Circondò il mio corpo con un braccio e mi attirò a sè, lasciando un dolce bacio sulla mia fronte.
"Credo che dovrò fare un altro doccia, domani. Anche se questa è stato molto piacevole." Sorrise, passando una mano tra i miei capelli umidi.
"Lo credo anche io." Ridacchiai, ascoltando i suoi gesti.
"Ti amo." Sussurrò roco, appoggiando la mano sulla mia guancia e avvicinandomi a lui per baciarmi.
"Anche io." Mi staccai e appoggiai la testa sul suo petto, lasciandomi scappare uno sbadiglio.
"Dormi, amore mio."
Harry ci coprì con un lenzuolo di cotone e mi abbracciò.
Sentii l'odore della sua pelle invadermi le narici e ne rimasi ammaliata. Era tutto così perfetto.
Appoggiai la mano sul suo cuore e mi addormentai, ascoltando i suoi battiti regolari.
• • •
Aprii gli occhi lentamente e poi li sbattei qualche volta per mettere a fuoco la stanza.
Quando sentii il respiro costante di Harry, mi rilassai e mi lasciai trasportare dai ricordi della notte pretendente.
Avevamo fatto l'amore, gli avevo ripetuto che lo amavo e avevo affidato a lui la mia mente ed il mio corpo.
E ne ero felice, ne ero stra maledettamente felice.
Appoggiai la testa sul cuscino e guardai il volto rilassato di Harry. Osservai il suo petto nudo alzarsi ed abbassarsi e mi persi a fissare i suoi tatuaggi scoperti.
Tolsi un ciuffo di capelli dal suo volto e gli accarezzai la guancia leggermente ruvida. La sua mano bloccò la mia e la portò alla sue labbra, posandoci appena le labbra.
"Buongiorno." Tenne gli occhi chiusi, ma continuo a stringere la mia mano. Vidi le sue labbra incresparsi in un sorriso e istintivamente sorrisi anche io.
"Ciao" Sussurrai, muovendo la mia mano, coperta dalla sua, sul suo viso.
Aprì gli occhi, leggermente più chiari dopo aver dormito, e li fece incrociare con i miei.
"Come stai?"
"Bene, davvero bene." Liberai la mano dalla sua presa e feci scendere la mano sul suo braccio, tracciando una scia con le dita.
Una piccola risata sfuggì dalle sue labbra e mi lasciò un bacio sulla fronte, prima di alzarsi e prendere i boxer che aveva preparato la notte prima.
Guardai la sua schiena finché le indossava le mutande e mi ritrovai a ridacchiare.
"Hai lasciato tanti segni, eh?" Domandò avvicinandosi allo specchio e guardando i segni che gli avevo lasciato quella notte. "Credo di non poter mettere il costume per qualche giorno."
"Scusa." Portai la mano davanti alla bocca e cercai di smettere di ridere.
Si girò verso di me e salì a gattoni sul letto, infilandosi tra le mie gambe, ancora coperte dal lenzuolo.
Quando iniziò a farmi il solletico, risi più forte ed iniziai a dimenarmi per sottrarmi al suo tocco. Il lenzuolo si spostò e il suo sguardo si fermò verso il mio petto nudo. O almeno pensai che fosse così, finché non accarezzò la cicatrice e vi lasciò un bacio sopra.
"Sei bellissima, anche con questa." Si alzò e si chiuse nel bagno, lasciandomi qualche minuto per me stessa.
Lasciai uscire tutta l'aria che avevo nei polmoni e guardai il soffitto con un sorriso. Sapevo che, una volta usciti da quella stanza, avremmo dovuto affrontare le conseguenze di ciò che aveva rivelato, ma finché ero là, volevo godermi tutto.
Mi coprii con il lenzuolo e mi alzai per riprendere i vestiti che avevo lasciato a terra la sera prima. Raccolsi tutto nel momento stesso in cui Harry aprì la porta. Si sedette sul letto ed io gli passai accanto, lasciando cadere il penzolo poco prima del bagno.
"Merda."
Chiusi la porta dietro di me e scoppiai a ridere. Ero felice di poter giocare anche quella carta.
Passai qualche minuto nel bagno e, una volta indossati gli slip, guardai il mio riflesso allo specchio. Avevo gli occhi quasi brillanti e le labbra leggermente arrossate.
Guardai il collo e sfiorai il livido violaceo alla sua base. Quando guardai il seno, rimasi sorpresa nel trovare un altro segno un po' meno evidente.
Sperai che mettere magliette meno scollate e un po' di correttore, potessero nascondere un po' quei segni.
Indossai il resto di vestiti e, quando appoggiai la mano sulla maniglia, sentii la voce di Harry.
"Non puoi entrare, Jake. È la mia stanza."
"Allora vi voglio entrambi in sala riunioni tra mezz'ora." La voce del manager non era arrabbiata, sembrava più stanca.
Sentii sbattere la porta, e solo in quel momento abbassai la maniglia.
"Tutto okay?" Domandai, toccandogli il braccio.
Mi attirò a sè e mi baciò con forza, facendomi mancare il respiro.
"Questo era un si?" Domandai perplessa, piegando la testa di lato e osservandolo.
"Vuole parlare con noi, ma credo che lo sappia anche tu. Qualsiasi cosa succederà, il nostro rapporto non cambierà, okay?"
"Certo." Gli accarezzai la giacca e poi picchiettai l'indice sul segno che gli avevo lasciato sul collo. "Questo è meglio che lo nascondi."
"Forse voglio farlo vedere." Replicò, sistemandosi la maglietta e sedendosi sul letto per mettere le scarpe. Stranamente, indossò un paio di all star.
"Sei incorreggibile." Incalzai le scarpe e presi la borsa che avevo lasciato in entrata la sera prima. Non guardai nemmeno il telefono, ma estrassi il maglioncino leggero, per sostituire la canotta che avevo indossato di fretta.
Diedi la schiena a Harry e sfilai la maglietta, mettendo subito il capo nero sul corpo.
"A me piacevi di più senza maglietta." Mi girai verso di lui e gli lanciai in faccia la canotta.
"Cretino." Borbottai, sistemando la maglia e avvicinandomi alla porta. Mi fermai con la mano sulla maniglia e mi girai verso di lui. "Perché hai voluto aspettare?"
La mia domanda era sincera, senza nessuna malizia. E lui lo aveva capito, perché mi stava guardando nello stesso modo in cui io lo fissavo.
"Non mi sentivo degno di te, Brooklyn."
"E cosa è cambiato stanotte? Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Ritornai indietro e mi fermai davanti a lui.
"Hai detto di amarmi." Si alzò in piedi e si mise davanti a me. "Hai detto di amarmi e hai mandato in frantumi qualsiasi mia convinzione."
"Ti amo." Ripetei immediatamente, facendo un passo verso di lei.
"Stupido Jake e stupida modest. Se non dovessimo andare per forza, farei l'amore con te fino a svenire."
Rimasi senza fiato a quelle parole, ma non potei replicare, poiché Harry mi prese il polso e mi trascinò verso il corridoio, abbassando la maniglia che avevo lasciato io poco prima.
Quando bussai alla porta di Jake, vidi la mia mano tremare contro il legno. Il mio ragazzo mise la mano sul mio fianco e lo strinse appena, dandomi un po' di sollievo.
"Entrate."
Camminai a testa bassa fino all'enorme tavolo in vetro presente nella sua stanza. Inspirai a fondo ed aspettai.
"Okay, penso immaginiate che siete nei guai. Non ho voglia di arrabbiarmi né niente. Siete abbastanza grandi per poter decidere cosa fare o meno." Prese alcuni fogli da una cartellina e li appoggiò davanti a noi. "Questo è ciò che ha detto la modest questa mattina. Non sospenderemo la tua partecipazione al tour, Brooklyn, se era questo che ti preoccupava. Visto che Harry ha svelato la vostra relazione in quel modo, non possiamo farla troncare, altrimenti ne uscirebbe uno scandalo. Però dovremmo organizzare alcuni finti appuntamento in pubblico." Vidi la mano di Harry stringersi, al bordo del tavolo, fino a far diventare le nocche bianche. Appoggiai una mano sulla sua coscia, sperando di calmarlo in qualche modo. "Domani avrai comunque un'intervista, Brooklyn. Stasera ti faremo avere le domande con le tue risposte. Il contratto che firmerete, sarà valido fino alla fine del tour, poi sarete liberi di avere la vostra relazione."
"Non ho intenzione di firmare niente." Ringhiò Harry, alzando la voce.
"Devi Harry, non hai scelta."
Il moro si alzò dalla sedia, facendola cadere a terra rumorosamente. Mi alzai a mia volta e mi misi davanti di lui, fermando il suo tentativo di avvicinarsi a Jake.
"Harry, va bene così." Sussurrai, appoggiando le mani sul suo petto. " Ricorda cosa hai detto prima." Il suo petto si sollevava velocemente e dalla sua bocca uscivano sbuffi d'aria velocemente. Ma i suoi occhi erano puntati su di me. Rimasi in quella posizione, ma risposi seccamente a Jake. " Firmeremo quelle carte, ma non prometto di seguire ogni regola."
Ricambiai lo sguardo di Harry e mi girai verso il manager. Gli feci cenno di passarmi la penna e stilai la mia firma sul fondo del foglio. Aspettai che Harry facesse lo stesso, prima di uscire dalla porta senza salutare.
Camminai fino alla sua stanza e aspettai che aprisse la porta, prima di lanciare la borsa a terra e scalciare via le scarpe.
"Fanculo a tutto." Sbottai, avvicinandomi a Harry e tirando la sua maglia verso di me. "Fanculo a tutto." Ripetei, premendo le mie labbra sulle sue in maniera rude e veloce. Interruppi il bacio solo per togliere la sua maglietta e lanciarla a terra.
Camminai all'indietro fino al letto e mi lasciai cadere su di esso, trascinando con me anche il suo corpo tatuato.
"Fanculo a tutto." Ansimò lui, togliendo la mia maglia e lanciandola nella stanza.
I nostri vestiti fecero la stessa fine, finendo nell'angolo della stanza, e nel giro di poco ci stavamo amando di nuovo, sfogando la rabbia insieme, eliminando qualsiasi cosa che non fossimo noi due.
Avevo bisogno solo di lui per stare bene. Solo lui.
• • •
"Brooklyn, devi prepararti, tra poco devi andare all'arena." La voce di Jane era vellutata, ma in quel momento era anche alquanto snervante.
Nascosi la testa sotto al cuscino e sperai di poter continuare a dormire.
"Eh no, signorina, ora ti alzi." Il cuscino sparì improvvisamente da sopra alla mi testa, e si abbattè sulla mi schiena, facendomi tirare un piccolo urlo.
"Sei una stronza." Sbottai, sedendomi sul materasso e lasciando penzolare le gambe a terra.
"Bevi l'acqua ed inizia prepararti. Fra venti minuti devi essere giù." Presi di fortuna la bottiglietta che mi lanciò e la svitai per bere. "Allora... Ho fatto sesso con Louis."
Sputai l'acqua sulla moquette e guardai la ragazza a bocca aperta.
"Se era coca cola non si puliva." Disse con calma, facendo finta di niente.
"Sei stata a letto con Louis? E me lo dici così?" Urlai sconvolta.
"Cosa dovevo dirti? Che mi ha praticamente distrutto la maglietta togliendomela? Che quando l'ho visto nudo io-"
"Okay, okay. Stai zitta." Mi tappai le orecchie e mi alzai dal letto. "Non voglio sapere altro. Passami solo quella maglia." Staccai una mano dalla testa ed indicai la maglia sulla sedia.
Sfilai il maglioncino e aspettai che mi lanciasse la maglietta maniche corte.
"A quanto pare non sono stata l'unica a darsi da fare." Indicò i lividi sul collo e sul seno.
"Stai zitta."
• • •
"Un giro da bere per tutti." Urlò Liam al cameriere del locale.
Andare in una discoteca dopo un concerto, era sicuramente meno stancante di quanto avessi pensato.
Portai alla bocca il bicchierino ancora tra le mie mani e buttai giù il liquido che conteneva, sentendo immediatamente bruciare la gola.
"Mi passate qualche stuzzichino?" Urlò Louis, al fianco di Jane.
Mi alzai per portare la ciotolina sul suo tavolino. Feci l'occhiolino a Jane e poi misi le mani a coppa sull' orecchio del ragazzo.
"Ti tengo d'occhio. Fai soffrire Jane e farai una brutta fine."
Mi staccai da lui e presi una patatina dalla ciotola. Louis mi guardò a bocca aperta e io gli sorrisi.
Tornai a sedermi vicino ad Harry e mi avvicinai al suo orecchio, facendolo ridere.
"Colpito e affondato."
***
Già...
Comunque, spero vi faccia piacere questo aggiornamento. Sono stata veloce, no?
Grazie per le visualizzazioni, per i voti e per i commenti.
E soprattutto grazie per il supporto.
Al prossimo capitolo
-Alis
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