His name. [Brooklyn]
Stavo per incontrarli. Stavo per vederlo.
La realizzazione di quel pensiero fu come una boccata d'aria dopo aver passato tutta la vita in apnea.
Era necessaria, era indispensabile.
Tutto ciò che avevo pensato fosse la felicità nei miei 19 anni di vita,non era niente in confronto a quella che stavo provando in quel momento, e sicuramente era il niente assoluto rispetto a quello che avrei provato appena li avrei incontrati.
E quando misi piede nell'edificio, crebbe la mia consapevolezza che quel giorno, quel preciso giorno, sarebbe stato il più bello della mia vita.
Ogni passo che facevo mi sembrava di avvicinarmi sempre di più al paradiso, o almeno era quello che provavo in quel preciso momento.
Appena arrivai nel centro della hall, alzai lo sguardo, incastonandolo nella meravigliosa vista proposta ai miei occhi, e seguendo con quest'ultimi i dipinti sulle pareti.
Ciò che mi fece riscuotere dal mio stato catatonico, fu la vibrazione del mio cellulare ancora all'interno della mia borsa.
Lo estrassi e sbloccando il cellulare, vidi che era una notifica di twitter, il che mi sorprese, poiché ero sicura di averle silenziate.
Ma quando notai che era un tweet di Harry, ebbi un piccolo momento di panico, che però fu subito sostituito di nuovo dalla sensazione paradisiaca.
" Today is the day "
L'idea, che anche per lui, il nostro incontro fosse importante, mi rese ancora più felice.
Ad interrompere quel momento di pura gioia, fu la voce di una piccola signora seduta dietro ad una scrivania troppo grande per la sua statura.
"Come posso aiutarla?" Chiese con tono gentile
"Sono stata convocata qui per un colloquio" risposi continuando ad ammirare i dipinti sulle varie pareti dai colori rossastri.
"Certo, mi può dire il suo nome?" Chiese spostandosi verso il computer del quale non mi ero accorta.
"Sono Brooklyn Evans" dissi, guardando le dita della donna battere frettolosamente sui tasti della tastiera.
"Posso chiederle un documento? È solo per verificare la sua identità" chiese, spiegandone il motivo.
"Certo" risposi aprendo la borsa e prendendo il portafoglio, all'interno del quale vi era la mia carta di identità.
La donna guardò velocemente i dati, confrontandoli con quelli all'interno dello schermo, per provarne la validità.
Una volta che la carta mi fu restituita,la riposi all'interno della borsa, non avendo la voglia necessaria per risistemarla nel portafoglio.
"Signorina Evans, per favore mi segua" disse, uscendo da dietro il grande mobile, senza farmi modo di replicare, e dirigendosi verso una vetrata, che scoprii contenere due ascensori.
Appena la raggiunsi, l'ascensore alla nostra sinistra si aprì.
Una volta entrate, notai due uomini sul fondo, completamente vestiti di nero, che ci fissavano
La donna probabilmente intuì, dalla direzione del mio sguardo, cosa stavo pensando, poiché me lo spiegò poco dopo.
" Fanno parte della sicurezza, sa, non accade tutti i giorni di avere la band più famosa del mondo nella propria agenzia " spiegò " Lei? Come si sente? Penso che incontrare i propri idoli e non per farci due foto insieme, ma per cantare con loro, sia un'emozione incredibile " continuò
" si, lo è" risposi guardando la donna di bassa statura davanti a me, con uno sguardo di pura sorpresa
"Ragazza,non mi guardare così, ho anche io una figlia che è ossessionata da loro. Spero di riuscire a fargli incontrare la mia bambina prima che vadano via. Quella peste ha insistito tanto per venire qui dopo la scuola"
" Spero ci riesca" fu l'unica cosa che riuscii a dire
L'ascensore stava già salendo, anche se non mi ero accorta che lo stesse facendo tanto ero nel mio piccolo mondo.
Quando si fermò e le porte si aprirono, trovammo subito un cartello con scritto il numero del piano, ovvero il 36.
Non mi ero resa conto di essere salita tanto.
La donna ricominciò a camminare spedita, verso una meta a me sconosciuta.
Mentre la seguivo, mantenendo un passo più lento rispetto al suo, mi sorpresi a guardare continuamente il cellulare, controllando l'ora.
Quando la vidi la donna girare frettolosamente all'interno di una stanza, trattenni in respiro, poiché probabilmente loro si trovavano la dentro.
Invece, quando vi entrai anche io, non vi era nessuno a parte noi due.
" Loro arriveranno fra poco, intanto accomodati e prenditi qualcosa da bere o da mangiare dal buffet " disse indicando un tavolo che non avevo notato " Io adesso vado, se hai bisogno di qualsiasi cosa basta che sollevi la cornetta del telefono vicino al tavolo e premi 2, risponderò subito" continuò avviandosi verso la porta, ma prima di poter uscire fu bloccata da una mia domanda
"Posso chiederle come si chiama?"
"Paige " rispose un po sorpresa
"Allora, grazie Paige" dissi, pensando a tutto l'aiuto che mi aveva dato fino a poco prima.
"Di niente Brooklyn, buona fortuna" concluse chiudendo la porta alle sua spalle con un sorriso che le illuminava il volto.
Quando mi ritrovai di nuovo da sola, la sensazione paradisiaca stava svanendo, di nuovo sopraffatta dall'ansia che entrava in circolo nel mio corpo.
Sapevo che a momenti sarebbero arrivati, ma tutto ciò mi sembrava ancora troppo impossibile per essere vero.
Iniziai a far vagare lo sguardo nella stanza,trovando di nuovo il tavolo del buffet davanti ai miei occhi.
Mi avvicinai e presi una bottiglietta d'acqua , iniziando a girarmela nelle mani , poiché non avevo davvero sete.
Dopo averla riappoggiata sul mobile, continuai a muovermi nella stanza, senza una meta, fino a quando mi fermai a davanti alla vetrata con vista su l'intera città di Los Angeles.
La vista era magnifica, anche se si vedevano praticamente solo edifici.
"Brooklyn" Parlò qualcuno dietro di me, facendomi pietrificare sul posto.
Era impossibile.
Pian piano girai su me stessa, trovando davanti a me la persona che popolava la mia mente, i miei sogni, il mio cuore, da anni.
E quando finalmente lo guardai negli occhi, sentii di essere davvero in paradiso, perché il suo sguardo era puntato su di me e non grazie ad un video proiettato da schermo di un computer o di un cellulare.
Lui era davvero davanti a me.
E tutto ciò che uscì dalla mia bocca, fu un sussurro, ma fu la cosa più bella che avessi sussurrato.
Il suo nome
"Harry"
***
Grazie per le visualizzazioni, per i voti e per i commenti.
Se oltre alla stellina vi va di lasciare un commento, mi farebbe molto piacere.
-Alis☺
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