Hello love - Speciale 140k - [Brooklyn]
Ecco a voi un capitolo speciale per i 140k della storia.
Dovevo pubblicarlo ieri, ma era il mio compleanno e non ho davvero avuto tempo.
Spero vi piaccia💞
* * *
"Brandon, vieni qui."
Appoggiai la borsa in entrata e mi girai verso il salotto, aspettando un minimo segno di vita dal bambino. Aveva passato la mattinata davanti alla televisione, dandomi la possibilità di fare le valige indisturbata, ma sapeva anche lui che prima o poi si sarebbe dovuto staccare dal divano.
Sbuffai e camminai nella sua direzione, facendo rimbombare per la casa silenziosa il rumore dei tacchi sul parquet.
Spensi la televisione e mi girai verso il bambino.
"Perché tutti gli Styles hanno l'abitudine di addormentarsi nei momenti meno opportuni?" Dissi a voce alta, prendendo in braccio Brandon e facendogli appoggiare la testa sulla mia spalla.
Ero innamorata di quel bambino sin dalla sua nascita, nonostante mi avesse fatto dannare per il dolore per quasi dieci ore prima di venire al mondo, ma chiunque doveva riconoscere che era identico al padre, sopratutto nelle abitudini.
E, nonostante avesse solo cinque anni, aveva preso anche l'altezza da Harry.
Portai il bambino in macchina e lo allacciai bene nel seggiolino, per poi tornare indietro e chiudere l'enorme villa che avevamo comprato quando ci eravamo sposati.
Quando fummo per strada, impostai il navigatore verso l'aeroporto, dove quasi un mese prima avevo salutato Harry.
Gli avevano offerto la parte da protagonista in un nuovo film e io avevo insistito tanto perché accettasse, poiché non volevo che rinunciasse al suo sogno.
Al contrario, io, avevo lasciato la carriera da cantante non appena era nato Brandon , ma ne ero felice, perché altrimenti non avrei mai potuto passare del tempo con il mio bambino. Jake, ormai vecchio amico di famiglia, aveva creato una casa discografica ed era stato subito felice di offrirmi un lavoro al suo fianco.
Ma, nonostante fossero passati anni dal mio ultimo anno, ogni tanto venivo fermata per strada e per me era un'emozione ancora infinitamente gratificante.
Mi era capitato di comparire alcune volte anche in programmi televisivi e avevo instaurato una grande amicizia con James Corden e, nonostante la cosa facesse spesso imbestialire Harry, era a cena a casa nostra almeno una volta al mese.
Guardai il sedile dietro attraverso lo specchietto e un sorriso dolce si impossessò delle mie labbra quando notai la il viso addormentato di Brandon, completamente identico a quello del padre. Teneva perfino la bocca nello stesso modo, come se si aspettasse di ricevere un bacio da un momento all'altro.
Non appena mi fermai ad un semaforo rosso, avviai una telefonata al telefono di Harry e lo misi in viva voce, praticamente sicura che mio figlio non si svegliasse nemmeno con il rumore di cannoni.
"Pronto?" La sua voce inondò il veicolo, evidenziando il fatto che si fosse appena svegliato.
"Buongiorno bell'addormentato." Sorrisi, svoltando ad un incrocio ed accelerando.
"Ciao amore."
"Sto andando in aeroporto, abbiamo l'aereo tra un'ora . Credi di essere abbastanza sveglio tra due ore? "
"Direi proprio di sì. Brandon sta dormendo?"
"Come un ghiro."
"Chissà da chi ha preso." Rise piano, probabilmente muovendosi nel letto e facendo muovere le lenzuola.
"Sicuramente non da me, pisolo." Ridacchiai, parcheggiando in uno dei posti del parcheggio coperto. "Sono arrivata, ci vediamo dopo, amore."
"Ti amo."
"Anche io."
Scesi dalla macchina e tirai fuori dal bagagliaio la mia valigia e il piccolo bagaglio che Brandon mi aveva costretto a preparare la sera prima, mettendo dentro soprattutto i suoi giocattoli preferiti, poi aprii la portiera posteriore e mi avvicinai al seggiolino, appoggiando la mia mano sul piccolo braccio del bambino e scuotendolo appena.
"Tesoro, svegliati. Stiamo per andare da papà."
Se dapprima- dopo aver faticato ad aprire gli occhi- il suo sguardo era perso, dopo aver sentito l'ultima parte della frase, tutto il suo volto divenne una maschera di felicità, facendo così comparire un adorabile sorriso sulle sue labbra, contornate dalle immancabili fossette.
* * *
"Quando arriva papà?" Domandò Brandon, per la centesima volta da quando lo avevo svegliato prima di partire.
Da quando l'aereo era decollato -come avevo già immaginato- non ero riuscita ad avere un secondo di pausa e, nonostante la cosa mi facesse altamente alterare, non potevo prendermela con Brandon, soprattutto non dopo aver visto il sorriso entusiasta sulla sua piccola bocca.
"Ancora una decina di minuti, giusto il tempo di recuperare le valigie ed uscire da qui." Dissi, tenendo la manina del bambino e camminando nel grande aeroporto.
"E quanti sono dieci minuti?"
"Un cartone animato." Mormorai, fermandomi davanti alle tante valigie sul rullo scorrevole.
"Quale? Quello dei mostri?"
"Proprio quello. Dai, dammi una mano a cercare le nostre valigie." Presi in braccio Brandon e mi alzai leggermente sulle punte delle mie all star, pregando di vedere il prima possibile i nostri bagagli. Vedevo l'ora di uscire da quel posto esageratamente pieno di persone.
"È quella!" Scossi la testa e risi.
"Da quando in qua hai una valigia rossa?"
* * *
"Guarda chi c'è là." Mormorai piegandomi verso il viso di mio figlio ed indicando con un dito Harry, in piedi con un paio di occhiali da sole ed un cappellino con la visiera. Mi sembrò quasi di avere un piccolo dejavù di qualche anno prima, quando eravamo sempre conciati in quel modo per nasconderci dagli assalti di fan e paparazzi.
Lo guardai partire a razzo verso mio marito e saltargli addosso, finendo immediatamente tra le sue muscolose e sempre più tatuate braccia.
Io, al contrario, mi risollevai piano da terra e camminai lentamente verso di loro, godendomi una delle scene più belle che mi era capitato negli ultimi anni.
Nonostante Harry avesse quasi trentaquattro anni, rimaneva ugualmente un uomo bellissimo, in qualche modo forse più bello di quando eravamo ragazzi, e insieme a suo figlio, era un'immagine davvero meravigliosa.
"Ciao amore." Sussurrò dolce, abbassando il volto verso il mio e lasciando un bacio sulle mie labbra.
Sentii il cuore riempirsi di gioia a quel semplice contatto e fu come se il petto mi si incendiasse.
"Harry." Sorrisi sulle sue labbra, ridendo poi per il verso schifato di Brandon.
"Allora, campione, come è andato il volo?" Il braccio di Harry mi circondò le spalle e- sempre tenendo nostro figlio con un braccio - ci avviammo verso l'uscita dell'aeroporto, sicura di essere seguita da lontano da uno dei bodyguard di Harry.
"È stato lunghissimo, la mamma continuava a dire che non ci voleva molto, in realtà non finiva più." Brontolò il bambino, sussurrando le ultime parole.
"E a te, mamma, come è andato il viaggio?"
"Ho fatto viaggi peggiori." Ridacchiai, ripensando al primo viaggio che avevo fatto con tutti i ragazzi una decina di anni prima.
"Su questo non posso darti torto, signora Styles." La sua mano mi diede un piccolo pizzicotto sulla spalla, probabilmente indicando il fatto che aveva capito a cosa stessi pensando.
"Oggi lavori?" Adocchiai la macchina di Harry nel parcheggio e un leggero sorriso di impresse sulle mie labbra quando vidi- ancora una volta- l'adesivo che aveva fatto applicare, su tutte le sue macchine, quando Brandon era nato. Ero quasi sicura che ne avesse comprati talmente tanti che il bambino avrebbe fatto in tempo a compiere vent'anni.
"No, mi sono fatto dare tutta la giornata per stare con voi. Mi siete mancati troppo e non ho intenzione di stare un altro giorno senza di voi."
Aprii la bocca per replicare, ma ci pensò direttamente Brandon, rovinando in qualche modo l'atmosfera.
"Papà, dopo posso guardare la TV?"
"Certo campione, basta che poi lasci dormire un po' la mamma, perché credo che sia davvero stanca." Mormorò mio marito, assicurando Brandon al seggiolino e facendo il giro della macchina per salire nel sedile del guidatore, al mio fianco.
"La mamma dorme sempre."
"Non è vero! Quella è tua zia Jane." Ribattei, difendendomi dalle accuse del piccoletto.
"A proposito, Louis mi ha detto che hanno deciso di provare ad avere un figlio, anche se Jane è ancora un po' restia."
"Ha solo paura di non saper fare la mamma. Ma tutti ne hanno paura, io ne ho ancora adesso." Dissi abbassando la visiera sopra di me e guardando mio figlio attraverso lo specchietto.
Sentii la mano di Harry appoggiarsi sulla mia coscia e stringerla leggermente, costringendomi a girarmi verso di lui ed a incrociare il suo sguardo.
"Sei una mamma perfetta e, se te lo stai chiedendo, sei anche una moglie perfetta." Mormorò, sfiorando con il pollice la fede che portavo sull'anulare.
Inutile dire che ero ancora perdutamente innamorata di lui, proprio come lo ero a diciannove anni.
* * *
Quando aprii gli occhi - e fui completamente circondata dal buio- rimasi leggermente confusa. Non mi ero resa conto di aver preso sonno, l'unica cosa che ricordavo era Brandon che mi obbligava a sedermi al suo fianco per vedere un cartone animato.
Probabilmente dovevo aver preso sonno dopo qualche minuto e - per qualche strana ragione a me sconosciuta- mi avevano lasciato dormire.
Quando però mi resi conto di non essere più sul divano ma sul letto, mi sentii ancora più confusa, o almeno fu così fino a quando non mi resi conto di avere le braccia di Harry attorno al mio corpo.
Dopo un mese intero senza avere il mio migliore amico- e marito- al mio fianco, era strano essere tra le sue braccia.
Mi girai appena, tanto da appoggiare la testa sul suo petto e circondai il suo busto a mia con le braccia, attirandolo il più vicino possibile a me e inspirando il profumo della sua pelle.
"Ti amo, lo sai vero?" Sussurrò d'un tratto, passando una mano sulla mia schiena e poi mettendola sotto la mia maglia, continuando il movimento di qualche secondo prima ma sulla mia pelle.
"Ti amo anche io."
"Sai, mi sembra quasi che questi dieci anni non siano nemmeno passati. Siamo di nuovo qui, io e te, abbracciati a parlare. Certo, magari dieci anni fa eravamo nudi a fare questi discorsi, ma per il resto è come prima."
Mi ritrovai a ridere contro il suo petto già a metà frase, constatando che, in dieci anni, non era davvero cambiato niente.
"L'unica cosa che dieci anni fa non c'era è nostro figlio, ed è per questo che non tornerei mai indietro a dieci anni fa. Il nostro bambino è la mia ragione di vita."
"Su questo hai ragione."
"E tu hai ragione sul fatto che eravamo nudi più spesso anni fa." Risi, districandomi dal nostro strano abbraccio ed alzando il busto. "Brandon sta guardando la televisione?"
"A dire il vero Melissa stava andando al parco divertimenti con sua figlia e lo ha portato con sè. Ha detto che anche lei aveva bisogno di una giornata fuori dal set."
"Oh, allora è per questo che nessuna peste mi ha svegliato saltando sul letto." Borbottai, distendendomi nuovamente tra le braccia di Harry.
"Cosa dicevi qualche secondo fa su Brandon?" Mi prese in giro, mettendosi sopra di me, incastrando insieme le nostre gambe.
"Hey, non sei tu che vieni svegliato ogni mattina così."
"E mi dispiace per questo." Replicò subito dopo, con un sorriso triste sulle labbra.
"Amore," Appoggiai la mano sulla sua guancia e lo guardai dolcemente. "Non intendevo dire che non sei presente nella nostra vita, sapevamo entrambi che sarebbe stato così per qualche mese all'anno, con entrambi i nostri lavori, quindi non sentirti in colpa, okay?"
Alzai il volto verso di lui e, senza dargli la possibilità di replicare, appoggiai le mie labbra sulle sue.
Accarezzai le sue guance leggermente ruvide con entrambe le mani, stupendomi quasi di quanto le mie mani ormai conoscessero ogni singolo particolare di quel volto meraviglioso.
"Sei sempre così brava a distrarmi." Ridacchio, puntellandosi sul materasso con i gomiti e riabbassandosi verso di me.
Sfiorai le sue labbra carnose per qualche secondo, prima di premerle completamente con le mie, abbandonandomi ad un bacio che da ormai un mese non ricevevo.
Passai le mani tra i suoi capelli corti e poi le allacciai dietro al suo collo, tirandomi su quel poco che stava per approfondire ancora di più il bacio.
Sentii la sua lingua scontrarsi con la mia e mi beai nuovamente di quel contatto che mi era così mancato.
"Dici che-" mormorai tra un bacione l'altro, interrompendomi solo quando la sua bocca scese sul mio collo e sulla scollatura della maglietta.
"Dicevi?" Domandò con la bocca ferma sulla mia pelle, tirata in un ghigno malizioso.
Girai la testa verso il comodino, dove c'era una piccola sveglia, e poi mi girai di nuovo verso di lui.
"Dici che abbiamo abbastanza tempo?" Sussurrai leggermente affannata.
"Credo di aver chiesto a Melissa di tenere Brandon a cena da lei. Sai, volevo passare la serata solo con te e domani portare il bambino sul set."
"E tu avevi previsto questo?" Domandai indicando la mia maglietta quasi completamente tolta e i suoi pantaloni leggermente stretti.
"Un uomo ci spera sempre, Brooklyn, soprattutto se si ha una moglie così bella come te."
Sorrisi e mi avvicinai di nuovo a lui, continuando ciò che poco prima avevamo iniziato e continuando soprattutto ciò che avevamo bloccato.
Non ci volle molto che i nostri vestiti finissero in giro per la stanza e che - come quando eravamo ragazzi- ci ritrovassimo a fare l'amore, dimenticandoci di tutto ciò che ci circondava e concentrandoci solo su noi due insieme, corpo contro corpo, manifestando solo il nostro amore ancora solido.
Negli anni erano cambiate molte cose, ma quando eravamo così, uniti, era come se il tempo si fermasse ogni volta, come se non fosse mai cambiato nulla.
Allacciai le gambe al bacino di Harry e accolsi nuovamente il suo corpo, facendolo fondere con il mio ancora e ancora, catturando ogni singolo mugolio, gemito, sospiro che usciva dalle labbra di mio marito.
Rovesciai la testa all'indietro quando sentii quella scossa, quel tocco che ormai bramavo in quel momento e la provai ancora più intensamente quando Harry posò le sue labbra sulla mia gola, baciandola e marchiandola finché continuava a muovere il suo corpo in me.
Ansimai stringendo con una mano il lenzuolo e con l'altra aggrappandomi alla schiena del mio uomo, probabilmente lasciando i segni sulla sua schiena.
Non feci tempo a battere nuovamente le palpebre, che mi ritrovai nella posizione in cui si trovava Harry qualche secondo prima, osservandolo dall'alto con uno sguardo di desiderio ed amore.
Continuammo a fare l'amore, fondendoci insieme, mescolando le nostre pelli e i nostri profumi, amandoci come se fosse l'unica cosa che sapessimo fare.
E quando fui invasa completamente dal piacere, sentii le mani di Harry stringere i miei fianchi, come se temesse di potermi perdere da un momento all'altro.
Mi lasciai scivolare su di lui, facendo appoggiare i nostri petti nudi tra di loro, in qualche modo proteggendoci con quel contatto.
Le sue braccia mi circondarono, aumentando i punti in cui i nostri punti erano attaccati, ancora collegati.
"Mi mancava tutto questo." Sussurrò, ansimando parola per parola con il fiatone.
Annuii piano sul suo petto, ancora troppo senza forze per fare un qualsiasi movimento.
Dopo qualche minuto, divisi il nostro contatto ancora carnale, ma rimasi ugualmente con la testa appoggiata al suo petto e tutto il corpo sopra al suo.
"È stato molto.." sussurrai con il fiatone.
"Intenso?" Chiese, passando l'indice sulla mia spina dorsale.
"Già."
"Dici che possiamo rifarlo?" Ridacchiò, baciandomi la fronte e continuando passare le dita sulla mia schiena.
"Magari più tardi." Sorrisi e lasciai un bacio vicino al suo collo, leggermente rosso da un morso che probabilmente gli avevo dato poco prima. "Allora, come sta andando il film?"
"Tutto bene, non manca molto alla fine delle riprese, quindi probabilmente tornerò a casa tra un paio di settimane. Vorrei davvero esserci per il compleanno di Brandon."
"Ne sarebbe davvero felice, ultimamente non parla d'altro. Parla sempre della sua festa e di quella bambina che abita in fondo alla strada. Credo che abbia una piccola cotta infantile per lei."
"Questa cosa non me l'avevi detta, Brooklyn."
"Forse perché non voglio accettare che il mio ometto sta crescendo." Risi, alzando il viso verso Harry e lasciando un bacio sulle sue labbra.
"Chissà quante ragazze avrà fra qualche anno."
"Dai, non dirmi queste cose." Urlai, dando una sberla sul suo petto.
"Chi lo avrebbe mai detto, mia moglie è manesca." Mi prese in giro, bloccandomi il polso giusto qualche attimo prima di ricevere un altro schiaffo. "Questa cosa mi piace." Mormorò, trascinandomi sotto di lui e baciandomi con passione.
"Sai, potrei aver appena riconsiderato la tua proposta di prima." Sorrisi nel bacio e allacciai le mani sul suo collo già marchiato.
"Ne ero sicuro."
* * *
"Mamma, perché hai un segno lì?" Brandon indicò il mio collo, nel punto in cui era rimasto un livido violaceo di qualche ora prima.
"Mi sono scottata con la piastra." Risposi velocemente, non incrociando il suo tenero ed infantile sguardo.
"Devi stare più attenta, altrimenti io e papà ci preoccupiamo. Vero papà?"
Quando incrociai lo sguardo di Harry attraverso il riflesso dello specchio, gli trovai la mia stessa espressione dipinta sul mio volto, in qualche modo anche più colpevole del mio.
"Sicuramente. Campione, che ne dici se ora andiamo a letto? Domani ti voglio assolutamente portare dove lavoro, sono sicuro che ti piacerà moltissimo."
Scostai le lenzuola pulite e feci segno a mio figlio di distendersi, seguendolo subito dopo ed abbracciandolo.
"E tu, papà, non vieni qui con noi?" Domandai, sorridendo felice verso Harry.
"Si signora, basta che Brandon non tiri calci durante la notte, perché l'ultima volta ha preso qualcosa che non doveva prendere." Mormorò, sollevando il lenzuolo e mettendosi dalla parte opposta del materasso.
Ridacchiai e abbracciai mio figlio, beandomi della sensazione delle sue piccole braccia intorno al mio busto.
Sempre tenendo in braccio attorno a Brandon, allungai una mano verso Harry e la intrecciai con la sua.
"Ti amo" Mimai con le labbra, accarezzando con il pollice il palmo della sua mano.
"Anche io."
E in quel momento mi resi conto che stavo tenendo tra le braccia i due amori della mia vita: quello che mi aveva insegnato a vivere e ad affrontare ogni cosa, supportandomi ed amandomi per tutti quegli anni; e il frutto di questo amore, che mi aveva fatta tornare bambina e soprattutto mi aveva dato gioie che solo una madre poteva capire, anche solo con un sorriso.
Cosa potevo chiedere di più ?
* * *
Sono ufficialmente maggiorenne, yuppi.
Spero che il capitolo vi piaccia, perché l'ho scritto in un ora e mezza con un occhio chiuso per il sonno.
Magari più avanti tornerò con altri di questi piccoli capitoli 💞
Alis
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