Dress. [Brooklyn]
Anche se in ritardo, tanti auguri Luana❤
Capitolo iper mega lungo per farmi perdonare il ritardo.
***
Nella mia vita avevo preso tanti voli durante la notte, ma ogni volta era un trauma svegliarsi così presto, soprattuto se la sera prima si era andati a dormire tardi a causa dell'agitazione.
Difatti, quando la sveglia suonò alle quattro e trenta del mattino, non potei fare a meno di lanciarla giù dal comodino.
Non avevo idea di come sarebbe andato quel giorno, ma l'unica cosa certa in quel momento era il fatto che mi fossi svegliata di malumore.
Non ero mai stata una persona che si alzava a metà giornata, ma sicuramente non era mia intenzione svegliarmi a quell'ora.
Men che meno se dovevo essere pronta nel giro di mezz'ora.
Quando appoggiai i piedi a terra e feci i primi passi verso il bagno, mi resi conto del fatto che, oltre a dover farmi una doccia per svegliarmi, avrei dovuto finire di fare la valigia ancora depositata a terra dalla sera precedente.
Immediatamente mi avviai verso il bagno, inciampando su quest'ultima per la fretta ma, per qualche strano miracolo, riuscii a mantenere l'equilibrio e ad arrivare sana e salva alla doccia.
Una volta che mi fui spogliata e messa sotto il getto d'acqua, iniziai a fare mentalmente una scaletta di ciò che avrei dovuto fare nei venti minuti successivi, capendo immediatamente che sarebbe stata un'impresa essere pronta in orario.
Quando uscii dalla doccia, presi un asciugamano e lo avvolsi intorno al mio corpo.
Mi guardai allo specchio e, nonostante non fossi ancora vestita, iniziai a truccarmi e a pettinarmi, cercando di sembrare abbastanza decente da entrare in un aeroporto pieno di gente.
Nonostante non fossi soddisfatta del mio aspetto, ritornai in camera e presi l'intimo, una felpa e dei pantaloni della tuta, indossandoli velocemente.
Successivamente iniziai a prendere le ultime cose in bagno e in camera, incastrandole subito dopo nella piccola valigia, ottenendo una massa informe di vestiti.
Non ero mai stata una persona ordinata e, in quel momento, l'ordine era l'ultima cosa a cui pensavo.
Presi la borsa, non facendo caso a ciò che vi era all'interno, e vi misi dentro il cellulare e le chiavi della macchina.
Un po' goffamente, presi la valigia e la portai in corridoio e successivamente giù dalle scale, tornando subito indietro per prendere il vestito riposto con cura nell'armadio, ancora ricoperto dall'involucro opaco di plastica.
Nel momento stesso in cui appoggiai l'abito su una poltrona vicino all'ingresso, cercai il cellulare nella borsa, controllando l'orario.
Dopo aver scoperto di avere ancora il tempo di fare colazione, notai un messaggio nella mia casella di posta.
Da: Harry
Passo a prenderti verso le cinque per andare in aeroporto, così non devi lasciare incostudita la macchina.
[04.30 A.M.]
Un po' perplessa mi diressi verso la cucina, sicura di trovare mia madre alzata e completamente presa dal panico per la mia partenza.
"Mamma" iniziai entrando nella stanza con lo sguardo ancora puntato sullo schermo del cellulare, "Harry mi ha scritto che arriverà" continuai sollevando lo sguardo e bloccandomi alla vista di quest'ultimo seduto sul uno sgabello dell'isola, intento a conversare con mia madre.
"Cosa mi sono persa?" Chiesi avvicinandomi e attirando l'attenzione dei due.
"Buongiorno tesoro" parlò mia madre, prendendo una tazza piena di latte da sopra il bancone e porgendomela.
"Buongiorno, credo" Risposi corrugando la fronte. " Ciao Harry" continuai
"Buongiorno Brooklyn" sorrise, mettendo in risalto le fossette ai lati della bocca.
"Harry era qua fuori ad aspettarti e quindi l'ho inviato ad entrare a fare due chiacchiere" si spiegó mia madre, facendomi andare di traverso il latte che stavo bevendo.
"Tesoro, tutto bene?" Chiese preoccupata.
"A meraviglia" mormorai cercando di non soffocare, ricevendo in cambio un risata da Harry.
"Dicevo" Riprese mettendosi al mio fianco, " Abbiamo parlato e adesso sono più tranquilla sul fatto che tu parta con loro, nonostante non abbia conosciuto gli altri quattro ragazzi"
"Grazie Signora Evans" Sorrise Harry.
"Puoi chiamarmi Lily. Signora Evans mi fa sentire vecchia" Rise mia madre, facendomi spalancare gli occhi per la sorpresa.
"Grazie Lily" Si corresse il riccio alzandosi dallo sgabello e avvicinandosi a me, " Brooklyn, dobbiamo andare, altrimenti non arriviamo in tempo. E tu sai come diventa Jake quando siamo in ritardo" Sorrise porgendomi la mano e aiutandomi ad alzarmi.
"Lo so perfettamente e personalmente non voglio vederlo ancora una volta urlare contro tutti come la settimana scorsa" Ammisi. "Mamma, noi andiamo, ci vediamo domani sera?" Chiesi, conoscendo già la risposta.
"Certo Brook" rispose abbracciandomi. "Comunque avevi ragione" sussurò al mio orecchio aumentando la presa sulle mie spalle "È molto più bello dal vivo".
A quell'affermazione mi staccai dall'abbraccio, tossendo nervosamente e portando le mani sulle guance, cercando invano di nascondere il colorito scarlatto di esse.
"Ciao mamma" la salutai ancora una volta, avviandomi poco dopo verso l'entrata.
"Metto giù le chiavi della macchina e andiamo" Avvisai Harry, prendendo la borsa dal lato della poltrona.
"Posso prenderti la valigia?" Mi chiese gentilmente.
"Va bene, grazie " risposi, appoggiando le chiavi sullo scaffale.
"È strano" pronunciò poco dopo.
"Cosa?" Chiesi perplessa.
"È piccola come valigia"
"Cosa ti aspettavi? Pensavi che mi sarei portata via l'intero guardaroba?" Domandai divertita prendendo l'abito e mettendo la borsa sulla spalla.
"Veramente pensavo di si. Di solito le ragazze fanno così" ammise aprendo la porta.
"Io non sono come le altre ragazze"
"Lo so perfettamente Brooklyn" Potei giurare di vedere le sue spalle irrigidirsi, una volta essersi reso conto ciò che aveva detto.
In imbarazzo, continuai a camminare verso la sua macchina, mantenendo sempre sollevato l'involucro di plastica.
Quando ci fermammo davanti alla Range Rover di Harry, sollevai la testa verso il cielo ancora leggermente scuro.
"Quanto odio essere sveglia a quest'ora." Sbuffai, aprendo la portiera del sedile posteriore e inserendovi l'abito.
"A me piace invece" Parlò il ragazzo, chiudendo il bagagliaio precedente aperto per depositare il bagaglio.
"Come mai?" Chiesi curiosa, sedendomi sul sedile del passeggero.
"Perché vedi la città svegliarsi ed iniziare ad animarsi. Puoi sentire i primi uccellini cantare e le prime persone uscire di casa per andare a lavoro. Tutto è più bello a quest'ora" disse, lasciandomi sbalordita per la facilità con cui aveva detto tutto ciò.
"É davvero bellissimo ciò che hai detto, Harry" sussurai, guardandolo accendere il motore della macchina e partire in direzione dell'aeroporto.
"É solo ciò che penso" ammise in imbarazzo, mantenendo lo sguardo verso la strada.
"Fra quanto saremo in aeroporto?" Chiesi appoggiando la testa sul sedile e chiedendo gli occhi.
"Quindici minuti circa." Rispose, svoltando a destra nella strada principale, "Ti sveglio quando arriviamo?" Chiese, interpretando nel modo giusto il mio silenzio.
"Grazie" sbadigliai, sedendomi meglio sul sedile.
Per mia sfortuna il viaggio durò troppo poco, poiché dopo pochi minuti di dormiveglia, fui costretta ad aprire gli occhi a causa dei dolci richiami di Harry.
"Brooklyn, siamo arrivati" sussurò toccandomi la spalla.
"Abbiamo fatto presto" constatai, aprendo e chiudendo gli occhi più volte, cercando di mettere a fuoco su ciò che si trovava davanti a me.
"Lo so ma, non appena passiamo i controlli, puoi dormire in aereo." Sorrise togliendosi la cintura di sicurezza.
"Questa idea mi piace molto" sorrisi a mia volta, facendo la stessa operazione fatta da Harry e scendendo dalla macchina.
Un po' instabile, camminai fino al bagagliaio della macchina del ragazzo, aspettando che esso venisse aperto.
Fui alquanto stupita, una volta aperto lo sportello, di scoprire che il riccio avesse una valigia più grande della mia.
"Allora è per questo che insistevi tanto sul fatto della valigia grande. Eh, Styles?" Scherzai, sollevando il mio piccolo bagaglio e appoggiandolo a terra, recuperando successivamente il vestito e la borsa dal sedile posteriore.
"Può essere"
Una volta che ebbe chiuso la macchina, ci avviammo verso l'entrata posteriore dell'aeroporto, così evitando le probabili fan accampate davanti ad esso.
Nonostante fossi una di loro, continuavo a rimanere sbalordita dalla velocità con cui scoprivano dove si trovavano i ragazzi o a quali eventi partecipassero e soprattuto come facessero ad essere sempre nei posti giusti, nei momenti giusti.
"Siamo in ritardo?" Chiesi dopo qualche minuto, continuando a trascinare la valigia.
"Al contrario" Disse guardando l'orologio legato al suo polso "Siamo in anticipo di due minuti"
A quell'affermazione, un sorriso involontario si formò sul mio volto.
Era incredibile come riuscisse a farmi sorridere con così poco.
"Harry, Brooklyn, muovete quel dannato culo!" sentimmo urlare dall'interno dell'edificio.
"Sicuro che il tuo orologio sia giusto? Jake mi sembra abbastanza incazzato"
Aumentai il passo, entrando velocemente nell'edificio e fermandomi davanti all'uomo, riprendendo fiato.
"Bene, ora che Harry si é degnato di portare Brooklyn, possiamo andare" sbuffó Jake. "Principessa, lascia il bagaglio al bodyguard. Lo farà passare nel metal detector e poi lo porterà nel jet"
"Attento al vestito, perfavore" mormorai gentilmente, passandogli i due oggetti e successivamente seguendo i due uomini. " Gli altri dove sono?" Sussurai a Harry, affiancandolo.
"Probabilmente sono già nel jet" Sussurrò a sua volta.
"Ragazzi, piantatela di bisbigliare e passate per i metal detector. Siamo già in ritardo, quindi muovetevi." Ci ordinò anticipandoci e passando sotto ad esso.
Quando ci trovammo tutti e tre nel pulmino diretto all'aereo, non potei fare a meno di esporre la mie domande ad Harry.
"Non dovremmo tipo essere in aeroporto ore prima e passare un sacco di sicurezza? E perché nel Gate c'eravamo solo noi?"
"Essendo molto conosciuti, abbiamo abbastanza privilegi e quindi possiamo saltare alcuni passaggi, naturalmente nei limiti della sicurezza." Mi rispose, preparandosi a scendere dal piccolo veicolo.
"Non ho idea di come farò ad abituarmi a questo" Ammisi aspettando che il pulmino di fermasse.
"Non siamo abituati nemmeno noi, Brooklyn, nonostante siano ormai anni che facciamo questo"
Una volta davanti alla scaletta del jet, scesi dal veicolo, salendo successivamente su di esse.
"Principessa, penso tu sappia come funziona un aereo, quindi siediti e ci sentiamo fra un po'." Esordì Jake entrando in una stanzetta laterale.
Pian piano mi avviai verso i sedili, sentendo fin da subito degli schiamazzi provenire da li.
"Secondo me stasera ci sarà qualche cosa da snob da mangiare" parlò Liam, ricevendo qualche verso disgustato dagli altri ragazzi.
Arrivando davanti ai quattro, guardai i sedili, notando che essi erano posizionati due a due, uno di fronte all'altro.
"Ho l'impressione che stasera non mangerò" sorrisi mettendo la borsa nel piccolo cassetto sopra ai sedili.
"Brooklyn, finalmente sei arrivata."Si alzò Louis, abbracciandomi.
"A quanto pare" mormorai ricambiando l'abbraccio e successivamente sedendomi. "Comunque, buongiorno ragazzi."
"Non mi sembri molto felice questa mattina" scherzò Niall
"Ma cosa dici" risposi, stando al suo gioco, " Sono felicissima di essermi svegliata alle quattro e mezza, è una cosa che farei ogni giorno"
"Sicuramente " rise Niall.
Dopo qualche minuto di chiacchiere e risate, il comandante ci avvisò di sederci e di allacciare le cinture, finendo con tutte le varie raccomandazioni.
"Quanto odio la salita" Sbuffai allacciandomi la cintura di sicurezza.
"Perché?" Mi chiese Harry, sedendosi accanto a me e seguendo le istruzioni del comandante.
"Perché fa schifo e basta" affermai, stringendo il bracciolo del sedile non appena sentii le ruote muoversi sulla pista.
"Che carina. Brooklyn ha paura dell'aereo" mi prese in giro Louis, ricevendo in cambio un occhiata carica di minacce.
"Vaffanculo" bofonchiai mantenendo le mani sui braccioli.
"Dai che tra poco passa" mi sussurrò Harry, posando una mani sulla mia.
In quel piccolo istante, fui invasa da migliaia di brividi che partivano dalla colonna vertebrale e si diffondeva in tutto il corpo.
Era una sensazione che mai avevo pensato di provare con qualcuno.
Ero talmente presa da tutto ciò, che non mi resi nemmeno conto di essere già in volo e che l'aereo avesse già iniziato a prendere quota.
Mi schiarii la gola e voltai la testa verso l'oblò che in quel momento mostrava una distesa di nuvole bianche.
"Più o meno quante ore di aereo dobbiamo fare?" Chiesi mantenendo lo sguardo verso l'esterno e slacciandomi la cintura.
"Circa sei" rispose immediatamente Liam.
"Bene" iniziai, "Il primo che mi sveglia è morto" ghignai chiudendo gli occhi, alzando il cappuccio della felpa sulla testa e abbassando lo schienale del sedile.
Come risposta ricevetti delle risate e qualche bisbiglio che purtroppo non riuscii a sentire poiché, a causa della troppa stanchezza, ero già addormentata.
E lo fui finché non sentii qualcosa toccare le mie guance, poi il naso, poi la fronte e poi ancora una volta nello stesso ordine.
Infastidita portai la mano sul viso, con l'intento di scacciare ciò che mi procurava un tale fastidio, ma finii per spalmarmi qualcosa di spugnoso sul viso.
Immediatamente aprii gli occhi e trovai i cinque ragazzi piegati su loro stessi in preda alle risate.
"Che pezzi di merda" sbottai, guardando quei cinque bambini.
Quando abbassai lo sguardo sul palmo della mia mano piena di panna, non potei trattenermi dal leccarla, causando un'altra risata dai ragazzi e anche mia.
Infine, quando alzai lo sguardo sui ragazzi, notai che il cellulare di Zayn fosse rivolto verso di me e, immaginando che probabilmente il video sarebbe stato caricato su qualche social network, alzai la mano e la mossi in segno di saluto verso quest'ultimo.
"Harry" Lo chiamai, interrompendo le sue risate e attirando la sua attenzione.
"Dimmi" bofonchiò, tossendo un paio di volte,per cercare di placare il sorriso che aveva stampato sulle labbra.
"Mi puoi far vedere dov'è il bagno?" Domandai alzandomi dal sedile.
"Certo"
"Prima posso dirti una cosa?" Chiesi ingenuamente, avvicinandomi a lui.
"Va bene " Rispose abbassando il viso verso di me, così potendo guardarmi negli occhi.
In quell'istante alzai la mano ancora sporca di panna e la portai sul viso di Harry, spalmandogliela su tutto il volto.
Quando Harry si rese conto di ciò che gli avevo fatto, aprì la bocca per dire qualcosa, ma molto velocemente mi allontanai da lui e corsi verso quello che pensai fosse essere il bagno, chiudendomi al suo interno e scoppiando a ridere.
Ancora con il sorriso sulle labbra, rivolsi lo sguardo verso il piccolo specchio presente nella toilette, scoprendo le mie guance rosse piene di panna.
Pian piano iniziai a sciacquarmi il viso con l'acqua fredda, così svegliandomi del tutto e togliendo il cibo rimasto sul mio volto.
Appena aprii la cabina, trovai Harry fuori da essa, intento a togliersi la panna dal volto con un fazzoletto.
"Sai che con quello non farai molto, vero? " Chiesi prendendolo in giro.
"Cavolo!" Esclamò. "E io che pensavo di star diventando sempre più pulito e bello"
"Per diventare bello non hai problemi, ma pulito è un po' difficile" Sorrisi.
"Non ti sei arrabbiata, vero?" Chiese diventando serio.
"No, è stato in risveglio" indugiai qualche secondo cercando la parola adatta "divertente"
"Meno male" Sospirò, facendomi intendere che avesse trattenuto il respiro in attesa di una mia risposta. "Ora levati, devo togliermi questo schifo dalla faccia" Ghignò, spingendomi di lato e chiudendosi dentro il bagno.
Mantenendo il sorriso sul volto, ritornai dai ragazzi, trovandoli tutti seduti sui quattro sedili vicini al tavolo, intenti a guardare qualcosa che immaginai essere il video girato qualche minuto prima.
"Sappiate che mi vendicherò" Affermai sedendomi sul bracciolo del sedile di Niall. "Però ora fatemi vedere quel dannato video" Risi.
Quando mi passarono il cellulare ed iniziai a vedere il video, non potei fare a meno di ridere di fronte alla scena in cui louis mi spruzzava la panna sulla mano e poi, con l'aiuto di un fazzoletto, aveva iniziato a solleticarmi il volto.
"Se lo condividete, mezionatemi. Sono davvero curiosa di vedere la reazione delle fan"
"Voglio vederla anche io" Concordò Louis, riprendendo il cellulare dalle mie mani e iniziando a smanettare su di esso.
"Comunque, da quanto è che siamo partiti?" Chiesi alzandomi e prendendo la borsa, frugando al suo interno per trovare il cellulare.
"Circa cinque ore. Abbiamo voluto farti dormire il più possibile" Rispose Harry, sedendosi nel suo sedile.
"Grazie, credo" bofonchiai appoggiando il bagaglio a mano sul mio sedile.
"Comunque, come ha reagito ieri Jane?" Chiese Louis ghignando.
"Intendi prima o dopo avermi chiuso il telefono in faccia?" Chiesi, facendo ridere il ragazzo.
"Ragazzi" Parlò Jake, entrando nella stanza attraverso una porta scorrevole "Principessa" continuò poco dopo, appoggiando una mano sulla mia spalla, " Fra poco siamo arrivati, quindi dobbiamo discutere su un paio di cose"
"Va bene" dissero i cinque ragazzi
"Ma prima potete spiegarmi perché diavolo c'è della panna sui sedili e sul pavimento?" Chiese sconcertato.
"Ho avuto un brusco risveglio" Ammisi trattenendo una risata.
"Perché devo lavorare con cinque bambini dell'asilo?" Chiese retoricamente, portandosi la mano sugli occhi e scuotendo la testa. "Come stavo dicendo" Riprese sbuffando "Stiamo per atterrare e quindi vi devo spiegare il programma di oggi"
Fece un passo indietro, così da averci tutti e sei bene in vista ed inizio ad elencare tutti gli impegni ora per ora.
"Allora, dato che arriveremo alle nove a New York, dobbiamo perdere circa mezz'ora per arrivare in Hotel a Brooklyn " iniziò. " Poi, dopo che vi saranno state assegnate le stanze, sarete liberi di stare in camera o di girare per la città fino a mezzogiorno, poiché ci troveremo a pranzo in Hotel." Continuò facendo sbuffare Louis, " Verso le due, i ragazzi saranno impegnati con Lou e tu, Brooklyn, passerai un oretta con me a parlare di stasera e di altre cose che sono previste per i prossimi giorni. Infine, verso le tre e mezza, Lou andrà da Brooklyn e la aiuterà con tutti i preparativi. Dato che il Red carpet inizierà alle sei e voi dovete essere li per le sei e venti, partiremo da qua alle cinque e quaranta, perché molto probabilmente ci sarà molta coda."
"Prendi fiato Jake" lo burló Zayn, ricevendo uno schiaffo sul collo da quest'ultimo.
"Bene, ora che sapete cosa dovete fare, sedetevi e allacciate le cinture, fra poco atterriamo" Esclamò uscendo e dirigendosi verso il corridoio.
" Ma è sempre tutto così programmato?" Chiesi riprendendo posto a fianco ad Harry.
"Solitamente è così, tranne quando abbiamo le giornate libere. Quei giorni possiamo fare quello che vogliamo, naturalmente nei limiti possibili" mi spiegò Niall.
"Fantastico" Sbuffai.
Nel giro di venti minuti, fummo atterrati nell'aeroporto centrale di New York e dopo aver aspettato che Tom, il bodyguard, ci portasse le nostre valigie, finalmente riuscimmo ad arrivare all'uscita.
"Dai il vestito e la valigia a Tom e tieniti ben stretta la borsa. Ora passiamo in mezzo alle fan, quindi rimani vicino a me e non fermarti, nemmeno se lo fanno i ragazzi" mi disse Jake, facendo cenno al bodyguard di avvicinarsi.
"Grazie Tom" mormorai passandogli I bagagli.
Quando vidi i ragazzi fermarsi sulle porte per aspettarci, trattenni il fiato alla vista delle centinaia di ragazzine appostate dietro a delle spranghe.
"Uscite prima voi e poi usciamo noi, così riusciamo a farla passare velocemente" Dettò il manager, facendo segno ai ragazzi di uscire.
"Ora, un bel respiro e poi usciamo, va bene?"Continuò guardandomi.
"Va bene" mormorai.
"Bene, usciamo velocemente." Mormorò prendendomi il braccio.
Dovetti ringraziarlo mentalmente, poiché ero sicura che se non mi avesse trascinata, probabilmente sarei rimasta ferma la all'infinito.
Quando mi ritrovai in mezzo a tutte quelle fan, non riuscii a capire molto e se non fosse stato per Jake, mi sarei persa tra loro.
Nel momento stesso in cui misi piede nel furgoncino, ricominciai a respirare, rendendomi conto solo in quel momento di aver trattenuto il respiro.
"Allora, come ti senti principessa? Traumatica la prima volta, eh?"
"Abbastanza." Mormorai guardando i cinque ragazzi dal finestrino.
Una volta che tutti e cinque i ragazzi furono all'interno del veicolo, Jake fece cenno al Bodyguard di partire e di andare velocemente verso l'albergo.
"Una ragazza ha cercato di portarmi via la maglietta" Rise Liam.
"Penso che alle altre cento ragazzine non sarebbe dispiaciuto e sinceramente nemmeno a me" Risi.
I cinque ragazzi mi guardarono in modo strano, tanto da farmi vergognare per la mia affermazione.
"Che c'è? Sono pur sempre una fan" Mi difesi, nascondendo il volto con le maniche della felpa.
"Farò finta di non aver sentito " sbuffó schifato Jake.
I venti minuti che seguirono, furono un continuo scambio di battute da parte dei ragazzi e qualche insulto da parte di Jake per il traffico delle strade di New York.
Quando finalmente arrivammo all'hotel, credetti di morire alla vista delle altre fan davanti all'entrata di esso, ma quando il veicolo si diresse verso un entrata secondaria, iniziai a ringraziare tutti i santi che conoscevo.
"Ammetti di aver appena fatto un colpo" sentii sussurrare al mio orecchio da Harry.
"Lo ammetto eccome" risi scendendo dalla macchina, non appena si fu fermata.
"Dopo un po' non ti farà più così paura " parlò,aumentando il passo per seguirmi.
"Lo spero" sorrisi fermandomi e aspettando gli altri.
"Aspettatemi nella hall, io vado a prendervi le chiavi delle stanze" Affermò Jake, facendoci strada all'interno dell'edificio.
"Jake, stavolta cerca di farci avere una stanza a testa" Urlò Louis, cercando di farsi sentire da quest'ultimo.
"Stavolta?"Chiesi divertita.
"Non voglio dividere ancora il letto con Niall, quel facocero scalcia la notte" Sbuffò il moro.
"Dovete ancora spiegarmi questa cosa del facocero." Affermai scuotendo la testa.
"Prima o poi te lo spiegherò davvero" Scherzò Louis.
"Allora" si intromise Jake, tornando con una decina di carte in mano e un foglio con le nostre prenotazioni.
"Liam stanza 356, Louis stanza 347, Niall stanza 361, Zayn stanza 253, Harry stanza 240 ed infine Brooklyn stanza 241" lesse passandoci man mano i pass. "Le valigie sono già nella vostra stanza. Ci vediamo a mezzogiorno nella sala da pranzo"
"Io adesso vado a dormire" Affermò Zayn, avviandosi verso l'ascensore.
"Io vado in camera e poi vedo cosa fare" Dissi, seguendo il ragazzo.
"Facciamo che ognuno va nella sua stanza e poi vede che fare?" Propose Liam, entrando a sua volta nell'ascensore.
Quando fummo tutti e sei al suo interno, toccammo i tasti dei vari piani in cui ci saremmo dovuti fermare e, quando arrivammo al ventesimo piano, scesi seguita da Harry e Zayn, salutando gli altri tre poco prima che si chiudessero le porte.
"Ci vediamo a pranzo, Zayn" lo salutai quando arrivò alla sua stanza.
"A dopo" mormorò chiudendosi dentro ad essa.
"Tu cosa vuoi fare?" Mi chiese Harry, continuando a camminare al mio fianco.
"Penso che andrò in piscina, dato che ho già visitato Brooklyn qualche anno fa."
"Penso che ti seguiró, se non ti dispiace" mormorò incerto.
"Lo sai che non mi dispiace e soprattuto che odio rimanere da sola in posti affollati" dissi dolcemente.
"Allora vengo a chiamarti fra un oretta?" Chiese gentilmente.
"Va bene, ci sentiamo dopo" gli baciai la guancia e aprii la porta della mia stanza, dove ci eravamo fermati a parlare.
Quando chiusi la porta dietro di me, rimasi sconvolta dalla bellezza di quella stanza, soprattuto dalla vetrata che dava sulla grande città.
Ancor prima di rendermene conto, mi ritrovai distesa sul grande letto matrimoniale posto al centro della stanza, con il telefono attaccato all'orecchio.
"Jane, so che non vuoi rispondermi al telefono perché sei arrabbiata.
Mi dispiace davvero tanto che tu non sia potuta venire con me, soprattuto adesso che sono chiusa in una stanza d'albergo che tu avresti sicuramente amato.
Mi sento così sola adesso e mi manchi.
Spero che domani potremmo parlare e risolvere questa cosa.
Ti voglio bene." Parlai alla segreteria telefonica, scattata dopo nemmeno due squilli.
Ormai rassegnata, mi alzai e cercai nella valigia, posta con cura sopra ad una sedia, l'unico costume che mi ero ricordata di portare via e lo misi velocemente, coprendomi successivamente con un vestito leggero.
Passai la mezz'ora successiva distesa sul letto a giocare con qualche stupido gioco sul cellulare e controllare un eventuale messaggio da Jane.
Nel momento in cui sentii bussare alla porta, balzai giù dal letto e andai alla porta, trovando Harry coperto solo da un costume a braghetta e una maglietta nera.
"Andiamo?" Chiese vedendomi impalata sul posto.
"Certo" risposi riscuotendomi e prendendo l'asciugamano dallo scaffale vicino alla porta.
Passammo l'intera mattinata in piscina a prendere il sole e a scherzare in acqua, cercando però di non attirare troppo l'attenzione.
Quando, dopo essere tornato ognuno nella propria stanza e esserci fatti la doccia, arrivammo nella sala da pranzo dell'hotel, fortunatamente in orario, riconobbi subito i ragazzi a causa dei troppi schiamazzi che provenivano dal tavolo.
Essi continuarono anche finché mangiammo, almeno finché non arrivò Jake che avvisò i ragazzi che il loro appuntamento con Lou era stato anticipato e che, utilizzando le sua stesse parole, ' dovevano muovere il culo e andare tutti nella stanza di Harry'.
Inizialmente rimasi perplessa, ma poi scoppiai a ridere come una bambina.
Le mie risate, però, furono placate dalla richiesta di Jake di raggiungerlo nella mia stanza per parlare dell'evento di quella sera e un po' del tour.
"Allora, stasera non dovrai fare molto, se non sfilare al Red carpet, dove dovrai posare per qualche foto e mangiare quello che porteranno alla cena" parlò sedendosi nella sedia della scrivania nella mia stanza. "Al massimo rispondere a qualche domanda fatta da qualche giornalista invitato all'evento. Ma se le domande diventando troppo personali, inventa qualche scusa e dileguati. Non vogliamo che escano scandali falsi ancor prima che inizi la tua carriera"
"Non penso che farò carriera" Ammisi scoraggiata.
"Questo fallo decidere a me e alle fan " disse dolcemente. "Devo farti una domanda personale e purtroppo devi rispondermi sinceramente"
"Adesso non posso inventare una balla e dileguarmi, vero?" Chiesi sarcastica.
"No" sorrise divertito, " Tu e qualcuno della band state insieme o qualcosa del genere?" Domandò tranquillamente.
A quella domanda, la saliva mi andò di traverso e per poco non mi soffocai.
"No, non sto insieme con nessuno della band" risposi schiarendomi la voce.
"Non perché io non voglia, ma perché devo avvisare la modest. Se dovesse succedere qualcosa, perfavore avvisami"
"Va bene" mormorai.
Passammo l'ora successiva a parlare di ciò che sarebbe successo in serata e soprattuto di ciò che sarebbe avvenuto durante il tour.
Fummo interrotti solo quando bussarono alla porta e fui costretta ad andare ad aprire.
Non mi sarei mai immaginata, però, di veder entrare Lou Teasdale a tutta velocità nella mia stanza e cacciare via Jake da essa.
"Jake, vai a rompere a quei cinque cretini anziché stare qua a disturbare la mia futura modella" strillò spingendo l'uomo verso la porta.
"Buona fortuna principessa" rise uscendo.
Non feci nemmeno in tempo a girarmi, che fui avvolta dall'abbraccio di Lou.
"Ciao tesoro, io sono Lou"
"Io sono Brooklyn" risposi in imbarazzo una volta che sciolse l'abbraccio.
"Ma io so chi sei, i ragazzi mi hanno parlato per due ore di te. Gli sei molto simpatica" disse allegra.
"Oh, sono felice di questo" risposi sorridendo.
"Allora, adesso sono le tre, quindi abbiamo abbastanza tempo per farti i capelli, truccarti e vestirti" disse iniziando a contare ciò che bisognava fare sulle dita di una mano. "Allora" Riprese aprendo una borsa nera, "Vai in bagno e togliti i vestiti, rimanendo solo in mutande. Mettiti questo accappatoio e torna di qua" mi ordinò passandomi un accappatoio color crema.
" Va bene" mormorai incerta.
Quando mi fui chiusa all'interno del bagno, iniziai a spogliarmi, provando imbarazzo all'idea di stare solo con un accappatoio addosso davanti ad una persona che conoscevo da nemmeno cinque minuti.
Imbarazzata aprii la porta e appoggiai i miei vestiti sul letto, sedendomi subito dopo sulla sedia della scrivania, dove Lou mi aspettava.
"Allora, direi che iniziamo con i capelli." Mormorò a se stessa toccandomi i capelli. " I tuoi capelli sono ben curati e mi piace il colore. Vorrei optare per dei capelli sciolti, dando un effetto mosso, un po' ribelle. Che ne dici?"
"Sei libera di fare quello che vuoi" dissi sincera.
"Perfetto" sorrise prendendo uno spruzzino contenente dell'acqua che venne messa sul mio capo. "Allora, com'è conoscere i propri idoli?" Chiese pettinando velocemente i capelli.
"È qualcosa di spettacolare. É come essere in un sogno e poi accorgersi che in realtà sta accadendo davvero. È difficile da spiegare " dissi in imbarazzo.
"Penso di aver capito" Replicò continuando a lavorare sui miei capelli.
Continuammo a parlare dei giorni che avevo passato con i ragazzi, finché non ottenne l'effetto che voleva sui miei capelli e li raccolse con una forcina, evitando di rovinarli.
"Ora passiamo al trucco" disse girando attorno alla sedia, fino ad arrivare davanti a me. "Hai qualche richiesta in particolare?"
"Voglio solo sembrare me stessa, senza essere piena di trucco."
" Va bene, stavolta userò un trucco leggero, ma promettimi che prima o poi mi farai utilizzare un trucco pesante, perché con i tuoi occhi sarebbe perfetto." Mi supplicó prendendo la valigetta con tutti i trucchi.
"Lo prometto" risi grata per la concessione di Lou.
"Bene, chiudi gli occhi" borbottò sollevandomi il mento con due dita.
"Sai di piacere ad Harry,vero?" Disse improvvisamente.
"Cosa?" Strillai aprendo gli occhi.
"Chiudi gli occhi, tesoro" mi ordinò. "Dai, non dirmi che non te ne sei resa conto?" Domandò come se fosse scontato.
"No?" Bofonchiai "Te lo ha detto lui?" Chiesi
"Certo che non me lo ha detto lui, ma é così evidente. Parla solo di te e ha gli occhi a cuoricino ogni volta che ti nominano" rise.
"Non pensavo di piacergli." Ammisi.
"Sicuramente lui penserà la stessa cosa su di te, nonostante anche a te lui piaccia." Affermò
"Lou che cavolo, vuoi farmi morire prima di stasera?" Domandai stravolta.
"No, ma domani ne parleremo sicuramente, perché ho intenzione di diventare tua amica e di truccarti ogni volta che mi é possibile".
"Va bene" Sbuffai frustrata.
Mi stava simpatica Lou, ma non era una cosa di tutti i giorni parlare di ciò che provavo per una persona.
"Ecco fatto" Esclamò mettendo via la trousse dei trucchi. " Sono lei cinque e venti, quindi mettiamo su il tuo vestito" decise prendendo l'abito da dentro l'armadio e appoggiandolo sul letto.
"Di già le cinque e venti?" Esclamai sorpresa. Non mi ero proprio resa conto che il tempo era passato fosse passato così velocemente.
"Visto come passa velocemente il tempo?" Chiese sorridendo e aprendo l'involucro nel quale si trovava il vestito. "Oddio, è davvero stupendo questo vestito."
"Grazie" sorrisi iniziando a sentire l'ansia.
"Girati dandomi la schiena e togliti l'accappatoio."sussurò togliendo il vestito dall'appendino e sollevandolo.
Senza pensarci due volte, mi girai e tolsi ciò che mi copriva, rimanendo scoperta e solo con gli slip.
"Solleva le braccia" disse, ricevendo da me ciò che aveva chiesto.
Pian piano sentii il vestito scivolare sul mio corpo e poi la cerniera toccare la schiena una volta chiusa.
"Dove sono le scarpe e gli accessori?" Chiese cauta.
"Nella valigia" Sospirai.
"Girati verso di me" mi disse poco dopo, mettendomi gli orecchini e passandomi un'anello che avevo portato via all'ultimo momento.
Quando ebbi messo anche quest'ultimo, mi mise ai piedi un paio di sandali rossi con dei brillantini e li chiuse.
Infine si alzò e tolse la forcina dai miei capelli, facendoli ricadere liberi sulle mie spalle.
Aprì l'anta dell'armadio, dove scoprii esserci uno specchio alto poco più di me, che rifletteva il riflesso di una ragazza fasciata all'interno di un vestito rosso, che cadeva nei punti giusti e un trucco talmente leggero da non vedersi, ma da fare il suo effetto.
Ero davvero me stessa, in tutto e per tutto.
"Come ti ha soprannominata Jake?" Chiese.
"Principessa" dissi continuando a guardami nello specchio.
"Aveva ragione, stasera sei davvero una principessa" Sussurrò dolcemente, facendomi venire un groppo alla gola.
"Grazie Lou" dissi girandomi e abbracciandola forte.
Non feci in tempo a staccarmi, che qualcuno bussò alla porta.
Lou si mosse immediatamente, andando ad aprire quest'ultima.
"Ciao Harry, abbiamo appena finito. Brooklyn è di là " disse allegramente la donna.
"Brooklyn, andiamo è ora di andare" iniziò Harry, tentennando sulle ultime parole non appena mi vide. "Sei davvero bellissima" sussurò estasiato.
"Su su andate, altrimenti Jake diventa pazzo" disse spingendo Harry fuori dalla porta e passandomi la pochette rossa con dentro il mio cellulare e la chiave elettronica.
"Buona fortuna" sussurò al mio orecchio, prima di chiudermi fuori dalla mia stessa stanza.
Seguii Harry fino all'ascensore che, da bravo gentiluomo, mi fece entrare per prima.
"Stai davvero bene" sussurò osservandomi.
"Anche tu" dissi guardando il suo smoking nero e i suoi stivaletti neri.
Quando le porte si aprirono, Harry mi porse il braccio, che io presi senza esitazioni, ed uscimmo nella hall, dove trovai gli altri ragazzi che si bloccarono quando mi videro.
"Brooklyn, sei stupenda" bofonchiò Niall.
"Principessa, devo fare i complimenti a Lou, é riuscita a farti diventare ancora più bella di prima." Disse prendendomi il braccio "Attenta alla bava di Harry" sussurò facendomi ridere.
"Allora andiamo?" Urlò Liam ridendo.
Quando ci trovammo dentro alla limousine, iniziai a pensare a tutto ciò che avrei dovuto fare in quella serata, ricordando ciò che mi aveva detto Jake.
"Tutto okay?" Mi richiamò Harry.
"Si, sono un po' tesa." Ammisi.
"Ti dico un segreto, lo sono anche io" sussurò.
"Siete arrivati, pronti?" Ci chiese Jake.
Tutti quanti annuimmo e, non appena la macchina di fermò, iniziammo ad uscire.
"Brooklyn, tu per ultima" mi fermò il manager.
"Va bene"inspirai agitata.
"Buona fortuna" disse dandomi una pacca sulla spalla.
Una volta che Harry fu sceso dalla macchina, mi porse la mano che, tremolante, afferrai.
Quando fui in piedi, non potei fare a meno di sorridere, poiché tutte le mie ansie erano sparite nello stesso momento in cui avevo preso la mano di Harry e avevo iniziato a sfilare sul grande tappeto con lui, inondati dai flash.
Era impossibile, ma mi sentivo a mio agio in quel mondo.
***
Questo capitolo è molto importante per me, anche se non so dire esattamente il perchè.
Non ho mai scritto un capitolo così lungo, ma dato che sto ritardando ogni volta nell'aggiornare, mi sentivo in obbligo di allungarlo.
Effettivamente non credevo di dilungarmi tanto, solo che quando ho iniziato a scrivere, non sono più riuscita a fermarmi.
Non ho ricontrollato, quindi è probabile che ci sia qualche errore o qualche cosa insensata, ma non fateci caso.
Non so che altro dire, quindi al prossimo capitolo.
-Alis
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