Capitolo 5
-Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno, è guardare gli occhi come parte del volto, l'altro è guardare gli occhi e basta, come se fossero il volto.
(Alessandro D'Avenia)
Usciamo furtivi da scuola e ci mettiamo nella sua auto. All'interno di essa scoppiamo entrambi in una risata di gusto. E' davvero bello quando ride, ha una risata contagiosa, ridere è qualcosa che amo, non lo so mi piace essere felice e quando sono triste ripenso ai bei momenti e sorrido, perché la risata trovo che sia qualcosa di personale e quando una persona te la concede è come se ti avesse dato un pezzettino della sua anima.
"Direzione?" chiede.
"Mhh, scegli tu" rispondo, non saprei che proporre.
"Ti fidi? Io non mi fiderei." dice lui ridacchiando.
"Solo per la tu sincerità per oggi mi fido" gli sorrido guardandolo.
"Vedi che sei bellissima quando sorridi" dice quasi in un sussurro con lo sguardo che sembra perso nel mio.
"Grazie, ora però conviene sbrigarci perché un ora passa in fretta" gli dico mentre lui parte.
Ha lo sguardo fisso sulla strada e non posso fare altro che guardarlo, ha delle ciglia folte e sotto di queste si nascono i suoi chiarissimi occhi. Gli occhi sono la prima cosa che noto nelle persone. Come si dice gli occhi sono lo specchio dell'anima? Bene così sia. Gli occhi ti fanno capire quando qualcuno mente oppure quando qualcuno ti sta dicendo la verità, gli occhi brillano quando si pensa alla persona amata e si spengono quando si pensa a qualche ricordo triste. Gli occhi ti tradiscono, riescono a far trapelare ogni tua singola emozione. Per questo li amo. E i suoi sono così verdi e chiari che mettono a dura prova anche il mio mantenere un contatto visivo, però sembro riuscirci, invece con Nash non ci riesco, il suo sguardo è come se scottasse e devo sempre distoglierlo: è strana questa cosa.
Arriviamo in un posto che non avevo mai visto, sembra una di quelle vie sperdute di paese. E' circondata da alberi e distese di prati. La strada è stretta per questo Blake parcheggia e scendiamo dalla macchina.
"Dove siamo?" chiedo.
"Ora vedrai"
"Ma cosa ne so dove mi porti, potresti essere un serial killer che mi ha portato in un posto sperduto solo per uccidermi" ridacchio mentre lui mi fa strada.
"Si e poi ti lascio in pasto ai conigli" risponde sarcastico scuotendo la testa.
Lo seguo e lui mi prende improvvisamente la mano e se la porta davanti a sé come per vederla.
"Hai delle mani piccoline in confronto alle mie" afferma.
"Grazie tu sei vecchio"
Si porta una mano al petto e si finge offeso. Poi viene verso di me e inizia a farmi il solletico, sto per svenire a causa del troppo ridere, continua con questa piccola tortura e infine finiamo entrambi sull'erba fresca.
Mi trovo sopra di lui e i nostri volti sono a pochi millimetri di distanza, i nostri respiri si confondono e le sue mani sono ancora adagiate sui miei fianchi. Cerco di riprendere fiato, ma ne ho ancora di meno di prima è come se non riuscissi a respirare, come se fossi bloccata.
I suoi occhi verdi sono immersi nei miei, riesco a vedermi nelle sue pupille. Il suo sguardo scende sulle mie labbra, ma in quell'esatto istante il mio telefono squilla. Tira la testa all'indietro e sbuffa, mentre io prendo il telefono per vedere chi fosse.
*1 chiamata persa da Bimbo
Nash mi ha chiamato. Lo richiamo.
"Bimba" dice all'altro capo.
"Bimbo che c'è?" chiedo sperando non sia qualcosa di preoccupante.
"Dove sei?"
"Con Blake" dico quasi in un sussurro, non so ma non volevo lo sapesse.
"E perché non sei a scuola?" chiede quasi arrabbiato.
"Avevo l'ora buca" cerco di giustificarmi.
"Caroline, non mi dire cazzate sono le dieci e dovresti essere in classe a fare inglese" dice lui alzando il tono della voce. Cavoli, dovrei davvero essere a scuola, l'ora buca è passata e adesso ho inglese, ha ragione.
"Nash, ma che ti prende? Non posso decidere di saltare una lezione che mi fai queste sfuriate che neanche mio padre mi ha mai fatto"
Chiude la chiamata. Blake capisce al volo che dobbiamo tornare a scuola quindi ci mettiamo in macchina e parte senza dire una parola.
Non aveva mai reagito così Nash, lui mi ha sempre parlato con la massima calma, abbiamo sempre avuto dei battibecchi, ma non capisco il motivo di tutta questa furia. Capisco che vuole il mio bene e tutto e che cerca sempre di proteggermi, ma non posso uscire con un ragazzo che non sia lui che si incazza.
Alzo il volume della radio, adesso la musica è l'unica cosa che potrebbe farmi mantenere la calma. Non voglio litigare con Nash perché è il mio migliore amico, è la mia vita, è la persona a cui tengo di più a questo mondo e non riuscirei mai a stare o addirittura vivere senza di lui.
Fin da quando siamo bambini ci siamo sempre stati l'uno per l'altro, niente ci aveva mai diviso e la mia più grande paura è sempre stata che potesse farlo o un ragazzo o una ragazza. Per questo non ho mai dato importanza all'amore o ai fidanzati perché avevo paura me lo portassero via e non può accadere.
Arriviamo a scuola e scendo immediatamente dall'auto e mi dirigo in classe.
"Caroline aspetta"
E' Blake. Mi giro.
"Ti va di uscire qualche volta?" chiede un po' titubante.
"Ci penserò" rispondo solamente.
Non ci avrei pensato già sapevo che la risposta sarebbe stata no. Non avevo mai dato importanza all'amore e non comincerò ora, l'amore non è cosa per me, non serve a niente solo a farti soffrire. L'amicizia è l'unica cosa che mi rimane e non posso perderla per qualcosa di stupido come l'amore. Si sa o l'uno o all'altro, insieme non funzionano mai abbastanza.
*Spazio Autrice.
Ciao ragazzi, volevo scusarmi con voi per non aver pubblicato prima. Questa è stata una settimana molto impegnativa e anche le successive lo saranno, ma cercherò comunque di pubblicare e scrivere costantemente.
Spero vi sia piaciuto il capitolo. Vi aspetto al prossimo.
Baci, Sara❤
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top