capitolo 27
-La felicità consiste nell'ignoranza del vero.
(Giacomo Leopardi)
Questa mattina mi sono svegliata presto, ho deciso di andare a correre.
Devo snellire la tensione, o semplicemente non devo pensare.
A volte si ha la testa così piena di pensieri che pensi possa davvero scoppiare, quando uno dopo l'altro si sovrappongono, e pensi che non riuscirai più a reggerli, quando sono così tanti, così diversi, così confusionari.
Così corro, corro veloce, scatto avanti. I miei piedi che sfrecciano sulla braccia chiara, alzando polvere, e le cuffie nelle orecchie che cercano di distrarmi invano e gli occhi che cercano una meta che non trovano, la fronte che suda e le gambe che sembrano voler sfuggire a qualcosa o qualcuno.
Quando ti concentri sul mondo circostante noti delle cose che potrebbero sembrarti scontate, ma in realtà non lo sono mai.
Gli alberi imponenti come sono, regalano ombra per chi desidera riposare, sui loro rami sorgono dei nidi, la casa di qualche piccolo uccellino che accudisce i propri cuccioli.
La strada sterrata piena di sassolini di diverse dimensioni è chiara, segnata dalle ruote delle auto che la percorrono.
Mentre il cielo è limpido, azzurro, chiaro così luminoso attraversato solo da pochi schizzi di nuvole. Nuvole bianche candide che sembrano bozze sulla tela. Il sole radioso splende alto nel cielo e con i suoi raggi riscalda la mia pelle.
E poi ci sono i prati e i campi. Così vasti che sembrano infiniti. Con colori differenti, dal giallastro al verde. Ovunque ti giri li vedi, immensi davanti ai tuoi occhi e ti rendi conto di cosa sono attraversati.
Milioni di fiori, come in un dipinto si estendono al loro interno. Sono di diverso colore, alcuni gialli, altri rosa, altri arancioni, altri rossi, ma solo uno di questi attira la mia attenzione.
È bianco.
Mi fermo improvvisamente con la musica che ancora risuona nelle mie orecchie e il fiatone che fuoriesce dalla mia bocca, mentre tutto attorno a me sembra essersi fermato. Rimango qui ad ammirare quell'incanto.
Potrebbe sembrare un fiore come tutti gli altri, ma ha qualcosa di diverso. Forse è per il motivo che si trova in un campo di fiori di molteplici colori diversi essendo l'unico bianco. Ma questa è una cosa bella secondo me, si distingue ed è il più bello. È candido, del colore della neve quando scende, resta sul suo stelo non si abbatte.
A volte bisogna fare cose così. Anche solamente ammirare un fiore, perché potrebbe essere motivo di una nuova felicità, vederlo anche solo per poco potrebbe migliorare la nostra giornata. Quando tutto va storto poche sono le cose che possono rimettere a posto la situazione vedere un fiore unico nella sua specie, in un campo in cui non ha altri come lui potrebbe essere motivo di felicità.
Ci possono essere innumerevoli cose che possono scaturire felicità come ad esempio ammirare ogni piccola cosa che potrebbe sembrare scontata, oppure essere abbracciati da un bambino, forse non c'entra nulla ma penso che i bambini riescano sempre a rendere felici le persone. Anche solo con un abbraccio ti migliorano la giornata. Con il loro amore e con il loro affetto riescono a strapparti un sorriso. Oppure si può essere felici grazie ai propri amici i quali riescono sempre a farti sorridere anche solo con uno sguardo.
Ognuno ha il suo modo di essere felice e questo fiore forse sarà felice se ammirato come unico. Perché essendo diverso dagli altri brilla e riesce a essere più bello e riesce a trarre da questo felicità e infondere felicità.
A volte bisognerebbe trarre la felicità dalle piccole cose. Come un alba e ammirare i suoi splendidi colori o un tramonto e aspettare che scenda la notte. Guardare il mare chiudendo gli occhi e sentendo il solo rumore delle onde. Sdraiarsi al sole e sentire il calore dei suoi raggi. Ammirare un fiore e goderne la sua bellezza. Seguire una rondine e vedere dove si trova il suo nido, la sua casa, il suo rifugio.
Continuo la mia corsetta rimettendomi sulla strada di casa, imboccando le vie principali della città molti ricordi riaffiorano, ma cerco di raggiungere casa senza farci molto caso.
Quando proseguo nel vialetto di casa noto una macchina a me sconosciuta. Tolgo le cuffiette dalle orecchie e apro la porta, davanti a me c'è mia madre molto indaffarata in cucina aiutata da una donna che non mi è mai parso di aver visto.
Ma ha un'aria così familiare.
"Oh ciao tesoro", esclama lei appena sente la porta chiudersi dietro di me.
"Ciao mamma, cosa fai?" chiedo curiosa, aggrottando la fronte.
"Questa sera sono ospiti qui da noi i signori Wild", afferma lei tutta sorridente.
WILD?
Spero di aver sentito male.
"Wild?" le faccio eco, sperando in un equivoco.
"Si tesoro, conosci per caso loro figlio Blake?" domanda mia madre.
Purtroppo non ho sentito male.
Stiamo parlando della famiglia di Blake e io me lo ritroverò anche a cena, anche se dubito che lui accetti di venire dopo ciò che è successo.
"Lo avrò visto qualche volta", rispondo vagamente, salendo nella mia stanza.
E come faccio ora se viene? Non posso far finta che non sia accaduto nulla. Lui ce l'ha a morte con me
Prendo immediatamente il telefono e chiamo Kaisy, lei sa sempre cosa fare.
"Dim-" comincia ma la interrompo subito.
"Ho un problema" esordisco.
"Di che si tratta?" domanda.
"Stasera viene la famiglia di Blake a casa per cena e dovrebbe esserci anche lui" spiego velocemente.
"Ma è magnifico" esulta lei come se fosse una cosa buona.
"Stai scherzando spero" dico io scioccata dal suo comportamento.
"No. Hai la possibilità di aggiustare le cose"
"Peccato che lui non voglia", rispondo io quasi parlando per conto mio.
"Ma che ne sai. Non ti trovi nella sua testa, non sai cosa vuole e poi almeno provaci che ti costa. Male che va ti respinge e non avrebbe tutti i torti, ma almeno ci hai provato."
"Hai ragione, ma che mi metto?" domando mordendomi un labbro.
"Aspetta, cinque minuti e sono da te" ridacchia lei chiudendo la telefonata.
Cosa farei senza di lei.
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