Capitolo 1
-A volte le cose più semplici possono diventare straordinarie
se sono fatte assieme alle persone giuste.
(Nicholas Sparks)
"Bimbo, dove sei? Muoviti!" urlo parlando a telefono con il mio migliore amico che è per l'ennesima volta in ritardo.
"Sto arrivando, calmati" risponde sbuffando.
"MUOVITI" dico scandendo bene la parola. Riattacco la chiamata e scendo al piano di sotto.
Appena chiudo la porta dietro di me un auto nera parcheggia davanti casa mia, sorrido istintivamente, vedendo Nash che abbassa il finestrino mentre finisce di sistemarsi i capelli.
Salgo in macchina e lo saluto con un bacio sulla guancia.
"Bimba, pronta?" chiede mettendo in moto.
"Sempre pronta", rispondo guardando fuori il finestrino.
La scuola non è molto distante da casa mia, ma siamo comunque in ritardo.
Il semaforo è rosso e siamo costretti ad attendere. Nash sbuffa.
"Senza che sbuffi, sei tu quello in ritardo ogni mattina" dico guardando i suoi occhi nascosti dai Ray-Ban.
"Oggi non faremo tardi" risponde sterzando di rimando.
"Che vuol dire?" dico afferrando il sedile per la sua decisione improvvisa.
"Vuol dire che non andiamo a scuola"
"COSA? Ma sei impazzito? Mia madre ci ucciderà"
"No, tua madre mi adora non ci diranno niente, fidati" risponde tranquillissimo.
E' vero mia madre lo adora, ma così anche mio padre. Mentre c'è il mio fratellino che quando lo vede non lo lascia un istante, povero Nash. I miei e i suoi genitori si conoscevano già e quando hanno scoperto della nostra amicizia, oltre a quella che ho con sua sorella, perché lei è la mia migliore amica, sono stati felicissimi. Loro erano vecchi amici di scuola e poi con il tempo hanno perso i rapporti. Ma ora grazie anche a noi si sono ritrovati e non c'è cosa più bella.
Decido di fidarmi.
La strada che si propaga davanti ai miei occhi è priva di macchine, e sembra quasi come se fossimo gli unici. Siamo in una di quelle stradine di campagna che solo il mio amico conosce, ama venire da queste parti quando ha bisogno di pensare o di stare in tranquillità.
Guarda la strada con sguardo attento, anche se penso stia pensando ad altro.
"Bimbo dove mi porti?" chiedo curiosa.
"In un posto" risponde vago.
Non mi piace non sapere dove stiamo andando, sono solita ad avere tutto sotto controllo e quando qualcosa non va per il verso giusto o previsto inizio a preoccuparmi perché saltano tutti i miei piani. Ma a volte è bello che non tutto vada secondo le regole, perchè le cose più belle nascono dal nulla, e mi fido di Nash sono sicura che questo cambiamento dei piani non porterà niente di brutto.
Arriviamo dinnanzi a un grande albero, è gigantesco, sarà secolare. In confronto a questo sono uno scricciolo. Rimango estasiata davanti a questa meraviglia.
Seguo Nash che dopo aver parcheggiato poco distante, scende dall'auto e mi aspetta.
"Dai Line, scendi"
Sono rimasta talmente ammaliata, che non mi sono neanche accorta del mio amico che richiamava il mio nome.
"Eccomi, eccomi" rispondo scendendo dall'auto.
Lo raggiungo e ci sediamo sotto il maestoso albero. C'è un lieve venticello che muove i rami e le foglie leggere che sembrano ballare un armoniosa danza. Ma quel che di più colpisce è il panorama.
Da questa piccola collinetta, si riesce a scorgere l'intero paesaggio campagnolo, vi sono moltissimi alberi e ognuno diverso dal precedente, ma tra tutti questo rimane il più bello, il cielo è azzurro e con qualche nuvola qua e là sembra un dipinto. Le nuvole sembrano schizzi sulla tela che la rendono unica.
Sono seduta tra le gambe di Nash, che dietro di me ammira come me il panorama.
"Ti piace?" mi chiede quasi sussurrando.
"È semplicemente stupendo" sussurro a fin di voce.
"Sono felice che ti piaccia, vengo qui quando devo pensare, quando ho bisogno di restare da solo" spiega tenendo gli occhi fissi sull'orizzonte.
"Vedi quest'albero sopra di noi veglia su di me da sempre, quando ero più piccolino mia madre mi ci portava e mi raccontava tantissime cose. Nella vita ci sarà sempre qualcuno che rimarrà per sempre al tuo fianco e io preferisco affidare questa certezza a questo albero perchè non potrebbe mai giudicarmi o tradirmi o anche solo andare via. Non potrebbe farlo, lui sarà sempre qui, e ogni volta che avró bisogno di lui sarà qui ad aspettarmi. Tu hai mai affidato tutto ció a qualcuno?" chiede in conclusione a quel discorso che mi ha fatto riflettere.
Io l'ho affidato a lui tutto ció, ma non so se è il caso di dirglielo. Lui è il mio migliore amico da un intera vita, è il mio fratello maggiore, è tutto ciò che ho. Ho sempre preferito l'amicizia all'amore e questo grazie a lui. Grazie a lui ho capito il vero valore dell'amicizia. Quando siamo insieme non ho paura di niente e di nessuno, mi sento al sicuro e protetta. Io gli voglio davvero tanto bene, ma non so se è il caso di ribadire questa cosa lui lo sa alla fine ce lo ridiciamo parecchie volte, ma ora non so che rispondergli quindi mi limito a dire la verità.
"Si ad una persona"
"Allora sai che significa" sussurra con il fiato sul mio collo. Sentirlo così vicino a me mi fa sentire al sicuro, lui è una persona speciale, non vorrei mai che ci perdessimo, sarebbe un casino, perderei tutto il mio equilibrio, non ce la farei ad andare via.
"Bimba, va tutto bene?" chiede guardandomi preoccupato.
"Si perché?" chiedo stranita da questa sua domanda.
"Hai gli occhi lucidi, sembra che tu stia per piangere"
"No, non è vero, sto bene" ed è vero che sto bene, gli sorrido e gli lascio un bacio sulla guancia appoggiandomi al suo petto.
Chiudo gli occhi e comincio a pensare, vorrei essere in questa posizione sempre. Ogni istante della mia vita, perché mi sento protetta, mi sento bene e amo sentirmi bene, mi piace la felicità.
Poco dopo ci rimettiamo in macchina e torniamo a casa, Nash mi lascia davanti casa mia.
"Stasera abbiamo la cena, ti passo a prendere per le sette" mi ricorda lasciandomi un bacio sulla guancia.
Me ne ero completamente dimenticata della cena. Mi mordo il labbro e lui se ne accorge.
"Non mi dire che te ne eri scordata" ridacchia.
"No, no assolutamente. Ci vediamo per le sette bimbo, non tardare" dico entrando frettolosamente in casa.
La cena! Aiuto!
Ci saranno molti dei nostri amici, la maggior parte avranno l'età di Nash, mentre c'è anche qualche mia amica, ma almeno ho Kaisy con me. Lui è più grande di me di due anni, per questo è stato sempre molto protettivo nei miei confronti, mi vede ancora una bambina anche se sto crescendo, ai suoi occhi rimarrò sempre piccola come dice lui e lui ai miei rimarrà sempre il mio fratellone.
Appena salgo in camera, noto la finestra spalancata, ero convinta di averla accostata, poi seduta sul mio letto c'è Kaisy, lancio un urletto per lo spavento, mentre lei se la ride.
"Che cavolo ci fai qui?" chiedo io.
"Sono venuta a casa tua per vedere cosa mettere stasera" risponde.
"Avete saltato la scuola oggi, dove siete stati?" allude a me e Nash.
"In giro e per la cronaca è lui che ha voluto saltare la scuola"
Ride. Ma che si ride?
"Siete uguali, lui mi ha detto la stessa identica cosa" continua a ridacchiare e un sorriso spunta sul mio volto.
"Dai muoviamoci dobbiamo preparaci" cambio argomento, aprendo l'armadio e iniziando a passare in rassegna ogni abito.
Sarà una serata favolosa.
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