Capitolo 32: Nel nostro posto sicuro

♒︎Ricordo che i ragazzi si trovano all'ultimo anno di liceo e sono maggiorenni!

<<Sho-... Sho-...>> non riesco nemmeno a pronunciare il nome del mio migliore amico, tra un singhiozzo e un altro, tra un tirar su col naso e lacrime che solcano il mio viso.

<<Izuku, mi dici cosa diamine succede?!>> insiste, dopo il mio ennesimo tentativo di pronunciare il suo nome al completo. La voce preoccupata di Shoto dall'altro capo del telefono non fa altro che farmi piangere di più.

È ormai notte fonda, non sono rientrato in camera dopo la doccia e ho passato tutte queste ore vagando per il giardino pensando ad una possibile soluzione, a un qualcosa che mi faccia chiarire definitivamente con Kacchan, ma non mi viene niente di niente in mente, troppo occupata dalle mille paranoie e ansie che non tardano mai ad arrivare, anzi, sono sempre con me.

L'unica soluzione più immediata che mi è balenata in mente è stata quella di chiamare il mio migliore amico e sfogarmi con lui, nonostante stesse dormendo da un pezzo.

Di Kacchan invece non ho più nemmeno visto l'ombra da quando mi ha lasciato da solo nel bagno. Non ho neanche il coraggio di rientrare nella nostra camera...

Nemmeno riesco a dare una risposta a Shoto, continuando a piangere ininterrottamente.

<<Riesci a dirmi almeno dove sei? Hey, Izuku! Izu, ascoltami, ci sono io con te, okay? Ci sono sempre per te. Va tutto bene, adesso vengo lì e risolviamo tutto, però devi dirmi almeno dove sei...>>

<<In giardino...>> riesco finalmente a pronunciare.

Non se lo fa ripetere due volte e in meno di due minuti Shoto mi raggiunge.

Neanche il tempo di girarmi verso il rumore dei passi nella mia direzione, che il mio migliore amico si fionda ad abbracciarmi forte, stringendomi tra le sue braccia forti e calde e facendomi appoggiare il viso sul suo petto.

<<Hey... shh, va tutto bene...>> mi sussurra dolcemente nell'orecchio per far calmare i miei singhiozzi impazziti.

In quel momento di disperazione, non riesco a fare altro se non ricambiare l'abbraccio, stringendo forte la sua vita e bagnandogli involontariamente la maglia del pigiama con le mie lacrime.

Non mi lascia né allenta la presa nemmeno per un secondo, l'unica cosa che fa è indietreggiare lentamente verso il muro dell'edificio, appoggiandosi sopra, tenendomi sempre tra le sue braccia mentre mi accarezza dolcemente i capelli.

Rimaniamo in questo modo per un tempo indefinito, il giusto per far calmare i miei singhiozzi.

Dai capelli, arriva ad accarezzarmi una guancia, per poi prendermi il viso tra le mani e allontanarlo dal suo petto, per guardarmi negli occhi. I suoi bicolore si specchiano nei miei ormai completamente rossi e gonfi, mentre mi guarda con uno sguardo pieno di tenerezza misto a preoccupazione.

Si stacca piano da me per tirare fuori dalla tasca un pacchetto di fazzoletti, poi me lo porge per farmi soffiare il naso.

<<Scu- scusa se ti ho svegliato a quest'ora...>>

<<Non devi chiedermi scusa, lo sai benissimo che io ci sono sempre per te e con "sempre" intendo letteralmente quello.>>

Dopo essermi soffiato il naso, poso il fazzoletto in tasca e abbasso lo sguardo, ancora colmo di lacrime.

<<Hey...>> cerca di attirare la mia attenzione.

Alzo lo sguardo e noto le sue braccia aperte verso di me. Non ci penso due volte prima di accoccolarmi a lui di nuovo. Rimaniamo tutto il tempo abbracciati, io con la testa sul suo petto e lui con la sua sulla mia, ad accarezzarmi i capelli, mentre mi fa sfogare.

<<Mi dici cosa succede?>>

<<I-io e Kacchan... abbiamo litigato, di nuovo... non riusciamo a stare insieme e quelle rare volte in cui sembra che vada tutto bene c'è sempre qualcosa che è pronto a smontare il tutto...>>

<<Non avete quasi fatto sesso l'altra volta?>> Shoto mi fa questa domanda con tanta naturalezza, come se per lui fosse scontato, normale, ma io riesco a percepire ancora un po' di gelosia nel suo tono, anche se sembra sempre piatto...

<<Sì... non siamo andati fino in fondo, ma sì. Solo che dopo abbiamo litigato ancora... poi abbiamo fatto pace, poi, dopo un po' di tempo in cui siamo stati lontani, ci siamo riavvicinati e l'ho baciato di nuovo, ma ancora una volta siamo stati interrotti... prima sono andato a fare una doccia da solo nel bagno comune, lui mi ha raggiunto e...>>

<<...e?>>

Affondo la testa nel suo petto per il leggero imbarazzo.

<<Avete scopato?>>

<<No!>> quasi urlo con la faccia schiacciata sul suo petto, il tono di voce ovattato per la stoffa, <<Però... stavamo per farlo... se solo... se solo...>> ed ecco che altre lacrime non riescono a farmi terminare la frase.

<<Se solo...?>>

<<...Io non gli avessi detto che non volevo... ma non era questo che intendevo! Solo che lui è scappato perché pensava che non volessi farlo con lui! E invece io volevo dirgli che non volevo farlo lì, ma in un altro posto più intimo...>>

<<Beh, perché non glielo dici e basta? Sarà sicuramente contento lui, no?>> di nuovo quel tono di voce stizzito e geloso.

<<Non è facile per noi parlare apertamente... non ci riusciamo quasi mai perché finiamo sempre per litigare...>>

<<Questo però è un problema da risolvere assolutamente se avete intenzione di stare insieme, non è una cosa che può andare avanti per molto altrimenti fareste solamente un tira e molla con tanta sofferenza, e che rapporto è questo?>>

<<Già...>>

<<Da quello che dici e da quello che ho visto al suo compleanno l'altra volta mi sembra che voi due riusciate a stare insieme per davvero e a lasciarvi andare totalmente nel fare ciò che più desiderate solamente da ubriachi...>>

<<È esattamente così che vanno le cose...>>

<<Ma non devono andare così. Izuku, lo sai benissimo che l'unica soluzione è parlarvi e chiarivi una volta per tutte. Altrimenti non potrete mai stare insieme se continuate così.>>

<<E come faccio? ...>>

<<Semplice, vai da lui e gli chiedi di parlare seriamente, è anche in camera tua tra l'altro. Izuku, io ti ho lasciato andare per vederti felice, non per vederti così...>>

<<Hai ragione... allora... io vado, grazie di tutto Sho... ti voglio un mondo di bene.>> gli dico, allontanandomi un po' da lui.

<<Anch'io te ne voglio...>>

I nostri visi sono troppo vicini. Troppo. Come i nostri corpi che sono rimasti incollati per tutto questo tempo... Shoto si avvicina lentamente sempre di più nella direzione delle mie labbra, ma poi si ferma. Sospira e mi lascia un bacio sulla fronte.

Dopo questo gesto così tenero, gli lascio uno sguardo dolce, un bacio sulla guancia e un ultimo abbraccio cingendogli il collo con le braccia, prima di ritornare in fretta in camera mia, seguito da lui che prende la direzione per andare nella sua stanza.

È un ragazzo d'oro... spero riuscirà a trovare qualcuno migliore di me, perché lo merita davvero... e Kacchan dovrebbe sentirsi davvero fortunato, per il fatto che ho sempre scelto lui e solo lui, nonostante io abbia avuto questa possibilità...

Apro piano la porta della mia camera e la richiudo altrettanto piano, per evitare di svegliare Kacchan, visto che sono le due di notte.

Inutile.

<<Dove sei stato?>> la sua voce roca proveniente dal suo letto, nonostante abbia parlato piano, rimbomba nel silenzio della stanza e del dormitorio, facendomi sobbalzare dalla paura nel buio più totale.

<<Kacchan! Ti ho svegliato? ...>>

Accende la luce del lume sul suo comodino, mettendosi a sedere sul letto.

<<Non ho dormito. Allora?>> i rubini infuocati nei miei occhi ancora rossi.

<<Perché dovrei dirtelo? Non avevo voglia di ritornare qui, avevo paura di una tua reazione e avevo bisogno prima di calmarmi per poterla sopportare...>>

<<Dimmi dove sei stato. O meglio, con chi.>>

<<Ancora, Kacchan? Innanzitutto, non sei il mio fidanzato e non devo darti alcuna spiegazione né giustificazione dei miei comportamenti, di dove vado e con chi vado! Ero con Shoto, okay? Avevo bisogno di sfogarmi e di calmarmi! Mi sembra che abbiamo già parlato di questo, o sbaglio? Te l'ho detto che l'ho lasciato per essere libero di stare con te, quindi è inutile che fai la solita scenata di gelosia!>>

Sospira. Fa solo questo.

<<Perché non dici nulla? Perché ho ragione, giusto? Se tu non te ne fossi andato e mi avresti lasciato parlare, avremmo anche già scopato a quest'ora e magari con calma ci saremmo già chiariti...>> sputo tutto d'un fiato, alzando un po' troppo la voce e passeggiando avanti e indietro per la stanza.

<<Kacchan, quello che volevo dirti prima era che non volevo farlo lì, perché preferisco un posto più intimo! Solo che tu non mi hai lasciato finire... è sempre così che va il nostro rapporto!>>

Ancora quelle fastidiose lacrime agli occhi che me li fanno pizzicare.

Si è ammutolito completamente. L'unica cosa che fa è guardarmi, con gli occhi leggermente spalancati e una faccia di chi ha capito che prima ha fatto una stronzata e che vorrebbe tanto rimediare.

<<L'unica cosa che facciamo è litigare sempre, avvicinarci, per poi rovinare tutto perché non riusciamo mai a parlare e a comprenderci...>> inizio di nuovo a piangere.

Si alza dal letto e viene verso di me, allungando le mani sui miei fianchi per abbracciarmi.

<<Oi, Deku...>> vorrebbe calmarmi, ma io gli allontano bruscamente le mani dal mio corpo.

<<Lasciami. Non ho voglia né la forza di discutere adesso... ho solo tanto sonno, sono stanco. Ne riparliamo un'altra volta...>> detto ciò, senza più girarmi a guardarlo, mi infilo nel letto dandogli le spalle e chiudendo gli occhi, con la speranza che lui faccia lo stesso e che mi lasci in pace almeno per queste altre poche ore di sonno.

Per fortuna, come se mi avesse letto la mente, dopo un sospiro rumoroso spegne la luce e si rimette a letto.

Il giorno dopo mi sveglio in modo naturale, dopo aver recuperato le giuste ore di sonno perdute, ringraziando il fatto che è sabato e che non ci sono lezioni.

Girandomi verso il letto del biondo, noto non solo che non c'è, ma anche che il letto è già in ordine, né sento rumore d'acqua in bagno... ciò significa che è già uscito.

Infatti, dopo essermi preparato anch'io e dopo aver raggiunto la cucina per fare colazione, lo noto lì a parlare con Kirishima.

Bakugo's POV

<<...Bakubro, il vostro problema è che siete troppo frenati da qualcosa e non riuscite ad andare avanti e liberarvi del tutto. Soprattutto anche perché, quando davvero ci riuscite, c'è sempre qualcuno o qualcosa che vi interrompe. Ma io non mi arrendo!>> dice Denti da squalo euforico.

<<Cosa c'entri tu adesso, Capelli di merda?>>

<<So io come farvi riavvicinare e credo vivamente che questa sia la volta buona per farvi riconciliare una volta per tutte! Questa volta andrà bene, giuro, e coinvolgerò tutta la classe A per far sì che vada tutto secondo i piani, senza che ci sia nessuno che vi disturbi. In più, quando finalmente vi sarete ricongiunti, sarà allora che deciderete di parlarvi e di chiarirvi una volta e per sempre! Vi fidanzerete e sarete per sempre felici e contenti! Sì sì, so io come fare! Basta eliminare quei freni inibitori!>> sorride mostrando i suoi denti da squalo.

Capelli di merda inizia a straparlare come fa il Nerd, borbottando cose apparentemente senza senso ma che per lui hanno un filo logico, come se stesse riordinando nella sua mente un piano diabolico ma che secondo lui avrà successo, e nel frattempo parla ad alta voce senza rendersene conto. Ha anche già pianificato tutto per il futuro...

<<Non ho capito un ca->>

<<Non ti preoccupare Bakubro! Ci penseremo noi!>>

Midoriya's POV

Dopo aver notato Kacchan e Kirishima parlare, sono rimasto ad osservarli da lontano senza capire nulla della loro conversazione. So solo che è durata poco, che Kirishima era euforico mentre Kacchan aveva una faccia annoiata mista a chi non stava capendo nulla. Infatti, prima di andarsene via ha sbuffato rumorosamente, lasciando il rosso da solo, che mi sembrava essere molto preso con l'organizzazione di qualcosa.

Prima di uscire dalla cucina, Kacchan mi ha notato e ha lasciato il suo sguardo puntato su di me finché non sono uscito dal suo campo visivo. Era uno sguardo... come se mi stesse studiando per capire quale fosse il mio umore.

Non so dov'è andato, non l'ho seguito. So solo che appena ho messo piede in cucina, Kirishima mi ha cacciato.

<<Hey Midoriya! Senti, non puoi stare qui.>> dice semplicemente, mantenendo la stessa euforia che contrasta con l'ultima affermazione.

<<Perché? Devo solo fare colazione.>>

<<Ah potevi dirlo prima!>> detto questo, mi mette tra le mani due dorayaki e mi spinge letteralmente fuori la cucina, in giardino, tra le mie proteste.

<<Scusami Midoriya, davvero, non vorrei fare ciò che sto facendo ma è per il vostro bene!>>

<<Cosa? Il nostro bene? Ma chi?>>

<<Lo capirai più tardi, a dopo!>> molto vago, prima di sparire dietro la vetrata, mi sorride con i suoi denti a squalo e mi chiude fuori.

Rimango un attimo interdetto davanti a tutta la scena. Ecco perché Kacchan non stava capendo nulla, semplicemente Kirishima non si è fatto capire. O era intenzionale? E poi... stava parlando con Kacchan, quindi... il "vostro bene" ...

Ma quindi-

<<Izuku.>>

<<Shoto!>> vedo improvvisamente comparire il mio migliore amico, spinto dal ragazzo dai capelli rossi, dalla stessa porta da cui Kirishima mi ha cacciato fuori, il quale la richiude nuovamente a chiave salutandomi da dietro la vetrata, per poi dileguarsi.

<<Mi spieghi cosa sta succedendo? E poi... perché hai delle bibite tra le braccia?!>>

Ormai non so chi è più normale in questa scuola.

<<Kirishima ha detto che devo intrattenerti... e che devo anche raffreddare queste.>>

Mi scappa una risata per il fatto che Shoto è stato scambiato per un frigorifero umano.

<<Sì, okay, ma perché tutto questo?>>

Shoto alza le spalle: <<Non mi ha detto altro.>>

<<Va bene... ho capito, quindi devo solo aspettare?>>

Il mio migliore amico annuisce.

Rassegnato alle loro menti diaboliche e al mio destino, sospiro rumorosamente, per poi decidere di trascorrere il resto della giornata con Shoto, visto che non ho ancora la forza di parlare con Kacchan e di affrontare una discussione e visto anche che non si è fatto più vedere.

Finché non si fa ormai sera. Tra una chiacchierata e l'altra, Shoto improvvisamente riceve un messaggio che lo fa agitare.

<<Izuku, vai a vestirti.>> mi dice, dopo aver posato il cellulare in tasca.

<<Ma se sono già vestito! Certo che siete proprio strani voi oggi eh!>>

Il mio migliore amico non accetta proteste e, senza darmi troppe spiegazioni, prendendomi delicatamente per il polso, mi trascina in camera mia.

Una volta assicuratosi di aver chiuso la porta, apre il mio armadio e inizia a frugare, cacciando fuori poi qualcosa di più elegante, in particolare una camicia e un pantalone.

<<Si può sapere che diamine stai facendo?!>>

<<Lo scoprirai a breve. Su, indossa questi.>>

La sua espressione quasi sempre seria si distende e mi sorride, sembra quasi divertito dalle mie domande e dal mio protestare continuo.

<<Mi prendi in giro?>>

<<No, ti stiamo solo aiutando.>>

E così, tra i miei borbottii e lamentele varie, Shoto continua a sorridere veramente divertito dal mio comportamento mentre mi porge i vestiti aiutandomi a cambiare.

Scendiamo insieme al piano terra nella sala comune dove, aprendo la porta, capisco tutto.

I ragazzi hanno organizzato una festa.

Perché?

<<Hey Midoriya!>> il rosso viene verso di me salutandomi calorosamente.

<<Co- cosa significa tutto questo?>>

<<Proprio un bel niente, è solo per divertici un sabato sera! Su, entrate!>>

Riesco a scorgere tutti i ragazzi della classe A intenti a divertirsi, a mangiare, a chiacchierare tra loro e a ballare. La sala è abbastanza buia, le uniche luci sono quelle provenienti dall'esterno e quelle puntate sulla pista da vari faretti montati in giro da Kaminari e Jiro. In più, loro due si stanno attualmente occupando della musica, mentre altri si stanno interessando al cibo e alle bibite da distribuire.

Questo mi ricorda la festa di Kacchan.

La festa di Kacchan...

C'è anche lui, lì in pista, accanto a Kaminari. È con un bicchiere in mano...

<<Come hai fatto a convincere Kacchan a venire?>>

<<Semplice, l'ho sfidato sull'orgoglio: gli ho detto che se non fosse venuto sarebbe stato un codardo che non è bravo a socializzare né a stare almeno con i suoi migliori amici. Lui non si è tenuto l'offesa e ha voluto dimostrarmi il contrario, com'è suo solito fare.>> il rosso mi fa l'occhiolino, <<Ma adesso non perdere tempo, su!>> nemmeno il tempo di realizzare le sue parole che, preso un bicchiere di un qualcosa da un vassoio che Yaoyorozu sta portando in giro, me lo porge e mi spinge in pista, in direzione di Kacchan.

Adesso ho capito tutto.

Ho davvero capito tutto.

Vogliono replicare la sera del compleanno di Kacchan, quando entrambi abbiamo bevuto e ci siamo lasciati andare, per farci stare insieme come quella volta e quindi... e quindi farci scopare.

Beh... chi sono io per tirarmi indietro? Perché dovrei vanificare i loro sforzi?

Però, io sono ancora arrabbiato con Kacchan, cioè, insomma... non abbiamo ancora chiarito... dovremmo prima parlarci... dovremmo arrivare con calma e soprattutto da sobri a quel punto... dopo aver messo una fine ai nostri conflitti e dopo un nuovo inizio...

Da sobri... l'altra volta nel bagno comune lo eravamo e ancora una volta le nostre incomprensioni e conclusioni affrettate ci hanno interrotti.

Da sobri non ha funzionato.

Ci sono i dannati freni inibitori che ci bloccano...

Freni inibitori... hanno organizzato una festa per farci ubriacare e farci sentire più liberi di andare avanti senza troppi pensieri...

Guardo il bicchiere nella mia mano destra.

Al diavolo i freni inibitori.

Bevo tutto d'un fiato la bevanda alcolica presente nel mio bicchiere.

Inutile dire che sul mio volto compare subito una smorfia disgustata per il sapore dell'alcol che non mi piace, ma anche dolorante per il bruciore alla gola immediatamente successivo.

Sono a digiuno, dovrebbe fare subito effetto.

Il caso vuole che Yaoyorozu passi di nuovo accanto a me e per questo ne approfitto subito prendendo un altro bicchiere dal vassoio, posando quello vuoto.

Kacchan, poco più avanti, mi nota e viene verso di me lasciando Kirishima e Kaminari da soli, intenti ad osservare le sue mosse.

Da quanto vedo dal bicchiere vuoto nella sua mano, anche lui si è già dato da fare. Anche a lui non piace l'alcol, sarà stata qualche altra sfida lanciata da Kirishima a convincerlo.

<<Nerd, lo sai che l'alcol a stomaco vuoto fa male?>> mi dice quasi nell'orecchio, data la musica ad alto volume, togliendomi il bicchiere dalla mano e facendo lui un sorso da lì.

Già sto iniziando a non capirci più nulla e a sentirmi più libero, come se potessi fare qualsiasi cosa.

<<Tu hai mangiato?>>

<<No.>>

Non lo reggo proprio l'alcol.

Inizio a guardargli sfacciatamente le labbra, per poi percorrere con lo sguardo il suo corpo scolpito dalle spalle in giù, soffermandomi su quei pettorali troppo stretti in quella camicia bianca.

<<Per caso vuoi mangiare me, Nerd?>> mi sussurra maliziosamente nell'orecchio, dopo essersi avvicinato lentamente e pericolosamente a me.

Le parole non mi escono subito dalla bocca, non so se è per l'alcol o se è per quella chiara richiesta di Kacchan. So solo che tutto succede in un attimo: Kirishima e Kaminari intenti a scatenarsi sulle note di una canzone che li fa impazzire, tanto da non accorgersi di chi sta attorno a loro, si ritrovano improvvisamente addosso a Kacchan urtandolo e di conseguenza facendogli versare il drink dritto sulla mia camicia.

<<Oh scusate ragazzi! Non vi avevamo visto!>> cerca di scusarsi teatralmente il rosso.

<<Ma che peccato! Midoriya hai la camicia tutta sporca! No no, c'è bisogno di una bella pulita! Kacchan- perché non lo accompagni in bagno e lo aiuti a pulirsi?>> inizia a ridere insieme al suo migliore amico.

"Che stronzi" penso bonariamente ridendo tra me e me, già mezzo ubriaco ma ancora abbastanza lucido da capire il loro comportamento.

Kacchan non ha nemmeno la forza di sbraitare loro contro per averlo letteralmente investito e ne approfitto della sua confusione mentale per trascinarlo con me in bagno.

Sì, ancora una volta sono io che prendo l'iniziativa.

Niente più freni inibitori a rompermi le scatole.

In questo momento non mi frega niente di nessuno, voglio solo stare con lui.

Non c'è spazio per la parte razionale della mia mente, adesso è solo la volontà a dettare legge.

Chiudo la porta del bagno comune a chiave e mi ci appoggio sopra.

<<Ho combinato un casino, ti ho sporcato tutta la camicia...>> il biondo sembra quasi voglia scusarsi, mentre prende a sbottonarmi la camicia per ripulirla.

<<Kacchan... non è successo nulla.>>

Arrivato all'ultimo bottone, non so cosa lo fa esitare. Forse il mio tono di voce indecifrabile, forse l'aver visto di nuovo la mia pelle nuda, forse... il mio sguardo.

Sguardo che, non rendendomi conto, è diventato supplichevole. Una tacita richiesta con uno sguardo.

Una richiesta di essere preso lì, in quel momento.

I rubini di Kacchan non ci mettono nemmeno un secondo a capire cosa gli stessi chiedendo, che subito si fionda sulle mie labbra, mentre mi cinge i fianchi nudi da sotto la camicia con le mani, stringendoli in modo possessivo.

Il bacio è quasi violento, come se avesse bisogno delle mie labbra per sopravvivere in questo preciso istante. Bacio che diventa un misto di saliva, labbra che si muovono furiose alla ricerca delle altre per divorarle e sospiri affannati.

A bagnarci ancora di più le labbra ci sono subito le nostre lingue che si incrociano. Passa a leccarmi il labbro inferiore, prima di scendere sul mio collo lasciando una scia di baci umidi. È lì che si concentra maggiormente a torturarmi la pelle, mordendola e lasciando succhiotti.

Una mia mano tra i suoi capelli e una dietro la nuca a stringerlo più forte a me, mentre allargo le gambe per far spazio alle sue tra le mie. Inizia a strusciare con insistenza il suo bacino contro il mio, cercando più attrito possibile contro la mia erezione, aiutandosi ad aumentare il contatto anche con le mani ormai aggrappate ai miei glutei, facendomi gemere in modo incontrollato in un luogo pubblico.

E continua a non fregarmene niente.

<<Ka- ah! Kacchan...>>

<<Mh- dimmi, Deku...>> un suo sospiro caldo sul mio collo.

<<Ti voglio Kacchan...>>

Il biondo non se lo fa ripetere due volte. Dopo quel "non voglio" della volta scorsa, questa mia richiesta è l'esatto opposto e non perde l'occasione.

Anzi, mi trascina immediatamente in un posto sicuro.

Nel nostro posto sicuro.

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Foto: tanuki_happa

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