Chapter 14- Cookies

Chapter 14- Cookies

Prendo il vestitino bianco di Ruby d il suo costume e scendo le scale, dove mi aspetta Dylan per portarmi a casa. Si sente un rumore di chiavi provenire dall'esterno e la grande porta di mogano di apre. Entra una donna, i suoi capelli castani sono racchiusi in una crocchia. Entra con al seguito una bambina che le reggeva la mano ed un'altra che le cammina dietro con gli occhi fissi al cellulare.

La donna sorride a Dylan. "Hey, tesoro. Com'è andata la festa?" Dylan arrossisce e mi guarda, probabilmente imbarazzato perchè la donna -che presunsi essere sua madre a causa della loro somiglianza- lo aveva chiamato 'tesoro'.

Ridacchio per le guance rosse di Dylan e abbasso lo sguardo verso la bambina con i capelli scuri legati in due codini. Lei solleva lo sguardo e si nasconde timidamente dietro la madre, arrossendo.

"Mamma, lei è, um, un'amica di scuola." La mamma di Dylan mi guarda e poi guardò il mio corpo, vestito con i vestiti di Dylan. Inizio ad arrossire. Bene, adesso penserà sicuramente che sono una delle puttanelle di Dylan.

"Sei una delle puttane di Dylan?" chiede la ragazza più grande che era entrata dietro la madre. Aveva i capelli biondi che le arrivavano alle spalle e sembrava avere circa tredici anni. "Um, no. Non sono mai andata a letto con Dylan se è questo che intendi. I miei vestiti erano bagnato e la persona che doveva darmi un passaggio mi ha mollata così Dylan mi ha molto gentilmente offerto di restare in una delle stanze degli ospiti." spiegai.

La ragazza bionda annuisce e si acciglia, non peso mi abbia creduto. La mamma di Dylan sorride. "Ha una casa molto carina Miss. Thompson." dico. Il suo sorriso diventa più ampio. "Grazie dolcezza, è belo incontrarti." Annuisco e le sorrido di rimando. "Lei è Carly." dice la donna mentre si sposta di lato per far vedere la bimba con i codini. "E lei è Cassandra."

"Carly mi sorride e Cassandra non solleva nemmeno lo sguardo, troppo impegnata a giocare a flappy bird. Mi metto in ginocchi così che sono alla stessa altezza della bimba. "Ciao Carly, è bello incontrarti." Carly abbassa lo sguardo sul pavimento di legno ed arrossisce. "ciao." sussurra. "Come conosci mio fratello?" sussurra. "Sei la sua ragazza?" chiede sorridendo. Ridacchio e guardo Dylan. "No, Dylan è solo un.. amico." Certo, credo di poterlo far rientrare in quella categoria. Onestamente, non lo so. "Amico?" ripete ed io annuisco. "Vuoi fare i biscotti con me?" sussurra. Sua mamma ridacchia. "Sei la benvenuta e puoi restare tutto il tempo che vuoi, tesoro." mi dice. Guardo di nuovo Carly ed annuisco. "Yay! Dylan può aiutarci!" dice Carly.

Cassandra se n'era andata ed era salita nella sua stanza e la mamma di Dylan aveva lasciato Carly ed era andata al piano di sopra, lasciandoci soli all'ingresso. Mi rialzo e Carly avvolge le sue piccole dita intorno al mio indice, trascinandomi in cucina, con Dylan al seguito.

Mi volto verso di lui. "Sai come si fanno i biscotti? Perchè io no di certo." dico. Dylan annuisce. "Sì, mamma mi ha insegnato." dice mentre gironzola per la cucina, prendendo tutti gli ingredienti e mettendoli sull'isola nel centro della cucina.

Carly si siede sull'isola con le gambe che le penzolano. Le sorrido. Ho sempre voluto una sorellina minore.

"Ti piacciono i biscotti?" mi chiede Carly. Le sorrido. "Non ne ho mai mangiato uno prima d'ora." dico. "Cosa? Non hai mai mangiato un biscotto?" squittisce Carly. Faccio spallucce e Dylan si volta verso di me, sollevando un sopracciglio. "Mia mamma è una pessima cuoca quindi non ho mai avuto l'occasione di mangiarne uno e poi dice che quelli che si comprano al supermercato non sono così buoni." spiego.

**

Finimmo per fare i biscotti e metterli nel forno senza fare casini in cucina tranne per tutta la farina sul bancone.

"E adesso aspettiamo." dice Dylan, piegandosi. Gli sorrido e lui sorride di rimando. Non posso credere di essere a casa di Dylan Thompson. Non riesco a crede di aver dormito a casa sua. Come era successo?

Quando ho detto che era mio amico? Non dovrebbe esserlo. E' solo un puttaniere come tanti. abbasso lo sguardo e poi lo rialzo.

Un'idea si fa strada nella mia mente. Prendo una manciata di farina e la butto direttamente sui capelli scuri e perfetti di Dylan. Ha, ci vorranno secoli per toglierla. Dyaln solleva lo sguardo con occhi sottili. Oh merda. Faccio dei passi indietro mentre Dylan prende un uovo. No, è stata un'idea pessima. Mi rompe l'uovo sulla testa, lasciando che lo slime arancione e bianco mi scendesse sui capelli. Trattengo un respiro e l'uovo finisce in posti un cui non dovrebbe essere. guarda la sua sorellina e sorride. colgo l'opportunità e prendo la prima cosa che vedo. "Vuoi sapere cosa sta bene con i biscotti?" dico innocentemente. Dylan mi fronteggia, ma era troppo tardi, il latte scorreva dalla sua testa e sulla sua faccia ed io sorrido vittoriosa.

Apre le braccia e cammina verso di me ed io indietreggio lentamente. "Andiamo, principessa, voglio un abbraccio." dice.

Mi volto per correre a qualche metro di distanza prima di venire ingolfata tra le braccia di Dylan. "No! No! fermo, Dylan no!" prende una delle sue mani, prende il latte e la farina dalla sua stessa testa, e me la spalma sulla guancia. "Ugh, che schifo." mi lamento.

Mi lascia, finalmente, e quando guardo la porta della cucina vedo la mamma di Dylan appoggiata contro lo stipite della porta che ci guarda.

Bene, questo sì che è strano!

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