🍁 Capitolo 4

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L’inattività nella nostra famiglia è un peccato capitale, non è sbagliato questo concetto ma il catechismo che non lo include fra di essi. La nostra vita procede grazie ai post-it, alle note sullo smartphone, al blocco note sul PC, alla sveglia puntata ogni sera. Il sonno non è ristoratore è una caccia ai pensieri. Stasera ho portato frecce avvelenate e migliorato la mira…ansia …colpita …paura …colpita! Tolgo il giubbetto antiproiettile, ripongo nel sottoscala gli stivali infangati e spengo la luce.

Alle ore dei pasti raramente abbiamo tutti fame nello stesso momento, i nostri stomaci sono anarchici. Ma una volta visto il cibo siamo animali sulla preda…peccato la civiltà ci abbia imposto stoviglie da pulire. Saziati continuiamo a ignorarci, anche i nostri cuori sono anarchici.

Sotto uno strato di polvere le mie dita scivolano sulla coperta di pelle di vecchi album fotografici di famiglia. Non riconosco più quei volti; ora sorridono tutti come se dovessero nascondere l’apparecchio ai denti, ma hanno i capelli bianchi e l’età anagrafica comporterebbe l’uso di una dentiera. A cambiare non è stato solo il sorriso, anche lo sguardo ora appare più spento. Il medico legale ha affermato che l’ora del decesso di Occhi Vitali dev’essere avvenuto fra le tredici e le quattordici di un mercoledì di parecchi anni fa, quando si scoprì il tentato suicidio di una distinta signora dalla mise floreale, sui sessant’anni. No precedenti. No dipendenze. Segni particolari: spiccata sensibilità, nonna di due nipoti.

Trovo mio padre indaffarato, anche se grazie a lui so cosa sia il divertimento. Prendo un telo da male e decido di usarlo come tovaglia da pic-nic. Siamo io, le api, l’insalata di riso e il rumore di attrezzi. Rivolgo lo sguardo verso il Sole, cambio subito idea poi decido di rientrare in casa quando il silenzio è divenuto insopportabile e rimane solo il ronzio.

Vado a un aperitivo cogli amici, condividiamo stupidaggini bagnandoci le labbra e reggendo con le mani infreddolite bicchieri appannati. Per questo usciti dal bar ci sentiamo più intelligenti.

Stiro per la prima volta una canottiera di cotone: non perché si debbano stirare le canottiere, non le vede nessuno tanto, ma per puro senso del dovere. Inoltre, se bruciassi il povero capo di biancheria, non si vedrebbe. Nessuna bruciatura, solo pieghe fossilizzate, come il sorriso di mio padre mentre mi osserva.

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