Cap 37
"Peter"
Sussurrò Tony appena vide la grossa esplosione nel cielo e senza pensarci due volte volò su, facendo lo slalom tra eliche e metalli dell'elicottero che ancora avvolti nelle fiamme stavano precipitando a terra. Provò a localizzare il ragazzo ma con scarsi risultati, la sua vista non era perfetta come quello del suo AI e il vento in faccia dovuto al suo volo quasi alla velocità massima non aiutava, aveva dato il suo casco ad Harley per permettergli di respirare meglio tra il gas nel capannone e per portare lui e sua sorella Kelly al sicuro. Poi iniziò a intravedere i corpi senza vita degli uomini di Beck, uno era riuscito ad indossare il paracadute ma ha perso i sensi prima di poterlo azionare, un altro stava precipitando molto più velocemente e da quello che potè nuotare più della metà del suo corpo era carbonizzata, deve essersi trovato molto vicino al punto d'esplosione . Anche volendo Tony capì che era inutile precipitarsi da loro, non poteva salvarli, avevano già varcato la soglia dell'Ade. Iniziò a guardarsi intorno con sempre più agitazione, il pensiero che anche per il suo s̶t̶a̶g̶i̶s̶t̶a̶ figlio sia troppo tardi gravava su di lui come essere schiacciati da un edificio.
Ma Peter, lui poteva essersi salvato. Ha un resistenza maggiore degli esseri umani, potrebbe essere scappato all'esplosione, con gli spara ragnatele e quelle piccole estensioni per planare lo aiuterebbero a atterrare senza sfracellarsi al suolo
Continuava a ripresi mentalmente per cercare di mantenere una forma di lucidità. Proprio mentre la sua forza d'animo stava per spegnersi, ecco che, a circa una trentina di metri da lui, intravide qualcosa di rosso sopra una vecchia gru che un tempo sollevava vecchie auto in questa vecchia discarica. Subito ordinò alla sua armatura di avvicinarsi
Sarà svenuto? O è precipitato li e ha battuto la testa?
Iniziò a preoccuparsi notando che la tuta rossa sembrava non muoversi. Quando gli fu abbastanza vicino Tony poté giurare di aver sentito i suoi capelli diventare bianchi per lo spavento, mentre tirava un sospiro di sollievo.
Peter era seduto, o meglio quasi sdraiato sul braccio metallico, con la maschera appoggiata sulle ginocchia e visibilmente esausto cercava di riprendere fiato.
"T-tu, come? Stai bene?"
Tony si abbassò al suo fianco, squadrandolo per bene mentre sentiva l'adrenalina accumulata e lo stress calare poco a poco.
Peter lo guardò e non riuscendo a parlare per lo sforzo annuì stancamente.
"Sei sicuro? Del tipo sicuro sicuro? È stata una forte esplosione, non so come sia successo ma non dovresti neanche essere vi-"
"È stato tutto un mio piano"
Lo interruppe Peter con un sussurro di voce. Tony sbatte più volte le palpebre.
"P-puoi ripetere credo di non aver capito bene? Hai fatto esplodere un aereo di proposito sperando di salvarti? O non avevi pensato che poteva essere mortale trovarti li? E poi quando e come hai organizzato questo piano se prima di partire avevamo concordato di agire diversamente?"
Tony lo guardò torvo, allora Peter iniziò a raccontare tutto. Di come mentre viaggiavano sul Quinjet aveva iniziato a pensare ad un modo alternativo al piano di Stark se le cose fossero finite male. Raccontò del nucleo chitauri esplosivo trovato in una strana scatola sul Quinjet mentre (come suggerito da Tony) ebbe il permesso di lanciare qualche ragnatela per allenarsi durante il viaggio, e di come Karen l'avesse aiutato ad attivarlo in modo da farlo esplodere al momento giusto.
"Perciò ecco il piano, ammetto che gran parte l'ho improvvisata sul momento, esplodere con Beck? Non era nel piano originale ma sa, le complicanze, e poi avevano già ucciso la madre di Harley non avrebbero esitato a fare altre vittime dovevo fermarlo. Ma non si preoccupi avevo calcolato i tempi. Sapevo che se mi muovevo in tempo e se riuscivo a saltare nell'istante dell'esplosione sarei riuscito a mettermi in salvo e con le ali del mio costume sarei arrivato abbastanza lontano da essere in sicurezza"
Peter si alzò e così fece anche Tony, che lo guardò con un misto di orgoglio e preoccupazione. Suo figlio era davvero geniale ma un solo piccolo errore poteva costargli caro. Molto caro.
"Perché non me l'hai detto prima di atterare? Potevo aiutarti, calcolare i tempi con più chiarezza e avrei avuto qualcosa come cinque infarti in meno. Sai che mi hai fatto morire di paura ragazzino?"
"Lo so e mi dispiace Sign Tony! Non sa quanto mi dispiace di averla fatta preoccupare. L'ho capito da quando mi ha raggiunto qui, e ho sentito il tuo battito cardiaco. Ma è proprio per questo che non le ho potuto dire nulla prima, altrimenti si sarebbe solo preoccupato di più. Mi dispiace davvero, scusami"
Peter con gli occhi lucidi iniziò quasi a singhiozzare, tutte quelle emozioni, l'essere quasi morto, il sentirsi in colpa per aver mentito al quello che vedeva come suo padre. Tony fermò le parole, e le lacrime del ragazzo stringendolo forte a se. Tenerlo al sicuro tra le sue braccia. Stava aspettando questo da quando aveva iniziato a cercarlo.
"Va bene, tutto bene. Ora sei qui, io sono qui è tutto risolto. Ma fallo di nuovo e ti uccido io"
Rispose aggiungendo un pizzico di ironia alla fine. Restarono abbracciati ancora per qualche minuto, poi Tony lo prese per le spalle e entrambi scesero giù.
Arrivarono al Quinjet, dove grazie a Friday che guidò Harley, riuscì ad arrivare portando anche sua sorella.
Harley, era inginocchiato accanto a Kelly, con il casco di Ironman poggiato tra le ginocchia, non sembrò notare i due avvicinarsi, era troppo occupato a vegliare su sua sorella. Saltò lievemente sul posto quando sentì Tony al suo fianco toccargli la spalla.
"Hey, tutto bene? Come sta tua sorella?"
Domandò soppesando lo sguardo tra i due ragazzi.
"Dalla sua scansione Friday dice che non è in pericolo, il battito e respiro sono abbastanza stabili ma deve aver respirato troppo di quel gas"
"Tranquillo, ora vi porto tutti alla torre, chiederò alla dottoressa Cho di darvi un occhiata. L'importante è che state tutti e tre bene"
Rispose Tony, solo allora Harley notò la presenza di un altra persona poco distante da loro. A primo impatto capì subito che era Spiderman, d'altronde i tipi che li avevano rapiti volevano loro e spiderman per qualche strana ricerca appartenuta al loro padre. Poi guardando meglio realizzò che Spiderman stringeva la sua maschera nel pugno destro e lui stava fissando un volto familiare.
"Peter?" Disse incerto.
"Ciao Harley. So è strano e"
"Lo sapevo!!" Rispose l'altro. "Cioè avevo dei dubbi, non sei proprio un asso ad inventare scuse per il tuo altro 'stage' "
Peter lo guardó sorpreso, si insomma nessuno dei suoi amici si era mai accorto che lui era Spiderman, e alcuni li conosceva da molto più tempo di quanto conoscesse Harley. Si certo c'è stata Michelle, lei l'aveva capito, lei era un caso diverso, lei era la sua MJ. Era diverso.
"Si okay ragazzi portate le chiappe sul jet, parlerete di quanto Peter sia un pessimo bugiardo in viaggio"
Disse Tony con ironia, prese in braccio Kelly e seguito dai ragazzi entrò nel quinjet. Dopo essersi assicurato che le condizioni della ragazza fossero davvero buone come Harley aveva detto, si mise alla guida. I due ragazzi stanchi si sedettero su delle sedute laterali e si riposarono.
Harley iniziò a pensare in silenzio a ciò che aveva appena vissuto, alle informazioni che aveva assimilato e raggiunse delle strane conclusioni, si voltò verso l'amico ma sembrava che stesse dormendo, fisso il costume di Spiderman, ancora incredulo di realizzare che l'amichevole eroe di quartiere sia un ragazzino e che per più lui lo conosceva. Una cosa era sospettare che il tuo amico era un super eroe l'altra era averne la conferma. Notò che il costume sembrava danneggiato dal fuoco, ed era sporto e, a tratti, insanguinato, si preoccupò, poteva essere ferito o dolorante. Ma visto che ne Peter né Tony sembravano preoccuparsi troppo decise di non farlo anche lui. Dopotutto per essere Spiderman farsi qualche acciacco in missione doveva essere di routine.
Guardò ancora sua sorella riposare tranquilla distesa su una specie di brandina e questo sembrò calmarlo ancora di più. Decise di provare anche lui a fare come i suoi fratelli e dormire un po'.
"Tony c'è il riscaldamento su questo coso?" Domandò all'improvviso Peter, rompendo il silenzio del viaggio.
"Si, perché hai freddo ragnetto?"
"Un pochino"
"Non hai il termoregolatore del tuo costume?"
Tony clicco su uno schermo e si collegò a Karen, notando che si il riscaldamento della tuta era già attivo ed era al massimo. "Vuoi che accendo il riscaldamento del quinjet?"
Non attese neanche la risposta e schiacciò il pulsante e pochi secondi dopo l'aria inizió subito a riscaldarsi.
"Grazie"
"Di nulla bimbo ragno. Se hai ancora freddo dovrebbe esserci un piaio di coperte in uno di quei armadietti laggiù"
Harley non riuscendo a prendere sonno e volendo approfittare di Peter che si era svegliato si voltò a parlargli.
"Pete, posso farti una domanda? Come sei diventato.." mimó qualcosa come le mani indicando lui e il costume "Cioè come hai avuto i poteri e tutta la questione Spiderman? Se per te va bene raccontaremelo"
Peter abbozzò un lieve sorriso per fargli capire che a lui andava bene e dopo inizió a raccontare tutto, senza scendere troppo in dettagi lunghi e noiosi.
"Allora in breve, all'inizio credevo di essere stato morso per caso da un ragno geneticamente modificato, poi ho scoperto che non è bastato solo quello ma anche degli espertimenti dei miei genitori fatti quando ero piccolo. Detto così i miei genitori sembrerebbero dei mostri ma all'inizio il loro progetto aveva buone intenzioni, volevano curare delle persone, e cercarono di proteggermi ma c'era questo loro capo che non gli diede scelta. Era davvero pessimo, mio padre ad esempio dovette lasciare i suoi figli nati poco prima di me, per tenerli al sicuro, credeva che era la cosa giusta, poi arrivai io e le altre complicazioni. Quindi a conclusione possiamo dire che Spiderman, io sono il risultato di una ricerca di mio padre"
Rispose cercando di assumere un tono di leggerezza, ma dopotutto neanche lui aveva fatto pace con il suo passato, ma in quel momento cercava di non darlo a vedere.
"Di nostro padre"
Corresse l'altro. Peter lo guardó sbigottito e Harley assunse uno sguardo da mettiti comodo che ora tocca a me raccontare cosa ho sentito da quei pazzi che mi avevano rapito.
Hola
Lo so, è passato un secolo dall'ultimo aggiornamento, mi dispiace.
Non so dirvi se gli aggiornamenti ri-inizierranno con più costanza ma ci proverò.
Come sempre fatemi sapere se questa nuova svolta della storia vi sia piaciuta
~Leo.
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