cap.35

Quando aprì gli occhi, Harley vide la luce che filtrava da quelle finestrelle sbarrate sul soffitto, si guardò intorno in cerca della sorella e della madre. I polsi e le spalle erano indolenzite a causa delle manette e catene che lo legavano ad una colonna di cemento al centro del magazzino in cui erano rinchiusi. Un colpo di tosse fece scattare il suo sguardo a destra, e con la coda dell'occhio la vide.
"Dannata polvere, ma dico sapete fare un rapimento o no? Dovevate pensarci se qualcuno è allergico alla polvere non potete usare come base un magazzino impolverato!!"
Esclamò Kelly, ancora legata ad una vecchia tubatura che correva sul muro, rivolta ad uno degli aggressori.
L'uomo stava comodamente seduto su una poltrona con della birra in mano e guardava una vecchia partita di wrestling su un piccolo e antico televisore, installato da poco dato che era uno dei pochi oggetti in quella stanza a non essere ricoperto di polvere.
"Ah, non mi pagano abbastanza per fare da babysitter a dei mocciosi"
Borbottò fra se e ste l'uomo.
"Kelly! Kelly stai bene?"
Sussurrò Harley alla sorella.
"E secondo te? Siamo in un magazzino con una discutibile compagnia" Disse scoccando uno sguardo all'uomo sulla poltrona che in risposta grugnò e borbottò qualcosa. "Quando mi hai detto che avremmo fatto come nei film che vedevamo da bambini e visitato New York non mi aspettavo di certo di finire in una nuova puntata di C.S.I."
Rispose con il suo solito sarcasmo e ironia, e Harley abbozzo un mezzo sorriso.
"La mamma sta bene? L'hai vista?" Chiese.
"No. Credo l'abbiano portata via"
"Hey voi due! Se non la smettete di blaterare vi squarterò le budella così lentamente che prima che Thanatos vi porti nel regno dei morti avrete modo di vedere ogni vostra singola goccia di sangue toccare il pavimento!" Urlò l'uomo "Per Giove non riesco nemmeno a seguire l'incontro se parlate"
"Cosa hai fatto a nostra madre! Dove l'hai portata?"
Continuò insistente Harley. L'uomo infastidito si alzò.
"Ora mi hai seccato ragazzino, quello che accadrà a tua madre sarà nulla in confronto a ciò che accadrà a te se non chiudi quella boccaccia"
"Lascialo stare!" Gridò Kelly. L'uomo ora puntava un coltello affilato alla gola del ragazzo, ed è in quel momento che la porta si aprì.
"Razza di idiota, sai bene che ci servono vivi, almeno per ora. Uno di questi tre marmocchi è la chiave della ricerca del dottor Keener, o Willow o Parker, o come cavolo ha deciso di chiamarsi quel codardo. "
Era l'altra sequestratice, la donna armata fino ai denti e con lo sguardo raggelante. "Perciò allontana quella lama. Mysterio ha detto che potremmo divertici con loro solo quando avremo finito" continuò avvicinandosi a Harley. "Tu ragazzino ritieniti fortunato per sta volta. Sai secondo i nostri dati forniti dal capo, ci interessano solo i tuoi fratelli, tu sei nato prima della ricerca di tuo padre, ma non vorremmo sbagliarci e uccidere la gallina fortunata. Appena avremo anche l'altro marmocchio sapremo che fine farti fare"
"Vi ho già detto che non ho nessuna relazione con mio padre, a stento me lo ricordo, io, kelly e quell'altro eravamo piccoli, come potremmo averlo aiutato nella ricerca? Ci lasci andare"
La donna anziché reagire con ira o impazienza come il suo collega si accovaciò a livello di Harley e con tono calmo e deciso gli sussurrò all'orecchio.
"Anche i topi sono esseri molto piccoli eppure sono elementi essenziali nella sperimentazione"
E li in quel momento Harley capì, cavie. Il loro padre aveva usato uno di loro come cavia.
I due sequestratori si allontanarono e iniziarono a parlare tra loro, ma erano troppo distanti per essere sentiti da Harley o Kelly.
"Ancora non capisco, sappiamo che quello che cerchiamo è il tipo ragno, dai è ovvio che c'è una mutazione, perchè non possiamo uccidere quest'altri due? Dai così ci divertiamo un po'. "
Disse l'uomo.
"Ah, Barney. Quante volte devo ripeterlo!? Quel bastardo aveva piani C per ogni piano B, non possiamo lasciare nulla al caso, magari gli altri suoi figli hanno un ramo diverso o un gene inattivo, non possiamo permettere che vadano sprecati; dopotutto a Spiderman è servito il morso di un ragno, sarebbe morto altrimenti"

"Pete mangia con più calma o ti farai venire qualcosa"
Lo rimproverò Tony quando Peter era già a metà del suo secondo cheeseburger in neanche dieci minuti.
"Si ma sa, super metabolismo e un edificio in fiamme fanno venire fame"
Rispose prendendo un'altra patatina dalla confezione. Erano seduti ad un tavolo di un Burger King, non era ancora l'ora di cena perciò il locale non era molto affollato. Tony non era molto affamato prese solo un cheeseburger e aspettò fino a quando Peter non fisse lo spazio nel suo stomaco.
"UH dopo prendiamo anche il gelato?"
Tony fissò sbigottito il ragazzo. "Non credi che faccia contrasto con i due cheeseburger?" Ma Peter lo fissò con insistenza, fin quando Tony non sospirò, cedendo al suo sguardo .
"Ah Pepper già mi ucciderebbe se scopre che ti ho portato qui prima di cena. Va bene, solo per oggi però spiderboy"
"Yuppy!" Esclamò alzando le braccia con ancora il panino in mano.
"Allora Pete?!"
"Allora cosa?"
"Puoi spiegare cosa è successo di preciso? No perché io ricordo di averti lasciato dal tuo amico non in un palazzo in fiamme." Si tolse gli occhiali da sole e fisso il ragazzo.
"Di Harley hai qualche notizia?" Rispose con ancora la bocca piena.
"A. Non provare a cambiare argomento ragazzino. B. Sai benissimo che sua sorella e sua madre sono in città, starà con loro da qualche parte. Dunque riprendendo il discorso di..." Prima che Tony potesse continuare fu di nuovo interrotto da Peter.
"Si ma è strano, oggi doveva passare a scuola per scontare una punizione, sa per via di quella storia con Flash. MJ, lei qualche volta passa in quell' aula per disegnare, e mi ha detto che lui non c'era. Sarà il senso di ragno o l'adrenalina residua dall'incendio del palazzo, ma sento che c'è qualcosa di strano"
Peter continuava a fissare Tony, il suo sguardo era veramente preoccupato. Così serio da iniziare a far preoccupare anche Tony
"Va bene ragazzino, mi hai convinto. Se deliri così sarà meglio fare due ricerche. Ma vedrai che probabilmente starà in qualche teatro o ristorante con la famiglia. Passeremo nel laboratorio alla torre così aggiustiamo anche la tua tuta"
<...>
Avenger's tower
Peter e Tony iniziarono a lavorare al costume di Spider-Man. Tony alzò la tuta e la esaminò a fondo.
"Certo che l'hai proprio disintegrata. La prossima volta dovrò farla ignifuga. Tu al momento occupati degli sparagnatele e del resto mentre io sistemo l'AI, come, come l'avevi chiamata?! Karen giusto?"
"Si Karen, come la moglie di Plankton"
Rispose smontando con un cacciavite il pannello di uno degli sparagnatele. Tony alzò gli occhi al cielo "Quello del cartone? Ma certo, ovviamente." disse scotendo la testa. "Harley l'hai chiamato? ti ha risposto?"
"No, ho già lasciato due messaggi in segreteria e se.."
"Vedrai starà bene ti richiame-.." proprio in quel momento squillò il telefono, non quello di Peter bensì di Tony.
Il miliardario lesse il nome sul display
Harley
"Visto che ti dicevo ragazzo." Mostrò il telefono a Peter poi rispose. "Oh eccoti Harley, tutto okay? Qui iniziavano a darti disperso..." Il tono ironico e il sorrisetto scomparvero dal suo viso appena sentí la voce dall'altro capo del telefono. Non era quella di Harley, era quella di un uomo. Un uomo che lui aveva riconosciuto, quel suo ex dipendente, Quentin Beck. "Cosa vuoi?" Rispose con sdegno. I sensi di Peter notarono il brusco cambiamento d'umore del signor Stark portando l'attenzione del ragazzo al telefono.
"Signor Stark?!" Chiamò l'attenzione del suo mentore, senza ottenere risultati, la conversione tra Tony e il telefono era diventata più accesa. Il signor Stark iniziò a camminare nervosamente per il laboratorio, prestando però attenzione a cosa rispondere per evitare che il ragazzo che lo fissava con due occhi a calamita potesse preoccuparsi eccessivamente.

A chiamata terminata Tony lasciò andare il suo telefono sulla scrivania e fece un lungo respiro, cavolo gli era sembrato di stare in apnea per tutta la chiamata. Doveva rilassarsi e tenere la calma. Uno, due, al terzo respiro il suo battito cardiaco sembrava essersi stabilizzato. "Tony va tutto bene? È successo qualcosa?" Chiese Peter lasciando ciò che aveva in mano e si avvicinò.
"Tranquillo Spider-boy. Solo un problema tecnico, strada dissestata e le ruote dell'auto della madre di Harley hanno forato" Che grande stronzata pensò, poteva trovare una scusa migliore. "Devo ricordarti che ho dei sensi potenziati?! Posso sentire il battito cardiaco se mi concentro abbastanza e... Beh tu sembravi molto agitato..." Rispose prontamente.
"Oh ovvio che mi agito se un ragazzino inizia una chiamata con un 'oddio signore è successo qualcosa'. Drammatizzare è un arte di voi giovani" Continuò la sua farsa, apparendo solo meno credibile agli occhi di Peter.
"Di solito io chiamo un carroattrezzi o un meccanico se mi si rompe l'auto non.." Peter iniziò a supporre guardandolo fisso negli occhi.
"Di solito? Tu non guidi Pete!" lo interruppe. "Senti, non so perché non l'ha chiamato, ma a questo punto meglio andare. Friday hai preso la posizione vero?!"
"Certamente capo, posizione crittografata in invio"
"Bene ora vado a prenderli, tu resta qui. Pepper e Morgan dovrebbero tornare a momenti, solo non fare saltare in aria il laboratorio, okay?!" Tony era prossimo ad uscire dal laboratorio quando Peter lo fermò "Signor Stark! Avevi detto che potevo fidarmi di te giusto? E che non mi avresti mentito. A me questa storia sembra una grossa stronzata. Dimmi la verità, chi era al telefono? Non era Harley giusto?!" Peter lo fissò con una serietà nello sguardo che Tony a momenti si dimenticò di star parlando con un sedicenne. "Okay,hai ragione, non è successo niente all'auto. Ma me ne occupo io. Beck è uno dei miei fantasmi, non tuoi. Tu...tu solo. Resta qui, alla torre, al sicuro"
"Aspetti Beck è quel tipo dell'altra volta? Quel Mysterio? Quello che giocato con la MIA mente?! Che ci faceva lì con Haley? Perché aveva il suo telefono? E perché ha chiamato te? Io devo..."
"Devi restarne fuori! Ti prego." Tony lo fissò angosciato, sperando che Peter facesse la giusta scelta di restare in panchina. "Io...non posso!" Rispose, e dei flash balenarono nella testa di Peter, ricordi, conversazioni con May. "Tony, è successo qualcosa di grosso, lo percepisco. Non posso restare fermo se posso aiutare, io devo aiutare. Una delle cose che mi ripetevano zio Ben e M-ma...zia May era che da grandi poteri derivano grandi responsabilità." Gli occhi di Peter si fecero umidi al ricordo di May e di Ben, dovette trattenere anche qualche singhiozzo "Capisci perché non posso restare qui e lasciare che tu vada da solo?!"
"Va bene" Tony sospirò debolmente socchiudendo gli occhi e odiando se stesso per ciò che stava per dire. "Finisci di rimontare quegli sparagnatele e prepara del fluido ragnatela in più, io vado a recuperare una delle tue tute" Concluse uscendo dal laboratorio diretto al magazzino a prendere una delle prime tutte che aveva realizzato per Peter, certo la versione era un po' meno recente di quella attuale, ma era intatta e in perfetta forma a differenza di quella mezza carbonizzata nel laboratorio. Nei corridoi si scontrò con Pepper e Morgan da poco rientrate. "Papà!" Esclamò la piccolina saltandogli in contro. Tony la prese in braccio cercando di mascherare la preoccupazione che stava crescendo da quando aveva acconsentito a Peter di venire. "Hey tesoro" Si rivolese dolce alla figlia lasciandole un bacio sulla tempia.
"Tony, qualcosa non va?" Disse Pepper, riusciva a leggere le emozioni del marito meglio di Tony stesso. "Maguna, sai Pete ti aspetta in laboratorio. Ti va di raggiungerlo?" Disse Tony posando la figlia, che annuì e corse lungo i corridoi, poi fece segno a Pepper di seguirlo in soggiorno.

"E così ti ha chiamato!?" Esclamò Pepper ancora scossa dal racconto di Tony. "Si, non ha specificato molto i suoi piani, ma ha detto di avere Harley e la sorella. Vuole che gli consegni Spiderman. Non so quanto sappia sul suo passato ma dato che ha hackerato i server, posso dedurre che..." Tony continuò ancora nervosamente davanti al divano. Su e giù. "Che sa abbastanza cose da essere pericoloso. Soprattutto se ha collegato Peter a Spiderman e alle ricerche di quei file di suo padre. Giusto?!" Continuò Pepper.
"Esattamente, ha minacciato di rivelare l'identità di Spider-Man se l'avessi imbrogliato. E ciò significa che i cattivi che vorranno Peter aumenteranno in modo esponenziale. Senza contare quello che ha minacciato di fare a Harley. Io...ho provato a tenere fuori Peter, ma quel ragazzo..." Si lasciò andare sul divano, scuotendo leggermente la testa tra i suoi palmi.
"Ti avrebbe seguito lo stesso. Con o senza il tuo permesso" Gli disse Pepper con tono di conforto. "Almeno in questo modo puoi tenerlo d'occhio" Lo abbracciò e Tony la strinse a sé.
"Sto facendo esattamente quello che mi ha chiesto, gli sto consegnando Peter su un vassoio d'argento, o su un'armatura d'oro e titanio se vogliamo restare in tema. Quanto vorrei avere una spia russa in questo momento, o anche un ghiacciolo del secolo scorso mi andrebbe bene."
"Possiamo escogitare un piano e far tornare la situazione a nostro favore" pepper prese il volto del marito tra le mani. "Insieme troveremo una soluzione, Tony" gli disse con determinazione e sicurezza.


Holaa!!

Dopo mooooltissimo tempo ecco qui un altro capito. Ditemi se vi è piaciuto e cosa ne pensate della storia.
Ci vediamo al prossimo capitolo

~Leo

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