cap.31
Tony portò Morgan a letto, sistemò le coperte e mise a posto il caschetto di Ironman della figlia.
"Ti amo tremila" Sussurrò dopo averle dato un bacio.
Uscendo Tony notò una luce uscente dalla porta semi socchiusa di Peter, perciò decise di entrare.
"Hey Kid, ancora sveglio?"
Peter dopo una rapida doccia era già in pigiama e stava sistemando alcune cose sulla scrivania, continuando ad ignorare l'adulto appena entrato.
"Suppongo, che sei ancora arrabbiato con me" Aggiunse Ironman.
"Lei continua a tenermi segreti e dirmi bugie, come potrei ancora fidarmi"
Rispose il ragazzo continuando a stare di spalle a fingere di sistemare. Tony abbassò lo sguardo, la sua espressione mutò, si fece scura e la delusione si mostrò. Non era deluso del ragazzo, ma di se stesso, per non aver agito prima e aver ferito il suo bimbo ragno. La sua delusione era perfino maggiore di quando Peter combinò quel pasticcio con il traghetto.
"Anche tu se non sbaglio non mi dici sempre la verità. Ad esempio, non mi hai detto che ti è crollato un edificio addosso quando hai 'salvato' il mio aereo."
Peter scattò con lo sguardo verso il suo mentore, fissandolo con rabbia e delusione. Non era la stessa cosa, e entrambi lo sapevano. Ed eccolo lì il momento che Tony non voleva affrontare, il dover sostenere quello sguardo del ragazzo su di se.
"Okay, hai ragione, non è la stessa cosa. Vuoi sapere la verità? Va bene ti dirò la verità"
Disse rassegnato. Tony non era per niente sicuro che il momento fosse quello perfetto, ma se voleva riavere la sua fiducia doveva iniziare a dissotterrare tutte quelle ricerche e dati ottenuti dallo S.H.I.E.L.D. su Peter.
"Si, voglio sapere tutto. Credo di averne diritto no!?"
"D'accordo. Vieni qui, ci metteremo un po'. "
Tony fece gesto a Peter di sedersi con lui sul letto.
'Mi odierai dopo questo' Pensò Tony.
"Quel tipo, Misterio, mi ha fatto vedere delle cose sui miei genitori, per convincermi a seguirlo, dicendo che tu lo sapevi già. Perché non..."
Iniziò Peter, ma fu interrotto da Tony.
"Lascia parlare me. Non so quella specie di illusionista cosa ti abbia detto, non so neanche se sia la verità, ma quel tipo aveva rubato alcuni dati dai miei server, dati su di te e i tuoi genitori. Quindi prima di iniziare non dare per vero tutto ciò che hai visto in quella 'visione', ma a ciò che ti dirò. E ti giuro ti dirò la vera verità."
Disse guardandolo dritto negli occhi. L'idea che quell'ampolla per pesci verde possa aver mentito a Peter per fagli dubitare di lui gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Fece un respiro e con voce lenta e bassa iniziò a raccontare quella verità.
"I tuoi genitori erano degli scienziati, volevano trovare una cura per le malattie genetiche. Circa due anni prima che tu nascessi ci fu un grande congresso a Berna, in svizzera, mi trovavo anche io lì. Portarono la loro teoria sul mutare i componenti genetici, suscitarono l'attenzione di alcuni finanziatori. Io mi occupavo ancora di armi e innovazioni belliche, non prestai molta attenzione ma ci fu un'azienda che gli diede un finanziamento e iniziarono le ricerche. All'inizio funzionava, ma il loro finanziatore voleva di più, sfruttare quella ricerca non solo per curare mutazioni genetiche, ma anche per crearle di nuove che potenziassero l'uomo, una sorta di mutanti con capacità speciali, un po' come te. Tuo padre non si accorse subito delle vere intenzioni del suo capo, lui era troppo preso dal voler trovare e ultimare la sua ricerca, tuo padre era così entusiasta che lasciò la sua famiglia, cambiò nome per non essere rintracciato dalla sua famiglia o viceversa che qualcuno possa arrivare a loro, poi cambiò città e si trasferì con la sua collega, ovvero tua madre, era così preso che decise di avere te per testare su un essere umano i frutti del suo lavoro. Tutto sembrava funzionare, ma col tempo il loro capo si rivelò essere meschino e molto potente, quando i tuoi genitori se ne accorsero, purtroppo, non potevano più tirarsi fuori, dovevano concludere con la sperimentazione. Si misero anche in contatto con una mia vecchia conoscenza, una specie di botanica, che stava sperimentando Exstremis, qualcosa di simile a ciò che volevano fare i tuoi genitori, ma non ebbero poi molti successi insieme, così cessarono la collaborazione e continuarono ognuno per le proprie strade. Il finanziatore iniziò ad essere più esigente mettendo te in pericolo, così i tuoi genitori cercarono di proteggerti scappando, tu eri troppo piccolo per poter ricordare. Ti lasciarono dai tuoi zii e sei stato al sicuro, per i tuoi genitori invece, non ebbero questa fortuna, lui li trovò e visto che erano diventati una minaccia per la sua compagnia li eliminò, inscenando quel incidente d'auto per coprire il tutto"
Tony finì il suo lungo monologo e alzò di nuovo la testa verso il ragazzo.
E per una volta aveva gli detto tutta la verità
Peter lo guardava, con gli occhi lucidi in preda ad un tumulto di sentimenti. Il miliardario lo abbracciò.
"Lei come lo ha scoperto?" Chiese Peter rimanendo tra le braccia di Tony.
"Quando ci siamo incontrati dopo che sei diventato Spiderman. Volevo capire da dove quei tuoi poteri siano saltati fuori. Quel ragno che ti ha morso alla Oscorp credo sia stato modificato con le ricerche di tuo padre. Il processo di mutazione su quel ragno o su qualunque altro essere vivente impiega qualche anno per svilupparsi a pieno, su di te è avvenuto così in fretta per via di tutti quei esperimenti che ti hanno fat-"
"Dove viveva mio padre prima di tutto questo? Lei ha detto che ha cambiato nome e città"
Disse Peter interrompendolo, staccandosi dall'abbraccio per guardarlo meglio e comunicagli con lo sguardo che non accettava un no come risposta.
"In una cittadina del Tennessee"
"E la sua famiglia? Aveva dei figli?"
"Si aveva due figli. Ora però è tardi Pete devi dormire, ma ti prometto che se mai li dovessi trovare farò di tutto per farvi incontrare"
-oppure l'ho già fatto- Aggiunse nella sua testa.
Concluse Ironman alzandosi dal letto intento a uscire dalla stanza.
"Grazie per avermi detto tutto Signor Stark"
Tony si fermò sull'uscio della porta.
"Hey, pensavo di esserci accordati sul chiamarmi Tony. Notte Spidey"
Rispose sorridendo poi chiuse la porta alle sue spalle
La mattina dopo Peter si alzò svegliato dall'ennesima sveglia posticipata di quella mattina. Si alzò stropicciandosi la faccia e si incamminò verso la cucina. Nel corridoio incontrò Morgan, anche lei svegliata da poco.
"Buongiorno fratellone" Disse con un enorme sorriso.
"Buongiorno dormigliona" Rispose prendendo in braccio la bambina, abbracciandola.
"Senti chi parla, anche tu ti sei appena alzato"
I due dopo l'ennesimo richiamo di Friday scesero per la colazione.
Nella torre benché erano solo le sette e quarantacinque tutti gli inquilini erano già svegli.
Wanda era sul divano con accanto a lei Visione e leggeva un libro per rilassarsi prima di partire in missione. Clint era in armeria a preparare le frecce e i caricatori delle pistole per Nat. Steve e Sam in palestra avevano appena concluso un breve allenamento. Gli altri erano introno al tavolo a consumare la colazione.
"Quasi credevo di dover chiamare una ditta traslochi per farvi scendere dal letto"
Disse Tony bevendo il suo caffè, appena vide i due ragazzi prendere posto.
"Ecco questa è per te signore dei ragni." Esordì Thor posando davanti al posto di Peter una bottiglia piena di birra. Tony si voltò di scatto e quasi si strozzò col caffè.
"Thor!"
"Che c'è? Dopo le sue gesta di ieri sera si merita di..."
"Ha sedici anni!!" Lo bloccò Tony. La testa di Peter faceva come un flipper, muovendosi dallo sguardo di Tony a quello di Thor e viceversa, mentre Natasha dall'altro lato del tavolo sorrideva divertita mentre beveva il suo cappuccino. Thor alla risposta di Tony posò un'altra birra sul tavolo.
"Deve crescere" Rispose come giustificazione al suo gesto.
"Thor, i ragazzini terrestri non sono come gli Asgardiani" Cercò di intervenire Bruce.
"Non ricordavo così la mitologia nordica al liceo" Si aggiunse Rhoodey.
"D'accordo, le berrò io allora" Rispose il Dio prendendo le due bottiglie per poi berle in pochi sorsi qualche minuto dopo.
"Tieni tesoro" Disse Pepper portando della vera colazione per Peter e Morgan.
"Ricordatemi in futuro di non lasciarvi con lo zio Thor" Sussurrò Tony con sarcasmo a Morgan, mentre posava delle brioche nel piatto della figlia.
Gli avengers si goderono il loro momento di relax e di calma ancora per poco.
"Avenger, é ora di partire!"
Annunciò Steve Rogers entrando nella sala, dopodiché i diretti interessati si prepararono per partire per la loro missione impegnativa.
"Mi raccomando ragnetto, fai impazzire il più possibile Tony. È la tua personale missione"
Disse Nat nell'orecchio di Peter, per poi salutarlo con un abbraccio.
Il quinjet con gli Avengers si alzò in volo, nel frattempo Peter si preparò per andare a scuola accompagnato da Happy.
La scuola era come al solito monotona. Ogni giorno identico a quello precedente e così pure il successivo. Peter camminò con calma nei corridoi dirigendosi verso il corso di geografia. Si sedette nel primo banco piú in disparte che vide. Non aveva per niente voglia di fare cinque ore di lezione, più quelle per i corsi dopo scuola. Guardò un punto non specificato sul pavimento sperando che quell'ora passasse il più in fretta possibile.
Non ascoltò nessuna parola detta dal professore o da qualche suo compagno, ma del resto non gli importava, si trovava lì solo perché se avesse detto a Tony di non sentirsi di andare a scuola, dopo avrebbero parlato e l'ultima cosa che voleva ora Peter era parlare di quello che era successo nei giorni precedenti.
Al suono della campanella si rianimò scattando fuori dalla classe, per poi camminare con passo felpato per i corridoi, ascoltando distrattamente le conversazioni degli altri ragazzi. Alcuni parlavano di Spiderman e della rapina in banca che aveva fermato, altri discutevano dell'annuario, altri ancora dell'imminente festa di primavera organizzata dai senior.
Poi Peter si scontrò contro uno studente
"Hey sfigato. Come mai quella faccia?"
"Ciao MJ"
Rispose con un lieve sorriso.
"Vedrai che Ned si rimetterà subito. Non devi preoccuparti. Sei stato veramente grande l'altra notte, tua zia ne sarebbe veramente orgogliosa. Così come anche Ben e i tuoi genitori"
Continuò la ragazza abbracciandolo poggiando la sua testa sulla spalla del suo ragazzo.
"Grazie MJ. Lo sai che vero che senza di te sarei perso"
Rispose Peter baciandola.
"Lo so bene, non saresti nemmeno capace di trovare il bagno della scuola. Hanno messo una nuova macchinetta di frappè in caffetteria, ti va di assediarla per risollevare il morale?"
Propose Michelle, notando l'aria spenta del suo fidanzato, e come previsto il suo piccolo piano funziona sempre alla perfezione.
"Certo, andiamo"
Rispose sorridendola e poggiando un braccio sulla sua spalla i due si incamminarono verso la caffetteria prima dell'inizio della prossima lezione.
"Ehm scusatemi"
Disse una ragazza fermandoli. La ragazza era di poco più bassa di Peter con due occhi di un castano chiaro e i capelli che ricadevano lunghi di un colore biondo ramato.
-Deve essere nuova-
Pensò Peter, di sicuro una ragazza così se la ricorderebbe. La fissò intensamente, aveva un aria familiare, ma ancora non capiva cosa potesse essere. La guardò così profondamente da fare quasi ingelosire MJ
"Ciao, scusatemi se vi ho disturbato, non sono una studentessa di questa scuola. Sto cercando mio fratello. Si chiama Harley keener è un nuovo studente. Per caso voi sapete dove posso trovarlo?" Disse rivolta ad entrambi, ma a risponderle fu solo MJ.
"Si, lo conosciamo, e così tu sei la sorella di Harley!?! Sei di passaggio? So che Harley è qui per uno stage annuale"
"Si, sono Ketheline, sono arrivata ieri con mia madre e gli abbiamo fatto questa sorpresa, lui non sa che ora sono qui, ma visto che tra un paio di giorni dovremo ripartire mia madre ha acconsentito per trascorrere insieme questa mattinata, perciò eccomi qui! Doppia sorpresa!"
Disse la ragazza entusiasta.
"Ora Harley se non sbaglio ha calcolo. Al secondo piano, terza porta sul corridoio a destra" Continuò MJ.
"Okay, grazie mille per la disponibilità"
Ringrazio Kelly sorridendola MJ rispose anche lei con un sorriso. Mentre la ragazza si allontanava MJ lanciò uno sguardo infuocato a Peter.
"Che c'è?" Chiese il ragazzo
"Guardala ancora così e sei un ragno morto"
Rispose con un sorriso malefico, per poi riprendere a camminare verso la caffetteria.
"Aspetta, mi stai dicendo che sei gelosa?"
Disse Peter divertito, era raro che MJ mostrasse sentimenti di gelosia, e Peter semplicemente adorava quei momenti.
"Uhm, forse, si. Un po'. Perciò non rifarlo più"
Lo avvertì.
"Tranquilla, i miei otto occhi da ragno sono solo per te"
¡Hola!
Vi è piaciuto il capitolo?
Scusate per la lunghissima attesa 😬 spero che il capitolo vi sia piaciuto, e vi ringrazio per il supporto e i commenti che mostrate ♥️
I love you 3000.
~Leo.
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