cap.14
Nonostante il termometro mostrava una temperatura più che piacevole per una giornata all'aerea aperta Peter in quella chiesa modesta di pietra e marmo percepiva solo il freddo più intenso, uno di quelli che si insidiano fin dentro le ossa; poteva anche trovarsi nella cripta del conte Dracula senza avvertirne la differenza.
Lui era seduto lì al primo banco di legno d'acero importato, accanto a lui c'erano Ned e MJ ai lati e sulla destra il signor Stark.
Il sacerdote continuava il suo sermone, parole su parole che volavano nell'aria come leggere piume, non sarebbero bastate solo semplici e umili parole per riordinare tutto quel caos, non potevano colmare il vuoto lasciato da una persona così importante per l'arrampica-muri, qualsiasi cosa lui facesse era vana. May, una donna con una vita da riscattare dopo la morte del suo amato marito aveva deciso di sacrificare quell'opportunità per salvare suo nipote.
Nipote di cui lei era ogni giorno più fiera, il ragazzo che aveva cresciuto come un suo figlio aveva messo in pratica tutti i buoni insegnamenti del caro zio Ben.
-Da grandi poteri derivano grandi responsabilità-
E Peter aveva abbracciato in pieno quelle responsabilità, aveva dei poteri che lo facevano sentire forte e utile, decisamente non uno scarto, perciò si impegnava di fare il suo compito al meglio, ogni volta che indossava quel costume doveva esserne all'altezza.
La morte di sua zia però, fu un duro colpo, uno di quelli in cui è difficile rialzarsi. Un altro pilastro del suo edificio era crollato e nonostante ne erano sorti degli altri nuovi faticava a reggersi in piedi sulle proprie fondamenta. Peter temeva che prima o poi quel palazzo sarebbe caduto, e avrebbe fatto più male del crollo di un edificio reale.
Passò poco più di un'ora quando l'azione si spostò fuori. Il cimitero distava a circa quindici minuti dalla chiesa e gli invitati iniziarono a camminare con passo lento verso l'uscita aspettando che anche Peter uscisse dalla chiesa per dirigersi poi al cimitero per dare l'ultimissimo saluto a May Parker.
La chiesa quindi si svuotò e con un passo delicato entrarono coloro che erano addetti a prendere la bara. Tony si avvicinò a Peter, rimasto fermo accanto a quella 'cassa' nera scuro, poggiò lievemente una mano sulla spalla del ragazzo, quel gesto lo risvegliò Peter da quella sua piccola trans in cui era caduto, vagheggiando su vecchi ricordi. Ironman strinse la presa, avvicinando il ragazzo a se per dargli forza e insieme uscirono dalla chiesa.
Fuori da essa gli amici e familiari di Peter si avvinarono per dargli sostegno. C'era chi lo abbracciava e dava qualche parola di conforto, e chi intratteneva veri e propri soliloqui ricordando la vita di May e sostenere Peter ripetendo più volte quanto lui fosse forte e che May sarebbe fiera di lui, quasi tutti si domandavano la sorte di quel povero ragazzo rimasto nuovamente orfano, si guardavano in giro ma non vedevano nessuno che potesse assomigliare ad un assistente sociale, avevano invece notato la presenza di Tony Stark, sapevano che il ragazzo aveva uno Stage con le Stark industries ma si sarebbero mai aspettati che il miliardario si prendesse la briga di organizzare il funerale della zia, e nel cuore di alcuni, scettici di credere a quanto il signor Stark fosse cambiato, e conoscendo il dono di Peter temevano che il tenero ragazzo venisse risucchiato e consumato dall'uomo di ferro. Molti poi si domandavano come mai gli Avengers al completo si trovarono al funerale di una semplice donna del Queens; probabilmente erano venuti a darle un omaggio dato il lavoro di beneficenza di cui May si occupava anche in collaborazione con Spiderman. Ovviamente gli amici della donna non sapevano la verità sulla sua morte, la versione ufficiale che gli fu raccontata era quella di un terribile incidente, un caso di furto con scasso, solito in quel quartiere, finito male, e il criminale artefice di ciò fu poi trovato e arrestato. Molti credettero a questa versione, anche se i vicini rimasero scettici sulla versione della morte di May Parker, in primis poichè nessuno di loro si ricordava di aver udito rumori molesti o visto segni di infrazione provenienti dal 12B, e gli inquilini del dodicesimo piano avevano poi notato che da quasi un giorno avvenivano strani movimenti intorno all'appartamento. Infatti dopo il ritrovamento della donna e aver portato Peter al sicuro all'Avengers's Tower, il signor Stark aveva acquistato l'appartamento e un equipe dei migliori ricercatori della sua azienda e dello S.H.I.E.L.D. avevano fatto irruzione per esaminare il luogo. Tony per aiutare Peter voleva sapere con esattezza cosa fosse accaduto, mentre Nick Fury era più interessato alla parte tecnica-scientifica e capire come quel mostro possa aver creato un portale multidimensionale.
Peter poi seguì Tony nell'auto guidata da Happy e si diressero al cimitero seguiti dagli altri.
Si ritrovarono in circolo introno ad una fossa nel terreno. Gli amici stretti di May, a turno, parlarono dando alla donna il loro ultimo saluto, alcuni citarono parti dei racconti preferiti della donna, che in qualche modo la descrivevano, Margaret, una sua collega e quasi come una sorella, intonò la canzone preferita. Un classico degli anni 90 con cui Ben aveva chiesto la mano a May dopo aver ballato su quelle note in un ristorantino italiano, che la coppia frequentava spesso. Poi fu il turno di Peter, i suoi due migliori amici si strinsero intorno a lui, Tony gli posò nuovamente una mano sulla spalla. Il ragazzo fece un respiro e provò a parlare.
Tentennando riuscì a dire solo cinque parole prima di crollare, si bloccò e le parole furono rimpiazzate dalle lacrime, allora intervenne Ned, raccontando alcuni aneddoti e episodi diverti per far tornare il suo amico sereno.
"Peter è come un fratello per me." Iniziò a dire cercando lo sguardo dell'amico. "Perciò si può dire che May era quasi come mia zia, ricordo ancora quelle vacanze a Joyword., ricordi Pete!?" Continuò abbozzando un leggero sorriso amaro, poi guardò negli occhi arrossati e gonfi di Peter.
"Si" Rispose l'eroe con un filo di voce e abbozzò anche lui un sorriso.
"Già, fu indimenticabile, soprattutto la parte in cui volevamo provare la Godtherg." Alzò lo sguardo osservando tutti presenti pronto a continuare la sua storia. "Erano le uniche montagne russe che non potevamo fare, erano per i ragazzi grandi e noi avevamo appena 13 anni, ma ci volevamo andare a tutti i costi, May riuscì a farci salire. Ci diede delle solette spesse da mettere nelle scarpe per sembrare più alti e superare il limite di altezza, lei però non se la sentiva di mandarci da soli e anche sapendo il suo odio storico per le montagne russe lei salì con noi.
Noi eravamo troppo piccoli per quell'attrazione, infatti ricordo che alla prima curva stavamo rischiando di scivolare via. May ci tenne poi il polso per tutta la durata della corsa. Appena mettemmo piede a terra ci disse ridendo:-Vi è piaciuto? Bene perchè ci ritornerete tra due anni quando sarete grandi da non volare giù- Dopo ci portò su quel bruco verde, sapete quella giostra che gira sempre su se stessa intorno alle mele dove anche una lumaca era più veloce e ci comprò quasi un chilo di zucchero filato"
Ned si fermò prendendosi una pausa, l'ambiente sfociò in una leggere risata complessiva, perchè in quel piccolo e infantile ricordo era sintetizzato il carattere buono e audace di May.
"May è una donna eccezionale, ha sempre fatto di tutto affinché gli altri fossero felici, anche fare cose assurde come comprare un chilo di caramelle"
Concluse Ned trattenendo un singhiozzo.
Qualche minuto più tardi la funzione volse al termine e gli ospiti si fermarono da Peter per salutarlo prima di andare. Ned e MJ salutarono Peter con un caloroso abbraccio e insieme organizzarono di uscire, quella sera se Peter se la sentiva, altrimenti avrebbero spostato al giorno dopo. Margaret fu tra le ultime ad andarsene e dopo aver posato dei fiori sulla lapide si avvicinò a Peter.
"Tesoro, come ti senti?"
Domandò preoccupata, ma senza aspettarsi una vera risposta dal ragazzo.
"So che è un argomento delicato al momento. Sai già dove e con chi andare a vivere?"
Chiese gentilmente, in pena per il giovane Peter a cui la vita ha mostrato solo il suo lato peggiore.
Peter la guardò negli occhi poi si volse a guardare il Signor Stark che stava in disparte con gli altri Avenger, ad aspettare il momento per avvicinarsi a Peter senza dare nell'occhio.
"Si" Rispose con sicurezza tornando con lo sguardo sulla donna.
Margaret aveva seguito con lo sguardo i movimenti di Peter e sorrise sollevata all'affermazione del ragazzo, evidentemente May deve averle confessato un paio di segreti.
"Va bene, passami a trovare quando vuoi, casa mia è sempre aperta per te." Rispose e poi si avvicinò per abbracciare Peter e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. "Prometti di stare attento, d'accordo Spiderboy!?"
Disse facendogli l'occhiolino, Peter resto sorpreso, lei sapeva il suo segreto?
"Lo sono sempre" Rispose con sarcasmo e un sorriso alla donna.
Appena Margaret si allontanò si avvicinò a Peter la signora Patterson, una vicina. Una signora col fumo negli occhi perennemente, da quando quarant'anni prima fu mollata sull'altare cambiò completamente, vedeva la malizia in ogni cosa, sopratutto se si trattava di un uomo, ma con Peter lei sembrava diversa, lui era l'unica persona di genere maschile che lei non odiava, forse era per i suoi modi troppo gentili, o il sorriso perenne sul volto di Peter.
La signora Patterson aveva assistito alla scena di poco prima e aveva analizzato con fare critico e sospetto ogni secondo di quella giornata, lei era una di quelli che non credeva alla storia della rapina finita male.
"Peter sta attento. Non fidarti di quel Stark. Lui è un uomo meschino, ignobile. Lo sai come lo chiamano no!? Genio Miliardario Playboy Filantropo. Tra queste diciture la voce 'padre di famiglia perfetto' non c'è, è un bambinone alcolizzato Pete. Ti rovinerà. Sei un ragazzo geniale non lasciare che lui sfrutti il tuo potenziale per i suoi loschi fini e le sue armi da guerra, un uomo che cerca la pace non costruisce macchine da guerra."
Peter la guardava confuso, e totalmente in disaccordo, lui sapeva chi era il vero Tony Stark.
"Non è in grato di prendersi cura di se stesso figuriamoci di un ragaz"
Fu interrotta da una voce che si era avvicinata appena aveva capito la piega che quel discorso stava prendendo e visto che Peter non ne sopportava più.
"Veramente signora, non so se nella sua reclusione mentale le sia giunta questa voce. Ma ho risolto i miei problemi con l'alcol anni fa e sono già padre da, uhm, circa sei anni. Inoltre di loschi affari non ne ho mai fatti e mai ne farò. Poi c'era un altro punto....ah si, giusto, ho chiuso il settore armi delle Star industries da quanto!? Dieci? Dodici anni?"
Disse Tony Stark sistemandosi tra i due inerlecutori.
"Lei non è in grado nè degno di crescere Peter e rovinarlo così. Voi uomini siete tutti uguali, nessuno deve toccare quest'angoletto."
"Oh tranquilla, Peter verrà affidato ad una nuova famiglia" Rispose con tranquillità causando uno sguardo preoccupato e confuso di Peter. "E comunque faccia un favore a tutti, solo perchè ogni sua relazione sia stato un totale fallimento non rovini la giornata di tutto il resto del mondo"
Continuò con ironia e con quell'aria superba che fece infuriare la donna, Tony temendo come potesse evolversi quella situazione fece un cenno e subito Steve e Thor si avvicinarono chiedendole gentilmente di andare ma mentre si allontanava scortata ai lati dai due Avengers questa iniziò ad urlare.
"Diventerai una rovina Peter, queste persone tireranno il marcio da te. E quella povera zia che ha faticato tanto per tirarti su e crescerti come un signorino per bene, ogni suo sforzo lo renderai nullo. Deluderai tua zia. Farai rivoltare May Parker dalla tomba"
Parole che colpirono Peter più violentemente di diecimila lame, Tony teneva Peter stretto a sé e con un braccio cercò di coprirgli invano le orecchie mentre quella donna sputava veleno sul suo ragazzo.
"Non ascoltare Pete"
Gli sussurrò dolcemente, quando fu lontana il signor Stark allentò la presa su Peter.
"È vero quello che ha detto? Verrò affidato ad una nuova famiglia?"
Chiese spaventato, non voleva lasciare gli Avengers. Loro, Pepper, Morgan era tutto ciò che gli rimaneva, non poteva perderli.
Tony gli sorrise ma questo non aiutò a far placare i dubbi del ragazzo, gli mise un braccio intorno alle spalle e lo fece voltare, mostrandogli la sua nuova famiglia. L'opzione migliore per il ragazzo secondo Tony.
"Oh certo, il top del top, una famiglia alquanto bizzarra, ti troverai bene."
Poi indicò la persona a destra di quel gruppo e gli sussurrò qualcosa.
"Vedi lui, il vecchietto, ha quasi cent'anni, ma stai attento a dire una parolaccia. A lui non piacciono certe parole"
"TONY! Che cosa stai dicendo a Peter contro di me!"
Si sentì urlare da Steve con sarcasmo che si vedeva un dito puntato contro e Tony parlare silenziosamente.
"Wow Steve, pensavo che con l'età la vista si perdesse. Mi sorprendi" Rispose Tony.
"Attento Stark, sai che ho uno scudo più resistente delle tue armature"
"Zio Steve, posso usare il tuo scudo come slitta?"
Si aggiunse a quel coro sarcastico anche Morgan, la Tony Stark in miniatura.
"Sempre che Thor non lo usi come sotto bicchiere per le sue birre" Rispose Natasha
Tony continuando a tenere un braccio attorno a Peter si avvicinarono tra quelle lievi risate al gruppo degli Avengers. Peter sorrise guardando la sua nuova famiglia un po' bislacca.
¡Hola!
Sono resuscitato. Scusate il ritardo per farmi perdonare ho scritto un capitolo più lungo, spero vi piaccia.
Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e cosa ne pensate.
Grazie mille poi a tutti voi che state leggendo, commentando questa storia ❤️.
Restate sintonizzati per scoprire cosa accadrà e cosa si aggira intorno al passato di Peter Benjamin Parker.
~Leo.
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