cap.10

Tony si posizionò meglio sulla sedia e iniziò a fissare dritto Peter.
"Da cosa vogliamo iniziare ragazzino?"
Peter stette zitto fissando il pavimento con aria disinvolta.
"Ragazzino!?"
Altro silenzio, dopo una decina di secondi la pazienza di Tony era al limite e parlò dinuovo.
"Pete, ragazzo mio, non posso aiutarti se non mi aiuti a capire cosa c'è in quella tua bella testolina. Io ti posso a.."
"Cosa? Aiutarmi?"
Peter interruppe bruscamente Tony.
"Lei crede di potermi aiutare. Non c'è niente da fare per potermi aiutare."
Peter si alzò e iniziò a camminare per il laboratorio mentre il tono della sua voce si faceva sempre più forte, parola dopo parola, fino a sfociare in un urlo disperato.
"Non c'è nessun super cattivo da eliminare, nessuna catastrofe da fermare o carte da firmare! Perciò signor Stark la smetta di dire che può aiutarmi! Che andrà tutto bene! Mia zia è MORTA, signor Stark! Non c'è nulla che lei possa fare!"
Le urla di Peter si potevano sentire per quasi tutta la torre, e quando cessarono si sentì solo il respiro affannoso del ragazzo, che riprendeva fiato dopo il lungo sfogo.
Stark si alzò e camminò verso il ragazzo, sforzandosi di rimanere calmo e pacato. Di certo Peter non aveva bisogno di un'altra persona che gli urlasse contro, oltre a se stesso. Peter si sbagliava c'era qualcuno da fermare, e Tony doveva proteggerlo da essa.
"Hai ragione Petey, non posso ridarti tua zia, ma farò di tutto per impedirti di rovinarti la vita. Sfortunatamente per te sono un appassionato di ragni, li tengo sempre d'occhio"
Tony concluse il suo discorso mentre stringeva a se il ragazzo. Un abbraccio così forte da poter quasi spezzare le ossa di Peter, ma era un abbraccio piacevole, uno di quelli in cui ti senti protetto e al sicuro.
Pochi secondi dopo Tony sentì la sua spalla inumidirsi leggermente.
"Non so cosa devo fare, signor Stark"
Disse Peter tra un singhiozzo e un altro con un filo di voce.
"Tranquillo. Ci sono io, fino a quando ci sarò io non devi preoccuparti."
Lo rassicurò Tony muovendo delicatamente la mano sulla sua schiena, Peter iniziò a dire qualcosa ma Tony lo fermò e parlò.
"Io ci sarò sempre per te, non farti certi pensieri. Ora dovresti riposare, domani sarà una lunga giornata e devi essere in ottima forma"
Tony si staccò dall'abbraccio e tenendo un braccio sulla sua spalla accompagnò il ragazzo alla sua  camera.
"Piccolo, cerca di riposare, se hai bisogno di aiuto chiama."
Disse Tony osservando l'adolescente che si stava sistemando nel letto. Aveva un aria tutt'altro che tranquilla, lo sguardo spento, gli occhi stanchi e marcati da due grosse occhiaie scure, il viso leggermente arrossato dal pianto. Segni che fecero presumere al miliardario che anche in questa notte, come le precedenti, gli incubi avrebbero assalito il suo ragazzo; perciò prima di andarsene si assicurò di lasciare una piccola luce accesa, benché Peter non ne avesse bisogno,ma Tony ci teneva a fare qualcosa che potesse aiutare il suo piccolo Spiderboy.
Uscì dalla stanza e si diresse al piano di sotto dove tutti gli altri inquilini dell' Avengers's Tower si erano riuniti per passare il tempo, dopo essere stati aggiornati da Bruce sul ragazzo.
Si mise comodo su uno dei divanetti sotto lo sguardo di ognuno degli Avengers.
"Sta riposando. Domani ci sono pur sempre i funerali di sua zia, gli serviranno tutte le forze possibili"
Rispose avendo intuito ciò che i suoi compagni gli stavano domandando con lo sguardo.
"Bene, io vado a prendere le pizze. Wanda vieni con me?"
Domandò Clint alzandosi in piedi e spezzando il silenzio e quella tensione creata nella sala, per poi uscire seguito dalla ragazza.
Sam riaccese la TV mentre Steve decise di andare di sopra.
"Papà!"
Tony si girò verso la piccola che si avvicinava.
"Voi prendere il tè con me e Milly?"
Gli domandò tenendo in mano una tazzina di plastica e una piccola teiera nell'altra.
Tony le sorrise dolcemente.
"Se prepari un tè speciale è impossibile rifiutare"
"Okay, sarà super super speciale. Con tanto gelato, cioccolato e marshmallow"
Rispose la bambina correndo verso il suo tavolino. Mentre Tony ricevette un occhiata divertita sul volto di Sam.
"Che c'è?" Chiese.
"È che è strano vederti tutto zucchero con i ragazzi e poi stronzo con il resto del mondo"
Rispose Falcon con sarcasmo.
"Sammy dovresti saperlo. Puoi essere duro quanto voi ma se tua figlia dice di prendere il tè, tu prenderai quel té. Vero Tony?"
Si aggiunse la rossa mantenendo quel tono sarcastico.
"Vero Natalie"
Tony rispose e poi si voltò di scatto come se un sesto senso fosse scattato.
"MORGAN H STARK! Avevo capito che il tè fosse un tè immaginario, non avvicinarti ai fornelli!"
Urlò Stark che preoccupato corse verso la cucina dove sua figlia si era intrufolata.
Nel frattempo Steve al piano si sopra era preoccupato per Peter, perciò andò a controllare. Lo trovò a riposare sereno, decise quindi di non disturbarlo oltre e si affrettò ad uscire dalla stanza il più silenziosamente possibile, qualche secondo dopo aver chiuso la porta lo sentì parlare.
"Si May è fantastico! A scuola tutto alla grande, certo devo consegnare un progetto per martedì, ma sono sicuro di riuscire a fin..."
Steve non riusciva a capire tutte le parole ma preso da una buona scorta di curiosità e preoccupazione riaprì la porta. Forse stava solo parlando nel sonno, ma in ogni caso era meglio controllare.
E infatti appena il capitano a stelle e strisce aprì la porta vide Peter seduto con le gambe incrociate sul letto e fissando il vuoto parlava con qualcuno che era presente solo nella sua testa, non si accorse neanche che Steve era lì e lo chiamava.
Preoccupato da questa scena surreale e alquanto inquietante, il biondino corse a chiamare Stark, ma appena voltò l'angolo sentì un rumore sordo e tornò da Peter.
"Pete! Stai bene?"
Si affrettò a domandare una volta trovato il ragazzo a terra vicino al letto.
"Sì Steve. Sono solo inciampato mentre mi alzavo e ho sbattuto la caviglia, ma è tutto apposto, zia May era qui e mi sta portando del ghiaccio."
"Oh, bene allora. Lascia che ti aiuti ad alzarti"
Rispose aiutando il ragazzo ragno a sedersi nuovamente sul letto.
"Allora vado a vedere se tua zia ha trovato il ghiaccio. Con tutte le persone che  vivono qui non hai mai la certezza di cosa puoi ritrovare nel frigo"
Cap gli sorrise e uscì dirigendosi verso gli altri.  Certo Bruce aveva spiegato a tutti loro di queste presunte allucinazioni, dovute al lutto e ai viaggi multidimensionali, ma non ne aveva mai vista una da vicino, perciò non sapendo cosa fare è meglio parlarne con la squadra.
"Ragazzi devo parlarvi."
Informò tutti appena arrivó.
"Tony?"
Chiese notando la sua assenza, e considerando il legame stretto col ragazzo lui era uno di quelli che doveva esserci per forza.
"Cucina"
Rispose Nat indicando col pollice la giusta direzione, e da lì poco dopo spuntò Tony con in braccio Morgan.
"Allora qualcuno stava parlando di me?"
Parlò col suo tono ironico, ma l'espressione seria di Cap gli fece cambiare idea.
"Peter"
Disse solo, e tutti nella sala assunsero un espressione seria.
Il capitano allora spiegó ciò che che era appena successo.
"Sapere una volta è capitato anche a me"
Parlò Thor ottenendo tutta l'attenzione su di sé.
"Dopo la morte di mio fratello lo vedevo e sentivo ovunque"
Continuò.
"E come l'hai superato?" Chiese Rhoodey
"Oh...beh....alla fine scoprimmo che era solo Loki con i suoi incantesimi e illusioni dopo l'ennesima finzione della sua morte"
"Grande. Questo si che è di ottimo aiuto. Tutti qui sappiamo che è più facile che un elefante voli piuttosto che Loki muoia, ma qui stiamo parlando di un vero lutto e di un ragazzo che soffre"
Riprese parola il colonnello.
"Bene allora cosa possiamo fare?"
Chiese Nat.
"Non molto" disse Bruce "ha bisogno di tempo, e noi glielo daremo, è l'unica cosa"
"Nel frattempo gli porto il ghiaccio"
Annunciò Steve dirigendosi in cucina.
"E io troverò un modo per riempirgli la testa"
Bisbigliò Tony prendendo in mano il suo cellulare per controllare alcuni fascicoli.


¡Hola!
Vi é piaciuto il capitolo? Impressioni?
~Leo.

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