11. Una grande amarezza
Harry osservò a lungo il corpo addormentato del suo schiavo e, solo allora, si rese conto che non sapeva nemmeno come si chiamasse.
Gli piaceva quel ragazzo, aveva un'indole fiera ed orgogliosa, un carattere regale ed autoritario, tipico di chi è nato in una famiglia importante e prestigiosa.
Lui non avrebbe mai permesso che dei soldati abusassero così dell'erede al trono di un popolo, seppur nemico, ma lui non era il re e suo padre, notoriamente, pur lasciandogli una grande libertà, non aveva un carattere per nulla tenero e generoso.
Harry decise di lasciar dormire il suo schiavo e, quindi, senza svegliarlo, uscì dai suoi appartamenti e si recò a cenare.
Quando tornò, il Greco dormiva ancora e il principe persiano decise di passare il suo tempo leggendo.
Louis si svegliò quando la luna brillava già nel cielo e, non appena realizzò di essersi addormentato, si mise a sedere di scatto.
" Ben svegliato! " disse Harry, alzandosi dal divano su cui era seduto e dirigendosi verso quello su cui aveva riposato il Greco.
Quest'ultimo guardò con sospetto quello che, a tutti gli effetti, era il suo nuovo padrone e mormorò:
" Se mi dai una lucerna continuo subito il mio lavoro "
" Non è necessario, potrai farlo domani mattina. Vuoi qualcosa da mangiare?" chiese Harry.
" Perché mi tratti con gentilezza? "
Harry si sedette accanto a Louis e spiegò:
" Sei un principe come me, un soldato come me e, seppur io ami mio padre, sono consapevole del fatto che non avrebbe dovuto permettere che quei soldati ti facessero ciò che hanno fatto "
Il Greco chinò gli occhi e si passò le mani sul volto.
" Avrei preferito morire che fare la fine che ho fatto. Ero l'erede al trono di Sparta e ora mi trovo ad essere uno schiavo e ad aspettare un bastardo da un uomo di cui non conosco nemmeno la faccia e che mi ha violentato in un campo pieno di polvere..."
" Non dovresti chiamare tuo figlio in questo modo....io non so nemmeno il tuo nome " sussurrò Harry.
" Mi chiamo Louis e ciò che ho dentro di me è un mostro ed un abominio e, quando sarà nato, non lo voglio nemmeno vedere.
Tu sei il padrone, fai di lui o di lei ciò che vuoi.
Voglio liberarmene al più presto e, se anche abortissi ora, ne sarei felice! "
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