>>22<<

Puntodi vista di Jungkook

Era davvero dura. Durissima, mi mancava baciare Jimin più di qualsiasi altra cosa che mi sia mai stata negata. Mi mancava toccarlo e accarezzarlo, ma ben sapevo che il mio piano stava funzionando.

Per quanto odiassi vedere Jimin intristito sapevo che sotto sotto lui voleva che lo trattassi come fosse mio, ma doveva capirlo prima di potersi lasciar andare. Doveva essere consapevole che non ero l'unico a volerlo, e smettere di rifiutarmi, sopratutto di fronte agli altri.

Dal mio improvviso distaccamento si mostrava più affettuoso, più attaccato a me, mi seguiva ovunque a scuola nel tentativo di capire cosa avessi. Ma io resistetti, bloccandomi dal desiderio di baciarlo finché non mi avesse supplicato di smettere, finché non avesse capito che il suo cuore, effettivamente, batteva per me. Anche quel piano non mi suonava affatto male.

Quando, in maniera del tutto casuale, le nostre mani si sfioravano, i suoi occhi saltavano ai miei con immediatezza, pensando che stessi per afferrare le sue dita, ed il suo viso si rabbuiava con la stessa velocità, capendo che fossero solo incidenti. Mi era una dolorosa tortura trattenermi, vederlo così attaccato a me ma non poterlo toccare, resistendo i miei istinti, e vedevo che anche Jimin ne risentiva in modo negativo.

E si, ovviamente lo facevo perchè ero ancora arrabbiato con lui per aver coperto i miei marchi sul suo collo, per avermi detto di non chiamarlo con nomignoli affettuosi e per il non avermi permesso di abbracciarlo quando eravamo in palestra. Doveva volermi come lo volevo io, altrimenti cosa c'era in ballo se non il mio solo cuore?

Mi feci una doccia e mi preparai per andare a casa di Jimin. Indossai una delle mie magliette preferite, poi mi infilai dentro un paio di skinny jeans, calzai le mie vans e la giacca di jeans. Mi guardai con fierezza allo specchio, consapevole del fatto che Jimin non sarebbe stato capace di guardare altro che me così conciato..ma anche se non avessi avuto nulla addosso probabilmente. Sbuffai al mero pensiero, ancora non ero neanche riuscito ad infilarmi nei suoi pantaloni, cosa andavo pretendendo dopotutto?

Mi feci accompagnare a casa sua, ed entrai dal piccolo cancelletto bianco, per poi suonare il campanello alla porta, la quale fu presto aperta da Jimin. Eh be, cavoli, anche lui scherzava affatto nella sua maglietta bianca decorata in polka dots viola, normali jeans blu, stretti, quelli che sembrava tanto adorare e preferire. Ovviamente stava cercando di attirare la mia attenzione, beh, il messaggio fu più che recepito.

>>Sei qui!<<

Esclamò contento, ed io sorrisi, non che avessi avuto scelta, non si poteva negargli il sorriso a quella specie di agglomerato di dolcezza.

>>Da cosa lo deduci? Dal fatto che io sia qui in piedi di fronte alla porta di casa tua, dal fatto che ti stia parlando, o è solo sesto senso?<<

Gli domandai scherzoso, lui arrossì dalla sua sciocca uscita, quindi sghignazzai e mi auto-invitai ad entrare, al che Jimin chiuse l'uscio.

Non vidi sua madre in giro, così non potei salutarla, ma Jimin mi spiegò che era ancora al lavoro, ma che di lì a poco sarebbe tornata a casa. Dunque mi condusse di sopra, introducendomi nella sua camera da letto. Era carina e ordinata, come il suo proprietario, per la maggioranza composta dai colori blu e bianco, aveva un che di infantile, come se avesse subito cambiamenti nel tempo, ma il gusto di un Jimin bambino aleggiasse ancora fra le mura.

>>Mi piace un casino la tua stanza<<

>>Non è nulla di che..<<

>>Certo che hai un sacco di peluche! La stanza è così..te<<

Jimin rise divertito dal mio stupore, scuotendo la testa

>>Non so esattamente perchè, ma chiunque voglia farmi un regalo, o mi porti un souvenir, mi rifila peluches<<

Sollevai un sopracciglio, rivolgendogli lo sguardo.

>>Chiunque chi, esattamente?<<

>>Familiari, Yoongi.. amici delle scuole medie. Persino i miei nonni<<

Annuii ma rimasi silente. Ci guardammo un paio di secondi, un po' più del dovuto insomma.

>>..Vogliamo iniziare?<<

Domandai, frase alla quale annuì.

>>Dove vuoi che mi metta?<<

Jimin, afferratami la mano, mi guidò verso il letto.

>>Avance coraggiosa Jimin, non me lo aspettavo da te-

Mi lanciò uno sguardo fulminante, quasi aggressivo, spingendomi a sedere, al che risi divertito.

>>E adesso?<<

Aprì un cassetto della scrivania, di fronte al letto, estraendone un blocco da schizzo e l'astuccio, dirigendosi poi di nuovo al letto e mettendomisi a sedere vicino

>>E adesso si disegna. Metti le mani così, come se stessi reggendo una sfera, okay?<<

Provai ad imitare la posa che lui mi mostrò, ma non sembrò affatto soddisfatto.

>>No, non così, più-..più.. guarda, così<<

Riposizionò le mie mani a suo piacimento, con delicatezza piegò le mie dita, e poi mi disse di star fermo a quel modo. Fissai lo sguardo sul foglio bianco sul quale iniziò a disegnare, il modo in cui il suo polso si muoveva, come con le dita tratteneva la matita, come sembrava essere concentrato in quel che faceva, come lanciava occhiate veloci ma frequenti alle mie mani, l'uso che faceva dei colori. Mi fece cambiare molte pose, posizionando i miei arti come voleva, giocando con le mie mani, ed a volte stringendole più del dovuto, guardandomi negli occhi ogni volta, come a comunicarmi qualcosa.

>>..Proprio delle belle mani<<

Lo disse così piano che intuii che non stesse effettivamente parlando con me, probabilmente neppure s'era reso conto di averlo borbottato, ma comunque risposi.

>>Lo pensi davvero?<<

Lui alzò lo sguardo frettolosamente, interrotto dalla mia intromissione.

>>I-in senso artistico ovviamente<<

>>Ovviamente<<

Ripetei io giocosamente. Poggiò i colori, e guardò a lungo il proprio lavoro.

>>Finito?<<

Domandai, finalmente possibilitato di contrarre e sciogliere le dita. Annuì, dunque domandai di poter vedere anche io. Jimin annuì nuovamente, in questo caso, esitante, consegnandomi i fogli. Erano si solo bozzetti, ma davvero ben fatti, perfetti in ogni line ed ombra.

>>Che ne pensi..?<<

Mi domandò, forse preoccupato dal mio improvviso silenzio.

>>E' stupendo Jimin. Io davvero non capisco come fai. Io anche volendo impegnarmi non potrei disegnare un omino fatto a stick<<

Arrossì, compiaciuto dai complimenti.

>>Sono solo scarabocchi dopotutto..<<

>>Sono fantastici, e tu! Oh, tu sei fantastico..<<

Rimase in silenzio qualche minuto, mentre io continuavo a fissare estasiato il suo lavoro, comparandolo con il vero modello. Diamine, quello era talento vero e proprio. Non ero un intenditore, ovviamente, ma era davvero bello quel pezzo di carta.

Nonostante conoscessi e avessi conosciuto molte persone fino ad allora, certo non mi ero mai interessato dei loro hobby e passioni, ma quando si trattava di Jimin.. volevo conoscere il suo mondo, farne parte, integrarmi in esso così che anch'io potessi, prima o poi, essere d'ispirazione per lui, anche solo in maniera astratta.

>>Posso chiederti un favore?<<

Annuii alla sua richiesta e sollevai lo sguardo, ancora estasiato dall'opera fra le mie dita.

>>Certo<<

Mi si avvicinò, tanto che la sua coscia era ormai premuta contro la mia, e non in maniera così casuale come si potrebbe pensare.

>>Potresti..<<

SI zittì, così gli diedi una leggera gomitata alle costole, incitandolo a parlare.

>>Mh?<<

D'improvviso scosse la testa, prendendo nuovamente le distanze da me, tutto mogio.

>>N-niente, non è nulla<<

>>Se mi domandi quello che vuoi te lo darò Jimin, ma devi chiedermelo<<

Si fermò da quel che stava facendo, ed intercettò i miei occhi ancora una volta, gote imporporate e probabilmente calde.

>>Dimmi esattamente cosa vuoi<<

Il viso gli scivolò fra le spalle, timido com'era, dovevo stargli chiedendo molto. Eppure volevo sentirmelo dire, volevo che quella richiesta scivolasse direttamente fuori dalla sua gola.

>>B-bacio..vorrei un bacio<<

Sollevai il suo mento con l'indice, pollice sotto il labbro inferiore, la malizia innata in me mi dettava questo comportamento.

>>Sicuro?<<

Lui annuì, ed io eseguii, lentamente facendomi vicino al suo viso, e poggiando le labbra sulle sue una volta sola, per poi ritrarmi, mantenendo un controllo che non sapevo di possedere, se non fossi stato così sicuro delle mie intenzioni gli sarei saltato addosso

''Ma prima devi cedere tu a me, Jimin''

Pensai tra me e me. Sollevò le palpebre, sembrava incantato, e me ne chiese ancora, per favore aggiunse. Io fui ben felice di aderire ai suoi desideri. Lo baciai un altra volta, e poi una ancora, con la massima dolcezza che potevo garantirgli, per poi allontanarmi. Ma se la stretta che teneva sul tessuto che mi copriva le spalle non fosse già stata chiara, coraggiosamente, si sporse in avanti per rubarmi un altro dolcetto.

Poi sollevò gli occhi ancora una volta.

>>Ancora<<

Mormorò sulle mie labbra, mentre le sue soffici dita scivolavano sempre più verso il mio collo. Feci come mi stava richiedendo, ma questa volta non mi tirai indietro, godendo di ogni singolo movimento che lui si impegnava a seguire sulla mia bocca, con il viso che spingeva in avanti, chiedendomi di più. Finalmente si lasciò andare abbastanza da avvolgere le braccia dietro alla mia testa, laddove le mie erano già strette sui suoi fianchi. Mi ritrassi il minimo indispensabile per sollevare una mano, e dopo aver spostato dalla sua fronte la frangia con gentilezza, posai il pollice sulle sue labbra, separandole con delicatezza, assicurandomene l'accesso.

>>Apri la bocca per me, okay?<<

Lui emise un sospiro compiaciuto, e chiudendo gli occhi, spinse ancora in avanti, con il petto poggiato sul mio, annuendo e lasciando che la mia lingua esplorasse la sua dolcissima bocca. Strinsi di più il braccio che tenevo attorno alla sua vita, i respiri si fecero più affannosi da parte sua, così poco abituato a certi contatti fisici, e l'aria attorno a noi si fece più pesante. Poco per volta feci in modo di averlo disteso sul letto e, non sapendo dove mettere le mani, si limitò ad abbandonarle su entrambi i lati del suo capo.

Rubai qualche secondo nell'osservare con quanta grazia e stupenda bellezza se ne stava allungato sotto di me, con il retro delle cosce poggiato sul fronte delle mie, cosce tra le quali me ne stavo confortevolmente appollaiato, nonostante la terribile barriera che i vestiti costituissero fra me e la sua pelle. Chiusi le dita attorno ai suoi polsi sottili, bloccandoli con leggerezza sul cuscino, nonostante Jimin si mostrasse comunque stranamente arrendevole nei miei confronti

>>Jungkook..<<

Mi chiamò, comunicandomi i suoi bisogni ancora insoddisfatti. Spinsi avanti, i pantaloni che si facevano sempre più stretti dove non avrebbero dovuto, mi prostrai e baciai ancora quelle labbra, più aggressivamente, facendolo gemere delicatamente, mentre continuavo a strusciarmi su di lui.

Improvvisamente però sembrò come scattare, e liberando i polsi, spinse con calma ma una punta di audacia il mio viso più lontano, un espressione d'orrore sul viso.

>>B-basta così<<

Non volli sentirne, per cui mi piegai ancora su di lui, ma girando il viso mi negò di assaporare le sue labbra.

>>Smettila!<<

>>Jimin è normale che tu ti senta strano, ma-

Scosse il capo, chiudendo gli occhi stretti e piagnucolando.

>>E' sbagliato!<<

Inveii sommessamente, frustrazione probabilmente chiara sul mio viso. Comunque mi sollevai dal suo corpo sdraiato, e guardai altrove. Jimin si tirò su a sedere, toccando la mia spalla.

>>Dammi un secondo per favore<<

Dissi io, così Jimin ritirò la mano. Respirai con calma, ma purtroppo per me ormai ero decisamente e perdutamente eccitato. Questa volta inveii con un tono di voce normale, e Jimin trasalì alle orribili parole.

>>Credo di aver bisogno di una.. distrazione<<

Mormorai, buttando uno sguardo alle sue cosce e poi distogliendolo.

>>Magari una sigaretta, ecco<<

Feci per alzarmi, ma Jimin mi tirò giù per un braccio.

>>Il fumo fa male, ti uccide! Cos'è, ti vuoi così male?!<<

Sospirai travagliato guardandolo in quei suoi occhi così seri sull'argomento, ma tutto quello che volevo era continuare da dove avevamo interrotto, non il contentino che mi avrebbe dato il tabacco.

>>Quindi secondo te cosa dovrei farci con questo?<<

Domandai accennando all'erezione che stringeva nei pantaloni. Le guance di Jimin, se possibile, si colorarono di un rosso più acceso.

>>Uh..i-io credo.. magari p-potresti-

>>Bagno?<<

Domandai io, e Jimin indicò l'altra porta nella sua stanza. Io mi avviai lì dentro, pianificando di darmi una mano, o due, da solo. Me la meritavo una sega, ecco.

.

Ci stavo impiegando davvero molto a venire, ed il fatto che Jimin fosse proprio a due passi fuori da quella stanza e che avrei potuto farmi lui invece, non aiutava affatto. Di lì a poco sentii bussare alla porta.

>>Kookie..tutto okay?<<

>>Diciamo di si<<

Borbottai un po' risentito, continuando a far scorrere la mano sulla lunghezza del membro, mentre con l'altra trattenevo i capelli all'indietro.

>>Sei.. sicuro?<<

>>No Jimin, non riesco a venire cazzo!<<

Lamentai. Lui li fuori emise un gridolino poco rassicurante.

>>SSSHHHH! Mia madre è di sotto!<<

>>Jimin devi aiutarmi..almeno parlami<<

>>Certo, o-okay..cosa..cosa devo dire?<<

>>Dimmi cosa provi quando ti bacio, non lo so, fai tu..<<

>>Hum..<<

Provò ad iniziare, ma probabilmente davvero non sapeva che dire

>>..Io però mi vergogno..<<

>>Jimin.. Jimin, ti supplico<<

>>Allora..a-a me piacciono molto le tue labbra, p-p-perchè sono morbide, e sono, uh-.. sono dolci<<

Mossi il pollice sulla punta, leccandomi le labbra.

>>E, uh-uhm.. mi piace quando mi baci, perchè sento qualcosa che si contrae nella pancia ed è.. piacevole<<

Continuai a toccarmi mentre Jimin si spremeva le meningi nel vano tentativo di dire qualcosa di più, ma non c'era molto da fare, il suo modo di esprimersi era davvero troppo innocente per provocarmi il tipo di eccitazione necessaria a quel lavoro manuale. Poggiai la fronte sul braccio che era teso contro il muro.

>>Non funziona<<

Jimin rimase zitto per un po', però poi, con voce un po' flebile, pose una domanda. Una proposta.

>>E se entrassi? Potrebbe funzionare?<<

Ci pensai su, e la trovai un'idea decente, o comunque migliore del rimanere duri come rocce in casa altrui.

>>Ne sei certo? Lo faresti?<<

>>M-mi sembra il minimo dopo avertelo.. uh.. fatto venire duro, ecco.. insomma<<

Tolsi il blocco alla porta, e Jimin entrò, fissando il pavimento.

>>Vieni qui<<

Gli dissi, dato che se stava ritto in piedi, teso come una corda di violino. Jimin s'avvicinò, dita strettamente e decisamente aggrovigliate in maniera innaturale, bianche dalla mancanza d'afflusso di sangue.

>>Siediti sul water<<

Obbedì silenziosamente, ma non mi guardò neanche una volta. Lasciai correre, non volevo mica forzarlo, era già molto chiedergli di starsene seduto là in primo luogo, supposi. Ripresi a manovrare il mini-me, stando in piedi di fronte a lui, fissandolo con intensità, osservandone le labbra carnose con appetito. Erano li, ad appena una quindicina di centimetri, potevo quasi immaginarle premute sulla mia erezione.

Le sue gambe si muovevano poco ma continuamente, cercando di trovare una posizione tranquilla. Finalmente sentii qualcosa di decente prendermi dal basso. Chiusi gli occhi e gemetti silenziosamente, e li riaprii per trovarmi, con piacevole sorpresa, finalmente osservato da Jimin.

Mi osservava in viso, sembrava terrorizzato e.. preoccupato, abbassò lo sguardo quando vide che lo avevo beccato a fissarmi, ma tutto quello che incontrò abbassando gli occhi fu quel che facevo più in basso, e rimase fisso a li, stupito e confuso, il mio pene si contrasse alla vista. Jimin sembrò interessato, probabilmente non aveva mai visto null'altro che il suo fino ad allora. Mi masturbai più in fretta, mormorando il suo nome di tanto in tanto. Poi guardò via, e io quasi ruggii, fanculo il non forzarlo!

>>Guardami<<

Obbedì ancora una volta, la sua natura docile non gli permetteva di disobbedire. Dopo un po' finalmente riuscii a vedere la luce alla fine del tunnel, ed il cumulo di stress alla base del mio stomaco lentamente sciogliersi, ormai ero quasi pronto a venire.

>>Jimin passami la carta igienica<<

Gemetti, e lui scattò, si guardò attorno agitato, e trovata la carta me ne staccò un bel po', porgendomela. Velocizzai il movimento, ormai vicino all'obbiettivo, e poi fui investito dal piacere. Rimasi a prendere fiato per un po', aspettando che il battito cardiaco rallentasse. Gettai la carta sporca nella spazzatura, e mi rivestii.

Un po' mi sentivo in colpa.

>>Mi spiace che tua abbia dovuto assistere, ma grazie per l'aiuto<<

Dissi, accosciandomi di fronte a lui, mani sulle sue ginocchia. Lui scosse il capo, e non disse nulla, mi sembrò un po' spaesato.

>>Jimin dì qualcosa<<

>>E'... grande<<

Trasalii alla sua scelta di termini, con tutto quello che avrebbe potuto dire..
Jimin spostò lo sguardo sul mio, quasi preoccupato.

>>Il mio non è così<<

Avrei voluto ridere, non di lui, ma della sua espressione, comunque mi sembrò serio, quindi mi contenni.

>>Deduco che ti è piaciuto?<<

Buttai quelle parole li, per scherzare come facevo di solito. Però Jimin annuì molto più che in fretta, stupendomi.

>>Sei stato fantastico!<<

Sorrisi, dicendomi che quel ragazzo era davvero, davvero strano. Piacevolmente particolare.

>>Allora fammi vedere anche tu, no?<<

Lui sussultò, e ritirò il capo fra le spalle, come una tartaruga che si nasconde.

>>Lo prendo per un no?<<

Scosse il capo adorabilmente.

>>Dai andiamo, mi lavo le mani e arrivo, vai di la, si?<<

Jimin si alzò ed abbandonò la stanza. Pensai che fosse davvero eccessivamente adorabile

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Non vi ho abbandonati, tranquilli! Sono solo stata senza wifi, e presa dagli studi, ma eccomi qui!




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