>>18<<

Punto di vista dell'autrice

Era già passata la mezzanotte e Jimin non riusciva a chiudere occhio. Passava dall'appallottolarsi nelle coperte come un burrito, al gettarle via a calci con sospiri e sbuffi annoiati. Semplicemente non riusciva a smettere di pensare a cosa cavolo stesse combinando con Jungkook. Gli sembrava tutto sbagliato, e per non poche ragioni:

Punto primo; lo conosceva da una settimana, ed era un periodo troppo breve. I suoi genitori ad esempio erano stati amici per tre anni prima di iniziare ad uscire insieme, e Jimin credeva che fosse assolutamente normale, e che un qualcosa come l'attrazione immediata non esistesse, negando allo stesso tempo il fatto che c'era subito stata scintilla da parte sua verso Jungkook, e apparentemente, viceversa.

Secondo punto; credeva che Jungkook fosse troppo per uno come lui.
Terzo; Stava andando tutto troppo in fretta.
Quarto; il suo migliore amico non approvava.

E questa era una delle ragioni principali, lui e Yoongi non bisticciavano mai su nulla, e se questo invece era il caso, probabilmente non era un buon affare.

Sesto; Jimin non riusciva  a porre un freno alle situazioni e alle proprie emozioni. Nonostante si dicesse di calmare le acque, ogni volta che si vedevano riusciva a malapena a non saltargli al collo, e non avere il controllo di se stesso lo intimidiva e non poco.

Ed in cima alla lista la numero sette:

Jimin si sentiva già cedere al fascino di Jungkook, e non sapeva cosa pensare. Non credeva di essere tanto facile, eppure Jungkook riusciva a risolverlo come un cubo di rubik, esperto, capace di intuire qualsiasi cosa Jimin stesse per dire o fare. Al contrario, Jimin non capiva mai cosa frullasse in testa di quel bel ragazzo. A dir poco frustrante.

La parte peggiore per Jimin era che lui sapeva di sapere tutto ciò, ma nonostante questo non poteva che sentirsi attratto dall'aura di Jungkook, dalle situazioni che riusciva a combinare dal nulla, l'atmosfera che cambiava quando lui gli era attorno, a frenare le sue fantasie. Per Jimin queste erano tutte sensazioni nuovissime, scoprire come gradisse quando Jungkook lo accarezzava e lo ricopriva di baci. Si sentiva al sicuro ed al tempo stesso in pericolo con lui, ed era meraviglioso sentirsi così, l'adrenaline era sempre al massimo quando si trovava con l'altro.

I brividi corsero sulla sua schiena al ricordo dei baci scambiati, seduti sulla panchina del parco, la propria confusione venir curata dalla quasi innocente naturalezza con cui Jungkook lo guidava e gli insegnava. Non aveva mai provato nulla del genere, era così appassionato ma pur sempre dolce. Jungkook riusciva a fare della mente di Jimin una massa piena di contraddizioni, e quest'ultimo non si rendeva neanche conto di quanto tutto questo gli piacesse, quanto lasciarsi condurre, lasciarsi andare, gli fosse gradevole.

Per non parlare del modo in cui Jungkook lo fissava. Dio, Jimin amava ed odiava quei suoi sguardi penetranti, quel desiderio negli occhi dell'altro che lo faceva star scomodo nel suo stesso corpo, seppur sentirsi attraente e desiderato si fosse rivelato essere altrettanto piacevole.

Il ragazzo sbuffò, rigirandosi per l'ottantesima volta nel letto, occhi sul soffitto. Prese il cellulare in preda alla noia e al troppo rimuginare, aprendo Instagram e controllando le sue notifiche. Una in particolare attirò la sua attenzione ''@Koooks_ ti ha menzionato nella sua foto''.

Jimin, incuriosito, attese che la suddetta immagine si caricasse, e trattenne il respiro due secondi quando questa finalmente gli fu rivelata: lui che dormiva stravaccato sull'autobus, mentre Jungkook sorrideva con un braccio attorno alle sue spalle, con un'espressione divertita. La descrizione leggeva ''@Chimnamon95 Un micio assonnato con la sciarpa''.

Jimin non poté far altro che sghignazzare, e trovare comunque la foto carina, dunque ne fece uno screen, poi procedette a commentare.

''@Koooks_  non sono un gatto! 😡''  

Meno di un minuto dopo una nuova notifica attirò la sua attenzione.

'@Chimnamon95 Cattivo, si invece ❤'  

''Chiudi quella bocca o lo farò io per te @Koooks_''  


Punto di vista di Jungkook

la mattina a seguire era un giorno di scuola. Aprii gli occhi assonnatamente, sentendo il freddo che colpiva il mio povero piede, che poverino penzolava fuori dalle coperte al lato del letto. Mi misi a sedere, sbadigliando e sollevando le mani per stiracchiarmi. Nel calmo silenzio della  stanza mi avviai verso il bagno ensuite per darmi una lavata, e quando ne uscii e controllai il telefono, realizzai di essere in ritardo. Ma tipo incredibilmente in ritardo. Frettolosamente indossai la mia uniforme bianca e blu, ed immediatamente fui fuori casa, senza fare colazione. Corsi allo stop del bus, salendo giusto in tempo..beh..diciamo, dovetti bussare alla porta del mezzo ben tre volte prima che l'autista mi notasse e mi facesse entrare. Dopo alcune fermate salì anche Taehyung, così mi tolsi le cuffiette e, raggomitolandole, le riposi nello zaino, anche se sapevo già bene che sarebbero state intrecciate di nuovo quando le avrei riprese.

>>Bonjour!<<

Mi salutò lui, pieno di energia.

>>..'Giorno<<

Taehyung arricciò il naso come schifato.

>>Cosa?<<

Borbottai allora io.

>>Sei già arrabbiato? Di prima mattina?<<

Scrollai le spalle, e lui schioccò le dita, come se avesse intuito il problema.

>>Ah-ha! L'appuntamento, com'è andato? Male a giudicare dal tuo atteggiamento. Avete combinato nulla di piccant-

Incrociai le braccia sul petto e sollevai un sopracciglio.

>>No, non lo abbiamo fatto, con mio grande dispiacere. Ma comunque è andata benone, ho passato un bel pomeriggio, e mi sono beccato un bacio alla francese<<

Taehyung mi sembrò deluso, quasi affranto.

>>Un bacio alla francese? Tutto qui? Nemmeno una toccatina?<<

Io sospirai, ributtando le mani a peso morto vicine ai fianchi

>>Pare. Cioè.. non ci ho nemmeno provato, non voglio farlo scappare via, per cui prevenire è meglio che curare, non devo spaventarlo<<

>>Si ma scusami, quand'è stata l'ultima volta che hai fatto roba buona? Seria?<<

>>Settimana scorsa<<

>>Come fai a resistere? Io sarei già morto, penso che scoppierai molto presto Jungkook, e se non tu, le tue palle<<

>>Lo so, non ricordarmelo<<

>>Se vuoi ti presento qualcuno, ho conosciuto una ragazza che ha un'amica che è davve-

Scossi la testa bofonchiando.

>>Per favore non istigarmi..<<

>>Come ti pare, però davvero se dovessi cambiare ide-

>>Smettila ho detto!<<

>>Lo dico per il tuo bene. E per quello del tuo batacchio<<

Un paio di ragazze di fronte a noi ci fissarono malissimo ma allo stesso tempo divertite, perchè si, al solito, Taehyung si faceva sempre riconoscere.

>>Potresti almeno abbassare la voce?<<

>>Sei davvero noioso<<

Prima che le lezioni iniziassero non ebbi occasione di incontrare Jimin, il che di certo non risollevò il mio già basso morale, ne migliorò il mio pessimo umore, semmai l'esatto contrario. Dunque quando la campanella per la fine della seconda lezione suonò, io saltai letteralmente giù dalla sedia, correndo per raggiungere la classe di Jimin ma..cazzo non era neanche lì. Sospirai, prima che una mano potesse afferrare il mio braccio, ed immaginando dovesse essere il ragazzo che cercavo, mi girai sorridendo ma.. no, certo che non era lui. Gemetti in frustrazione, Jiwon se ne stava di fronte a me spazientito.

>>Possiamo parlare?<<

Annuii senza nemmeno rifletterci troppo, ed appoggiai la schiena al muro. Gli occhi del ragazzo brillavano d'un qualcosa che conoscevo anche troppo bene, mi carezzava il braccio, sporgendosi in avanti.

>>Mi manchi sai..<<

Distolsi lo sguardo, non mi sarei trattenuto allungo altrimenti. Jiwon.. Jiwon era bello, bellissimo, e sapeva cosa voleva. Lo sapevo anche io. Non era esattamente un agnellino...

>>Ascolta non sono in vena, possiamo posticipare questa conversazione ad un altro momento?<<

Le sue mani a quel punto erano sul mio torso, il viso sempre più vicino, e cribbio sarei un disgustoso e luridissimo bugiardo se dicessi che non era bello. Deglutii, sapevo cosa stava accadendo. Guardai altrove, al lato, per evitare quei suoi occhi.

>>Posso eliminare il tuo stress in poco tempo, e tu lo sai<<

Cedetti, ed incontrai il suo sguardo, che però poi mi cadde sulle sue labbra..mi sentivo così sessualmente frustrato, non ero abituato a ''carestie'' in quel settore. Mi rivolse un sorriso, sapeva che ci sarei caduto come un pollo.

Afferrai la sua nuca, e spinsi con forza le labbra sulle sue, e ci inoltrammo entrambi in un bacio appassionato ed umidiccio. Tirai i suoi capelli, e quel che ne ricevetti fu un silenzioso gemito d'approvazione, poi lui morse il mio labbro inferiore. Però non mi sembrò giusto  bello, Jiwon non era abbastanza morbido, ne le sue labbra carnose e soffici, il suo tocco non era gentile, né i suoi baci inesperti e docili come..quelli di Jimin. 

Cazzo. 

Prontamente lo scansai, interrompendo quel che facevamo. Alcuni ragazzi sussurravano attraversando il corridoio e fissandoci nel contempo, ed al solo pensiero delle classiche voci da gossip che si sarebbero sparse nel giro di mezz'ora mi sentii male, sapendo che al contempo sarebbero arrivate certamente alle orecchie di Jimin e che avrei dovuto spiegare presto l'accaduto. Invece successe molto prima di quel che sperai, qualcun'altro in mezzo al via vai del corridoio se ne stava fermo impalato, un ragazzino dai capelli castani molto familiare, che stringeva al petto lo zaino. 

Aprii bocca per parlare, in orrore di aver commesso un errore molto più grande di quel che avevo inizialmente estimato, ma prima che potessi anche solo spiccicare una sillaba, il suddetto ragazzo fuggì in fretta e furia verso sinistra, e via da me. Subito tentai di stargli dietro, ma fui bloccato, Jiwon mi sorrideva seduttivo.

>>Non hai bisogno di quello, posso darti qualsiasi cosa ti abbia dato lui, e più<<

>>Non ho bisogno di te<<

Detto ciò corsi verso dove avevo visto Jimin sparire, nel tentativo di trovarlo e di spiegare. Cosa c'era da spiegare? Perchè ero stato uno schifosissimo lurido bastardo? Si quello poteva essere un buon inizio. 

Corsi e corsi, e nel contempo tentai più volte di rintracciarlo al telefono, inviandogli dei messaggi. Non vedendolo visualizzare, figurarsi avvistarlo, mi fermai e cercai di chiamarlo, quindi sentii il lontano suono di una vaga musica dalla sala degli strumenti, come una suoneria, e m'affrettai verso la suddetta stanza. Aprii la porta d'improvviso, chiamando il suo nome, ricevendone come risposta un gemito impaurito da in fondo alla sala, dietro i banchi e le panche. Mi avvicinai, e trovai Jimin accucciato per terra, e il viso nascosto sulle ginocchia.

>>Jimin..<<

Portai una mano sulla sua spalla, ma lui la strattonò, spingendola poi lontana da se.

>>Non toccarmi!<<

Gridò, sollevando anche il volto. Le sue labbra tremarono, gli occhi erano rossi e pieni di lacrime, ma non erano ancora scese a rigargli il viso. Ricevetti quella vista come un pugno allo stomaco, più che meritato. Mi feci più vicino.

>>Non è come sembra!<<

Jimin scosse la testa, ma non mi guardò.

>>Non devi spiegare nulla, non ho diritto di chiedere né tanto meno l'esclusiva su di te<<

Tirò su col naso, e i goccioloni salati che s'aggrappavano con tanta forza di volontà alle sue ciglia inferiori alla fine cedettero, cadendo sulle sue guance, seguendo le morbidissime linee del suo volto, giù, fino al mento. Afferrai il suo viso con entrambe le mani, e le asciugai in fretta, non volevo vederlo piangere, non a causa mia.

>>Io non volevo..oddio, sono uno stronzo lo so, ma ti prego non piangere così! Mi dispiace Jimin, mi-

Ero senza fiato dopo tutta quella corsa, senza parole adeguate con le quali rispondere alle sue lacrime, non sapevo cosa dire per scusarmi, e lui aprì bocca per parlare, ma tutto quel che ne venne fuori furono singhiozzi accorati, e lamenti strazianti che mi stringevano il cuore.

>>Non so..non son-sono abbastanza?..Cre..credevo che-

Lo abbracciai forte, nascondendo il suo viso affranto sulla mia spalla, e carezzandogli la schiena. Jimin afferrò stretta in pugni la camicia della mia uniforme, mentre la sua schiena veniva scossa da piccoli singhiozzi di tanto in tanto.

>>Io non volevo farlo, lo giuro, solo..<<

Lasciai un bacio sulla sua tempia, poi ripresi.

>>Non so..non mi è neanche piaciuto, lui non era.. te. Sono dispiaciuto, e lo sono sul serio, io nn so davvero-.. Mio Dio, ti prego perdonami, sono un cafone sfigato, ti prego. Non piangere..<<

>>Perchè?<<

>>Perchè cosa?<<

>>Perchè sei tu a scusarti q-quando sono io quello che stupidamente si è preso la cotta per te? Lo s-sapevo che non avrei dovuto. Yoongi aveva ragione<<

Tirò su col naso, scostandosi.

>>Ha sempre ragione..<<

''Ha appena ammesso che gli piaccio?''

Decisi di non infierire sulla sua frase, e invece cercare di giustificare l'ingiustificabile.

>>Non so cosa ti abbia detto lui, ma lo immagino, e so che quello che ho fatto potrebbe giustificare i pettegolezzi su di me. Io, cioè..l'ho fatto perchè sono frustrato, ho avuto una mattinata orribile, e non riuscivo a trovarti da nessuna parte, Jiwon tentava di farmi cadere nei suoi trucchetti da domenica scorsa, e poi vorrei poterti toccare a mio piacimento, e tutto- tutto questo mi fa impazzire<<

Le sue spalle smisero di tremare, ma la sua posizione non cambiò.

>>Cosa intendi?<<

>>Intendo che ho fantasticato su di te. Molto<<

Lo sentii diventare teso sotto i miei palmi per poi divincolarsi dal mio abbraccio. Fece per alzarsi, rimanendo poi invece solo dritto sulle ginocchia. Il suo viso si imporporò vistosamente.

>>Mi stai dicendo c-che hai immaginato di fare s-s-s-

>>No! Non era quello che volevo dire! Ugh, perchè non riesco ad esprimermi!!<<

E invece si che me l'ero immaginato. Iniziai ad andare nel panico, era esattamente quello che intendevo, ovviamente, ma non solo quello. Jimin aveva altro che m'interessava, molto altro.

>>Voglio che abbiamo altri appuntamenti, magari più in la potrebbe nascere qualcosa di più, era questo che intendevo. Con toccarti, volevo esprimere, come dire..la mia possessione su di te, l'esclusiva di averti per me<<

Fissò il pavimento e non capivo se fosse triste, imbarazzato, arrabbiato o magari tutto il pacchetto completo. Lo guardai con occhi imploranti, anche se lui non poteva vedermi.

>>Jimin, per favo-

>>Non lo so<<

Scosse la testa, poi riprese.

>>..Non bacerai più nessuno?<<

Domandò dopo alcuni minuti di silenzio.

>>Lo prometto, lo giuro su Dio! Dovesse cadermi in testa un trattore, giuro che non lo farò!<<

Strofinò il palmo delle mani sugli occhi, trascinandoli poi sulle guance solcate dalle lacrime asciutte e non.

>>E non bacerai più quello là?<<

>>L'ho appena promesso<<

Jimin sollevò il viso ed intercettò il mio sguardo. Sentii un nodo disfarsi nel mio stomaco quando lo vidi avvicinare il volto al mio, e poggiare le mani sulle mie spalle, quando finalmente pose le labbra sulle mie dolcemente, con un sapore vagamente salto dato dalle lacrime che avevano bagnato le sue labbra. Strinsi un braccio attorno al suo piccolo vitino, così che, dalle nostre rispettive posizioni, la sua pancia fosse poggiata al mio petto. Jimin si ri-inginocchiò, così che fossimo alla stessa altezza, e abbandonò entrambe le braccia dietro al mio collo. 

Questo era quello che volevo, tutto di quel bacio potei considerarlo pura perfezione. Il suo viso arrossato, le labbra rosse e incredibilmente appetitose, gli occhi tristi ma appassionati che mi scrutavano dentro, le piccole dita che mi sfioravano, i capelli morbidi che mi solleticavano la fronte, i suoi soffici fianchi quando finalmente li afferrai, sollevando Jimin da terra e dunque mettendomi ritto in piedi, lo strinsi a me, per poi sistemarlo su uno dei numerosi banchi nell'aula, mentre io me ne stavo fra le sue gambe, baciandolo più e più volte. 

La mia bocca poi seguì il tragitto dal suo mento al collo, mordendo e succhiando la sua pelle bianca, mentre Jimin si abbandonava a dolci gemiti, quasi inaudibili. Le mie mani armeggiarono con i primi bottoni della sua uniforme, facendomi strada più verso le clavicole, ma Jimin sembrò non trovarsi d'accordo con questo, quindi poggiò una mano sul mio petto, scostandomi timidamente. 

Mi morsi un labbro nel tentativo di riempire quel vuoto che si era creato dall'allontanamento del suo corpo dal mio, poi lo aiutai a smontare dalla superficie del tavolino e a ricomporsi, riabbottonando la camicia, e coprendo i segni rossi che, sul suo collo, sarebbero presto diventati evidenti succhiotti. Jimin non mi guardò mai negli occhi nel processo, così attirai la sua attenzione parlando.

>>Siamo apposto quindi..?<<

Esitò per un istante, ma poi annuì.

>>Suppongo. Ma non credere che io dimentichi cos'è accaduto, quindi sta attento a quello che fai..<<

Annuii a mia volta, ed anche se questo suo avvertimento mi rattristò profondamente, non potei che rassegnarmi alla conclusione di aver fatto un'enorme cazzata e di averlo ferito, dunque colsi la seconda opportunità che mi fu offerta quel giorno, la presi con entrambe le mani e la feci mia. Jimin intrecciò le dita con le mie.

>>Dovremmo andare, la ricreazione finirà presto<<

Io gli sorrisi, seguendolo al di fuori della stanza ed accompagnandolo nell'aula in cui si sarebbe tenuta la sua terza ora di lezione. Quando arrivammo trovammo un nervoso Yoongi che se ne stava all'entrata, e quando ci vide sembrò rilassarsi, avvicinandosi, e fissando le nostre mani l'una nell'altra.

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