Capitolo 06 - In amore non si sceglie
Capitolo dal punto di vista di Yuichiro.
Accidenti, accidenti a tutto e a tutti, sopratutto accidenti a lui.
Avevo progettato di tornare a casa presto, avevo progettato di riposarmi in modo adeguato, avevo progettato di finirla una volta per tutte... e lui ha distrutto tutto.
Come potete pensare o no, ho passato la notte in bianco perché nella mia mente è stata impressa un temibile ricordo: il ricordo è "Yui" e può sembrare normale agli occhi di tutti, infondo è l'abbreviativo del mio nome e non c'è nulla di male nell'essere chiamato in questo modo.
Ma il solo ricordo di quelle tre lettere, accompagnato dal suo tono usato assieme alla voce e il ricordo di quell'atmosfera, dall'ansia e dalla curiosità... lo rende terribilmente tremendo, temendo quanto indimenticabile.
«Yui-chan, stai bene? Sei rosso in viso...» sento dire da una voce.
«Eh io? A-ah sì, sto bene.»
«Sicuro? Guarda che il festival inizia tra meno di mezz'ora e non sembri in condizioni di farcela.»
«Ma no! S-sto bene, è solo un po' di caldo... tutto qua.»
«Se lo dici tu.»
Il mio viso è rosso? Possibile che abbia ancora il rossore in viso?
Mi sento scottare, ogni volta che chiudo gli occhi, al solo ricordo di quello che è successo ieri, il mio cuore inizia a battermi forte da far male al petto.
Ma tutto ciò non va bene, perché non devo dimenticarmi che non posso.
Non importa se sia una donna o un uomo, non voglio innamorarmi.
Ma onestamente, ammetto di avere un leggero mal di gola, come se qualcosa "catturasse" la mia voce, forse è causato per uno sforzo eccessivo ma non ricordo di aver urlato o alzato anche di poco il volume del mio tono, quindi potrei aver preso freddo ed ecco il perché del rossore: avrò il raffreddore.
Sono passate già due ore da quando la scuola è aperta al pubblico, per assicurare che tutto proceda senza incontrare problemi, decisi di fare un giro di ispezione assieme a Maiko.
I corridoi sono piuttosto affollati, e soprattutto decorati; fuori ad ogni classe, vicino all'entrata, è sempre presente un cartello dove su di esso vi è scritto il nome della tematica che hanno deciso di portare i vari gruppi, decorati a volte con qualche frase o disegni.
Gli altri membri del consiglio si trovano ancora al cancello d'ingresso per distribuire dei volantini, e più tardi darò il cambio in modo che possano anche loro godersi l'evento; sono presenti anche diverse bancarelle dove la maggior parte di essi si occupano di cibi poco pesanti come le crepes o i takoyaki*, altri invece sono concentrate sul divertimento, quindi tematiche come la lotteria o l'oroscopo.
Non è da dimenticare anche attrazioni come le amichevoli organizzate nella palestra, la recita da parte del club di teatro o il gruppo incentrato sulle tematiche horror; in ogni caso tutto è stato organizzato in modo impeccabile, ho anche controllato diverse volte il programma e non dovrebbero esserci più problemi.
«Bene, abbiamo finito il giro. Ora possiamo dare il cambio agli altri.» dico fermandomi per poi girarmi verso di Maiko.
«Per quello ci penso io, ho trovato anche qualcuno disposto ad aiutarmi.» mi risponde allegra e spensierata la ragazza.
«Maiko, preferisco che tu non coinvolga le persone nelle attività del consiglio.»
«Ormai è fatta Yui-chan! Se ti serve aiuto chiedi... chiedi a Ryuki-kun, okay? Allora io vado!»
«Aspetta Maik-!»
Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che la castana sparì correndo via, lasciandomi perplesso e da solo.
Oh, m non chiederò aiuto a lui, anche perché al momento non ne ho motivo.
Dato che non avevo più nulla da fare, m'incammino verso il consiglio, in caso qualcuno si dovesse recare là per qualche necessità all'ultimo minuto.
Passo davanti ad alcune classi ignorando la tematica di ciascuna, anche perché teoricamente so già cosa sono e cosa hanno portato, ma non ho voglia di sforzarmi di ricordare l'assegnazione di tutti, voglio solo lasciarmi alle spalle i duri lavori svolti negli ultimi giorni.
«Scusa, sei Hanade Yuichiro, il presidente vero?»
Sentii una voce chiara e poco acuta espressa con un tono agitato, sicuramente di una ragazza, proviene dalle mie spalle e d'istinto mi girai, chiedendomi da chi potesse essere la fonte.
La ragazza indossava un'uniforme da cameriera, quindi doveva essere per forza nel gruppo del "Cafe" assegnata alla 2-B.
Mi chiedo cosa ci faccia lei qui...
«Sì, sono io. Devi chiedermi qualcosa?»
«E-ecco, siamo accorto di due membri! Pensavamo che con i pochi che avevamo bastavano, ma i clienti sono aumentati all'improvviso e non abbiamo più abbastanza personale! P-potrei mai chiedere il tuo aiuto?»
«... ah, nessun problema, provvederò a trovare un'altra persona disposta ad aiutarci.»
«C-capito, ti ringrazio infinitamente!»
Anche se non sono particolarmente felice nel dover chiedere "aiuto" a lui, sono costretto.
Non posso farci molto, infatti chiedere agli altri sarebbe un atto di egoismo e non mi resta molta scelta, perciò presi il telefono dalla tasca dei pantaloni digitando il suo numero che tenevo nel registro delle chiamate, non ancora salvata, e non lo sarà molto presto, probabilmente.
Non appena rispose gli chiesi di andare nella 2-B chiudendo subito la chiamata non appena finii di parlare, dato che non ci tenevo e non ci tengo tutt'ora a sentire la sua voce; al solo pensiero di vederlo mi viene d'automatico il batticuore, certo che non posso comportarmi come una ragazzina innamorata!
Sospirando, mi dirigo verso la classe e sbadatamente vado a scontrarmi con qualcuno mentre giravo l'angolo, e l'aver incontrato questa persona in un momento del genere, mi irritava parecchio.
Possibile che io sia così sfortunato?
«C-che ci fai qui, Matsuta.» chiedo non appena misi a fuoco colui che avevo scontrato, irrigidendomi un po'.
«Guarda un po' chi si rivede, Yuichiro vero? Ti sembra il modo di rivolgerti con me? Ti devo ricordare che rapporto avevamo?»
«Ma sentilo... ormai si tratta del passato, quel "rapporto" non esiste più.»
«Ne sei sicuro?»
Arrossisco leggermente non appena si avvicina di più, maledicendomi del perché non riesco ancora a dimenticare il passato.
Questa cosa me lo porto dentro ormai da due anni, quell'odio per Matsuta che mi guarda dall'alto verso il basso... è frustate, per la verità.
Ma è stato un fallimento per me.
Sto desiderando soltanto di sprofondare, per nascondermi come un codardo legato dal passato da qualche parte o che magari... lui fosse con me.
«Mi dispiace interrompermi ma il presidente deve venire con me, risentitevi in futuro, magari.»
«S-Sayo?»
Apparso dal nulla, il ragazzo mi afferra per la mano portandomi via da lì, istintivamente mi sentii come salvato da un incubo, come se lui fosse la luce che mi guida.
E' stato parecchio imbarazzante avere gli occhi puntati su di me mentre lui mi trascinava per i corridoi fino al Cafe, ma per fortuna si è fermato.
Mi lascia la mano una volta che si rese conto della situazione, travolta in un completo silenzio nonostante ci sia tanta confusione in sottofondo, ma decido di ignorare la cosa e mi dirigo verso l'entrata mostrando così un atto di egoismo.
Ma mi fermo subito non appena sentii la sua voce, come un brivido che percosse la mia schiena in un'istante: il suo tono è stato diverso.
«Quello chi era?»
«N-nessuno, una vecchia conoscenza, tutto qui.»
«Presidente, non mi prenda in giro. Non è possibile che sia solo una vecchia conoscenza da come ti sei comportato!»
«... ti prego di non chiedere altro, non di più. Ma piuttosto, andiamo ad aiutare?» dico sforzandomi leggermente di sorridere.
«Io... mi dispiace, non volevo essere insistente.»
«Non ti devi preoccupare e comunque ti ringrazio, per prima.»
Non aggiunsi nient'altro ed entrai senza pensarci troppo; la ragazza di prima mi accoglie ringraziandomi profondamente, spiegandoci che uno dei due avrebbe dovuto occuparsi di prendere le ordinazioni e portarli ai tavoli, un cameriere in poche parole, mentre l'altro avrebbe dovuto prepararli.
Sayo è stato scelto per essere il cameriere grazie al suo aspetto che avrebbe sicuramente attirato parecchie persone, soprattutto un pubblico femminile, perciò io sono stato "costretto" a prendere l'altro incarico; ma considerando la esperienza in cucina, preferisco più stare "dietro le quinte".
"Lavorato" per circa due ore, si fece tardi e il festival si è finalmente concluso.
Bene o male le cose sono andate per la strada giusta, ora dovevo solo dimenticarmi di quella persona e per il resto dei miei giorni sarei stato apposto, totalmente alla perfezione: nessuna preoccupazione, nessun problema e nessun evento importante da perderci la testa.
Però, in questo momento, si rivela un problema: sono assieme al biondo nel laboratorio di cucina a lavare i piatti utilizzati questo pomeriggio e siamo completamente soli.
Questo sì che è un problema.
Non cercai nemmeno ti prendere l'iniziativa del discorso dopo quello che è successo, che me ne restai per tutto il tempo in silenzio, inoltre ho anche un leggero mal di testa e iniziando un argomento potrebbe soltanto aumentare il mio malumore.
Però sono consapevole che costui è stupido.
«Presidente, vorrei porle una domanda.» come immaginavo, il ragazzo ha attaccato briga.
«... fai pure.»
«Dato che il festival è ormai concluso, non sono più un "membro temporaneo" del comitato, giusto?»
«E-esatto.»
«Quindi non avrei problemi se la chiamassi come ho fatto ieri, giusto per rafforzare la nostra... ehm, amicizia, e vorrei anche darla del "tu", anche se è un mio senpai.»
«C-come ieri? Intendi in quel modo?»
«Sì, esatto, le da fastidio?»
«Ah, non proprio.»
«Puoi chiamarmi anche tu per nome, Yui.»
Di nuovo.
Ancora quel terribile batticuore che accelera ogni secondo che passa martellandomi forte il petto, infatti non mi piace quando mi chiama in questo modo, perché mi fa sentire strano e mi fa perdere tutto ciò che mostro agli occhi di tutti, rendendomi quasi vulnerabile.
Non voglio che sia l'amore la causa, non voglio riprovare proprio quei sentimenti.
La testa inizia a farmi ancor più male, come il petto che viene martellato continuamente da qualcosa di invisibile; il caldo aumenta, mi sento stanco e affaticato, e prima che potessi accorgermi delle mie condizioni, sento il freddo del pavimento, la voce di Ryuki che mi chiama e gli occhi che lentamente iniziano a chiudersi.
*Takoyaki: polpette fritte fatta con una speciale farina di grano, al cui interno viene posto un pezzo di polpo.
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