Capitolo 02 - Fai la tua parte
La mattina era arrivata più presto del solito... oppure era solo una mia immaginazione.
Ma poco importava, perché ormai ero lì, seduto sulla metrò a leggere un libro di letteratura.
Non so se è stato una fortuna o una sfortuna a diventare presidente del consiglio studentesco, perché gli insegnanti sono fieri del mio ruolo e dal loro punto di vista sono anche il più adatto a gestire quelle situazioni che appaiono durante l'anno scolastico, considerando che dovevo arrivare a scuola prima dell'orario prestabilito.
... ma questo non è il vero problema della questione.
Il vero problema è decidere come risolvere i vari "casi", assumendone la piena responsabilità ignorando che piega potrebbe prendere la situazione... in poche parole è come un azzardo.
Esatto, la vita è una sfida: non ti aspetti nulla ed è proprio in quel momento che accade sempre qualcosa.
Buffo, proprio ora mi sto ricordando di quello che succedeva sempre nelle storie d'amore, quando incontri d'un tratto il "principe azzurro" e finisci per condurre una vita felice.
Ah... perché sto pensando a queste assurdità? Forse sto diventando pazzo.
Prima che me ne accorgessi ero già nei pressi della scuola, e dato che il custode aveva aperto puntualmente come sempre, non feci troppi scrupoli e mi recai subito nella stanza del consiglio.
Anche se non mi aspettavo una sorpresa, almeno non in un giorno qualsiasi.
«Che ci fai tu qui...?»
«Mi pare ovvio, sono qui per aiutare il consiglio. Ma non avevo le chiavi, quindi ho aspettato che arrivasse almeno il presidente.»
Ieri non ci avevo fatto caso ma questo ragazzo è veramente alto, più di quanto pensassi, ora che me lo ritrovo praticamente davanti.
Oppure sono solo io ad essere incredibilmente basso, che nonostante fossi nella media – forse –, accanto a lui sembravo ugualmente un nano.
Sospirai e presi le chiavi dalla borsa, aprendo così la porta del consiglio, non stupendomi del fatto che fosse chiusa o che lui non avesse le chiavi, essendo una cosa normalissima; tutte le aule venivano chiuse a chiave alla fine delle attività e solo il presidente e il vice di ogni club ne avevano una copia, a parte il custode.
«Come sapevi che sarei arrivato a quest'ora?»
«Me l'ha detto la ragazza di ieri. Maiko-san, giusto?»
«...giusto.»
Sospiro profondamente, ancora una volta, poiché non mi sarei mai immaginato che avrei iniziato la giornata assieme a questo ragazzo, sicuramente non partito nei migliori dei modi.
Prensi alcuni fogli da uno dei tanti scaffali presenti nella stanza e leggendo ognuna di esse, ne porgo alcuni al biondo.
Subito assume una faccia stupida o sorpresa, forse perché non se lo aspettava.
«... tieni.»
«Cosa sono?»
«Faccende, mi pare ovvio. Assicurati di farle tutte.»
Non mi presi nemmeno la briga di spiegargli i dettagli, dato che erano scritti in modo impeccabile da Maiko, dato che anche uno stupido ci avrebbe capito qualcosa.
Nel frattempo arrivò anche la ragazza e mi consegnò subito alcuni fogli che aveva preparato la notte prima su alcune informazioni per il festival, come ad esempio: gli orari, la zona delle bancarelle e il tema che ogni classe avrebbe portato.
Dato che ne dovevo parlare anche con il preside feci cenno ai due che sarei andato da lui, lasciandoli soli nella stanza.
In realtà volevo solo restare il più lontano possibile da quel ragazzo, non sapendo il motivo del perché.
Pov's Ryuki
Quella mattina mi ero svegliato più presto del solito e feci veramente fatica a svegliarmi due ore prima del solito.
Ma ieri quella ragazza mi aveva detto di andarci prima, dato che avrei dovuto aiutare il consiglio nella preparazione del festival, che non era di certo un problema per me.
Feci numerosi sbadigli durante il tragitto verso la scuola, richiavo di crollare dal sonno da un momento all'altro!
Ma riuscii ad arrivare sano e salvo, ed aspettai pochi minuti davanti alla porta della stanza del consiglio prima che arrivasse il presidente Hanade Yuichiro.
Anche se non era vero, con una percentuale del novanta per cento, il presidente sembrava una ragazza dalla testa alla punta dei piedi, tranne per il fatto che indossava l'uniforme maschile. Ed è in quel momento, in cui noti quel piccolo ma non insignificante dettaglio, che la tua fantasia su quanto poteva essere carino svanisce nel nulla, come una delusione.
Una volta entrato, dopo pochi minuti, mi ritrovai fra le mani alcuni fogli sull'organizzazione del programma in questione e dato che era spiegato in modo molto semplice e dettagliato, il presidente non spiaccicò parola su cosa dovevo fare.
Forse era la mia immaginazione ma a quanto pare non voleva avere nessun rapporto con me, come se mi odiasse.
Anche se ieri l'avevo visto che mi stava osservando durante la partita di allenamento con il club di calcio... una vera delusione, eh?
Fortunatamente arrivò anche Suzuhara Maiko, di cui speravo enormemente l'aiuto in quanto avrebbe alleggerito l'atmosfera fra di noi, e invece lui se ne andò lasciandoci soli.
Forse questa era un'occasione perfetta per chiedere qualcosa sul suo conto o se probabilmente gli stavo poco simpatico, forse sì.
«Maiko-san? Ah, non le dispiace se la chiamo per nome vero?»
«Affatto, dammi anche del "tu". Devi chiedermi qualcosa?»
«Ecco... volevo chiederti del presidente.»
«Di Yui-chan?»
«Yui... chan?»
«Noi due siamo amici d'infanzia, ma nonostante tutto odia essere chiamato così.
Oh~ per caso sei interessato a Yui-chan? In effetti è molto carino, non mi sorprendo che avesse anche qualche ragazzo a fargli la corte.»
«Prego?»
«Anche se non sembra, Yui-chan è molto popolare tra le ragazze. Dopotutto è presidente del consiglio dal secondo anno, incredibile vero? Gli insegnanti hanno molta fiducia in lui.»
«È un mio senpai?»
«Non te l'abbiamo detto? Siamo entrambi del terzo anno, anche se non sembra dato che lui non è molto alto, viene scambiato costantemente per una ragazza. Dovrebbe indossare l'uniforme femminile, così almeno si farebbe meno problemi...»
«No, questo andrebbe contro l'orgoglio di qualsiasi ragazzo...»
«Comunque per qualsiasi dubbio dovresti rivolgerti a lui; in realtà è un bravo ragazzo, è solo che all'inizio è un po' timido e si presenta assai scorbutico.»
Poi mi rivolse un dolce sorriso, che mi dimostrava intenzionalmente tutto il suo effetto che provava per il presidente, come quella di una sorella maggiore.
Forse, proverò a parlargli.
... ma non sapevo che le cose si sarebbero precipitate in uno strano finale per concludere la giornata.
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