capitolo 5: faccia a faccia
Quinto giorno. La ragazza ormai non riusciva a stare sveglia per più di un paio d'ore. In auto il silenzio era interrotto solo dalla radio che, a basso volume, mi faceva compagnia con canzoni americane anni 90'. Annalisa era persa in pensieri cupi che le deformavano il viso in una sorta di pianto trattenuto, e ogni tanto si stringeva il pantalone con le mani
-Andrea...
-dimmi Annalisa
-...Possiamo fermarci un secondo al tabacchino? Devo prendere le sigarette...
-ma perché, tu fumi?
-diciamo che per rispetto verso la malata non volevo fumare, ma sono cinque giorni che non fumo e l'astinenza comincia a farsi sentire
-capisco... Svoltato l'incrocio c'è un tabacchino, possiamo fermarci lì
-grazie...
Poi tornò nel buio dei suoi pensieri. Scese dalla macchina e quasi non ruppe la sportella sbattendola violentemente, ma la violenza fece svegliare Caterina
-oh? Cosa... Cosa e successo?
-giorno Caterina... Stai tranquilla, e tutto ok... Annalisa sta soffrendo d'astinenza da sigarette e ora è andata a prenderne un pacchetto
-capisco... ATTE-
sentii la mia portella aprirsi, prima di potermene accorgere una mano mi tirò fuori sbattendomi a terra
-MALEDETTO! MI AVEVANO AVVISATO! Ora ti rispedisco da dove sei venuto, maledetto bastardo senza pudore!
Mi alzai dolorante, la vista confusa per la botta, mi girai e vidi un palestrato in controluce
-S...Salvatore?
-si, sono io lurido pezzente assassino! Ti sei permesso di entrare in città dopo che noi ti avevamo cacciato! Ora sono fuori, come vedi, grazie alla condizionale... E come prima cosa ti rispedirò da dove sei venuto in una scatoletta di tonno!
Si lanciò all'assalto come il boxer professionista che era, cercai di difendermi ma non sapevo che fare: primo colpo, secondo, poi l'asfalto. Ero confuso, non riuscivo a vedere bene, sentii la sua mano prendermi per i capelli e alzarmi, poi un urlo
-FERMO! LASCIALO ANDARE O TI ARRESTO!
Annalisa era dietro di lui con la pistola puntata alla sua schiena
-cosa? Una poliziotta? Bene! Porti via questo assassino! Non è il benvenuto qui!
-porto via te se non lo lasci! Lui e sotto la mia protezione!
Sentii la presa allentarsi fino a lasciarmi cadere di nuovo al suolo, mi alzai dolorante mentre delle mani passanti mi aiutavano
-portatelo nella tabaccheria, ho un kit di primo soccorso
Una voce anziana disse questo, poi altre mani mi tennero in piedi per trascinarmi dentro
-come sempre ti nascondi dietro agli altri... Lurido... Ammazza mogli!
Mi bloccai. La gente spingeva per farmi camminare, ma non mi mossi. Alzai lo sguardo nel vuoto
"Ammazzamogli"
Mi voltai sganciandomi con decisione dalle mani della gente
-Annalisa... Permettimi di risolvere questo problema da solo... E' un mio problema, e non accadrà nulla, glielo prometto
Annalisa aveva ancora la pistola puntata su di lui, gli occhi su di me. Erano preoccupati. No, tristi. Terrorizzati. Abbassò la pistola rimettendola nella fodera, poi si avvicinò alla gente
-per favore, state a distanza di sicurezza... Sarò io a presidiare questo battibecco, e in caso mi assumerò ogni responsabilità e fermerò il tutto in modo che non degeneri...
La gente un po' scioccata si allontanò, e di sfuggita potei intravedere qualcuno chiamare
-bene Salvatore... Abbiamo una decina di minuti prima che arrivi la polizia... Risolviamola in fretta
Lui non capii del gesto della poliziotta, ma sorrise furioso quando mi vide pronto
- allora hai capito che devi morire...
Si lanciò con un destro, ma stavolta riuscii a deviarlo. In quel momento mi venne in mente, io conoscevo il suo stile di combattimento. In passato ci allenavamo insieme, e anche se forte aveva un difetto enorme
- vedo che l'occhio destro fa ancora cilecca...
Gli tirai un sinistro in faccia, lui lo subí e indietreggiò
- come sempre colpisci dove la gente e più vulnerabile... Chissà se hai fatto lo stesso con lei
Un suo sinistro mi raggiunse, ma non indietreggiai
- io non potevo sapere che il virus era entrato in contatto con i miei abiti... Perciò non potevo prevedere ciò che sarebbe successo
Un altro destro, stavolta però lo schivò
-certo... Vallo a dire alla scientifica! Quella donna e stata distrutta emotivamente a tal punto da impazzire! E poi tu gli hai dato il colpo di grazia!
Un destro mi raggiunse, e cominciai a sentire del liquido in bocca. Sputai il sangue, ma lo guardai deciso
-se la pensi così... Se la pensate così... Allora andate a vedere i reperti biologici sulla struttura... O anche l'autopsia...
Con un destro lo presi in pieno stomaco, facendogli mancare per un secondo il respiro
-... Quei... Graffi... Quei... Danni... Gliel'hai... Provocati tu!
Si lanciò con un destro in rincorsa, io lo raggiunsi allo stesso modo
-quei danni erano auto infitti... A causa di quel virus... Che lui mi ha...
Mi bloccai. In quel momento il suo pugno mi raggiunse stendendomi al suolo. Chiusi gli occhi e in quel momento mi venne un flashback
"
-ehi, turno finito? Torni dalla tua amata?
-si... Ascolta... Mi dispiace che con lei non sia andata bene... Io ero sicuro che ti volesse...
-tranquillo! Capita, non si può piacere a chiunque ahahah... però promettimi che la tratterai con i guanti
-te lo prometto... Fratello
"
Riaprii gli occhi. Quando salutai mio fratello, lui mi tocco la spalla sorridendo. Mi alzai dolorante, la vista offuscata e i suoni ovattati. Mi misi di nuovo in piedi ma barcollavo
-e ora... Di addio
Lo vedevo avvicinarsi con un altro pugno, ma una figura si contrappose tra me e lui: Annalisa si mise in mezzo puntando la pistola su di lui
-FERMO! lui non può più combattere, e messo molto male, se infierisci dovrò arrestarti sul serio!
Salvatore si bloccò all'istante
-... tzé... Non voglio tornare in quel buco schifoso... SEI FORTUNATO! LA TUA E' SOLO FORTUNA! FUGGI E TI NASCONDI PER SOLA FORTUNA! Ma un giorno... Un giorno dovrai fare i conti col passato, e nessuno sarà vicino a te a proteggerti
Poi se ne andò.
Poco dopo arrivò una volante e un ambulanza, venni portato in ospedale e medicato, e il giorno dopo già potei uscire. Davanti all'uscita dal pronto soccorso c'era lei, Annalisa, accanto Caterina in sedia a rotelle, ed entrambe stavano piangendo.
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