9-La sera della riunione

Dopo una lunga attesa, finalmente la fatidica sera arrivò.

I Cani da Caccia erano in posizione, e le tre agenzie si stavano recando sul posto.

Ouchi e Teruko controllavano che ci fossero tutti, mentre Tecchou e Jouno stavano giocando a morra cinese davanti le telecamere (stava vincendo Jouno).

-Poe!- Ranpo si era lanciato addosso al suo ragazzo, che prima o poi sarebbe morto di infarto o di commozione celebrale.

Poe indossava uno smoking viola tutto cosparso di brillantini e un papillon marrone.

Gin, Tachihara e Kajii stavano montando l'attrezzatura da DJ, mentre i boss presero in custodia Poe per la riunione.

Fukuzawa portò il ragazzo in un luogo privato, solo loro due.

-Devo parlarti- disse con la sua voce severa, e il ragazzo era un po' spaventato.

-Non riguarda il conflitto con la Guild, ma di Ranpo.

Voi due state insieme?-

Poe diventò tutto rosso, non si aspettava una tale domanda.

Annuì, e Fukuzawa ne ebbe la certezza.

-Ok- disse -Vedi di trattarlo bene. Ranpo non è come tutti gli altri, ma penso che tu lo sappia.

Per me è come un figlio, lo stesso vale per tutti i membri dell'agenzia, lui in particolare. Se mi prometti di trattarlo bene e di proteggerlo, allora non avrò obbiezioni-.

Poe sorrise -Su questo non deve preoccuparsi. Prometto di trattarlo bene e di proteggerlo anche a costo della vita-.

Fukuzawa accennò un sorriso -Va bene, allora mi fido di te. Ma se dovessi tradire questa promessa ti taglierò tutti gli arti e te li farò ingoiare-.

Poe si mise a ridere, ma poi si rese conto che l'altro era serio, quindi smise subito.

Andarono nella sala riservata alla riunione e cominciarono a parlare.

Intanto, nella sala grande, la musica era già partita e Dazai, approfittando della confusione e andò a rubare il cappello a Chuuya.

Il più basso si girò, pronto a tirargli un gancio destro, ma si fermò quando vide il suo vestito.

Era quello bianco che aveva visto al negozio, e gli stava meglio di quanto pensasse.

Arrossì leggermente, e Dazai notò il suo cambiamento di stato.

-Che c'è? Hai paura di colpirmi?- Dazai si mise il cappello, e Chuuya dovette inventare una scusa il prima possibile.

-N.. non voglio rovinarti il vestito- capì che aveva peggiorato la situazione, e in quel momento voleva sotterrarsi.

-Sono felice che ti piaccia, anche se è strano che tu mi faccia un complimento. Non ti sarai già ubriacato?-

Chuuya si riprese il cappello ed evitò la domanda, andando a bere un bicchiere del vino che aveva portato.

Ognuno aveva portato qualcosa, dolci, frutta, pizza, bevande, alcolici, e con queste cose fecero un mini rinfresco.


Akutagawa intanto si stava dirigendo da Atsushi, che stava sistemando la pizza che aveva portato.

Akutagawa si avvicinò a lui e gli disse: -vieni con me nello stanzino-.

Atsushi era confuso, non capiva cosa voleva fare Akutagawa nello stanzino dove si trovava l'attrezzatura per pulire.

Non si fidava, ma lo seguì comunque.

Una volta entrati entrambi dentro, Akutagawa chiuse la porta, incrociò le dita e sperò per il meglio.

-Perché mi hai portato qui?- il ragazzo si guardava intorno, senza capire cosa volesse il suo rivale.

-Atsushi, sappi che se tu morissi io ne sarei molto felice-.

Il ragazzo-tigre era ancora più confuso di prima e si preparò ad un'eventuale scontro.

-Ma, se proprio devi morire, devo essere io ad ucciderti, perché tu sei il mio rivale. Ma so che non sarà facile sconfiggerti, perché tu sei molto forte, e hai molti altri pregi che se cominciassi ad elencare non mi fermerei più. 

Perché tu sei perfetto, solo che non te rendi conto, ecco perché mi arrabbio quando parli male di te stesso-.

Akutagawa si fermò un attimo, ma Atsushi gli mise la mano dietro i capelli e lo baciò.

Erano entrambi innamorati l'uno dell'altro, ma avevano paura di essere rifiutati.

A loro era andata bene, dato che dallo stanzino ci rimasero per un bel po' di tempo, ma la serata non era ancora finita.


Kyouka voleva dare il suo regalo ad Atsushi, ma non lo trovava da nessuna parte.

-Stai cercando qualcuno?- Kyouka sentì la voce di Ranpo alle sue spalle, così si girò e annuì.

-Se n'è andato in bagno, non so quanto possa metterci- il detective sapeva tutto, ma decise di non spifferare il segreto a nessuno per motivi di privacy.


Intanto Dazai e Chuuya erano nel terrazzo della sala, dove stavano combattendo da mezz'ora.

Ad un certo punto Chuuya colpì talmente forte Dazai che lo fece cadere di testa in uno dei vasi di fiori della terrazza.

Chuuya cominciò a ridere fino ad arrivare alle lacrime e Dazai, dopo aver tirato fuori la testa, fece lo stesso.

Dazai si tirò su e i due si calmarono.

Chuuya approfittò del silenzio per dichiararsi, sperando che sarebbe andato tutto bene.

Tornò serio e cominciò a cercare le parole.

-Dazai, so che forse queste parole non sembreranno da me, ma voglio dirti ciò che penso e che ho provato a nascondere.

Io sono stato una persona orribile con te, anche se un po' te lo sei meritato, ma quando avevi più bisogno di me io ti ho ignorato.

Magari tu pensavi che era perché ce l'avevo con te, o perché ti odiavo e non volevo parlarti, ma era l'esatto opposto; io volevo chiederti come stavi, volevo essere una brava persona, ma quando trovai il coraggio ormai era troppo tardi.

Con te ho dei bellissimi ricordi, i più belli della mia vita, ed è tutto grazie a te.

Ti amo, Dazai, e spero che tu pensi lo stesso di me-.

Dazai rimase per un attimo in silenzio, guardando il pavimento.

Poi fece un passo dopo l'altro verso Chuuya e, una volta vicino a lui, gli prese la testa tra le mani e la avvicinò alle sue labbra.

Stavano per baciarsi, ma poi Dazai si fermò.

Cominciò a ridere e lasciò la testa di Chuuya in modo brusco.

-Pensavi davvero che ti amassi? Sei solo un illuso, nessuno ti amerà mai- disse, tornando dentro la sala.

Chuuya scoppiò in lacrime, avrebbe immaginato che Dazai lo rifiutasse, ma non pensava in modo tanto crudele.

Era arrabbiato, deluso, triste, e tutte quelle emozioni non gli fecero capire più niente.

Cadde in ginocchio, e tutta quella confusione gli fece attivare la corruzione.

Non era riuscito a controllarsi e, a quel punto, era troppo tardi per farlo.


ANGOLO AUTRICE

Sono infame a far finire una storia in questo modo? Sì, ma sappiate che il prossimo capitolo arriverà a breve, almeno credo.

In realtà sto' trascurando le altre storie per concentrarmi su questa, quindi ce la sto' mettendo tutta.

In più è cominciata la scuola, ma continuerò a pubblicare perché, sinceramente, questa storia mi sta' piacendo, ne sono soddisfatta.

Se sta' piacendo anche a voi vi invito a lasciare una stellina, ne sarei felicissima.

Alla fine capitolo lungo per festeggiare le 100 e passa letture, grazie mille per aver filato questa storia.

Noi ci vediamo al prossimo capitolo, ciaoo.


Numero parole: 1097 (angolo autrice compreso)

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