SECONDO CAPITOLO
"Una donna che pensa, dorme coi mostri."
Adrienne Rich.
"Sì, mi ha baciato" ripeto per la terza volte a Jane che mi guarda impietrita. E poi sento un urlo assurdo. Assordante. Squillante.
"Finalmente" urla sbattendo le mani. Iniziamo a parlare della serata e di com'è successo. Lei è in tuta, rosa ovviamente, ed io proprio non capisco come faccia ad essere più presentabile di me nonostante io stia ancora vestita con pantalone e maglia. "Sai l'ultima?" continua sistemandosi sul letto "Circa un'ora fa è piombato qui Liam che ti cercava ma poi ha finto di volere me e i miei appunti solo che so perfettamente che non prenderebbe mai i miei appunti" dice addentando un biscotto e ridendo. Ma che strano.
"Davvero?" dico sono senza parole. Non solo ha il coraggio di accusare me di essere una persona materialista, ma ha anche il coraggio di venire a farmi la predica. Io.. .io... io non lo sopporto.
Faccio un sospiro a metà tra un urlo e un lamento. Mi siedo accanto a lei e le rubo un biscotto al cioccolato, Jane mi guarda stranita. "Sì, davvero. Era più nervoso del solito. Non so però cosa volesse esattamente. E' arrivato, ha guardato il tuo letto e mi ha chiesto dove fossi. Io ho risposto che non erano affari suoi e lui ha finto di averlo chiesto solo perché erano le dieci e si chiedeva dove eri finita. Poi ha cambiato discorso chiedendomi se potevo dargli gli appunti di storia dell'arte. Solo che lui non prenderebbe mai i miei appunti... non prenderebbe mai appunti, in realtà. Soprattutto se sono le dieci di sera! " dice tra un biscotto e l'altro. Che strano, perché Liam dovrebbe cercarmi? E perché dovrebbe volere gli appunti di Jane a quest'ora?
Nel chiasso che c'è nella mia mente, avverto la vibrazione del cellulare e lo prendo convinta che sia Mark, la mia calma. Con grande meraviglia, invece, scopro che ho ben cinque messaggi non letti. Tutti di Liam.
"Sono passato per prendere gli appunti da Jane ma tu non c'eri. Che fine hai fatto?"
"Avevi detto che andavate a farvi solo un giro"
"Porca puttana, Meredith, mi rispondi?"
"Rispondi appena leggi i messaggi"
"Sei in stanza? Se sei per strada vuoi che passo a prenderti? Se ha fatto qualcosa lo ammazzo quel bastardo"
Prendo un secondo per raccogliere i pensieri, perché è così importante dove fossi? E perché tutta questa preoccupazione? E la cosa assurda è che mi fa stranamente piacere. Non la parte dove chiama bastardo Mark, questo è ovvio. Ma quando si preoccupa per me è così... Liam.
"Hey, sto parlando con te" Jane mi risveglia dai pensieri, o incubi, potremmo dire.
"Ehm.. si, scusa. Dicevi?"
"Secondo me ha una cotta per te" si alza lasciando cadere le briciole dei biscotti. Non capisco se l'idea mi piaccia o meno, so di per certo che però mi spaventa. Così decido di non risponderle. Quindi, vedendomi muta, aggiunge "non puoi negare per sempre l'evidenza, Meredith. Ricordi lo scorso anni?" improvvisamente in me riaffiorano i ricordi di un'ingenua Meredith che era così stupida da pensare di poter piacere ad uno come Liam.
Ignoro la sua domanda e mi avvio al bagno.
****
Oggi inizio il corso di scrittura creativa con Jessica, che sceglie quasi sempre corsi diversi da Rob, il fratello gemello, per sentirsi un po' più libera, poi ci saranno Sam e... Liam. Sono nervosa all'idea di rivederlo dopo ieri sera e dopo non avergli più risposto.
Indosso una T-shirt grigia piuttosto aderente, e imbarazzante, jeans neri altrettanto aderenti e, ovviamente, gli anfibi, lasciando anche oggi i capelli come cazzo vogliono stare. Anche se non si direbbe ho passato quasi mezz'ora a decidere cosa indossare, per poi vestirmi come se andassi in terza media dato che sulla maglia c'è scritto "I love my dad". Cosa cazzo mi è passato per la testa?
Non ho visto Liam per tutto il giorno e sono in ansia per quando accadrà. Prima dell'ultima lezione, quella di scrittura creativa, ci incontriamo tutti nel parcheggio.
"Sì ma dai, io sono contenta di poter scrivere il cazzo che mi pare su quei cazzo di fogli" dico in tono nervosetto anche se la conversazione è abbastanza calma. Tutti scoppiano a ridere ma io sono piuttosto seria.
"D'accordo, Meredith, tranquilla" interviene John ridendo.
Mark e Matt non ci sono perché avevano gli allentamenti di nuoto. Il sangue smette di arrivarmi in testa appena vedo arrivare Liam. Oggi è più carino del solito. Ha i capelli neri, gli occhi azzurri e i muscoli che guizzano fuori dalla T-shirt nera lo rendono ancora più sexy.
Cosa? Ancora più sexy? Perché, prima lo era? E come cavolo sono arrivata a pensare che Liam oggi è carino? Mi sto solo lasciando condizionare da quello che ieri mi ha detto Jane.
Smettila di pensare Meredith. Smettila di pensare. Diventa stupida.
"Hey ragazzi, direi che è arrivato il momento di entrare in aula" si ferma, guarda tutti, tutti acconsentono, e tutti si dirigono verso le aule.
"Bella T-shirt" dice superandomi, e io maledico me stessa per aver trascorso mezz'ora del mio tempo per decidere cosa indossare e per essere giunta ad una delle conclusioni più orribili a cui potessi arrivare.
Sam ed io ci sediamo in seconda fila mentre Jessica si siede nell'ultima accanto ad un nuovo ragazzo piuttosto carino che mi pare si chiami Matt, forse è per questo motivo che si è seduta lì. E' pazza di Matt praticamente dal primo giorno che si son visti. E io spero che un giorno avranno entrambi il coraggio di dichiararsi.
Liam, invece, siede accanto a me. E al mio cuore manca un battito.
Fingo che la sua presenza non mi tocchi minimamente e mi concentro sulle parole del mio nuovo professore.
"Buongiorno ragazzi, io sono il Professor Thomas. Voglio iniziare col dirvi che in questo corso, non dovete fare altro che essere voi stessi. Le paure? Trasformatele in punti di forza. Il dolore? Altrettanto. Vincete voi e la vostra scrittura. Lasciate che i vostri pensieri parlino e, soprattutto, lasciate che il vostro cuore si liberi" parla con una certa teatralità che in qualche modo gli dona. Non sarà tanto anziano, anzi. Probabilmente non supererà i quarant'anni, ma ha un che di saggio.
"Voglio leggere emozioni, amore, dolore, tutto. Immergetevi nella vostra scrittura a partire da..." guarda l'orologio "adesso".
Tutti restiamo confusi e poi aggiunge "Giusto, non vi ho detto qual è il tema di oggi..." e poi scrive in grande alla lavagna: "NUOVI INIZI." Ci sorride, e poi torna a sedersi dietro la grande scrivania.
Non so cosa pensare, Liam non accenna neanche a salutarmi ed io mi sento così confusa. So che probabilmente avrei dovuto rispondergli, ma proprio non sapevo cosa dire. Non ci sono mai stati problemi del genere tra di noi.
"Beh il nuovo inizio per te sarà facile da scrivere. Consiste nel non rispondere più ai vecchi amici per uno stronzo figlio di papà qualunque" Liam parla a voce bassa e picchietta la penna sul banco, distraendomi dai miei pensieri. E' snervante anche in questo. Sospiro pesantemente e fingo che non esista. Ma non funziona a lungo dato che lo sento avvicinarsi di più.
Continuo a fissare il foglio in cerca di una possibile ispirazione ma il ticchettio della sua penna, il suo respiro e il solo fatto che lui mi stia così vicino mi distraggono. Lo sento sporgendosi verso il mio orecchio "Mi sbaglio?" e in questi momenti ricordo ancora una volta il perché lo odio. Mi volto di scatto e lo incenerisco con lo sguardo.
"Smettila, Liam!" lo spingo lontano da me, tenerlo così vicino non è una buona cosa... per entrambi, mi sa.
"A che ora sei tornata ieri sera?" si spaparanza sulla sedia e continua con quel picchiettio snervante ed io mi pento amaramente di aver detto che ero nervosa di rivederlo. In questo momento vorrei solo che andasse via. Blocco la sua mano ma lui senza troppe carinerie sposta la mia e ricomincia a picchiettare.
Sospiro snervata "Non ti ho risposto perché non sapevo cosa dirti" ribatto in tono secco. Non so nemmeno perché gli sto dando una spiegazione.
"La verità, cazzo. E' così difficile da capire Meredith?" sbotta alzando la voce più del dovuto e lanciando la penna sul banco. Almeno ha smesso di picchiettare. E' proprio fuori luogo, come sempre.
"Ragazzi, per piacere, gli altri stanno lavorando." Interviene il professor Thomas. Annuiamo come per dire "Certo, ci scusi" ma nessuno dei due accenna a scusarsi per davvero. Ora lo odio ancora di più. Lo guardo male e poi mi volto di nuovo verso il mio foglio, bianco.
"Cosa dovrei capire, Liam?" bisbiglio in modo che il professore non possa sentirci o, almeno, far finta che non disturbiamo la lezione.
"Nulla, lascia perdere" dice quasi in tono arreso che, tra l'altro, non gli si addice affatto.
"Jane dice che tu hai una cotta per me" ma cosa cazzo sto dicendo? Meredith, tu e la tua lingua biforcuta! Cosa mi passa per la testa? E' ovvio che non gli piaci mi urlano quei piccoli mostri e, per giunta, la mia vocina interiore sembra trovarsi d'accordo.
"Jane spara tante cazzate" sorride con lo sguardo perso nel vuoto, come se cercasse la risposta nel soffitto. Non avevo alcun dubbio. Alzo gli occhi al cielo e inizio a scrivere davvero qualcosa, giusto per.
"Allora non vedo il motivo per cui preoccuparti così tanto di Mark" ribatto, gli occhi velati di sfida. Sussulto quando sferra un pugno sul banco, questo ragazzo è pazzo.
"Cazzo, Meredith. Mi sono solo preoccupato e chiesto se stessi bene." sospira "Sono passato da Jane e tu non c'eri, tutto qui. Non potrebbe mai piacermi una che si veste come una ragazzina ed è continuamente sull'orlo di impazzire" urla e poi sferra un altro pugno al banco, mi volto sconcertata e lo vedo a denti stretti e gli occhi chiusi a fessura, sembra che stia per prendere fuoco da un momento all'altro. Ci fissiamo, ma una voce ci risveglia.
"Hey, voi due. Io sono per la pace, ma voi così non la date agli altri. Lavorate oppure uscite dall'aula" ci ammonisce nuovamente il professor Thomas e io mi pento di aver quasi pensato per un momento che la motivazione di tutte quelle paranoie fosse per un sentimento nei miei confronti. Annuiamo di nuovo, questa volta dispiaciuti per davvero. "D'accordo" e poi mi zittisco, inizio a scrivere la relazione che dovrei consegnare al termine dell'ora.
"No... hey, scusami. Non volevo dirlo sul s.." lo interrompo non appena poggia una sua mano sul mio braccio, che schivo quasi come se fosse mortale "Lascia perdere, Liam. Neanche a me piacerebbe una persona così indecisa e piena di sé, che non riesce ad amare una persona neanche dopo un anno che ci sta assieme" sbraito. Non ho risposta, ritorna seduto al suo posto, ad una certa distanza da me, con il capo chino ed io ringrazio Dio per avermi dato la capacità di zittire quasi tutti. Mi sento quasi compiaciuta fino a quando comprendo che restiamo in silenzio per tutto il resto della lezione sotto lo sguardo di Sam che sembra urlarmi "Voglio sapere cosa sta succedendo" ed io mi sento mancare qualcosa.
Al termine della lezione ho scritto ben 4 pagine e consegno il mio scritto al professore.
"Meredith Hall. Mi dispiace signorina se prima le sono sembrato scortese ma sa, non posso mostrarmi così disponibile già il primo giorno" mi regala un sorriso sincero.
"Mi scuso anche da parte del mio amico se abbiamo disturbato la lezione, non ricapiterà" dico nel tono più gentile che riesco a trovare, ed è difficile considerando che Liam fa di tutto per non farmi essere gentile. Il professore si limita ad annuire ed io esco dall'aula con lo stomaco sotto sopra.
Fuori dall'aula c'è Sam che mi aspetta. "Allora? Mi son perso qualcosa?" dice impaziente, sorrido e continuo a camminare tenendolo ancora sulle spine. "Oh ti prego, sarò tuo schiavo ma dimmi cosa sta succedendo" piagnucola ed io scoppio a ridere. Trascorro il resto del pomeriggio a raccontargli di Liam e di Mark. Mi era mancato tutto questo. Ero stata così presa da Mark che non gli avevo concesso un pomeriggio tutto per noi come eravamo soliti fare.
***
Verso le venti ci ritroviamo tutti al locale in cui canto e sospiro sollevata quando Sam mi informa che Liam non verrà perché è con Victoria. Appunto un altro motivo per cui non potrei mai piacergli. Lui in qualche modo è attaccato a lei come se fosse una calamita.
Stavolta prima di uscire decido di passare per il dormitorio e cambiarmi quantomeno la maglia, indosso un top bianco corto con il mio amato giubbottino di pelle che mi da un'aria da rocker che è in qualche modo azzeccatissimo come look in questo locale.
Adoro ogni singola cosa dell'arredamento: tutto abbastanza lussuoso seppure abbastanza classico. E' tutto in legno chiaro con tavoli e sedie in nero lucido. Lo trovo molto chic e al tempo stesso anche accogliente.
"Dai cantaci qualcosa Meredith" urla Adrien da dietro al bancone. So che lo fa quando c'è molta gente e, in effetti, per essere lunedì sera il locale è pieno zeppo di persone. Quasi tutte del campus.
"Dai, vorrei tanto sentirti cantare" Mark usa la tecnica "cucciolo di panda" con quel maledetto sorriso. Sto iniziando a pensare che abbia capito che effetto mi fa. Vorrei poter rifiutare per il timore di poter deludere le sue aspettative ma so che prima o poi ricanterò e mi vedrà, tanto vale togliersi il dente.
E poi, in realtà, mi va davvero di cantare.
"D'accordo" rispondo un po' incerta.
La mia salita sul palco è accompagnata dalle urla\incitazioni dei miei amici cavernicoli che, come ogni volta, fanno il tifo per me.
Prendo un grande respiro prima di sedermi sul mio solito sgabello nero, guardo Mark che mi rassicura con i suoi dolcissimi occhi, e il mio pensiero, come ogni volta che canto, corre anche a mia madre.
Di solito canto cinque o sei canzoni il venerdì sera. E sono quasi tutte cover ma spesso inserisco anche alcune scritte da me. Stasera, però, mi limito a cantaren"FOUR FIVE SECONDS" di Rihanna, Paul Mccartney e Kanye West. Non so bene perché ho scelto questa dato che non è tanto il mio genere, ma ultimamente Jane sembra essere andata in fissa con questa canzone, tra l'altro stupenda, e allora perché non provarci?
Chiudo gli occhi per raccogliere un secondo le emozioni, respiro profondamente, li riapro, e mi libero..
"I say what's on my mind, I might do a little time
'Cause all of my kindness is taken for weakness"
"Io dico quello che mi passa per la testa, potrei metterci un po 'di tempo perché tutta la mia bontà è scambiata per debolezza"
Il mio sguardo segue la porta che si apre. Liam!
Il mio cuore è a mille ma continuo a cantare disinvolta.
"And I know that you're up tonight thinkin' how could I be so selfish
But you called bout a thousand times wondering where I been"
"E so che sei su di giri stasera pensando a come posso essere così egoista ma mi hai chiamato mille volte chiedendomi dove ero"
E ora vorrei aver scelto un'altra canzone.
"But I just can't apologize, I hope you can understand"
"Ma non riesco proprio a chiedere scusa, spero che tu possa capire"
Quando termino di cantare,tutti sono in piedi ad applaudirmi. Ho il cuore in subbuglio, quasi cado per quanto sento le gambe tremare. Tutti sono lì, ad acclamarmi, ma io sono completamente disorientata.
Ringrazio e torno a sedermi tra i miei amici che urlano come se fossi un giocatore di Football che ha appena segnato il punto decisivo.
"Sei stata... sei stata spettacolare" Mark ha gli occhi velati di lacrimi e mi si fionda praticamente addosso, lo sento sospirare tra i miei capelli ed io inalo il suo odore, il suo affetto, la sua presenza e capisco che lui è il mio piccolo spiraglio di luce.
"Grazie" sussurro sul suo petto.
"Complimenti" la voce di Liam ci risveglia da questo momento tutto nostro, è visibilmente imbarazzato e al dire il vero anch'io.
Mi limito ad un "grazie" sperando che basti a tenerlo alla larga da me.
Per tutta la serata abbiamo bevuto e preso in giro Candice che non è in grado di fare un tiro di sigaretta senza passare l'ora successiva a tossire. Ed io,invece, mi vanto di aver insegnato Jane a fumare. Ok, so che non è una cosa di cui andarne fieri dato che il fumo uccide e blablabla, ma tante cose uccidono.E poi non voglio farla mica diventare una fumatrice incallita, voglio solo che si diverta ogni tanto. Anche se questo non è il modo ideale per farlo. Ma ogni tanto ci sta, no? No, lo so. Quando avrò una coscienza migliore - per queste cose - le insegnerò anche come smettere.
Sono le undici e mezza quando mi metto a letto. Devo dormire almeno sei ore per non essere del tutto irascibile la mattina. Ma il suono della vibrazione mi disturba dal mio inizio-riposo e ricordo che Mark non mi ha ancora inviato la buonanotte.
Adoro quando mi dice quelle paroline dolci che, seppure a volte scontate, mi fanno sciogliere il cuore.
Ecco, è questo di cui ho bisogno. Di pace, serenità, dolcezza e, perché no, anche di cose scontate. Come persone normali.
Posso essere normale.
Ho smesso.
Siete solo nella mia testa. Non ne ho più bisogno, non faccio più certe cose. Vi prendete solo gioco di me.
Voi non esistete.
Mi ripeto, me lo ripeto ogni giorno eppure non me ne convinco mai del tutto. A volte la sensazione è ancora così vivida che dubito che ciò che sto vivendo corrisponda al vero.
Resto di sasso quando leggo il messaggio: "Sono giù al dormitorio,puoi uscire un secondo?" Liam.
Ci metto almeno cinque minuti per capire il messaggio che leggo per almeno dieci volte. Innanzitutto odio il pensiero di dovermi alzare da questo letto e, altra cosa estremamente importante, se esco da questa porta sono sicura che uno dei due commetterà un omicidio e temo che sarò io la prima a strangolarlo. Non ne posso più di queste scenate che fa ultimamente, insomma.. chi è? Mio fratello? Mio padre? Il mio fidanzato?
Tuttavia, presa dalla curiosità, della quale mi maledico, rispondo "D'accordo."
Indosso velocemente un leggins nero, una felpa e le converse, lego i capelli e penso che sono vestita molto meglio di stamattina. Non sono un tipo da molti fronzoli, vado sui vestiti scuri e un po'... dark? Eppure stamattina ero piuttosto ridicola, glielo riconosco.
Percorro la poca strada che mi separa da lui con il cuore in gola, vorrei sprofondare per la sensazione che provo al petto. Perché sono così agitata se vorrei addirittura che sparisse?
Anche l'odio è un sentimento, ricordo le parole del dottore Jones. Ora so che non si sbagliava.
"Hey.." ha lo sguardo basso e calcia qualcosa che in realtà non riesco a capire cosa sia. Sembra un cane bastonato. Stronzo, lo so che fingi.
"Hey" resto immobile. Sarà settembre ma fa davvero freddo stasera. O forse è il gelo che c'è tra di noi. Cammino verso una panchina con le braccia conserte mentre lui mi sta accanto ma mantenendosi a debita distanza, sa che lo vorrei sbranare.
E' lui a rompere per primo il silenzio che incombe tra di noi. "Senti volevo chiederti scusa, ok?" sospira ed io mi volto verso di lui, sembra quasi dispiaciuto per davvero "Non volevo dirle davvero quelle cose. Mi dispiace. Mi dispiace di averti dato della materialista, nevrotica, ragazzina con dei gusti del cazzo e.. Tutto. Mi dispiace per aver preso in giro Mark. Si vede che è un bravo ragazzo e che gli piaci sul serio..." dice tutto d'un fiato.Potrei rispondergli, potrei ragionare da persona matura, potrei provare a trovare delle motivazioni ragionevoli per poterlo giustificare, potrei molte cose ma in questo momento mi verrebbe solo da dargli un calcio negli stinchi e visto che è abbastanza eccessivo, mi limito ad un cenno del capo e ad un "Ok" striminzito, incrociando nuovamente le braccia al petto. In realtà a guardarlo, con lo sguardo fisso a terra, le mani nelle tasche, le labbra imbronciate, mi verrebbe quasi voglia di rispondergli che è davvero tutto ok, che non fa niente, rassicurarlo... ma cazzo, si merita una risposta così.
"Tutto qui? Io Arrivo dalla confraternita fin fuori al tuo dormitorio per dirti tutto questo e tutto ciò che riesci a dirmi è "ok"? Cazzo, Meredith. Tu sai come far girare le palle alle persone" ecco che ritorna Liam. Era troppo bello per essere vero.
Sbuffo e porto gli occhi al cielo "Accetto le tue scuse, Liam. Cos'altro vuoi che ti dica?"
"Nulla, nulla. Buonanotte" si alza di scatto ed io lo imito senza problemi.
"Buonanotte a te" mi costringo a voltarmi per andar via ma poi lo sento urlare "E no, cazzo. Non puoi andartene così", mi afferra per un braccio e mi costringe a voltarmi. Sostengo il suo sguardo anche se è difficile, prima, però, strattono il braccio dalla sua presa.
"Mi dispiace, Liam. Dispiace anche a me averti detto quelle cose, quindi ti chiedo scusa anch'io e accetto le tue che vedo davvero sincere. E sì, Mark è davvero preso da me e dopo tutta la merda che ho passato..." riprendo fiato "lui ha finalmente fatto un po' di pulizia nel mio cuore e mi sta rendendo una persona stabile, serena." Sottolineando le ultime due parole.
Sembra essersi calmato di nuovo, il suo sguardo punta ancora al cemento della strada, le sue mani ritornano nelle tasche.
"Ti piace davvero Mark?" mormora. Non capisco il senso della domanda. Io adoro Mark e questo non potrà mai cambiare. Voglio bene a Liam, ma Mark è tutta un'altra cosa. Non può aspettarsi che gli dia una risposta diversa. Non può aspettarsi che cambi idea solo perché è lui a volerlo. Non ruota tutto attorno a lui.
"Sì, mi piace davvero. Come mai stasera sei venuto al locale, non dovevi uscire con Victoria?" cerco di alleviare la tensione cambiando discorso, anche se so perfettamente che non è quello ideale.
"Non mi andava, immaginavo che avresti cantato" il suo sguardo vaga nel nulla, probabilmente sorpreso di aver detto l'ultima parte data l'espressione confusa del suo volto, ma io lo anticipo prima che possa correggersi e con un mezzo sorriso malizioso dico "Quindi volevi sentirmi cantare"
"No, volevo stare con i miei amici. Comunque ti ho chiesto scusa, ora possiamo tornare a prima che ci fosse Mark?" prova a cambiare discorso. Ma come può pensare che io faccia una cosa simile? Una volta che ho trovato un po' di pace di certo non ci rinuncio. Non può chiedermi di fingere che lui non esista.
"Ma Mark c'è. Possiamo tornare ad essere amici, ma non posso ignorare il fatto che Mark faccia parte della mia vita" porto le braccia al petto e lo guardo quasi indignata.
"D'accordo.." Si avvicina e ad ogni passo che accorcia la nostra distanza il mio cuore accelera di un battito.
Mi guarda quasi come se mi stesse chiedendo il permesso di fare ciò che vuole fare, sospiro sconfitta perché non riesco ad essere più forte di così con questo ragazzo.
Sorride compiaciuto mentre accorcia definitivamente le distanze e mi cinge in un abbraccio che non ha precedenti ed io, per cinque secondi, sento mancarmi l'aria.
Non so cos'è questa sensazione allo stomaco ma so che non dovrei sentirmi così se è così che mi sento anche con Mark. Ma non può essere così.
Mark ha quel qualcosa in più che da Liam non avrò mai: mi dona pace.
Le sue mani stringono forte il mio corpo, quasi come a farmi sua ma il pensiero ricade ancora una volta lì: Mark.
Mi sciolgo dall'abbraccio imbarazzata, occhi negli occhi lo sento dire: "Hai cantato benissimo stasera. Ma vedi? Anche tu puoi chiedere scusa" riprendendo le parole della canzone.. ma stavolta con una certa dolcezza. "Buonanotte, Meredith" poi si volta lasciandomi qui, senza parole.
"Buonanotte, Liam." Resto lì impalata guardandolo andare via. Mi sento come se mi avessero appena dato un pugno allo stomaco, il punto è che ho fatto tutto da sola.
Non sarei dovuta scendere qui giù questa sera.
Mi rimetto a letto con i sentimenti disorientati e ancora una volta il suono della vibrazione mi disturba dal mio inizio-riposo.
"Buonanotte, principessa" Mark. Sorrido.
"Buonanotte, tesoro" E lì capisco, capisco quanto voglio Mark e capisco che Liam è solo una distrazione, Liam non mi vuole. Vuole solo confondermi, soprattutto se non riesce neanche ad ammettere che prova un interesse per me. Sinceramente ho faticato a crederci quando Jane me l'ha detto, e al dire il vero fatico ancora ora a credere che sia così, ma.. chi persona non interessata verrebbe fin sotto il tuo dormitorio per chiarire una discussione tra amici?
Sento vibrare ancora il cellulare, un altro messaggio. Probabilmente è Mark che replica per il "tesoro" dato che proprio non lo sopporta.
"Buonanotte a quella lingua biforcuta e a quegli occhioni verdi che fanno impazzire anche uno già pazzo come me" Liam.
E lì capisco che due minuti fa non avevo capito proprio un cazzo. Questo ragazzo mi disorienta. Ma perché? Perché proprio ora che io ho trovato non dico la pace, ma almeno un po' tranquillità? E perché ora, che per giunta è fidanzato con Victoria?
Ha avuto la sua possibilità, lo sa benissimo. Perché ora? Perché?
Mi giro e rigiro tra le coperte cercando una risposta giusta, ma non c'è. Non so che risposta dare perché non so cosa penso, e tra l'altro se non dormo impazzirò.
Poso il cellulare e cerco di non pensare a quegli occhi azzurri che dal primo giorno, mi hanno catturato. E al tempo stesso penso a quelli verdi, e quel sorriso smagliante che dentro me, so che sono gli unici che voglio sognare.
Ma nella mia testa ci sono anche quelle voci maledette che mi tentano, che vogliono spingermi giù perché è lì che a loro piace vedermi. Ma non mi abbatteranno. Che gioiscano pure, ma io non crollerò.
Io non sono più così. Ripeto, più a me stessa che a loro. E poi sprofondo in un sonno pesante che mi riporta a quando avevo dieci anni e la donna che amavo mi ha abbandonata per il nulla.
Mi riporta al mio dolore.
"Non sei buona in nulla" risento quella voce ripetute volte nella mia testa. La sento e sento me piangere disperata.
Vedo me a 11 anni che rinuncio alla musica. Rivedo me a 14 del tutto estranea al mondo. Rivedo me a 15 riprendere in mano una chitarra. Rivedo me piangere.
Rivedo me a 17, 18 anni. Rivedo quell'orrore a cui mi costringevo, se mi concentro riesco ancora ad avvertire l'odore di muffa, le risate troppo sguaiate, il dolore al petto e poi il sollievo. Riesco ad avvertire ancora il senso di potenza che mi accompagnava per qualche ora e poi la totale nullità che mi sentivo non appena tutto svaniva. Quando riprendeva il dolore lancinante al petto.
Avverto ancora il bruciore in gola per le urla quando mio padre mi ha trascinato a forza fuori da quella casa.
Ricordo quei mesi rinchiusa in quelle quattro mura. Ricordo tutto.
Mi sveglio, non riuscirò mai a dormire questa notte.
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