QUINTO CAPITOLO.



Dopo un pomeriggio all'insegna dello studio per me, e dello shopping per Jane, iniziamo a prepararci per l'uscita di questa sera.
Prima che iniziassi a studiare, e che lei uscisse con Rob, aveva accennato di dovermi raccontare un pettegolezzo riguardante Liam. Mi sono finta completamente disinteressata, ma la realtà è che muoio dalla voglia di sapere cosa sia! E dopo averla esortata più volte, ma in maniere discreta, inizia a svuotare il sacco.

"Insomma, Victoria va in giro raccontando che Liam l'ha lasciata senza un reale motivo, se non quello che è confuso" mi guarda maliziosa "e tu sai perfettamente perché lo è!" strizza l'occhio destro mentre io resto di sasso. Riesco solo a vedere lei che nel frattempo prende degli shorts bianchi che poggia sul suo letto, si volta di scatto "Dato che hai deciso di restare lì imbambolata, te lo dico io: tu piaci a Liam!", sbuffo stizzita.
Provo un fastidio profondo quando inizia ad insinuare queste cose. Ne abbiamo già parlato varie volte e dopo l'episodio dello scorso anno avevamo deciso che non ne avremmo più parlato ma, a quanto pare, qui sono l'unica a rispettare i patti. Per dispetto, quindi, inizio a disordinare i suoi vestiti nell'armadio.

"Hey, ma sei impazzita? Cosa stai facendo?" prova a tirarmi lontano dall'armadio facendo sforzi disumani come se io opponessi resistenza ma in realtà... non muovo un dito.
Porto le mani ai fianchi e la incenerisco con lo sguardo mentre lei si affretta ad ordinare il mio disastro.

 "Dato che qui sono l'unica a mantenere i patti, poiché tu no li mantieni... ho deciso che non li manterrò neanch'io! Così disordino il tuo armadio" detto a voce alta mi rendo conto dell'assurdità. Ma quanti anni ho? Quattro? Quanto sto diventando patetica.
Jane resta ferma con le braccia a mezz'aria e sgrana gli occhi incredula per la cazzata che ho appena detto, poi scuote la testa e riordina le sue T-shirts che io, con grande intelligenza, ho disordinato.
Mi allontano dispiaciuta, ma non troppo.
Odio il fatto che non abbia rispettato una mia decisione, un patto fatto, qualcosa che le avevo chiesto di non fare. E quando penso che abbia finito, riprende "Tu piaci a Liam, Meredith. Che questa cosa a te piaccia o no. Smetti di negare l'evidenza e di negare che anche a te piace" si ferma e poi mi guarda dritta negli occhi. Occhi che ora non riesco a reggere, distolgo lo sguardo e inizio a pettinarmi i capelli allo specchio.
Dovrei tagliarli di nuovo, stanno crescendo troppo.

Dopo cinque minuti di silenzio, in cui non sono riuscita a formulare una vera e propria risposta se non un "non è così" a cui Jane ha riso portandosi le mani alla pancia, come se fosse chissà quale battuta, lei aggiunge "Devo ricordarti l'episodio dello scorso anno?" sapevo perfettamente che saremmo arrivate a questo punto. Ormai consapevole di non poter scampare alla sua immensa teoria, mi siedo accanto a lei sul mio letto e le faccio un cenno con la testa come per dire "continua".

 "Meredith, tu e Liam siete "famosi" per questo vostro bizzarro rapporto e sai perfettamente cos'è successo lo scorso anno." Mi guarda come se volesse da me la risposta, ma visto che è così brava perché non me lo dice lei? 

"Sì? E cos'è successo?" la guardo esortandola a continuare mentre incrocio le braccia al petto.

jane schiocca le labbra in un rumore assolutamente fastidioso "Hai quasi perso la testa per lui" e prima che possa terminare la interrompo alzandomi dal letto, non posso accettare una conversazione simile. Non più. Ho perso la testa per ben altro e lui era sul buon punto per farmi arrivare al limite. Sento le mani calde di Jane sulle mie spalle, cerca di farmi risedere.
"Fammi continuare." Scrollo le sue mani di dosso e resto immobile, di spalle. Sospira. "Tu e Liam avete questo rapporto altalenante. Alternate momenti di intenso piacere ad un intenso... non piacere. Siete molto simili ma al tempo stesso molto diversi e vi accomunano i tormenti che vi perseguitano da anni." Mi appoggio alla testiera del suo letto "Ricordi lo scorso anno quando in un solo giorno tre persone diverse vi chiesero se foste una coppia? Secondo te perché accadde? Perché è ciò che a volte sembrate. O meglio, sembravate. Dopo che lui ti ha fatto ascoltare quella canzone, che ancora oggi ascolti ogni giorno, e dopo quella partenza fatta per schiarirsi le idee, una volta tornato hai dovuto fare i conti con i suoi errori e i suoi tormenti. Era tornato con Victoria, la sua sicurezza." Riprende fiato "Dopo questo, non è stato più lo stesso. Ma tutto ciò non significa che tra voi non ci sia un legame. C'è qualcosa che vi accomuna ma che, al tempo stesso, vi blocca e di questo se ne renderà conto anche Mark ma, in tutta sincerità, spero che te ne renda conto prima tu. Per il bene di entrambi." trattengo il respiro. Improvvisamente sento il bisogno di dovermi pulire il viso per questa verità che mi ha appena sputato in faccia.

So che è così, so che lo scorso anno c'è stato un periodo in cui pensavo davvero che potesse esserci qualcosa, soprattutto dopo quella canzone, ma le mie prospettive sono cambiate totalmente quando l'ho rivisto con Victoria, anche dopo che mi aveva assicurato che si fossero lasciati.
Victoria è la sua sicurezza, la sua casa, il posto caldo dove tornare quando fuori fa freddo. E anch'io voglio la mia Victoria, anch'io voglio la mia casa, ed è Mark. Mark è la mia Victoria. Mark può essere la mia casa. Me lo merito, ripeto a me stessa ignorando le vocine che mi urlano "non è così", vogliono ricordarmi quanto male meriterei solo in proporzione al male che ho inflitto io agli altri, ma non li ascolto. Non ora. Crollerei. E non posso permettermelo, non più.

Non mi interessa Liam, non ora. Non so lui, ma io non provo nulla, se non rispetto per un grande amico spesso disponibile per me. Mi giro di scatto, con il volto duro e i pugni stretti giù ai fianchi. "Tra noi c'è molta intesa ma io voglio Mark, Jane. E Liam vuole Victoria. Quindi smettiamola con queste tesi e smettiamola di parlarne." Prendo dei pantaloni dall'armadio e inizio a prepararmi in silenzio ma dopo essere arrivate al ventitreesimo minuto – che ho contato -, Jane torna in stanza con le mie caramelle gommose preferite. Ottimo modo per chiarire una discussione che in realtà non era nata.


****
Ci troviamo tutti alla "maison de rhum", il locale in cui canto.
Adrien mi ha chiesto di cantare anche stavolta, sa sempre quando incrementare l'attenzione, e la clientela. In realtà speravo che me lo chiedesse. Era questo il mio "piano" dopo il discorso fatto con Jane e quello avuto con Mark, venire qui e cantare una delle mie canzoni preferite e far comprendere ad entrambi che voglio assolutamente provarci, e voglio amare, amare con tutta me stessa. Anche se durerà poco, anche se rovinerò tutto, anche se non merito Mark.

"Stasera vi canterò Another Love di Tom Odell" annuncio al microfono mentre si scatena il boato dei miei amici che, come sempre, urlano come se stessero ad una partita di Football.
Fisso Mark sperando con tutta me stessa che possa finalmente capire.

La musica parte, il mio cuore ritorna a battere per bene, cerco di mantenere la calma e non lasciare che i ricordi mi sovrastino.

E poi mi abbandono all'unica cosa che sono in grado di fare: cantare.


"I wanna take you somewhere so you know I care
But it's so cold and I don't know where "

"Voglio portarti da qualche parte per dimostrati che mi importa
Ma fa così freddo e non saprei dove "


"And I wanna kiss you, make you feel alright
I'm just so tired to share my nights "

"E voglio baciarti, farti sentire bene
Ma sono così stanco di condividere le mie notti"


Canto e faccio una fatica immane a restare concentrata. Vorrei poter dire queste cose liberamente e non solo attraverso la musica, non solo attraverso parole che, per quanto cantate, non sono parole dette realmente. Vorrei essere in grado di riuscire ad aprirmi con Mark così come sono in grado di farlo con Liam. Vorrei non sentirmi tormentata dai miei demoni, ma soprattutto, da me stessa.

"And if somebody hurts you, I wanna fight
But my hands been broken, one too many times "

"E se qualcuno ti ferisce, voglio combattere
Ma le mie mani sono state rotte una volta di troppo "

Come potrò mai spiegare a Mark il rapporto con mia madre? Tutto ciò che ha fatto e tutto ciò che ho fatto io? Come posso raccontargli ciò che mi uccide se, prima di tutti, e di tutto, sono io ad uccidermi? Come posso raccontare di essermi quasi persa per qualcuno che si è perso in ogni strada che non ha mai portato a me?

"So I'll use my voice, I'll be so fucking rude
Words they always win, but I know I'll lose

And I'd sing a song, that'd be just ours
But I sang 'em all to another heart
And I wanna cry I wanna learn to love
But all my tears have been used up

On another love, another love"

"Quindi uso la mia voce, sarò fottutamente rude
Le parole vincono sempre ma so che perderò

Canterò una canzone che sarà solo nostra
Ma le ho cantate tutte ad un altro cuore
Voglio piangere e voglio imparare ad amare
Ma ho esaurito tutte le mie lacrime

Per un altro amore, un altro amore "


Quando termino la canzone mi rendo conto che ho gli occhi chiusi per trattenere le lacrime, ma quando li riapro, tutti stanno applaudendo ed emettendo fischi di approvazione.
Scendo dal palco abbastanza provata, forse troppo, e forse anche sull'orlo di esplodere. Sarà stupido ma per me cantare quella canzone è stato... emozionante. E' stato aprirmi anche se di me non ho praticamente detto nulla. Ma è pur sempre un inizio, penso.

 Vengo travolta immediatamente dall'abbraccio di Mark, un abbraccio lungo ed estremamente dolce, quel tipo di abbraccio che solo lui sa donarmi.
Le braccia salde attorno alla mia vita, i petti vicini, le sue labbra che sfiorano le mie "Non devi combattere tu per me, Meredith. Hai bisogno che qualcuno per una volta scelga di combattere per te." i suoi occhi nei miei "Per una volta, posa le armi e lascia che a difenderti ci sia io" le sue mani tremano sui miei fianchi, i suoi occhi sono così sinceri e i miei così pieni di menzogne, così pieni di sbagli.

Sono una brutta persona, Mark. Vorrei urlargli. Ma, semplicemente, taccio.

"Sono qui per te, ora" mi bacia"e per sempre" sussurra sulle mie labbra. Ho il cuore che potrebbe scoppiare di gioia, gioia che non merito.
Lo sento, lo sento in ogni parte di me che è lui il mio posto caldo, che sarà lui la mia casa, sarà lui, la mia Victoria.
Sento di avere più di quanto potrò mai meritare in tutta la mia vita. Mark prende il mio viso tra le mani, lo alza, e col pollice asciuga una piccola lacrima ferma all'occhio destro "Non devi più combattere da sola, Meredith" sussurra ancora con le sue labbra sulle mie. Riesco quasi a sentire il mio cuore rimbombare in tutto il locale.

"Non lasciarmi, Mark... mai" le mie labbra si muovono da sole, cercano le sue calde e invitanti. La sua lingua esplora la mia bocca, la invade, la rende completamente sua.

"Trovatevi una camera o venite a sedervi" urla John dal tavolo, ecco come rovinare un ottimo momento.


Al tavolo c'è il solito borbottio indecifrabile, chi urla qualcosa riguardo a qualche partita di football, chi canticchia, chi discute, Candice che chiede in continuazione del cibo. Insomma, i miei amici sono facilmente riconoscibili.
Mi chino per prendere il lipgloss dalla borsa, mi acciglio quando nel mio quadro visivo entrano delle scarpe nere facilmente riconoscibili per avere la sua iniziale accanto al segno della Nike, alzo lo sguardo e vedo Liam lì impalato accanto a me, impassibile.

"Cosa c'è, Liam?" sbuffo. Era una bella serata prima che arrivasse lui, prima che arrivasse ad infastidirmi.
Ma il mio corpo sembra giocare brutti scherzi quando sento le labbra di Liam sfiorarmi l'orecchio. "Dobbiamo parlare. Subito! Usciamo fuori." mormora furioso, mi tira per il braccio e nel frattempo sento urlare Mark "Hey, dove andate?" e Liam che chiede un momento con la mano, perché "deve parlarmi di Victoria", dice. Bugiardo. So che non è così, so che non deve parlarmi di lei. Non ne parla mai di sua spontanea volontà, ogni volta devo strappargli le parole di bocca, quindi il problema deve essere un altro.

 "Perché cazzo hai cantato quella canzone?" sbraita furioso chiudendosi la porta del locale alle spalle. E' visibilmente... teso.

Strattono via il braccio dalla sua presa e alzo gli occhi al cielo "Non farne un dramma, Liam" ribatto con noncuranza cercando di aggiustare i capelli che il vento mi porta sul volto. Fa freddo, molto freddo, e Liam mi ha trascinato qui fuori solamente per sapere il motivo per cui ho cantato la canzone quando avrebbe potuto perfettamente chiedermelo dentro, al caldo.

 Sento afferrarmi per il braccio, di nuovo. La presa è forte, le sue dita stringono salde la mia pelle. "Meredith, cazzo!" strattono via il braccio guardandolo indignata ma non ho il tempo di ribattere perché lui riprende subito. "Io ti faccio ascoltare quella canzone e tu cosa fai? La canti?" sgrana gli occhi come se solo a dirlo non riuscisse a crederci e in più agita le mani in modo, come sempre, teatrale.
Provo a rispondere, non so cosa, ma Liam mi blocca ancora una volta "Insomma, non è perché canti la canzone. Sarebbe andato più che bene se l'avessi cantata non dico a me, ma l'avessi cantata e basta. Invece l'hai cantata guardando lui, insomma porca puttana, Meredith!!"impreca varie volte "L'hai cantata a Mark, ti rendi conto?" urla e poi sgancia un pugno al lampione. Riesco quasi ad avvertire un male assurdo solo a pensare che se lo avessi fatto io come minimo mi sarei rotta tutte le ossa.

Porto le braccia al petto mentre lui va avanti e indietro con le mani tra i capelli, ed io, con più calma rispetto a quella che ho dentro, rispondo "Mi hai fatto ascoltare una canzone ed io l'ho cantata. Qual è il problema, Liam? Non hai di certo l'esclusiva!" lui stringe i denti e i pugni ed inizio quasi ad aver paura di questa reazione a mio avviso decisamente eccessiva.

"Era per te, Meredith. E tu la canti ad un altro. Ma vaffanculo" Ha le mani dietro la testa ma il capo chino. Io, nel frattempo, resto a bocca parte, non so cosa rispondere e né tanto meno cosa pensare. E' una rivelazione così... inaspettata. Ho desiderato per mesi che quella canzone fosse per me... ed ora ricordo quanto ammetterlo mi faccia male. Ma ora, che ho finalmente anch'io la mia "casa", non riesco a volere una rivelazione simile.
Riacquisto subito la lucidità e so che il mio sguardo apparirà serio.

 "Era per me ma dopo il tuo viaggio eri con Victoria. Spiegami la coerenza, per piacere. Perché io ho desiderato che quelle parole le avessi dedicate a me, che ti facessero pensare a me e che tu..." dico tutto d'un fiato ma poi mi fermo. Sento gli occhi che mi bruciano per le lacrime che cerco di trattenere. Mi costringo a prendere coraggio e termino la frase mentre lui mi guarda speranzoso "... e che tu mi volessi così come io pensavo di volere te. Che tu volessi tutte le cose che pensavo di volere anch'io. Ma ora so che non è così. E a me sta bene, ho Mark che mi rende assolutamente felice e tu Victoria che ti sopporta!" Porta una mano tra i capelli spettinati. Sospira pesantemente e scuote il capo con un sorriso malefico.
Mi dispiace dover dire queste cose, ma è la realtà. Credevo di volere Liam solo perché mi capiva, perché... proveniamo dalle stesse tenebre. Ma ora ho la mia possibilità di salire in paradiso, di essere felice... perchè rovinare qualcosa per qualcuno che non mi ha mai voluto davvero?

Sorride ancora malefico "Pensavi che ti volessi così come mi volevi anche tu?" ora ride e nei suoi occhi non c'è niente del Liam che mi ha fatto ascoltare quella canzone, ma solo un Liam che non ha sentimenti.  Io, di rimando, mi irrigidisco tutta e abbasso lo sguardo perché improvvisamente guardarlo mi sembra troppo difficile. "Non erano davvero per te. Era per te la canzone perché è a te che l'ho fatta ascoltare ma non sentirti così fortunata. Eri lì in quel momento e quindi è toccato a te, ma poteva esserci benissimo Jane, o Candice, o Rob! Non è per te, non ti ho mai voluto, Meredith" continua a ridere come se stesse raccontando una barzelletta, gli occhi velati da un divertimento tutto suo che traspirano solo odio.
Non gli importa di cosa provavo, non gli è mai importato.

Ecco, ora Jane ha la prova che Liam non mi ha mai voluto e mai mi vorrà. Questa conversazione non ha fatto altro che far riaffiorare brutti ricordi. Sapevo perfettamente che non ero il tipo di Liam e che lui non mi aveva mai vista diversamente da una semplice amica, ma sentirmelo dire è ancora peggio.

Ci avevo sperato per mesi e mesi ma mi ero rassegnata. Questo è stato un colpo basso.

Ho ancora le braccia conserte e guardo verso la strada che ho percorso per arrivare qui, assolutamente contenta e felice di voler dimostrare tutto il mio affetto a Mark, ma ora vorrei soltanto tornare a casa e nascondermi sotto le coperte per l'imbarazzo.
Ho gli occhi lucidi e sto quasi cedendo alle lacrime quando sento la porta del locale aprirsi "Hey, va tutto bene qui?" la mano di Mark si insinua dietro la mia schiena che ora è troppo rigida per poterla accettare davvero.

Fingo un sorriso "Assolutamente, entriamo?" cerco di sembrare il più tranquilla possibile ma la realtà è che dentro ho un miscuglio di emozioni. Fa un cenno del capo come a dire "sì" e poi mi stampa un bacio sulla fronte.


Vado via senza avergli dato una vera risposta, ma sono grata a Mark per avermi sottratto da quell'imbarazzo.
Sento ancora una volta i miei demoni trionfare "te lo avevamo detto", stanno urlando. Mi sento come se ognuno di loro mi conficcasse un forchettone nel cuore e lo lasciasse lì, inerme, fin quando non smetto di sanguinare. Sanguino, sanguino e sanguino davanti ai loro occhi ma loro non fanno nulla. Restano lì a guardare, mi dicono chi sono e chi non sarò mai. Mi dicono cosa ho perso e cosa perderò ogni volta. Mi ricordano che non sono nessuno e nessuno mai mi vorrà. Non mi vorranno mai completamente quando scopriranno lo schifo che ero e mi odio per avere accanto una persona come Mark, che merita tutto l'amore di questo mondo, amore che non sarò mai in grado di donargli. Lo contaminerò con il mio schifo.
Hanno vinto ancora una volta loro, hanno ottenuto ancora una volta la medaglia d'oro.
Godono nel vedermi affranta e il loro unico desiderio è vedermi cadere a picco, ed io, ogni volta, cado.

Ma c'è un particolare che a loro sfugge ogni volta: io mi rialzo.
E mi rialzerò anche questa volta, lo farò sempre.
Non torno indietro, non mi riavranno.

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