CAPITOLO NONO.

Ho passato il resto della giornata in biblioteca, sapevo che lì non avrei mai incontrato Mark, e neanche Liam ,suggeriva la mia coscienza.
Ho meditato almeno cinquanta volte di scrivere un messaggio a Mark, ma so che gli serve tempo e probabilmente serve anche a me... forse più a me, che a Mark.

Poiché ho saltato diverse lezioni ho deciso di mettermi in pari con lo studio e sono riuscita ad anticipare varie relazioni anche per la settimana che verrà e anche l'inizio di quella seguente. E' sorprendente quanto riesco a studiare senza Mark che mi bacia dopo mezz'ora, "abbiamo studiato abbastanza" ripete ogni volta dopo qualche pagina. Ho sempre adorato quel suo modo dolce di starmi sempre appiccicato, "fattene una ragione" suggerisce ancora una volta la mia coscienza, inizio a pensare che si sia messa d'accordo con quei mostri dei miei demoni.
Ma la verità è che sono una persona orribile, indipendentemente da ciò che dica la mia coscienza o i miei demoni.

Una mano calda mi distoglie dai miei pensieri e ci metto un nano secondo a riconoscere il tocco: Liam.

Mi volto e resto in silenzio quando lo vedo sedersi accanto a me, si rigira tra le mani la mia matita e nel momento in cui decido di voltarmi inizia a parlare. "Mi dispiace per averti causato solo guai" la sua voce è così bassa anche per stare in biblioteca, potrebbe essere rimproverato per bisbigliare troppo anziché urlare.
Ancora una volta non so cosa dire, quindi mi limito ad annuire.
"Sapevo che ti avrei trovata qui" mi guarda "non devi nasconderti". Non mi sorprendo che mi conosca così bene da prevedere ogni mia mossa. "Usciamo" lo sento dire dopo poco, a quelle parole spalanco gli occhi per la sorpresa. Probabilmente non capisce il mio stupore perché gli si dipinge il dubbio in volto. Aggrotto le sopracciglia, "No" rispondo dopo poco.


"Perché no? Non ti sto invitando ad un appuntamento, ti sto invitando a distrarti" nonostante l'invito mi sembri allettante so perfettamente che non è il caso, non sarebbe giusto nei confronti di Mark, né di Liam e né tantomeno nei miei. Ho bisogno di tempo e il tempo implica star lontana da entrambi, non solo da Mark. Da Mark devi per forza star lontana. Zitti, zitti!!!

"Non è una buona idea, ma grazie per l'invito" sussurro. Mi alzo e cerco di tenermi impegnata mentre poso disordinatamente i libri nella tracolla. Non risponde ma sorride come per dire "ok", quando mi volto mi afferra per la mano, a quel tocco non riesco a non pensare alle sue mani tra i miei capelli quel lunedì nel bosco.

"Ci penserai almeno, vero? A noi, intendo.." non mi volto, ma annuisco. E' vero, ci penserò. Perché se ho rovinato tutto con Mark deve almeno esserci un motivo valido. E soprattutto, perché quell'idea non mi è mai stata estranea. Devo valutare ogni possibilità e devo essere per una volta sincera con me stessa, anche se questo implica il soffrire. Tanto, ho già sofferto abbastanza.




****
Sono sdraiata sul mio letto con una copia di "Emma" di Jane Austen – ovviamente - e probabilmente è la cosa più allettante che faccio dopo una settimana trascorsa tra i libri, ma a studiare. Tre venerdì fa ho poi deciso di starmene in camera, rifiutando qualsiasi proposta di Jane. Avevo bisogno di tempo e di spazio, dovevo capire.

Oggi, a distanza di due settimane e due giorni non ci ho ancora capito un cazzo, ma mi sento meglio.
Mark mi ha evitato ogni giorno, come d'altronde me che evitavo chiunque del mio gruppo eccetto Jane e Sam. Mi sono mancati tutti, a dire il vero, ma ne avevo bisogno.
Liam, invece, a differenza di Mark, è stato abbastanza presente. Ogni mattina mi ritrovavo un suo "buongiorno" sul cellulare a cui – ovviamente – non rispondevo mai ma che mi faceva sempre sorridere. Alcuni pomeriggi mi ha tenuto compagnia in biblioteca, anche quando non dicevo una parola ed imprecavo per l'imminente esame di biologia, materia in cui non sono particolarmente brava. A volte mi ha addirittura aiutata, anche se io mi limitavo ad ascoltare fingendo disinteresse.
Ed ora, di domenica pomeriggio, me ne sto sdraiata sul letto a rileggere un libro divorato già mille volte mentre i miei amici si sono ritrovati al bar del campus dato che domani i corsi non ci saranno. Non potrei essere più sfigata di così. Soprattutto perché sto rileggendo "Emma" dato che alcune cose, anche lo scorso anno, mi ricordano Liam... ed ora anche Mark.
Credevo che "Mr Knightley" rappresentasse Liam, ma ad oggi credo che rappresenti più Mark mentre "Frank Churchill" mi ricorda Liam, spero solo di non essere Emma. Lei non mostra alcun interesse sentimentale per gli uomini che incontra, e quando Mr Elton le dichiara il suo amore ne resta quasi sconvolta, addirittura disgustata, e la sua infatuazione per Frank Churchill non ha niente a che vedere con il vero amore, con quello romantico e pieno di passione, essendo lei una donna priva di desiderio in tali situazioni e credendo solo in un tipo di matrimonio in termini economici o di posizione sociale. Solo quando Harriet le confida la sua infatuazione per Mr Knightley, Emma scopre quali sono i reali sentimenti che prova. Solo che io non capirò mai nulla.

"Nella riservatezza c'è sicurezza, ma non attrazione. Non si può amare una persona riservata."

Sento dei trilli provenire dal mio comodino rovinando la mia momentanea pace, quindi mi sporgo per prenderlo e leggo "Liam", declino immediatamente la chiamata e ritorno alla mia Emma senza sentimenti.

Ma ancora: il cellulare vibra ed io questa volta lo ignoro per poi spegnerlo.

So perfettamente che i ragazzi sono tutti al bar, e probabilmente Jane avrà chiesto a Liam di provare a farmi uscire da qui ma mi ci vorrà ben altro.
Non sono ancora pronta a rivedere Mark e fingere che vada tutto bene, non sono pronta a rivedere Liam stando insieme a tutti gli altri e sentirmi sotto lo sguardo accusatore di Mark e di Sam che, non avevo dubbi, mi si è scagliato contro dicendomi di aver sbagliato. Che novità!
Da quel giorno in cui ho fatto un gran pasticcio con Liam, baciandolo, non ho più sognato mia madre. Ho pensato a lei in questi giorni, ho cercato di farlo con meno rabbia e più calma ma nulla: è ancora un dolore e una furia continua pensarla.

Mi ritrovo ad un bar isolato con le pantofole ed una felpa in cui dentro potrebbero andarci due Jane e tre Meredith.
Sono seduta ad un tavolo fradicio ma con un'enorme ciambella ricoperta di una glassa bianca, grande quasi quanto una padella, affondo praticamente la testa nella glassa ma poi qualcuno bussa, bussa, bussa, e bussa ancora disturbando quell'enorme piacere.
Spalanco gli occhi di scatto, come mi sono ritrovata a sognare una ciambella gigante? Ma cosa più importante, ho decisamente bisogno di zuccheri e c'è decisamente qualcuno che vuole sfondare la mia porta.
Mi alzo velocemente, senza preoccuparmi minimamente del pigiama con sopra dei coni gelato e i capelli che hanno deciso di vivere ognuno per conto proprio.

Quando apro la porta resto sconcertata: Liam. Liam e un sorriso smagliante con una maglia bianca che termina poco prima del grande tatuaggio sul braccio destro e che soprattutto mette in risalto i suoi addominali.
Piega l'angolo della bocca verso su e non capisco cos'ha da ridere ma un attimo dopo ricordo... il pigiama.

"Cosa ci fai qui, Liam?" senza neanche rispondermi – o aspettare che lo inviti – entra in camera sorpassandomi e sedendosi sul letto di Jane.
Incrocio le braccia provando a coprire il pigiama ma... tanto è una merda anche così.

"Beh, tu non vuoi divertirti e così ti porto il divertimento a casa. Cosa sono quelli? Gelati?" accenna ad una risata che soffoca in un sorriso quando vede il mio sguardo assassino.

"Sì, sono gelati. Ed ho appena mangiato una ciambella gigante in un bar sudicio ed isolato quindi va via" quando lo vedo spalancare gli occhi capisco di aver detto una stronzata, come sempre del resto.

"Aspetta, sei uscita? Così?"


"No, l'ho sognato. E poi sono buoni i gelati" Liam scuote la testa sorridendo "Sono sicuro che sia può buono quello che c'è sotto i gelati" e dopo qualche secondo – ma quasi interminabile – di silenzio imbarazzante mi decido a parlare "Credo sia meglio che tu vada via" ancora con le braccia riesco per la prima volta ad assumere un tono più o meno serio e deciso, miracolo.

"Tesoro, o usciamo insieme da questa camera o non mi muovo da qui. A te la scelta" sfoggia quel suo sorriso smagliante e a me sembra mancarmi l'aria ed anche la terra sotto i piedi. Afferra delle mie mutandine sparse sul letto "bel colore" le strappo subito via dalle sue mani e arrossisco. Ti prego, fa che siano quelle pulite.

Si alza intento ad avvicinarsi al mobiletto ma lo spingo facendolo spostare. "Dì di sì, ed io non frugherò tra le tue mutandine... anche se non mi dispiacerebbe" Lo incenerisco con lo sguardo ma mi sorprendo a dire una cosa che mai avrei pensato di dire, senza essere costretta o sull'orlo della disperazione – ok, quella forse un po' sì – ma più o meno con la sincera voglia di farlo. 

"D'accordo, mi ci vuole almeno mezz'ora quindi mettiti comodo" Liam si illumina in viso ed ora ricordo perfettamente perché lo scorso anno ero così pazza di lui... è sesso puro questo ragazzo. "Sta lontano dalle mie mutande!" lo ammonisco, lui alza le braccia in segno di resa mentre sghignazza. Prendo il beauty e tutto il necessario – anche i vestiti - per la doccia e mi dirigo verso il bagno.

Ammetto di aver impiegato tredici minuti e mezzo in più di proposito, ma è anche perché sono tremendamente agitata. Sono uscita un miliardo di volte con Liam e gli altri, e spesso ci siamo ritrovati da soli, e so che questo non è un appuntamento ma mi sento in dovere di essere presentabile. Per questo motivo ho deciso di mettere i jeans scuri attillati con dei stivaletti alti ed una camicetta blu scuro lunga fino alle spalle, non avrò un gran seno ma i push-up fanno miracoli. I capelli invece li ho arricciati e – grazie al cielo – stanno crescendo abbastanza in fretta.
Ok devo decidere se li voglio corti o lunghi, ma oggi mi va di averli lunghi.

"Wow beh... wow" sussurra Liam. Anche lui non è niente male con quei jeans che gli evidenziano il bel fondoschiena, è ancora più alto rispetto all'estate e mi chiedo ora in costume come starebbe. Oddio, ecco... passando del tempo con Candice sto diventando anch'io una pervertita.
Dopo qualche – imbarazzante – secondo Liam si avvicina e mi riavvia una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Sei meravigliosa" sussurra, cercando poi di accarezzare la mia guancia, ma io lo schivo e mi limito a sorride mentre mi avvio alla porta, "Grazie" mormoro poi uscendo.


Durante il tragitto ci saremo scambiati forse due o tre parole e devo dire che sono piuttosto nervosa e so anche che Liam l'ha notato, ma ultimamente è così buono con me che evita di farmelo presente.
Dopo aver fatto due volte inversione, dati i miei cambi improvvisi di idee, ho deciso per il Fast food: semplice, affollato, buono e... affollato.
Credo che pensasse a qualcosa di più "romantico" ma d'altronde non è un appuntamento e quindi va bene un Fast food, probabilmente anche se lo fosse andrebbe bene dato che amo gli Hamburger, che è ciò che ordino con delle patatine dopo esserci seduti ad un tavolino appartato infondo al locale.
Liam ha optato per... due panini, patatine formato grande e una coca grande mentre io ho deciso un the fresco nonostante inizia a far fresco anche fuori.

"Allora, ci vieni alla festa di Halloween? Dicono che sarà pazzesca e Rob è uno degli organizzatori" Liam continua a mangiare le sue patatine mentre io ho lasciato l'ultimo boccone di hamburger che ha preso volentieri lui.

Con i gomiti poggiati sul tavolo e il mento tra le mani sorrido "Certo, credo di sì, insomma... non posso starmene per sempre in camera" ed è vero. Insomma, non che non mi piacerebbe l'idea di starmene rintanata a letto con un buon libro, magari con fuori la pioggia e un'enorme hamburger con patatine, o anche una pizza... mi sta tornando la fame, avrei dovuto finire il mio hamburger.

Liam passa la lingua su qualche residuo di maionese sulle labbra e, anche se detta così sembra disgustoso, io lo trovo tremendamente sexy. E immagino lui l'abbia notato perché inizia ad avere uno sguardo tra il divertito e il malizioso, e solo nel momento in cui sento in bocca un sapore tipo ruggine mi rendo conto che mi sto mordendo le labbra così forte da far sanguinare un piccolo punto. Niente di estremamente visibile, ovviamente.

Liam inizia a parlare del corso di letteratura creativa e quanto gli piaccia il professor Thomas, a me in realtà mette suggestione ma tutto raccontato da Liam sembra assumere un'ottica diversa. E' la sua visione della vita, ad avere un'ottica diversa.
Infatti mi parla dei suoi viaggi in Thailandia, alcuni in Spagna e di quanto ha ancora voglia di viaggiare. Non vuole fermarsi e non vuole vivere con rimorsi anche se, precisandolo con grande evidenza, il suo rimorso più grande è quello di non essersi reso conto prima di quello che prova per me. Ovviamente lì ho finto di distogliere l'attenzione guardando una coppietta accanto che si baciava come se nel resto della sala non ci fosse più nessuno, ed è lì che Liam ha poi chiesto il conto probabilmente imbarazzato. Non nego che mi facesse piacere sentirgli dire quelle cose, ma ciò non cambia i miei tremendi dubbi.

Riusciamo ad arrivare in tempo in auto prima che inizi a piovere.

Liam, da gentiluomo qual'è, apre lo sportello del passeggero per farmi entrare e poi lo richiude. Lo vedo fare il giro dell'auto e nel frattempo ricordo che l'ultima volta che sono stata qui, più o meno quasi tre settimane fa, gli ho praticamente spiattellato in faccia la verità, cioè che non potevo stare con lui dopo che mi aveva baciata. Ricordo poi quando mi ha dato la pen-drive e quanto sono stata stronza a rispondere con un solo "grazie", mi prenderei a schiaffi all'istante. Non ho mai avuto coraggio di ascoltare quelle canzoni, di sapere cosa avesse messo lì dentro perché sapevo che mi avrebbe inevitabilmente ricordato quel brevissimo ma altrettanto stupendo tempo trascorso assieme. Non sarei mai e poi riuscita ad ascoltarla, ma ora ne sono così curiosa che mi sento pentita di non averlo fatto prima, ma sicuramente rimedierò non appena tornerò in camera.

Una volta in auto, prima di accendere il motore, si volta verso me e sorride. Sorriso che ricambio perché non potrei fare a meno, è così: Liam guida le mie azioni anche quando io mi oppongo con tutta me stessa – ok, stavolta non ho fatto nulla per oppormi. Insomma,è solo un sorriso... giusto? -, è sempre stato così e sempre lo sarà.
Quando inizia a fare retromarcia per uscire dal parcheggio, accendo la radio anche se come sottofondo c'è il suo imprecare a causa delle persone che non parcheggiano in modo corretto, ma secondo la sua visione delle cose... dato che eravamo noi quelli nella macchina che occupava quasi due posti poiché parcheggiata male e, quando glielo faccio notare mi sorride di rispondendomi che ne parleremo quando avrò una macchina tutta mia e farò i miei parcheggi ma "sarò un pericolo vivente", sostiene. La realtà è che sono piuttosto brava. Non mi è mai piaciuto vantarmi di cosa sapessi o non sapessi fare, quindi quando qualcuno ritiene che io non sia in grado di fare qualcosa, mi piace sorprendere con i fatti. E nonostante Liam abbia sempre creduto che non sapessi guidare – sottolineo Liam perché agli altri è sempre stato abbastanza chiaro - ho preferito chiarire una sola volta che ho passato l'ultimo anno del liceo a fare guide con mio padre e che se non avevo la macchina era solo una questione di risparmi che volevo lasciare tali e non perché non sapessi guidare.
Poi non ne ho mai avuto realmente bisogno, c'è sempre Jane, Sam o Jessica, e quando ho urgente bisogno di fare qualche commissione Jane mi lascia volentieri le sue chiavi.

Cambio un paio di stazioni e Liam blocca la mia mano ad una in cui danno "Sex on Fire" dei Kings Of Leon, il mio ex gruppo preferito.

"Dai, Liam, sai quanto odio questo gruppo, mi fanno quasi male le orecchie" e in un gesto teatrale porto le mani alle orecchie assumendo un espressione dolorante. Liam scoppia in una sonora risata che riesco ad avvertire nonostante le orecchie coperte, facendo sorridere anche me. E' sexy anche quando ride così sguaiatamente.
"Questa è bella, ascolta un po' " alza il volume dello stereo ed inizia a canticchiare:

"The dark of the alley

The break of the day

Head while I'm driving

I'm driving
Soft lips are open"

Sottolineando in maniera molto sexy l'ultimo verso. E solo in questo momento mi rendo conto che sto di nuovo mordendo il labbro.

Mi concentro poi sulla musica, in realtà conosco questa canzone ed ho sempre adorato la voce di Caleb Followill, quello che adoro di meno è il ricordo della mamma. Questo era anche il suo gruppo preferito, oltre al mio, e spesso in auto con lei mi ritrovavo a cantare le loro canzoni. Non è sempre stata stronza, mia mamma. Solo che con il tempo ha preferito altro a papà, a me e alle nostre canticchiate in auto. Ma ho deciso che questo è un ricordo che appartiene al passato, ora è il presente. E il presente è Liam che improvvisa una chitarra immaginaria e canta a squarcia gola, come se non ci fosse un domani, ignorando l'eventualità che una macchina ci sbatti dall'altra parte della strada.

La musica mi invade tutta, come ho potuto non ascoltarli per così tanto tempo? Inizio a mantenere il tempo con la testa.
Gli sorrido e quando ricambia, in maniera esagerata, dopo un po' aggiunge "Questa parte è per te, tesoro" mi strizza l'occhio e ritorna a canticchiare a voce troppo alta: "You... Your sex is on fire".
Scoppio a ridere e, in quel momento, mi sorprendo a fare una cosa che non facevo da anni: inizio a cantare la canzone di un gruppo che mi ricorda la mamma. Il mio gruppo preferito.
Liam si volta incredulo e sorridente "Allora non li odi così tanto", scuoto il capo in segno di uno "no" e continuo a cantare scuotendo i capelli come se fossi una chitarrista matta. Matta lo sono davvero, in realtà.

"Comunque "California Waiting" non la batte nessuno, per me" ora è Liam a scuotere il capo e a ridere di nuovo.

"Mi avevi detto che li odiavi e non conoscevi tante canzoni, e poi in realtà conosci addirittura una canzone del loro secondo album" quando sto quasi perdendo fiato mi rendo conto che forse è il caso di fermarmi con il mio assolo di chitarra e, soprattutto, decido di essere sincera con l'unica persona che sa davvero come stanno le cose con mia madre.

"La mamma amava questo gruppo, in realtà era anche il mio preferito, perciò conosco tutte le loro canzoni.. almeno tutte quelle dei primi due album, poi è andata via e non li ho più ascoltati assiduamente. I due dischi successivi li conosco perché ho cercato di mantenere il ricordo di lei almeno tramite la musica che non riuscivo più a fare una volta che è andata via." Ora guardo fuori dal finestrino "Poi ho capito che in realtà funzionava ben poco e crescendo, e soprattutto aumentando la volontà di volerla dimenticare, ho messo da parte anche il gruppo" Liam mi prende la mano e la stringe forte. Un gesto così semplice ma così carico di significato. Ancora una volta, non abbiamo bisogno di parole.

Torniamo a canticchiare e, una volta assicurato che non fosse un problema parlarne, Liam chiede quali fossero per me le canzoni migliori, raccontandomi di un video fatto con Rob mentre cantano "My Party" mezzi ubriachi e a quell'idea non riesco a smettere di ridere, mi ha promesso che non appena fosse riuscito a farsi inviare il video da Rob me lo avrebbe fatto vedere.
Adoro questa spensieratezza, mi mancava sentirmi così. Non mi sentivo così libera da... da sempre. E la cosa migliore di tutto è che per la prima volta non ci sono brutti ricordi, non ci sono brutti sogni o problemi, ci siamo solo noi due.

Una volta arrivati nel parcheggio del mio dormitorio Liam insiste nel volermi accompagnare sino al mio piano e quando Liam si mette in testa una cosa, inutile contraddirlo.
Poco prima che io lo saluti mi sento dire qualcosa che non avrei mai pensato di dire, soprattutto a Liam "Beh, non è andata male", non risponde ma lo vedo sorridere. Un sorriso fin troppo vicino al mio volto. Ce l'ho ad un millimetro dalle mie labbra e la mia testa lascia spazio a poca fantasia.
Afferra le mie mani e posa la sua fronte sulla mia: "Se continui a morderti il labbro penso che non ce la faccio a darti tutto il tempo che ti serve" smetto subito di morderlo ed inizio a sorridere agitata, "ecco" dice dopo poco e ad un tratto sento mancarmi il respiro, la terra sotto i piedi, l'aria, la pelle attaccata al mio corpo, i vestiti, l'ossigeno, tutto.

Liam bacia un punto proprio sotto l'orecchio sinistro, quel punto magico, e devo fare appello a tutta la mia resistenza per non saltargli addosso. Quando inizia a scorrere maledettamente lento su, fino alla tempia, ho ormai cercato tre volte di ripetere mentalmente perché non dovrei fare ciò che sto desiderando ardentemente di fare, ma non me ne viene in mente neanche uno di motivo buono per oppormi. Niente, zero, nada.

Poi un briciolo di sanità mentale torna a farmi compagnia e trovo in fondo, in fondissimo, alla mia resistenza, la forza di poggiare le mani proprio sulle bellissime spalle possenti per spingerlo. a malincuore, via, ma non ne avrei avuto bisogno perché proprio in quel momento Liam si allontana e mi sorride.

"Buonanotte, tesoro." Resto impalata davanti la porta della mia camera a guardare il bellissimo fondoschiena di Liam che mi fa "ciao", e con tutto rispetto anche qualche altra parte del mio corpo ricambia educatamente il suo saluto sexy.
Poi, una volta arrivato all'angolo, come se sapesse che sono ancora qui impalata a guardarlo, si volta e mi regala uno dei suoi sorrisi sghembi e poi mima: "Ti voglio bene" non rispondo, sorrido e saluto in modo abbastanza ridicolo... con la mano.
Gesù, quanto sono patetica.

Una volta entrata in camera mi rendo conto che fortunatamente Jane non è ancora tornata e che quindi almeno per stasera sono libera dal suo terzo grado.
Ho la testa in subbuglio. Non so cosa pensare, il fatto che ci tenga così tanto a darmi del tempo, tutte queste attenzioni, i messaggi, quest'uscita... è tutto troppo bello, per essere Liam.
Nel momento in cui poso la giacca, le sigarette, l'accendino e la borsa sulla scrivania di Jane perché ci tengo a non voler creare confusione sulla mia – e quindi sfrutto la sua – sento la vibrazione del mio cellulare. Non so chi possa essere a quest'ora perché normalmente non ricevo molti messaggi, eccetto quando frequentavo Mark ma ovviamente so a chi si riduce il messaggio questa volta. Liam.

Liam: Già mi manchi. Nel caso non avessi capito, buonanotte tesoro.

Prima di rispondere mi prendo un attimo per riflettere, non capisco se quel "mi manchi" provochi in me sensazioni positive o negative ma che mi provochi sensazioni ormai questo è certo.
Il punto è che sono davvero stufa di farmi mille domande e per una volta che i miei demoni non interferiscono, decido di lasciarmi andare, "è solo un messaggio, Meredith." Mi ripeto.

Io: E' perché sono una persona adorabile. Buonanotte, Liam.

No, non è vero. Io sono una persona orribile, una persona che fino a qualche settimana fa diceva ad un'altra persona di amarla pur sapendo che le avrebbe fatto del male. Devo lasciarlo andare per la sua strada. Devo lasciare che viva la sua vita, felice. Senza me.
E poi non importa quanto io cerchi di star lontano e non importa quanto io tenti di nascondere cosa provi per Liam, perché qui non c'è nessuna Harriet che confessa la sua infatuazione per Mr Knightley e in questo modo riesce a far capire ad Emma – a me – i suoi reali sentimenti. Posso solo sperare di star lasciando andare la persona giusta.

Liam: Meredith?
Io: Liam?
Liam: E' trascorso abbastanza tempo per poterti chiedere finalmente di uscire a cena fuori?

Ecco, è tutto chiaro. Sono una versione sudicia di Emma che senza Harriet finge comunque di avere tutto chiaro. Il punto è che non lo so cosa voglio e chi voglio. So solo che Mark merita di più e che ho desiderato Liam per così tanto tempo... la domanda principale è: sono pronta a rovinarmi del tutto?
Poi in un secondo ricordo quanto Liam mi abbia aiutata, quanto io abbia aiutato Liam e quanto lo sento in me anche quando non c'è. E' ovunque, fin dentro le ossa. E' sempre stato così, e lui lo sa.
E va bene, Liam. Ti do una possibilità.

Io: Sì.
Liam: Perfetto. Domani passo a prenderti alle 19, non vedo l 'ora.
Io: Notte, Liam.
Liam: Buonanotte, tesoro.

Avrei voglia di ascoltare le canzoni che Liam ha scelto per me in quella pen-drive ma ci metto un secondo ad addormentarmi perché, dopo anni, sono riuscita a vivere cinque ore senza nessun senso di colpa. Per una volta, con me, anche i miei demoni dormivano. Non mi hanno detto che distruggerò Liam, così come fanno con Mark. Forse si ricaricano per quando dovrò rivedere Liam, o Mark, o forse non appena aprirò occhio, ma oggi, dopo il primo appuntamento con Mark, posso finalmente dire di essere andata a letto senza rigirarmi ore ed ore nel letto a chiedermi cosa avessi sbagliato, senza ricordare il mio volto pallido e scarnito, gli occhi di una sedicenne impaurita. Per la prima volta, dopo l'appuntamento con Mark e qualche altro particolare evento, sono andata a letto senza ricordare il bruciore sulla pelle, la sensazione di essere invincibile e crollare qualche ora dopo. Le urla, le urla e le urla incessanti. Le mie urla, il bruciore alla gola, il senso di impotenza. Le mani in trappola, il corpo in trappola, il cuore in trappola, la testa in trappola. Le urla di mio padre, le urla dei medici e ancora le mie urla. "Sono pazza" ho creduto per giorni, giorni e giorni.
Stasera è una delle pochissime sere in cui vado a letto senza chiedermi dov'è, con chi è, come sta, se mi ama ancora così come io amo lei.
Mi hai rovinata, mamma. Ti odio.
Ma mi manchi così tanto.

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