The dinner (part two)
Quando Zayn si svegliò, si ritrovò sul divano, con Johanna che lo guardava stando in piedi e le braccia piegate sotto al seno. Strizzò gli occhi e si alzò, appoggiandosi sui gomiti, mentre la tempia destra gli pulsava forte; doveva aver battuto forte la testa cadendo a terra. Si girò e trovò Liam e Louis seduti al tavolo, con le sedie girate nella sua direzione, mentre lo guardavano sorridendo, quando Johanna dava loro le spalle. Zayn buttò la testa all'indietro, stringendo gli occhi. «Ditemi che è solo un sogno, vi prego» disse a voce alta, mentre Johanna gli si sedeva accanto, sul bordo del divano.
«Amore, ti ho organizzato una sorpresa» sibilò mentre gli accarezzava una guancia, e lui girò la testa a sinistra e a destra, dalla moglie alle persone che avrebbe voluto dimenticare.
«Vi conoscete?» chiese lui, mettendosi seduto e stringendosi tra le braccia, come se avesse avuto freddo, mentre non poteva credere che quella scena stesse accadendo veramente; era assolutamente impossibile. Quando Johanna si girò verso i due ragazzi, Liam e Louis tornarono seri tutti in una volta e quel dettaglio non sfuggì a Zayn, che sentiva le mani formicolare dalla voglia di prenderli a pugni così forte da farli finire ko per terra, senza aver mangiato. Johanna gli sorrise e annuì con la testa. «Sì, in un modo che ha dell'assurdo».
'Fidati', avrebbe voluto dirle Zayn con tutto il cuore, 'niente è più assurdo di quello che sto passando io'. «Racconta» disse, lanciando uno sguardo terrorizzato ai due ragazzi che fecero finta di aggiustarsi la cravatta, diventata troppo stretta.
«Ricordi quando ti ho raccontato dell'incidente?» disse lei, mentre si metteva in piedi e Zayn rimaneva seduto, con le gambe divaricate. Annuì con la testa e la invitò a proseguire con un cenno, senza distogliere lo sguardo da Louis che lo guardava fisso, mentre si allentava il nodo al colletto della camicia. «Bene, era Louis quel ragazzo che pensavo di aver investito».
«Ma tu guarda un po', ci sarebbe anche potuta essere la possibilità che morisse» disse lui in tono piatto, continuando ad osservare il ragazzo che lo guardava a sua volta con un angolo delle labbra sollevato.
«Ma per fortuna non è successo!» disse Johanna guardando Louis, mentre il ragazzo le sorrideva. «Va tutto bene, grazie al cielo».
«Sì, davvero grazie» sputò Zayn, a voce così bassa che Johanna non lo sentì, nonostante non gli fosse molto distante.
«Quella però non è stata l'unica volta che ci siamo visti» prese parola Louis a quel punto, alzandosi in piedi e iniziando a camminare intorno al tavolo, sempre con quel sorriso sadico stampato sulla faccia, espressione che fece rizzare a Zayn i peli delle braccia. «Lunedì ci siamo visti al supermercato, e ho scoperto che è tua moglie! Ci credi, Zayn, nelle coincidenze della vita?»
«No» disse lui, mentre Johanna ancora sorridente lo accompagnava a prendere posto al tavolo. Lui e Johanna sarebbero stati a capotavola, mentre Liam e Louis dai due lati lunghi opposti; ciò significava che Zayn sarebbe stato circondato. «Non ci credo per niente» fece rapidamente mente locale e gli apparvero nella mente i messaggi anonimi che aveva ricevuto qualche tempo prima. '2-0.' Finalmente pensava di averne capito l'effettivo significato. Si sarebbe voluto volentieri prendere a schiaffi per essere stato così ingenuo, pensando anche al fatto che quel primo sabato gli avevano dato pure un avviso.
«Io sì» disse Johanna mentre vedeva i ragazzi prendere posto. «E l'ho invitato a cena insieme a Liam perché penso sia un modo per riavvicinarvi. Sento che nell'aria c'è una certa tensione, e vorrei che tra di voi si sistemasse tutto» disse Johanna mentre rimaneva ancora in piedi e toglieva i tovaglioli dai piatti pieni di antipasti. «Avremo tutta la cena a disposizione per parlare» poi si avvicinò a Zayn e gli diede un rapido bacio sulle labbra, mentre Liam e Louis si appoggiavano i tovaglioli sulle cosce. «Ti è piaciuta la sorpresa?»
Zayn le sorrise e sollevò la manica della maglietta, mostrandole il braccio. «Tanto da farmi venire i brividi» disse, con gli occhi socchiusi mentre la ragazza tutta contenta andava in cucina per organizzare i piatti da portare al tavolo.
«Bene» Zayn rimase immobile, mentre Louis apriva la bottiglia di vino e iniziava a versarla nei bicchieri dei tre ragazzi. «Dovete starle alla larga, avete capito?» disse a denti stretti, mentre Louis sorrideva versando il vino; poi gli rispose, come se stessero intrattenendo una conversazione piacevole.
«Sarà un po' difficile, a questo punto, non trovi?» disse Liam mentre si portava il bicchiere alla bocca. Zayn deglutì, e non toccò nemmeno con un dito il bicchiere appena riempito. «Ora siamo 'amici', oserei dire. E gli amici non si abbandonano da un giorno all'altro. Dovresti saperlo, Zayn».
«Se avete qualche problema con me, lei deve restarne fuori, non c'entra niente».
«Qualche problema? Sei serio, amico?» disse Louis mentre prendeva un po' di prosciutto e se lo metteva nel piatto. «O dovrei forse ricordarti di come ci hai fatto sbattere in prigione mentre tu te ne stavi tranquillo e ti trovavi persino una moglie? Non pensavi che anche noi avremmo voluto essere liberi?» continuò, mentre si prendeva anche delle olive.
Liam prese anche lui degli antipasti e li mise nel piatto, la cicatrice evidente lungo la guancia sinistra. «No, Louis, ti sbagli. Lui non ci pensava proprio. Perchè avrebbe dovuto? Insomma, gli importava avere la sua libertà».
Zayn, mentre i due ragazzi iniziavano a mangiare, rimase con lo sguardo puntato sul vino nel bicchiere, il sudore che gli scendeva lungo la nuca. «Perchè ve la state prendendo con lei, e non ve la vedete solo con me?» sussurrò, mentre si passava le mani umide lungo le cosce.
«Sarebbe troppo semplice colpirti direttamente, no?» disse Louis, poi si stampò rapido un sorriso sulla faccia mentre Johanna entrava con la padella di lasagna tra le braccia, il volto soddisfatto del suo lavoro. «Non puoi capire quanto mi sia mancato parlare in questo modo con te, Zayn, davvero!» terminò Louis con la voce fin troppo acuta, mentre Liam si affogava e beveva tutto d'un fiato il vino rimanente.
«Avete ri-iniziato a parlarvi, miei cari ragazzi?» disse lei, mentre appoggiava la teglia sul bordo del tavolo. Poi si colpì la fronte, «Come posso servirvi se ho dimenticato la spatola per tagliarla!? Torno subito!» disse, tornando un attimo in cucina, lasciandoli nuovamente soli.
Louis si tolse davanti il piatto sporco e se lo mise accanto, prendendosene uno pulito. Liam lo imitò, restando in un silenzio tombale, lanciando di tanto in tanto delle occhiate alla cucina per verificare quando Johanna sarebbe riapparsa. Louis prese coltello e forchetta e li strinse in due pugni, abbassandosi verso Zayn e sussurrando: «Non uscirai sano da questo storia, Zayn. Ti faremo impazzire».
Zayn iniziò a tossire rumorosamente, poi Louis si allontanò di nuovo mentre Johanna rientrava con la spatola in mano. «Bene, chi vuole il primo pezzo?».
Mentre i due ragazzi si facevano servire per primi, Zayn si sentì un nodo allo stomaco che gli impediva qualsiasi movimento, figurarsi mangiare. Non ce l'avrebbe fatta a superare la cena.
«Quindi, andavate a scuola insieme?» chiese Johanna portandosi alla bocca l'ultimo pezzo di pollo. Anche Liam e Louis avevano finito e stavano bevendo, mentre Zayn con la forchetta continuava a bocconcellare, senza mai mangiare veramente, non ce la faceva. Johanna cercava in tutti i modi di farli entrare nelle conversazioni, mentre lui voleva solo che se ne andassero quanto prima senza più tornare; ma purtroppo, non sarebbe mai successo, o almeno fin quando non avrebbero raggiunto il loro obiettivo.
«Sì» disse Liam riappoggiando il bicchiere sul tavolo e pulendosi la bocca con il bordo del tovagliolo. «Abbiamo frequentato sempre le stesse classi, l'avevamo scelto di proposito».
«Con Zayn ci conosciamo da quando eravamo piccoli, e abbiamo condiviso i momenti più belli, non trovi?» terminò Louis guardando l'interpellato che alzò lo sguardo a malincuore. Gli occhi di Louis lo guardavano fisso, senza alcun cenno di pietà, solo con una rabbia che divampava minuto dopo minuto. Si sforzò di sorridere, appoggiando la forchetta sul piatto, troppo spossato per continuare anche solo a giocherellare con il pollo rimasto integro nel piatto di porcellana.
«Sì, tante esperienze» sussurrò, poi Johanna lo guardò dall'altra parte del tavolo mentre si versava l'acqua.
«Zayn, tutto bene? Sembra che tu sia sul punto di vomitare» osservò, e il ragazzo avrebbe tanto voluto prenderla per le spalle e scuoterla fin quando non avesse capito che - a sua insaputa - quell'incontro lo stava facendo morire lentamente, con il dolore che si diffondeva per le interiora disintegrandolo pian piano dall'interno.
«Sto bene amore, solo un po' emozionato» disse invece, sorridendole e prendendo il vino che Louis gli aveva versato e che ancora non aveva toccato.
«Quando eravamo più giovani, Zayn aveva sempre quella faccia quando si ubriacava..» ricordò Liam dando da sotto al tavolo una piccola ginocchiata a Louis.
«Oh sì» disse appunto l'altro, allungando le gambe sul pavimento e accavallando le caviglie. «Sembrava che ogni volta stesse sul punto di morire».
Zayn si sentì un dolore lancinante alla tempia e appoggiò subito il bicchiere sul tavolo. «Scusate, vado un attimo in bagno» si alzò senza aspettare risposta e si chiuse nell'altra stanza, appoggiandosi con le braccia sul lavandino, con lo sguardo abbassato sul bianco del lavabo. Alzò la testa e si guardò allo specchio, ed era vero. Quella faccia l'aveva ogni qual volte stesse male, e un bruttissimo ricordo si fece largo nella sua materia grigia, parandosi davanti agli occhi come se lo stesse rivivendo veramente, per la seconda volta.
Liam aveva gli occhi arrossati e la fronte imperlata di sudore, affiancato da un Louis che aveva ancora la bottiglia di birra in mano. Erano in un vicolo buio ed erano soli, totalmente da soli. Erano forse le tre di mattina e non si sentiva un rumore, se non le bottiglie rotte per terra che calpestavano cercando di non cadere, arrancando ad ogni passo.
«Dai, Zayn» Louis sghignazzò, appoggiato malamente contro il fianco del palazzo. Alla fine della via c'era il pub dove erano soliti recarsi, ma quella sera avevano davvero esagerato. «Prendine un altro sorso».
«Dio, mi sento morire..» sibilò Liam prima di scoppiare a ridere e contagiando i suoi due amici. «Dai a me l'altro sorso».
«No» Zayn afferrò per primo la bottiglia e la svutò in un attimo, la testa che gli girava velocemente e i piedi instabili per terra. Poi lasciò cadere la bottiglia per terra che si ruppe in mille pezzi, scoppiando a ridere e talvolta lasciandosi scappare un singhiozzo.
«Stasera siamo proprio uno straccio..» sussurrò Louis mentre si lasciava scivolare lungo la parete e si sedeva per terra.
«Ma no!» disse Liam, con la faccia ancora priva di quelle cicatrici che l'avrebbero segnato per tutta la vita. «Abbiamo bevuto solo qualche bottiglia di birra...» disse mentre si stendeva per terra e chiudeva gli occhi, il mondo che girava troppo velocemente per poter continuare a guardarlo roteare. Rimasero in silenzio, lasciandosi andare a qualche sospiro rumoroso, mentre Zayn giocava con i pezzi di vetro per terra, ridendo di tanto in tanto quando gli sembrava di aver disegnato qualcosa. Tutto il mondo era in silenzio, fin quando dei passi si fecero vicini e risuonarono per il vicolo cieco. Una figura, un ragazzo li indicava insieme ad altri ragazzi. Anche loro li conoscevano, andavano tutti nella stessa scuola, ma non ci avevano mai perso troppo tempo a parlare. «Ecco perché a scuola siete odiati da tutti» iniziò il ragazzo con i capelli rossi, mentre dava spallate ai suoi amici affinchè li schernissero anche loro. «Siete degli ubriaconi di merda!»
A quel punto si girarono nella loro direzione anche Liam, Louis e Zayn. Anche l'altro gruppo doveva essere fatto, perché erano malmessi sulle gambe e ridevano senza aver detto niente. «Come hai detto, scusa?» disse Liam con voce strascicata mentre si alzava da terra, appoggiandosi con una mano al muro per aiutarsi.
«Che siete degli ubriachi di merda! Ecco perché nessuno vi vuole nei paraggi». disse il ragazzo dai capelli color carota che se la rideva con gli altri suoi amici.
«Noi siamo amici di tutti» sputò Louis che affiancò Liam, i pugni stesi lungo i fianchi, mentre Zayn se ne rimaneva seduto a terra, giocando con i pezzi di vetro delle bottiglie di birra rotte, i cui colli erano ancora vicino a lui.
«Sì, e poi le ragazze vi schifano».
«Non ci schifa nessuno!» urlò Liam avventandosi sul ragazzino, mentre i suoi amici gli si allontanavano continuando a schernirlo. Liam prese a tempestare di pugni il ragazzo che si cercava di riparare, quando ad un certo punto un suo amico gli passò un piccolo coltellino che aveva in tasca. Il ragazzo dai capelli rossi assestò un pugno sulla faccia di Liam che si allontanò un poco, il tempo in cui il ragazzo riuscì ad aprire il coltellino e stringerlo in mano; Liam non ci prestò attenzione e ancora più furioso di prima gli si avventò addosso, bloccandogli il braccio e iniziando a prederlo a pugni ripetutamente sul volto, sul petto, nelle parti basse, ovunque, fino a quando non sentì qualcosa di affilato percorrergli tutta la guancia sinistra, partendo dal sopracciglio. Sentì un bruciore immane e si accasciò a terra, stringendosi le mani contro la ferita aperta, mentre Louis accorreva sulla scena e assestava svariati pugni a chiunque gli andasse contro. Visto che la situazione andava degenerando, gli amici del ragazzo lo lasciarono solo, scappandose in fretta, proprio mentre Louis lo colpiva con le braccia e le gambe. Il ragazzo si inginocchiò a terra e sputò sangue, mentre Louis indietreggiava e si appoggiava al muro dietro di lui, scuotendo la mano dolorante e dalle nocche spaccate. Anche lui dimostrava numerosi tagli sul volto, dati dalle unghiate del ragazzo che aveva cercato di rallentarlo per salvarsi. Ansimavano tutti, Liam inginocchiato per terra mentre la sua faccia era tutta sporca di sangue. Il ragazzo dai capelli rossi, la cui faccia era stata sfigurata, alzò lo sguardo e lo puntò su Zayn che guardava tutta la scena restando in piedi e immobile, la vista offuscata.
«Ci credo che quella tipa, Johanna, non ti fili proprio. Ti frequenti con persone di merda» il ragazzo cercò di sorridergli, i denti tutti sporchi di sangue. «Quella lì è una troia, di quelle anche ad alto costo. Ci credo che non ti consideri proprio, vedendo quanto tu faccia schifo e cada così in basso..».
Zayn sentì le mani formicolare e si accovacciò, prendendo per il collo una bottiglia rotta e avventandosi sul ragazzo. Non appena gli fu accanto, senza pensarci minimamente, mentre Liam e Louis lo mantenevano fermo e il ragazzo rideva, troppo ubriaco per riuscire a pensare, Zayn alzò la bottiglia e gliela scagliò sulla testa, sentendo l'adrenalina scorrere nel suo corpo e il ragazzo improvvisamente zitto, mentre il suo corpo crollava a terra, gli occhi spalancati e la testa spaccata.
Zayn spalancò gli occhi e iniziò a strofinarseli con i pugni, poi tirò lo scarico del gabinetto per far sentire agli altri di essere andando in bagno veramente, e si lavò la faccia, strofinandosela forte. Avrebbe tanto voluto dimenticare tutto quello; era un persona migliore di quella del suo ricordo, non avrebbe mai potuto solo pensare di fare un cosa del genere, ma Louis e Liam ovviamente non potevano permettegli di farla franca, se l'erano imposto. Fece dei profondi respiri per calmarsi e si stampò un sorriso sulla faccia, mentre apriva la porta. Prima di tornare in salotto, andò a lasciare il giubbotto cataringrangente che aveva ancora addosso, e poi li raggiunse nuovamente. Quando entrò nella stanza, Louis sollevò lo sguardo e gli sorrise. «Ma quanto ci metti?».
«Non penso di dovertene dare conto, o sbaglio?» disse Zayn a denti stretti, abbandonando qualsiasi presupposto di presentarsi felice e sorridente di fronte a sua moglie. Se non lo era davvero, non riusciva a fingere, e sicuramente non lo sarebbe stato per un bel po'.
«Zayn, calma adesso» disse Johanna aggrottando le sopracciglia. «La sua era solo una domanda».
«Non mi interessa» disse, andandosi a sedere al suo posto, già sparecchiato.
«Pensavamo stessi male...» disse Liam che non riuscì a nascondere un certo sorrisetto, prima di abbassare lo sguardo sul tovagliolo piegato al suo fianco.
«No, sto benissimo» poi Zayn alzò lo sguardo su sua moglie. «Adesso che si mangia?».
«Vado a prendere la frutta» disse ancora turbata dalla risposta avventata di Zayn. Il ragazzo la guardò. 'Scusami, Jo, ma non puoi capire.'
La ragazza gli diede le spalle e si avviò in cucina, mentre Liam e Louis rimanevano in silenzio; aprirono bocca solo quando tornò Johanna. «Vedi, Zayn? Siamo già arrivati alla frutta».
Grazie al cielo, Dio aveva fatto sì che Zayn fosse perspicace e che avesse colto il proverbio nascosto in quelle poche parole. Arrivare alla frutta significava essere agli sgoccioli ormai, per cui gli sorrise cercando di mostrarsi quanto più sereno possibile, nonostante in mente non avesse niente da dire. «No, Louis, manca il dessert dopo» detto questo, si affacciò sulla coppa e prese i frutti che gli interessavano, iniziando a sbucciarli, scorgendo solo di poco l'espressione odiosa di Louis.
N/A
Bene, direi che da questo momento in poi la situazione si mobilita totalmente e se ne vedranno delle belle :)
Lasciatemi voti e commenti xx
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top