The one that got away (pt. 2)

(His pov)

Sono passate due settimane da quando mi ha lasciato.
Sono passate due settimane da quando è partita.
Sono passate due settimane da quando ho smesso di vivere.
Eppure, ricordo tutto come se fosse accaduto poche ore fa.
Quella sera, non ero nemmeno riuscito a passare del tempo con lei, per via del semplice fatto che non era lei. Sembrava un'automa, un robot incapace di provare sentimenti, fredda e distaccata, insensibile di fronte all'amore.
Tutto il suo contrario.
Proprio a causa di questo suo comportamento insolito, sono sicuro che non mi abbia detto la verità, quella sera.
Certo, sapevo che si sarebbe dovuta trasferire per poter frequentare non-so-quale prestigiosa università di lettere antiche, ma non pensavo che avesse anche in programma, tra le tante cose da fare prima della sua partenza, di mettere la parola "fine" alla nostra relazione, dopo due anni insieme.
Quella sera, nonostante si fosse sforzata di sembrare del tutto impassibile, non avevo potuto fare a meno di notare la sua agitazione, il modo in cui parlava, simile ad una bambina che recita una poesia troppo complicata per la sua giovane età. Avrei voluto fermarla, provare a parlare con lei per capire cosa la preoccupasse, ricordarle che, qualunque fosse stato il problema, l'avrei affrontato con lei. Ma se n'è andata prima che potessi aprire bocca, camminando a passo svelto, quasi correndo, mentre il sole tramontava.
Poi, sono passate due lunghe, interminabili settimane.

Da due settimane, non vedo il suo viso, eppure mi sembra di vederlo ovunque.
Da due settimane, non sento la sua voce, eppure mi sembra di sentirla ovunque.
Da due settimane, non respiro il suo comune profumo all'iris, che, nonostante questo, era diventato inconfondibile per me.
È da due settimane che non la stringo fra le mie braccia, come se avessi paura che la portassero via. Ma non ce n'era stato bisogno: lei stessa, per qualche motivo a me sconosciuto, aveva deciso di andarsene.
Eppure, qualcosa, forse l'istinto, o semplicemente la mia pazzia, mi ripete da due settimane che lei mi ama ancora, che tiene ancora a me, che non mi ha dimenticato.
Sono davvero impazzito? È amore o semplice illusione?
Forse.
Ma adesso che mi trovo su un treno -con l'intenzione di trovarla e chiarire- credo che non sia assolutamente il momento di porsi certi dubbi esistenziali.
Anche perché, sarò troppo sdolcinato, ma maledizione, non riesco a vivere se lei non è con me. Dei, come sono ridotto?
In fondo, non mi sembra di chiederle molto: voglio solo parlare con lei, con la vera lei e, se davvero non vuole più avere a che fare con me, sparirò dalla sua vità, mi convincerò a lasciarla andare.
Ma, ora come ora, non ho certezze, solo dubbi: per questo, ho bisogno che lei mi aiuti a capire.
Appena arrivo, entro in un bar per prendere un caffè, in quanto non sono riuscito a riposare durante il viaggio, troppo occupato dai miei pensieri.
Forse è casualità, forse è destino, eppure lei è poco distante da me, seduta ad un tavolino con delle probabili compagne di corso.
Non sembra avermi notato, ma io ho sicuramente notato lei ed il caffè passa subito in secondo piano.
La osservo mentre ride e mi ricordo uno dei tanti motivi per cui sono innamorato di lei.
Poi prendo un respiro profondo e mi avvicino: si accorge di me e la vedo arrossire quando, dopo un saluto generale, le chiedo di parlare in privato, fuori dal bar.
Usciamo dal locale affollato e non ho nemmeno il tempo di formulare la domanda, che il suo sorriso vacilla un poco, per poi spiegarmi con voce incrinata tutto ciò che ha provato i mesi prima della sua partenza.
Mentre mi parla delle sue insicurezze, vorrei abbracciarla.
Mentre mi parla delle sue emozioni, vorrei baciarla.
E se ho reso fede al detto "volere è potere", non è necessario raccontarlo.

***
Ho provato con tutta me stessa a non scrivere questi fastidiosi "angolo autrice", ma ho fallito.
Che poi, non mi sento molto "autrice". Ritengo che "angolo pazza" sia più adatto a me.
Comunque, il titolo, all'inizio, doveva essere ben diverso. Purtroppo, o per fortuna, dopo aver scritto questa seconda parte quasi di getto, il titolo era diventato alquanto incoerente; quindi, per ora, ho deciso di mantenere questo. Poi vedrò.
Ho altre one shot da scrivere e spero che queste vi siano piaciute.
Detto questo, mi dileguo.

-Ele

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