The one that got away (pt. 1)

Forse sono stata stupida ed impulsiva nel fare una scelta del genere, lo ammetto.
Ma la paura di ciò che sarebbe successo in seguito mi stava rendendo la vita impossibile e questa mi sembrava l'opzione più ragionevole.
Mi ero imposta di preparare un discorso, qualcosa da ripetere per non restare mai in silenzio.
E, stranamente, mi ero ricordata ogni singola parola. A dire il vero, me le ricordo ancora.
Non so nemmeno da dove avessi preso tutto quel coraggio, quella forza di volontà nel mascherare i miei veri sentimenti e trattenere le lacrime.
Le parole erano uscite dalla mia bocca, vuote, fredde, inespressive. Il mio sguardo sempre fisso nel suo.
Per evitare al mio cuore di soffrire, avevo deciso di essere io la prima ad andarsene, perché sapevo che, se fosse stato lui a prendere l'iniziativa, avrebbe fatto ancora più male.
Lui non mi aveva interrotto, bensì mi aveva ascoltato attentamente, come aveva sempre fatto fin da quando avevo memoria.
Dopo due anni insieme, lasciarlo ha avuto su di me l'effetto di un amputamento di una gamba.
Non mi riferisco solo al dolore, ma anche ai momenti di smarrimento in cui vorresti camminare, correre, saltare e ti ricordi che non puoi più farlo.
Una sensazione in più a cui abituarsi.
Il problema? Il mio trasferimento dall'altra parte del continente; in aggiunta, quella vocina fastidiosa che continuava a spiegarmi come sarebbe stato semplice per uno come lui tradire una sciocca, un'illusa come me.
In fondo, non avevo nulla di speciale e ne ero consapevole.
Avevo paura di come la nostra relazione si sarebbe evoluta, una volta partita, e avevo commesso l'errore di non confidarmi con lui su questo punto.
Forse, se avessi provato a parlarne normalmente con lui, le cose sarebbero andate diversamente.
Avevo utilizzato una scusa banale per giustificare la mia scelta e avevo tentato di essere il più convincente possibile, nonostante non mi credessi neanche io. Parlavo lentamente, per evitare che la voce mi si incrinasse e rovinassi tutto, di nuovo.
Non gli avevo lasciato nemmeno il tempo di rispondere, di esprimersi su questa mia decisione, perché, dopo poco, ero già corsa via, lontana da lui, senza voltarmi, per timore di scoprire la sua reazione.
Quello che avevo appena detto mi faceva già male, ma ero sicura che fosse la soluzione migliore per entrambi: io, prima o poi, l'avrei dimenticato e lui avrebbe fatto lo stesso, andando avanti con la sua vita, magari fidanzandosi con una di quelle ragazze perfette, quasi da fare invindia alle modelle di Victoria's Secret.
È questo il problema delle relazioni a distanza: prima o poi, uno dei due cede. E forse, devo ammetterlo: la cosa che mi spaventava di più era la possibilità che fossi io a mollare per prima.
Per questo, quella sera, ero determinata a strappare subito il cerotto, credendo che, così, avrei sofferto di meno, che sarebbe stato più corretto anche nei suoi confronti.
O comunque, questo è ciò che la testa mi diceva.
Peccato che il mio cuore non fosse dello stesso avviso.
E non mi riconoscevo, quella sera.
Non sembravo io, quella sera.
Eppure, sono stata io, quella sera, ad aver rovinato tutto.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top