Ava Paige (Maze Runner)
Angolo autrice (?): questa one shot è stata scritta nel 2015, prima dell'uscita de Maze Runner, Il Codice.
Questo per spiegare le possibili incongruenze con la trama originale.
Ricordo inoltre che, in principio, era un tema che avevo scritto alle medie.
Enjoy :)
Quella mattina, nel suo appartamento, Ava si alzò prima del solito con uno dei suoi presentimenti: quel giorno qualcosa sarebbe andato storto. Ma cosa?
Dopotutto, ora che le eruzioni solari erano finite, stava bene. Aveva una casa e un lavoro. Circa un mese fa, era stata assunta al C.P.E., ovvero al Coalizioni Post-Eruzioni e tutto andò bene per un primo periodo. Ripensandoci, negli ultimi tempi era piena di dubbi.
Quelle persone volevano sterminare la maggior parte della popolazione perché le risorse dello Stato risultavano insufficienti! Era qualcosa di orribile. E non era la sola a pensarlo; anche Randall Spilker e Ladena Lichliter, suoi amici e colleghi, erano rimasti indignati di fronte a questa scelta.
In principio, non volle crederci.
Ma perfino Katie McVoy, amica e collega, sembrò acconsentire. Subito si ricordò subito cosa le disse quel giorno per tranquillizzarla:-L'A.M.R.I.I.D. me ne ha confermato la funzionalità. Il virus VC321XB47 attacca il cervello e lo disattiva in modo indolore. Agisce rapidamente ed è stato progettato perchè il suo tasso di infezione vada lentamente a indebolirsi mentre si propaga da un ospite all'altro. È perfetto per le nostre esigenze, capisci? Potrebbe essere la soluzione al nostro problema! So bene che ora ti sembra terribile, ma ti assicuro che andrà tutto per il meglio.
Già, Katie sapeva essere molto rassicurante, ma non abbastanza.
Il giorno della votazione, alla richiesta "Acconsente alla diffusione del virus?", crocettò "NO" in modo deciso, anche se sapeva che forse solo pochi avrebbero fatto questa scelta.
Mentre rifletteva, Ava arrivò alla sede della C.P.E. alle sei in punto.
C'era solo lei più qualche agente della sicurezza rannicchiato qua e là, in uno stato di dormiveglia.
Andò al suo computer e ne accese i monitor che le permettevano di osservare le zone che doveva controllare. Tutto taceva in un accampamento di sopravvissuti in cima agli Appalachi, nella parte occidentale della Coralina del Nord. Ava Paige amava guardare come tutto riprendesse vita all'alba.
Quel giorno sarebbe iniziata la contaminazione di alcune zone prestabilite, tra cui quella che, in quel momento, si era ritrovata a fissare. Ormai nutriva quasi un sentimento di pena e affetto verso quelle che erano le sue zone da monitorare.
Più tardi, iniziarono ad arrivare altri suoi colleghi, che, come lei, accesero i loro monitor. Quando furono tutti presenti, il cancelliere John Michael diede il via alla contaminazione.
Quella mattina, nelle zone prescelte, centinaia di persone morirono istantaneamente.
Su delle Berghe, dei soldati addetti al compito e vestiti con tutte le precauzioni spararono dardi con il virus sui sopravvissuti appena risvegliati; uomini, donne e bambini cadevano al suolo, inermi.
Arrivò il momento delle zone di Ava. Anche lì, i soldati eseguirono gli ordini. Ma non tutti morirono subito. Alcuni sembrarono resistere al virus, crollando a terra e contorcendosi dal dolore. Lo stesso accadde in alcune zone dei suoi colleghi, come quella di Ladena, Miku Shitoki e di Martin High.
"Strano," pensò Ava "ci era stata assicurata una morte immediata ed indolore". E non era l'unica a pensarlo, perché in quello stesso istante, un mormorio iniziò a diffondersi nella sede, mentre il cancelliere si guardò intorno, visibilmente imbarazzato, per poi tornare con lo sguardo sul suo monitor e pronunciare le fatidiche parole, che col tempo si sarebbero ripetute sempre più spesso:-Miei cari colleghi, vi chiedo di avere pazienza.
Ad Ava tutto questo sembrava una grande presa in giro nei confronti di quella povera gente, così intervenne:-Forse con alcuni geni, il virus agisce diversamente. Ma non dobbiamo preoccuparcene, se l'A.M.R.I.I.D. in persona ce ne ha confermato la funzionalità, giusto, cancelliere?- e mentre questi annuiva, lei riprese:-Ed è anche vero che con le eruzioni solari, il virus potrebbe essersi dannaggiato, riportando danni, che si sperano essere lievi, nella sua formazione. Direi di accettare il consiglio del cancelliere e di attendere un po'. Pensavo di passare la notte davanti ai monitor e annotarmi qualsiasi cambiamento, se è d'accordo.
Se Ava Paige aveva un potere, era quello di saper gestire bene le parole in ogni eventualità. Dai colleghi era vista come una ragazza che sapeva il fatto suo, intelligente e determinata. Non le si poteva rimproverare nulla.
Il cancelliere non poté quindi rifiutare la sua richiesta.
Alla fine della giornata, ben otto insediamenti su ventidue avevano dimostrato un approccio diverso con il virus, ma era comunque meno della metà e sembrò non preoccupare affatto la C.P.E.
Ava, rimasta sola, si preparò a quella che si prospettava essere una lunga notte. Ormai stava quasi per addormentarsi, quando un urlo acuto squarciò il silenzio della notte. Preoccupata, si guardò intorno finché non capì che quel grido proveniva da uno dei monitor dove il virus, in parte, aveva fallito: una donna sopravvissuta al virus era uscita dal suo rifugio e gridava e si disperava e si contorceva dal dolore provato. Dopo un attimo di silenzio, Ava sentì la risata più raccapricciante mai udita. Disattivò immediatamente l'audio, ancora un po' spaventata, e annotò tutto sul suo tablet. Non fece in tempo a rilassarsi, che in un altro accadde lo stesso e in un altro ancora, finché in otto monitor il volume venne messo al minimo. E, osservando l'accampamento sugli Appalachi, le parve di notare un piccolo gruppo di persone uscire da un rifugio e inoltrarsi nel bosco.
Esausta, si addormentò, per poi risvegliarsi il mattino dopo.
Quando poi arrivarono gli altri scienziati, spiegò loro come tutti i sopravvissuti al virus fossero impazziti all'improvviso, esprimendo anche un po' del suo disappunto sul virus, colto solo da Katie, che, finito l'orario di lavoro, decise di parlarle. Litigarono e promisero di ignorarsi a vicenda.
Passarono i mesi e spesso Ava e Katie si ritrovarono a lavorare insieme, ma collaboravano con un'apparente calma e tolleranza.
Un giorno Katie McVoy chiese al cancelliere di licenziare Ava, accusandola di disprezzare i metodi della C.P.E, senza riuscirci, perchè Michael non volle perdere una delle sue menti più acute.
Continuando a studiare l'effetto del virus, Ava si accorse che si stava diffondendo troppo velocemente e che stava decimando troppo la popolazione. Continuò anche ad osservare i sopravvissuti al virus, che impazzano e diventavano agressivi.
Misero un Pass Verticale ad Asheville per arrivare nella sede della C.P.E., per far scappare le persone ancora sane dal virus.
Un giorno arrivò una bambina, di circa quattro o cinque anni, minuta, capelli neri sciolti sulle spalle e negli occhi azzurri uno sguardo fermo, per niente adatto ad una bambina di quell'età e con un biglietto stretto nella piccola mano con su scritto:"Lei è immune. Usatela. Fatelo prima che i folli vi trovino.".
Il messaggio, però, non venne preso molto sul serio dal cancelliere e lasciò la bambina in custodia ad Ava, che sembrava l'unica ad averlo fatto.
Una sera, Ava presentò agli altri scienziati e al cancelliere la sua teoria sul virus, cercando di far capire la gravità della situazione. Secondo lei, il virus, danneggiato dalle eruzioni solari, non annientava più l'ospite in modo indolore e veloce, bensì ne attaccava il cervello, o Zona della Violenza, appunto, e lo induceva alla follia.
Il cancelliere, stanco delle richieste di licenziamento della sua dipentente migliore mandate da Katie McVoy, decise di accontentarla a malincuore.
Il giorno dopo, Ava Paige andò nella sede della C.P.E., dichiarando:-Le aspettative che avevo su questa società erano ben altre. Sono rimasta delusa perché, a parer mio, questo virus non ha migliorato, bensì peggiorato la situazione iniziale. Chiunque sia d'accordo, è pregato di farsi trovare alle quindici in punto davanti al mio appartamento. Ho deciso di rimendiare dove la C.P.E. ha fallito. Voglio trovare una cura al virus VC321XB47.- e poi se ne andò.
L'unica che sembrava voler sostenerla, era quella bambina. Sembrava capire la situazione, nonostante fosse ancora così piccola. Ava decise che si sarebbe occupata lei stessa della sua istruzione.
Quel giorno, si trovò con Randall, Ladena, Martin e tanti altri, tra i quali perfino un incuriosito Michael, che lasciò tutti senza parole, quando dichiarò di voler nominare Ava cancelliera.
Discussero sul virus, chiamato "Eruzione" dalle persone-cavie e decisero il nome della loro società: C.A.T.T.I.V.O., ovvero "Catastrofe Attiva Totalmente: Test Indicizzati Violenza Ospiti", secondo la sua teoria.
Mandò molti soldati negli accampamenti alla ricerca di altri bambini immuni all'Eruzione. "Sono ancora pochi, ma quei pochi basteranno per trovare una cura." si disse convinta Ava.
Un giorno, ad una riunione si presentò l'ultima persona che si sarebbe mai immaginata di vedere: Katie McVoy, che nonostante tutto l'accaduto, si scusò, ammettendo di aver esagerato. Ava la perdonò; dopotutto, aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile, se voleva trovare una cura e poi le era mancata molto.
Iniziarono a fare esperimenti sui bambini immuni, prelevando campioni di sangue o facendo altri test.
Ava Paige tratteneva a stento l'emozione davanti ai colleghi.
E ora era sicura di una cosa: avrebbero trovato una cura.
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