One shot

Brian era un bambino normale, un bellissimo bambino con gli occhi azzurri e i capelli neri.
Sua madre era così orgogliosa dell'educazione del figlio, lo portava in chiesa e lui rimaneva ad ascoltare la messa in silenzio, come un adulto.

Il primo giorno di elementari sua mamma gli aveva messo la camicia azzurra e lo teneva per mano.

Lui seguiva le lezioni con attenzione, faceva tutti i compiti e prendeva sempre bei voti.
Solo all'intervallo non giocava con gli altri bambini, rimaneva seduto sul prato a guardare le margherite.

···

Quando in terza media tutti i suoi compagni giocavano a calcio o a basket lui rimaneva seduto in un angolo a suonare la chitarra.
Lui li vedeva tutti uguali, che si facevano i fighi con le ragazze mostrando un accenno di muscoli.
Lui invece non aveva muscoli, aveva le braccia magre e pallide e i suoi capelli erano leggermente più lunghi del normale.

···

A quattordici anni Brian é stato scambiato per una femmina e in effetti i suoi trattati del viso erano morbidi e il suo modo di camminare molto femminile.

Un giorno dei suoi compagni gli hanno dato una sigaretta.

''Se hai le palle fumala'' e così Brian ha fatto.
Ha tossito leggermente e tutti hanno iniziato a urlare cose tipo "guardate! Fuma anche come una femmina!''.
Brian é tornato a casa piangendo, lui si trovava bene con il suo modo di essere.
Non era un mostro, era solo leggermente androgeno.

···

Quando a sedici anni la sua media scolastica é crollata, i suoi genitori hanno dato la colpa alla sua chitarra.
''Sei sempre a suonare, non ti impegni nello studio'' dicevano.

''Tu diventerai un banchiere come tuo fratello" gli diceva il padre.
Ma lui non voleva lavorare in banca, a lui la matematica non é mai piaciuta.
Così continuava a suonare la chitarra di nascosto, diventava sempre più bravo.

Un giorno nei corridoi della scuola ha incontrato un ragazzo.
Era il nuovo acquisto della squadra di football.
Era alto, era bello.
Rideva e lui non poteva smettere di guardarlo.

''Ciao io sono-''

Non é riuscito a finire la frase che il resto della squadra lo aveva già preso e chiuso nel bagno.

''Non importunare il nostro amico, frocetto!''

Brian ha sentito le lacrime bagnargli le guance e in quel momento si é sentito immensamente sbagliato.

''Ehy, Brian, giusto?''

Brian ha annuito e il ragazzo gli ha passato le dita tra i capelli lisci.

''Io sono Stefan- ehy ascoltami, non piangere, sono degli idioti''

Brian ha tirato su col naso e ha annuito, Stefan gli piaceva.

···

Brian si sente sempre strano quando é con Stefan.
Vorrebbe baciarlo ma non può.
Lo sente così sbagliato eppure quel giorno mentre era sdraiato con la testa in grembo a Stefan e lui si é piegato leggermente e gli ha sfiorato le labbra con le sue, non si é sentito così sbagliato.

···

Hanno fatto l'amore, l'hanno fatto a casa di Brian perché i suoi genitori erano al lavoro.
Hanno fatto l'amore e Stefan gli ha detto "sei bellissimo".
Nessuno aveva sentito la porta d'entrata sbattere o qualcuno che saliva le scale.
Brian ha sentito le grida di sua madre però.

''Mostro! Non provare mai più a mettere un piede in casa mia" ha detto.
E così ha fatto. 

Aveva diciassette anni ed é partito per Londra.

···

La vita é strana, Brian l'ha capito un pomeriggio mentre aspettava la metropolitana.
Tra la folla ha riconosciuto qualcuno e Dio, non é possibile, ha pensato.
Si é avvicinato e il trovarsi a così pochi centimetri da Stefan gli ha mandato delle scosse elettriche per tutto il corpo.
L'ha urtato salendo sul vagone della metro, l'ha urtato, come dire, per sbaglio.

''Oh Brian! Quanto tempo!''

Lui si é girato, ha fatto una faccia finta sorpresa e "Stef! Che ci fai qui?".
Hanno parlato per tanto tempo, troppo forse.
Si sono bevuti un caffè insieme e poi Brian l'ha invitato a sentirlo suonare in un locale.
Ha la speranza negli occhi, la speranza di ricominciare da capo, insieme.

Brian quella sera si é fatto bello.
Ha pettinato i capelli e li ha lasciati così, con qualche onda sulle punte.
Si é messo una camicia bianca e degli skinny jeans, ha anche curato nei minimi particolari il trucco.
Ha imbracciato la chitarra ed é salito sul palco.
Ha preso la chitarra e ha iniziato a suonare una canzone, una canzone che parla della sua vita, delle sue paure, delle sue insicurezze.

I wrote this novel just for you
It sounds pretentious but it's true
I wrote this novel just for you
That's why it's vulgar
That's why it's blue
And I say, thank you
And I say, thank you

Ha cantato quelle parole guardando il pubblico alla ricerca di Stefan.
Quando lo vede nella folla sorride, più rilassato.

I wrote this novel just for Mom
For all the mommy things she's done
For all the times she showed me wrong
For all the time she sang god's song
And I say thank you Mom
Hello Mom
Thank you Mom
Hi Mom

Ha sentito il cuore fare male al ricordo della madre.
Sua madre che non l'ha ancora perdonato, perdonato per cosa? Per la sua omosessualità? Questo non lo sa.

I read a book about Uncle Tom 
Where a whitey bastard made a bomb
But now Ebonics rule our song
Those motherfuckers got it wrong
And I ask
Who is uncle Tom?
Who is uncle Tom?
Who is uncle Tom?
You are

Brian ha guardato ancora Stefan, gli ha sorriso mentre beveva un drink.
Brian ha pensato che fosse ancora bello.

I read a book about the self
Said I should get expensive help
Go fix my head
Create some wealth
Put my neurosis on the shelf
But I don't care for myself
I don't care for myself
I don't care for myself
I don't care

Brian ha scritto questa canzone quando ha abbandonato casa dei suoi genitori.
Era arrabbiato, deluso, solo.

Quando ha finito si inchina leggermente e scende dal palco, si dirige verso il bar e Stefan.

''Sei stato fantastico! E guardati! Ho sentito due uomini parlare di te e di quello che ti farebbero''
''Probabilmente mi hanno scambiato per una ragazza''

Brian ha continuato a sorridere a Stefan perché gli é mancato, gli é mancato così tanto.
I due hanno continuato a parlare fino a che non é arrivato un ragazzo.

''Stef, eccoti''
''Oh ciao amore''
Brian ha sentito il cuore sbricciolarsi.
Il ragazzo che é appena arrivato ha la pelle ambrata e un accento strano, non inglese.
Stefan glielo ha presentato ma Brian non ha sentito il nome, ha osservato il modo in cui Stefan gli ha circondato la vita.
Stefan che ha posato un leggero bacio a stampo sulle labbra del ragazzo.

''Sei stato molto bravo''
''Grazie, ora, se volete scusarmi, devo andare''
Brian si é allontanato con le lacrime agli occhi.
É tornato a casa, in quel buco che ha affittato appena ha messo piede a Londra.
Si é sdraiato sul letto e ha iniziato a piangere.
Era solo un ragazzo che la famiglia ha cacciato di casa.
Era solo un ragazzo che amava la musica e lui, Stefan.

Si alza per prendere qualcosa da bere, non sa neanche cosa ha bevuto, la prima bottiglia vista l'ha buttata giù, in qualche sorso.

''Voglio morire''
L'ha sussurrato e poi si é alzato, é uscito dall'appartamento e é salito sul tetto del palazzo.
Venti piani, vede Londra da quell'altezza e non può non pensare che sia bellissima.

Ha preso un respiro profondo e si é messo in piedi sul cornicione, ha preso un altro respiro profondo prima di guardare giù e saltare.

SPAZIO AUTRICE
Ehy, allora, ho iniziato a scrivere questa cosa alle cinque di mattina in viaggio verso Bormio (mi costringono ad andarci anche se non so sciare) e come dire, Brian e Stef erano adorabili insieme.
Bhe, spero vi piaccia.
Love ya.


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