Capitolo 1 Solo Corvina
Era una giornata come le altre nella grande Torre dei Teen Titans.
Tuttavia, completamente insolita, visto che ormai da mesi non si era più vista una rapina nei dintorni.
<<Tutto questo non mi convince...>>
Fiatò Robin, iniziando a camminare da una parte all'altra della stanza, con l'indice sotto al mento.
<<Eppure... No... Non è possibile...>>
Fiatò Robin, ancora completamente assortò.
<<Robin?...>>
Sussurrò Stella, avvicinandosi piano piano a lui, come se volesse distrarlo un attimo dai suoi pensieri.
<<Mhm? Oh... Ciao Stella.>>
Rispose con gentilezza, sorridendo alla giovane ragazza, sebbene non come avrebbe fatto di solito.
<<Tutto bene amico Robin?>>
Chiese la ragazza, preoccupata, ma Robin era troppo preso dalle sue preoccupazioni per degnarle sincerità.
<<Si Stella, sto bene.
Piuttosto... Cos'è questo buon profumo di pasticceria?>>
Chiese Robin, sforzando con sorriso ed ingannando così la ragazza ingenua, che con grande armonia lo trascinò verso la cucina.
<<Ebbene, mio caro amico!
Oggi, mi sono decisa, di imparare la pasticceria terrestre!
È così bello imparare cose nuove!>>
Esclamò la ragazza, mostrandogli un grande tavolo imbandito di prelibatezze.
<<Wow Stella... Hai dato il meglio di te, vedo...>>
Rispose Robin, continuando a sforzare sorrisi.
<<Il meglio del meglio caro amico Robin!>>
Esclamò, con euforia, entusiasta del suo lavoro.
<<Buon giorno... Hey! Cosa sono tutti questi dolci? Forte! C'è una festa?!>>
Chiese Cyborg, elettrizzandosi quasi più della stessa Stella Rubia.
<<Ogni giorno è una festa, caro amico Cyborg! Prego! Accomodati nel grande tavolo!>>
Esclamò Stella, mostrandosi cordiale ed elegante, quasi come se volesse vantarsi.
<<Qualcuno ha detto festa?!>>
Urlò il titans più piccolo, correndo verso la cucina, già affamato di suo.
<<È...una meraviglia questa stanza!>> Esclamò Bibi, con l'acquolina in bocca.
<<CORVINAAAA?!>>
Urlò innamorato, quasi come se volesse farsi sentire da tutto il mondo.
<<Mhm...>>
Fiatò Corvina, esausta, comprendo le sue povere orecchie con un cuscino.
<<Ebbene...un altro giorno di cavolo è iniziato qui sulla Torre... Urrà...>>
Disse Corvina, esausta, ma soprattutto con immensa tristezza.
Era parecchio stanca, talmente tanto che non riusciva neanche ad alzarsi dal letto.
Provò con tutte le sue forze, ma lanciò un urlo dolorante, cadendo a terra.
<<... P-papà... Perché?... Perché mi hai fatto questo?...>>
Chiese Corvina, nel nulla di quella stanza vuota, piangendo disperatamente.
<<CORVINAAA?!...>>
Urlò di nuovo Bibi, preoccupandosi e grattandosi la testa.
<<Perché non arriva?...>>
Sussurrò e a rispondergli fu Robin, nonostante il suo interesse al momento sembrassero di più i dolci.
<<Mhm... probabilmente sta dormendo, non ti preoccupare! Arriverà tra poco! Tu mangia!>>
<<Mhm... Ok...>>
Rispose Bibi, abbassando lo sguardo e avvicinandosi alla grande tavola imbandita.
<<Bambina miaaaa?! Corvina?! Cosa ci fai distesa qui a piangere?!>>
Chiese Trigon, aiutando la figlia ad alzarsi.
<<M-mi fa male...mi fa male tutto!>>
Si lamentò la ragazza, continuando il più possibile a nascondersi il viso.
<<Suvvia Corvina! Non fare così! È normale che un giovane demone come te si senta così il primo giorno.
Del resto, figlia mia... Non è da tutti diventare demone a 17 anni suonati.
Buon compleanno in ritardo figlia mia!>>
Esclamò il padre, abbassando il cappuccio della figlia, che oramai era diventata con il viso rosso sangue, quattro occhi e due corna che le spuntavano da sopra la testa.
<<Sei...stato crudele papà... >>
Commentò la figlia, piangendo e portandosi le mani sul viso.
<<M-mi hai...costretta...t-tu...mi hai costretta ad uccidere! Sei...>>
<<Suvvia, bambina mia! Prima o poi mi ringrazierai cara Corvina.>>
Disse il padre, ma lei scosse la testa, volendo scappare via da quella stanza.
<<N-No... NO!>>
Urlò Corvina, ma ormai era finita in trappola...
Le sue gambe, oramai troppe deboli, non le consentivano di muoversi.
<<... papà... Se sono caduta di nuovo... È colpa tua ...>>
Disse Corvina, in ginocchio, piangendo peggio di prima.
<<Su... Non è da tutti i giorni...diventare demone>>
Nel frattempo, mentre gli altri titans stavano mangiando tranquillamente, Cyborg si rese conto che Corvina stava dormendo da parecchio tempo ormai.
<<Ehm... Titans?... Non sarà meglio chiamare di nuovo Corvina?>>
Chiese Cyborg e Robin sospirò, alzandosi da tavola e prendendo il controllo della situazione.
<<Ebbene... Se Corvina oggi è pigra... L'unico che può svegliarla sono io.>>
Affermò Robin, recandosi verso la stanza della ragazza e bussando forte.
<<CORVINA?! SVEGLIA!>>
Urlò Robin e al suono di quella voce Trigon sobbalzò.
<<Ci mancava solo questa...>>
Sussurrò, coprendo la bocca della figlia con la sua grande mano e portando la ragazza con sé verso gli inferi.
<<CORVINA?!...>>
Urlò di nuovo Robin, preoccupandosi e buttando giù la porta con il suo bastone.
<<....T-TITANS?!>>
Urlò, preoccupandosi e correndo dagli altri.
<<Che succede Robin?!>>
Chiesero tutti e con il respiro che quasi mancava, Robin esclamò l'inevitabile.
<<C-Corvina è sparita!>>
<<COSA?!>>
Urlarono tutti, ognuno con reazioni diverse, ma tutti con il viso irrigato dalle lacrime.
<<CORVINAAAA?!!...>>
Urlò Bibi, cadendo a terra e portandosi le mani sul viso.
<<I-IO...IO VE L'AVEVO DETTO CHE DOVEVAMO ANDARE DA LEI! M-Ma... MA VOI NON MI AVETE ASCOLTATO!>>
Urlò Bibi, piangendo fino alla completa esasperazione.
<<Oh ...povero Bibi...>>
Commentò Stella Rubia, che oltre a qualche lacrima era molto più serena rispetto al piccolo titans.
<<CORVINAAA?!...>>
Urlò nuovamente e Stella decise di sedersi di fronte a lui, permettendogli di poggiare la testa sulle sue gambe, accarezzandolo.
In quell'esatto momento, Robin era indeciso se essere preoccupato, perplesso, geloso o tutto nello stesso momento.
Sapeva soltanto che non era il momento adatto per una crisi di gelosia e che dovevano trovare Corvina.
<<POSTA!>>
Esclamò improvvisamente il postino, che calmò momentaneamente il pianto di Bibi, che voleva tutto tranne farsi vedere così.
<<Ehm...vado a vedere io... Voi pensate a calmare Bibi!>>
Esclamò il capo, dirigendosi verso la porta e trovandosi così tra le mani una lettera insolita dal colore viola.
<<... Titans?!... È da parte di Corvina!>>
Esclamò e all'udire di quell'affermazione Bibi si ricompose, sedendosi composto e allontanandosi da Stella.
<<Aprila!>>
Urlò Bibi e Robin annuì, decidendosi così di aprire la lettera.
<<Cari Titans;
Mi dispiace non essere stata un'amica o un'alleata perfetta per voi, ma oramai non posso più raggiungere questo scopo, perché è giunto il momento di salutarci.
Vedete, mio padre Trigon è riuscito ad ingannarmi e qualche giorno fa io ho ucciso una persona.
Vorrei non averlo mai fatto, ma ormai non posso più tornare indietro, poiché la mia pelle è rossa, i miei occhi sono quattro e le mie corna si vedono.
Robin, per favore, abbi cura dei nostri amici, specialmente di Bibi che merita semplicemente affetto. >>
<<CORVINAAAA?!...>>
Urlò Bibi, interrompendo Robin dalla lettura e dovendo poggiarsi nuovamente nelle gambe di Stella.
Robin per ciò sospirò e ricominciò a leggere, rivolgendo uno sguardo a Stella.
<<Stella Rubia...
Tu per me, fin'ora, sei stata la migliore amica che potessi mai desiderare.
Avrei tanto voluto essere come te ed impare a sorridere come riesci tu.
Mi dispiace se non sono mai riuscita a dirti "ti voglio bene", ma sappi che te ne voglio molto.>>
Stella Rubia rimase molto colpita da tali parole e pianse, portandosi le mani sul viso.
<<...Oh...amica Corvina...>>
Robin la guardò con tristezza, odiando vederla piangere, ma capendo che non poteva farci nulla.
<<Cyborg... Tu sei stato un ottimo amico ed alleato e anche se non te lo dico molto spesso ti stimo moltissimo>>
<<Oh...anch'io ti stimo sorella...>>
Disse Cyborg, in lacrime, soffiandosi il naso.
<<E Robin... Sono molto sorpresa da come tu sia riuscito a far diventare la Torre dei Titans, stimo molto il tuo lavoro.
Anche con te, vorrei non essere stata così dura nei tuoi confronti e averti ascoltato di più nei tuoi piani, senza occhio giudicativo.
Avrei tanto voluto ...starti accanto...
Esserci di più... nel bisogno...>>
Più Robin leggeva più arrossiva e cercò di riprendere professionalità.
<<....>>
Robin dovette bloccarsi, perché si rese conto che il resto della lettera suonava molto di dichiarazione d'amore.
Così, con il volto rosso, abbassò lo sguardo verso la fine della lettera.
<<Quindi, cari Titans, vi auguro il meglio e che possiate passare la vostra vita in serenità...
Fine!>>
Completò Robin, nascondendo la lettera dentro la tasca dei pantaloni, mentre gli altri Titans piangevano disperati.
<<COSA FAREMO SENZA CORVINAAA?!...>>
Urlavano piangendo, specialmente Bibi.
Così, approfittando della confusione e delle stesse lacrime che gli stavano scendendo, Robin corse in bagno.
<<ANCHE ROBIN SI È RATTRISTATOO!>>
Urlò Stella, piangendo disperata.
Robin, nel frattempo, corse in bagno e si chiuse a chiave, rimproverandosi per la sua debolezza.
<<Su... Robin?! Smettila!...>>
Si rimproverò, prendendo la lettera in mano, tremante e aprendola con ansia.
"E Robin... Sono molto sorpresa da come tu sia riuscito a far diventare la Torre dei Titans, stimo molto il tuo lavoro.
Anche con te, vorrei non essere stata così dura nei tuoi confronti e averti ascoltato di più nei tuoi piani, senza occhio giudicativo.
Avrei tanto voluto starti accanto, esserci di più nel bisogno e avrei tanto voluto rivelarti i miei sentimenti.
Ebbene sì, caro Robin, io sono sempre stata innamorata di te.
Per questo motivo ho sempre rifiutato Bibi e anche quando ho provato a dargli una possibilità lui non era mai all'altezza.
Per questo motivo quando ti vedevo preso da Stella Rubia io mi sentivo sempre brutta ed inferiore.
Per questo motivo, ogni giorno della mia vita, ho sempre sperato che tu mi notassi e che tu, e solo tu, potessi capire e rivelare cosa tengo nascosto nel mio cuore e cosa ancora tengo nascosto.
Robin... Io ti amo...
Ma ormai è troppo tardi persino per guardarti in faccia...
Ormai io sono un demone e come tale devo vivere negli inferi e trovarmi un amico lì.
Addio Robin...
Quindi, cari Titans, vi auguro il meglio e che possiate passare la vostra vita in serenità...
Fine!"
Robin rimase sorpreso, commosso e scioccato da tali parole, non potendo ancora crederci.
Cercò con tutte le sue forze di non piangere, ma quelle stesse forze lo tradirono.
Scoppiò a piangere peggio di prima e cadde in ginocchio, portandosi la lettera sul petto e domandandosi...
Con quali occhi cechi...
Non si era mai accorto della splendida ragazza che aveva accanto...
Continua...
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