The Wait

Jade Eyre uscì di corsa dal taxi, lanciando i soldi all'autista.
La bacchetta fredda che la faceva rabbrividire da sotto la manica e la mano fasciata nascosta da un guanto l'accompagnarono davanti ad una porta, la famosa porta.
L'aria cambiò non appena si avvicinò al citofono. Un qualcosa di leggendario regnava in quella semplice porta, una storia, un'avventura che si raccontava da quella porta e da quel numero in caratteri dorati che troneggiava sopra.
Jade si sentì in presenza della più solenne delle case di Londra.
Una fitta alla mano la riportò con i piedi per terra e con esitazione pigiò il dito indice sul bottoncino del citofono. Una goccia caduta dal cielo si suicidò sulla sua fronte, facendole alzare il viso solo per andare incontro ad una pioggia improvvisa.
Jade sentiva l'irrimediabile impulso di tirare fuori la sua bacchetta e creare un ombrello per ripararsi, ma non poteva farlo quando dietro di lei le persone "normali" correvano ai ripari.
Iniziò a muovere ripetutamente e ad intervalli regolari la gamba sinistra, sbuffando rumorosamente mentre davanti ai suoi occhi rimaneva stoica la porta scura.
Il ristorante alla sua destra era chiuso e aveva il tendone ritirato, quindi non poteva ripararsi sotto a nulla se non pregare di vedere la porta aprirsi.
Il freddo vento si gettò tra le strade della città, sferzando le gocce che travolgevano tutto compresa la donna che nonostante le intemperie rimaneva davanti a quel 221B.
In men che non si dica la maggior parte delle persone scomparì dentro ai ristoranti o in casa in attesa della fine della tempesta, ma Jade rimaneva ancora lì.
Suonò innumerevoli volte, insistendo, incollando il dito al citofono ma nulla, la porta non si spalancava e il calore della casa non la confortava.
Starnutì rumorosamente a causa del freddo e si strinse nel cappotto zuppo.
Voleva farsi aiutare, la sua testardaggine rimaneva l'arma migliore da usare pur di aspettare due giorni davanti a quella porta, pur di dormire sotto la pioggia.
Mentre il freddo e la pioggia le entrava nei polmoni alzò lo sguardo, fissando le finestre del primo piano con attenzione in caso ci fosse qualcuno in casa.
Con quella pioggia non riusciva a vedere nulla e preferì restare al sicuro davanti alla porta invece di scendere sulla strada bagnata e scivolosa.
Le ore passavano, la pioggia infuriava e lei rimaneva ancora davanti alla porta.
Un altro starnuto, questa volta più potente, la fece piegare in due mentre un dolore improvviso alle ossa la costrinsero a stringere i denti e restare davanti alla porta in attesa.
Doveva farsi aiutare.
Anche a costo di ammalarsi per restare troppo tempo al freddo, ma doveva essere aiutata.
Appoggiò la fronte sulla porta fredda, i capelli biondi appicciati alle guance e la debolezza fisica di stare ore in piedi sotto la pioggia e al freddo alla fine la convinsero a tornare domani.
Non appena si staccò lentamente dalla porta scura e girò il primo piede verso la strada, un rumore secco e deciso le fecero cadere lo sguardo sulla porta aperta.
Jade sorrise alla cara signora anziana sulla soglia che ricambiò, facendola rifugiare nell'appartamento.
Nonostante l'attesa ora stava per incontrare l'unico in grado di aiutarla.

*si, voglio dormire nonostante la voglia di incontrare Benedict. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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