The Reason
Jade rivide dopo anni ed anni il viso della persona forse più importante del regno magico.
La stessa persona tanto la infastidiva dai tempi della scuola, quando dava del filo da torcere al preside facendo così cadere la scuola in rovina solo per salvarsi le chiappe.
Una rabbia improvvisa nacque dentro di lei, dimenticandosi il motivo del perché si trovasse in una cella.
-Tu hai rovinato la mia scuola, hai gettato le basi per una guerra magica.
Iniziò a stilare tutte le sconfitte del Ministro, ma solo quello riusciva a sputare fuori come veleno. Più lo giudicava e più si avvicinava minacciosa con la bacchetta pronta, una fievole luce verde iniziò ad addensarsi sulla punta e gli occhi rossi di Jade Eyre divennero ancora più rossi.
Disse tutti i difetti e imperfezioni del loro rapitore, senza dare voce in capitolo a Sherlock che silenziosamente seguiva la discussione.
E la donna continuò imperterrita a parlare dei torti del Ministro, ma solo i suoi torti, senza mai pensare ai propri.
La luce verde cresceva esponenzialmente al grado di ira della strega.
Quando il colpevole parlò, l'ora del giudizio finale scoccò due rintocchi orecchiabili, ma puntuali.
-Ebbene, Jade, tu credi che incolpandomi riuscirai a dimenticarti chi sei?
Quel sorriso diabolico che stonava completamente con il viso di John Watson ora dipinto su quel viso sembrava una perfetta sinfonia.
-Tu hai ucciso mio figlio. L'hai portato via da me.
Lei scosse la testa, cercando disperatamente di non giudicarsi e di pensare solo ai difetti altrui, ma il coraggio Grifondoro le picchiettò la spalla e come un buon vecchio amico le ricordò quale fosse la sua casata.
-Ho sbagliato mira.
Lui rise amaramente.
-Solo perché era un Serpeverde eh? Solo perché era della casata nemica, perché voi leoni d'oro siete quelli coraggiosi che fanno sempre la scelta giusta mentre noi serpi siamo i cattivi.
Jade sentì l'orgoglio montarle dentro.
-Si, voi siete i cattivi e sai perché?! Perché voi continuate a lamentarvi del fatto che siete visti come i nemici, ma non fate nulla per dimostrare il contrario. Ho visto pochi di voi fare amicizia con la squadra avversaria, ma la maggior parte rimane nel suo guscio a disprezzare gli altri. Ci odiamo, è vero, e ci odieremo per sempre perché siamo fatti così.
La luce verde si spense del tutto.
Jade abbassò la bacchetta.
-Ma noi coraggiosi a volte siamo i più paurosi nelle scelte.
Sciolse le corde.
-E sappiamo dare alle persone una seconda possibilità.
Il Ministro si alzò e Sherlock scattò verso di esso, fermato da un gesto di Jade che fissò dentro gli occhi del nemico, proprio dentro, dove si concentrano tutti i guai di un uomo.
-Per questo serve essere molto coraggiosi e a volte parecchio stupidi.
Si lasciò guidare dalle sue origini, senza pensare ad altro.
-Perciò mi dispiace per tuo figlio, davvero non so cosa dire.
Con un colpo di bacchetta chiamò gli Auror del Ministero, tramite un incantesimo che funziona un po' come chiamare il numero dell'ambulanza.
Con un pop apparirono tre Auror armati che subito puntarono le bacchette contro l'ex Ministro.
Jade guardò per l'ultima volta il suo rapitore, non sapendo dove il cuore la stesse portando.
-Una seconda possibilità.
Ripeté per poi afferrare la mano di Sherlock e smaterializzarsi a casa sua. Senza bacchetta non si andava da nessuna parte.
C'era tempo per cercare il vero John Watson.
Guardò il detective che, prima di articolare qualsiasi parola, afferrò con entrambe le mani il volto di Jade e la baciò profondamente, facendole sentire tutta la sua arroganza e gentilezza in un solo bacio.
Poteva finire così, ma in effetti nonostante la libertà non erano ancora felici.
Mancava ancora qualcosa alla corte d'appello.
*domani ultimo capitolo e poi finalmente questa storia avrà fine. Vi giuro che a volte è pesante da scrivere perfino per una professionista come me. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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