The Murder

-Avete consultato la scientifica?
-Oh ti prego Jade, non iniziare ad essere come John!
Sbuffò Sherlock Holmes seduto in un taxi al fianco della strega e del medico militare. Jade tuttavia poteva rimanere sorpresa da quella fenomenale intelligenza, ma non dalla freddezza, no signore.
Dopo aver trascorso anni a fare lezioni con Severus Piton che superava di gran lunga la freddezza e serietà del detective per lei non era nulla di eclatante vederlo così chiuso rispetto alle emozioni umane ma propenso al sarcasmo.
Se solo sapesse quante ne ha sentite da parte del cinico professore di battute sarcastiche e di frecciatine tirate con una mira impeccabile.
-I corpi non presentano lesioni o emorragie interne, come se fossero morti di colpo, senza un perché.
Il dottore biondo si unì alla conversazione mentre Sherlock congiungeva le lunghe mani davanti al viso per concentrarsi.
-Per magia intendi?
Jade sentì il fiato mozzarsi e sussultò pericolosamente sentendo quella parola pronunciata da un babbano. Non poteva essere ciò che pensava, altrimenti il Ministero della Magia si sarebbe subito attivato, ma quanto anno ci sono voluti per catturarlo tutti? E se fossero ancora in circolazione e cercassero lei per ciò che è successo?
No, doveva vedere il corpo prima di tutto, non poteva accadere.
-Tutto bene?
Chiese la voce baritonale e calda del detective, usando un pizzico di sospetto nel suo tono che a Jade non sfuggì, arretrando le sue pulsazioni cardiache. Sudò freddo per alcuni secondi, riprendendosi solo quando sentì la mano leggera di Holmes darle una piccola spinta per attirare la sua attenzione.
-Si è solo un giramento di testa.
-Appoggiati sulla mia spalla.
Dichiarò Sherlock senza darci troppo peso.
-Cosa?!
Esclamarono sia lei che Watson.
-Non essere geloso John, puoi appoggiarti anche tu.
Il dottore sbuffò spazientito e fissò fuori dal finestrino sotto un sorriso divertito e malizioso di Sherlock che spostò l'attenzione di nuovo sul viso di Jade Eyre.
-Aiuta trovare un appoggio, rilassarsi manda via il mal di testa.
La donna prese la palla al balzo non appena lo vide avvicinarsi a lei, appoggiando il capo sulla sua spalla nonostante non soffrisse davvero. Un profumo di dopobarba terribilmente buono e fresco le invase le narici, facendola sospirare.
Sotto quel cappotto nero sentiva la spalla muscolosa del detective irrigidirsi per poi distendere i muscoli.
Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal fiato caldo che le scompigliava i capelli e dal suo cuore che rimbombava in tutto il petto.
Il taxi freme e la sposta un po', allontanandola dalla spalla per poi tornarci più felice che mai grazie ad una mano di Sherlock che le intimò dolcemente di tornare al suo posto.
Johnson trattiene una risata e il respiro.
Il loro piccolo momento di intimità viene interrotto dall'arrivo sulla scena del crimine, svegliando bruscamente Jade dal paradiso. Uscì di controvoglia dal taxi, raggiungendo i due uomini che già parlavano con...
-Jade Eyre, Greg Lestrade.
Si strinsero la mano cordiali per poi incamminarsi verso la scena del crimine.
Una donna riversa sulla schiena con gli occhi spalanti ma spenti, come se fosse stata pietrificata faceva da sfondo a quel giardinetto di quella piccola casa in cui si erano recati.
Jade osservò Sherlock tirare fuori una lente d'ingrandimento, chinandosi come uno snaso in cerca di oro sul cadavere.
Bastarono due occhiate della strega per capire che quella donna era stata uccisa da una maledizione senza perdono, la peggiore.
Il problema era: doveva dirglielo o no a Sherlock Holmes?

*la fase investigativa sarà breve ma intensa, quella violenta più o meno breve e in quella finale ogni dubbio sarà sciolto. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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