The Host
Jade si staccò immediatamente da Sherlock, dandogli la schiena per fissare con odio preparato il padrone di casa che questa volta rimase con il volto coperto dall'ombra.
La strega scattò in avanti portata dal suo istinto contro il nemico, ma fu la razionalità del detective a fermarla con un braccio legato attorno alla sua vita per impedirle qualsiasi movimento avventato.
Jade si sentì tirare indietro fino ad appiccicare la schiena sull'addome di Holmes.
Cercò in tutti i modi di divincolarsi, cercò anche di sputare come veleno parole su parole verso quella figura che rimaneva inquietantemente nell'ombra, ma la grande mano di Sherlock le tappò velocemente la bocca fino a premere le dita sulle sue guance pur di uccidere la sua voglia di fare tutto avventato senza pensare.
Jade ribolliva dentro di se, voleva graffiare per l'eternità quelle sbarre pur di uscire da quella prigione, pur di non passare tra l'inferno ancora una volta.
Era totalmente paralizzata dalla paura di ciò che stava per accadere, aveva paura di essere tornata al passato ancora una volta dopo aver giurato di non tornarci mai più.
Purtroppo il passato è come il vento: non puoi fermarlo, puoi solo fargli perder tempo.
-Bene bene, ecco la mia piccola Eyre con tanto di ospite speciale!
La voce maschile e canzonatoria che uscì da quel volto coperto era strana poiché sembrava non essere la vera voce dell'uomo.
Jade intanto ricominciò a premere le labbra contro la mano di Sherlock per esprimere senza freni il suo disappunto, ma il detective non le lasciava libertà di espressione.
-Tu sei come lei, vero?
Iniziò lui, ignorando la rivolta della donna.
-Io sono molto più di lei.
Continuò quella voce così calda eppure così familiare alle orecchie del detective che nonostante le sue grandi doti non riusciva a distinguerne la provenienza.
-Non sei contenta mia piccola Jade?
La donna fece diniego con il capo, per quanto Sherlock le permettesse di muoversi.
-Sei tornata nel posto da cui volevi fuggire e ti giuro su tutto ciò che ho che questa volta sarà l'ultima, perché stavolta non ne uscirai viva.
Altro segno di ribellione, altra piuma strappata dalle sue ali.
-Che cosa le è successo?!
Chiese il consulente severo e cattivo come mai l'aveva sentito.
-Credo tu debba chiederlo alla diretta interessata.
L'uomo fece per andarsene, ma Sherlock Holmes viveva con un Ardemonio dentro di se e voleva, doveva sapere tutte le cose utili per le sue conclusioni.
-FATTI VEDERE!
Urlò con rabbia, stringendo involontariamente il braccio attorno alla vita di Jade fino a strapparle un gemito di dolore.
E vi giuro che quando l'uomo si lasciò illuminare dalla luce della lampadina si sentì chiaramente il suono del cuore di Sherlock che si spezzava.
Perché ora nessuna conclusione risultava logica ad una mente oramai uscita completamente dalla sua stanza reale.
-John?!
*non avete idea di cosa mi è saltato in mente prima di scrivere questo capitolo! Sono un fottutissimo genio del male! Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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