The Fear
Sherlock Holmes chiuse la porta dietro di loro, a chiave. Improvvisamente e casualmente la luce tornò ad illuminare il palazzo, rivelandolo ancora avvolto bel suo Belstaff.
Jade Eyre era immobile in mezzo alla stanza apparentemente vuota se non per quel tavolo di metallo freddo e grigio.
Mosse lentamente le dita della mano, stringendola in un pugno per sentire il cinturino sotto la giacca diventare improvvisamente più stretto. C'era un incantesimo che proteggeva la sua bacchetta dove, nel caso rischiasse di essere scoperta, scoprirle la manica e sfilare il bastoncino diventava impossibile come spostare un masso enorme con un mignolo.
Bisognava tagliarle il braccio per riuscire, forse, nell'impresa.
Solo lei poteva afferrare la bacchetta, nessun babbano. Sherlock la guardò glaciale si avvicinò a passi lenti.
-Cosa nascondi?
Domandò lui pacato ma fermo.
Jade non poteva infrangere quella regola fondamentale, sconvolgere il mondo del detective e mettere a rischio il suo mondo, era proprio un codice morale scritto nel sangue di ogni essere magico.
Il moro si fermò a pochi centimetri di distanza da lei, sovrastandola con la sua figura imponente.
Lei ostentò nel fissarlo negli occhi, giurando nella menzogna che non nascondeva nulla. Scettico fu il viso di Sherlock riguardo a quei due occhi rubino.
Il cappotto nero che era aperto e sembrava protendersi verso di lei, volendola stringere in quell'oblio.
Jade si allontanò di un bel po', una morsa gelida e ferrea le circondò il polso, attivando i suoi riflessi sopiti. Con il braccio libero tolse la mano dal suo polso e non perse tempo per afferrare il colletto del cappotto di lui con entrambe le mani.
Sherlock si diede fuoco alle iridi limpide, un fuoco che lavava via tutto ciò di puro e di umano che si riusciva a scorgere in quei due oceani.
Come se fosse schifato tolse la mano di Jade e le camminò addosso, scontrando il petto duro contro quello della donna che per evitare di perdere l'equilibrio dovette appoggiarsi al tavolo dietro di loro.
Il detective ne approfittò per imprigionarla in una gabbia umana, confondendola con quel netto contrasto fra i riccioli neri e gli occhi di giada.
-Sei una spia?
Mormorò, facendo più pressione con le mani appoggiate sul tavolo tanto da sentirlo scricchiolare. Con un passo si trovò praticamente appiccicato al corpo di Jade che deglutiva tutte le mosse utili per scansarlo, risparmiando le forze per il peggio.
Sospirò frustato sul suo viso dolce, sopportando a malapena il mutismo selettivo che riceveva come risposta.
Si chinò ancora di più, costringendola a piegare la schiena e appiattirsi contro il bordo del tavolo per evitare di sfiorargli le labbra.
Prima che l'incendio scoppiasse arrivò la voce di John Watson fuori dalla porta a salvarla.
Per il rotto della cuffia.
*dopo la S4 Sherl diventa più umano, quindi la rabbia per lui diventa meno gestibile e se mi conoscete sapete cosa succederà. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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