The Excuse
Jade camminava avanti e indietro con fare preoccupato, giocando distrattamente con il suo vecchio boccino d'oro che se un tempo era impossibile da vedere ora sbatteva le ali lentamente.
Temeva un attacco improvviso da parte del suo anonimo conoscente in cerca di vendetta, per questo teneva sempre la bacchetta in mano quando era a casa da sola.
Puntò il bastoncino verso lo stereo da cui partì un violino che si dilungava in note chiacchierine per un testo di Bach.
Lasciò che la musica si impadronisse della sua casa, recandosi verso la cucina che usava come laboratorio di Pozioni. Infilò la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni e si stirò le braccia, arrotolandosi le maniche della camicia bianca. Si posizionò davanti al calderone, decidendo su due piedi di preparare una pozione restringente. Iniziò a spremere un baccello nero da cui uscì un liquido azzurro cielo che si mischiò con il fondo del pentolone.
Iniziò ad aggiungere ingredienti su ingredienti, ricordando a memoria tutti i libri studiati a scuola, i richiami del cinico professor Piton che pur odiandolo per i suoi modi le mancava.
Jade Eyre pensò anche solo per un momento di prendere la scopa e volare fino ad Hogwarts, ma la paura di rivederci ciò che la fece scappare la bloccò.
Deviò completamente i propri pensieri sulla figura svettante di Sherlock Holmes, quel detective che in qualche modo aveva preso il cuore della strega.
Ripensò a quei due occhi così chiari e così azzurri pronti a trasformarsi in verdi. Trovava affascinante il suo modo di fare a volte pacato e a volte rude, quella curiosità e bisogno di sapere tutto che lo spingeva a fare cose terribili secondo lei, ma non voleva sperimentare personalmente i difetti che aveva visto in un solo incontro.
Lavorò alla pozione pensando a Holmes, sbagliando completamente gli ingredienti. Fissò sconcertata il liquido azzurro verdognolo che ribolliva nel calderone, ricordando furbamente gli occhi alieni del centro dei suoi pensieri.
Fece scomparire il liquido con un gesto e afferrò la bacchetta per indirizzare tutti gli oggetti sparsi per la cucina al loro posto. Non appena sentì il citofono suonare nascose la bacchetta nella piega della sua poltrona, afferrando il boccino che volava senza meta per la stanza e infilandolo in tasca.
Controllò di non avere nulla di magico in bella vista e andò a vedere chi era.
Sospirando toccò il bottoncino del citofono per aprire a Sherlock Holmes e ad un uomo basso e biondo che lo seguiva appresso.
*già, il mondo dei maghi si sposa bene con quello di Shazza. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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