Era mio amico
➳ Immagine di QuimelleUnderwood;
sopra potete trovare la traduzione della canzone.
❝Cover my eyes, cover my ears❞
Aprii lentamente gli occhi, cacciando via le tenebre che mi avevano avvolto dopo che l'orco mi aveva colpito.
Non riuscii a stabilire da quanto tempo fossi svenuto, la fioca luce del sole d'inverno mi riempì gli occhi.
Subito un verso familiare attirò la mia attenzione, su, nel cielo grigio.
«Arrivano le aquile...», sospirai ancora intontito; era un sinonimo di salvezza.
Con un verso di sforzo mi rialzai piano da terra e mi guardai intorno.
Collecorvo ormai era diventata la tomba di molti Orchi, il loro sangue scuro era sparso ovunque.
Udii un sospiro nel vento.
Avanzai di qualche passetto nella direzione da cui proveniva, e poi lo vidi.
Thorin se ne stava in piedi, sul bordo della cascata ghiacciata, mentre osservava dall'alto lo svolgimento di quella che ormai era la conclusione della battaglia.
Il corpo di Azog il Profanatore, l'Orco Pallido, giaceva morto a qualche metro di distanza.
Era riuscito ad ucciderlo, aveva avuto la sua vendetta, la vittoria era in mano ai Nani.
Lui sarebbe finalmente stato Re sotto la Montagna, era nato per diventarlo.
Ma forse il fato avverso aveva previsto un'altra fine per lui.
Lo vidi cadere e accasciarsi a terra, il mio sorriso si dissolse in meno di un istante.
Non ci pensai nemmeno un secondo, corsi da lui più veloce che potevo.
Lo sentii tossire mentre mi inginocchiavo accanto al suo corpo.
❝Tell me these words are a lie❞
«Non muoverti, non muoverti, sta fermo», esclamai in preda al panico.
Respirava faticosamente, gocce di sangue rappreso gli imperlavano il volto.
Scostai di poco la stoffa, e alla mia vista si rivelò una ferita d'arma da taglio.
Mi lasciai sfuggire un gemito disperato, era davvero troppo profonda.
«Sei qui, sono contento», disse guardandomi.
«Shhht, shhht, shhht!», lo zittii.
«Voglio separarmi da te in amicizia.»
Cercai di tamponare la ferita per non guardarlo negli occhi.
«Non andrai da nessuna parte. Tu vivrai.»
Lo dissi più per convincere me stesso che lui.
❝It can't be true, that I'm losing you❞
Ma continuò a scusarsi, a parlare, come se al contrario di me non vedesse nemmeno una briciola di speranza.
«Rimangio le mie parole e le mie azioni alla Porta.»
Un rantolo interruppe la sua frase, mentre piccoli schizzi di sangue piovvero sulle sue guance.
«Hai fatto quello che un vero amico avrebbe fatto.»
Sapevo che Thorin aveva un cuore troppo gentile per farsi divorare dalla malattia del drago. Lo sapevo fin dal principio.
«Perdonami...»
Lessi tanta angoscia nei suoi occhi, e a quelle parole anche il mio cuore si riempì di dolore.
«Ero troppo cieco per vedere... mi dispiace tanto... di averti messo in un tale pericolo.»
«N-no, sono contento di aver condiviso i tuoi pericoli, Thorin... dal primo all'ultimo.»
Sottolineai l'ultima frase semplicemente perché era la verità, la pura verità.
«È molto più di quanto meriti un Baggins qualsiasi», dissi prendendo la sua mano nella mia.
Avvertii il suo respiro farsi ancora più pesante e mi sorrise, sorrise come tutte le altre volte, perfino in quel momento colmo di dolore.
«Addio...»
❝The sun cannot fall from the sky❞
«... Mastro scassinatore.»
Abbassai lo sguardo. Era come se mille aghi mi stessero trafiggendo l'anima. Non stava realmente accadendo.
«Torna ai tuoi libri. E alla tua poltrona. Pianta i tuoi alberi. Guardali crescere.»
Strinsi più forte la sua mano.
I suoi occhi si spensero, secondo dopo secondo. Il suo respiro si fece sempre più irregolare, lo sforzo che impiegava nel parlare era troppo.
Ma lui era un guerriero, avrebbe superato tutta quella sofferenza, sarebbe rimasta soltanto una grossa cicatrice e niente di più.
«Se più persone... considerassero la casa prima dell'oro... il mondo sarebbe un posto più felice.»
❝I won't let you fly, I won't say goodbye❞
Versi di sofferenza riempirono l'aria, ormai ero sordo a tutto il resto, ormai non esisteva più nulla, solo lui che se ne stava andando, stava morendo proprio lì, sotto di me, e non potei fare nulla se non stare con lui nella fine della sua vita.
Avrei voluto dirgli così tante cose in quel momento, ma non ebbi forza, né tempo, né voce per farle uscire.
«No, no, no, Thorin!»
Il mio tono era disperato, un senso di vuoto incolmabile mai provato prima si fece largo dentro di me.
❝I won't let you slip away from me❞
«Thorin, non osare...»
I suoi occhi si spostarono da me al cielo, dove le nuvole venivano tagliate dalle ali delle aquile.
«Thorin...»
Sospirai profondamente per scacciare quella paura che si era intrufolata dentro di me, ma invano.
Mi chinai su di lui e posai una mano sul suo petto.
«No, Thorin... tieni duro, Thorin. Tieni duro. Vedi? Le aquile. Le aquile sono qui.»
Gliele indicai con un dito, anche se ormai ero perfettamente consapevole del fatto che non stesse guardando quei volatili, ma la luce di un altro mondo.
❝Stop every clock, stars are in shock, the river would run to the sea❞
Ma ero un hobbit così giovane, con sentimenti così vulnerabili che non riuscii ad arrendermi subito, nonostante la chiarezza dei fatti.
«Le a-...»
Mi decisi a guardarlo. Le sue iridi erano così lontane, svuotate di ogni colore.
Lui non c'era più.
Rimaneva solo il suo corpo, immobile, privo di ogni forma di vita. Solo ricordi, solo solitudine.
Non potevo affrontare quella lunga vita senza di lui.
Avevo la Contea, avevo la mia casa, una grossa ricompensa che mi aspettava.
Ma all'improvviso, non me ne importò più nulla.
Io volevo lui, lo volevo indietro.
Fu in quel momento che capii fino in fondo che è l'amicizia il tesoro più prezioso di tutti.
E, quella più importante che avevo, me l'avevano appena strappata via.
❝Hold on, be strong, everyday on we'll go❞
Distolsi lo sguardo da quell'immagine e scoppiai in lacrime.
Mi coprii la faccia con le mani, come se il nascondermi nel buio potesse in qualche modo diminuire il dolore che aveva appena bruciato la mia anima.
Non poteva essere successo davvero.
Ma lui era lì, il suo corpo ormai freddo disteso accanto a me ne era la prova.
Sentivo solo il mio pianto, quella perdita faceva così male, tanto male.
❝Can you hear heaven cry... tears of an angel❞
Mi asciugai in fretta le lacrime con una manica e mi avvicinai alla sporgenza.
Nel paesaggio sottostante si potevano distinguere innumerevoli corpi scuri, mentre altri si ritiravano velocemente nei cunicoli da cui erano venuti.
Avevamo vinto.
Mi allontanai, e vedendo il suo corpo un'altra lacrima rigò la mia guancia.
Dopo averlo superato mi sedetti su delle scale di pietra rovinate.
Non lo lasciai. Il pensiero di abbandonarlo in quel luogo non mi attraversò nemmeno la mente.
Non potevo più seguirlo, quindi dovevo vegliare su di lui. Un'ultima volta.
❝I'm here, don't you fear❞
Ad un tratto, lo squillo della tromba di Dale suonata dagli uomini per onorare i caduti del bene interruppe il silenzio che era calato sulla valle.
Una presenza si sedette accanto a me, distogliendomi dai miei pensieri.
Dapprima lo sentii armeggiare con la sua pipa, e mi sorpresi del fatto che fosse ancora integra.
Quando finalmente riuscì ad accenderla, il suo sguardo incontrò il mio e mi fece un sorriso rassicurante.
Lo ricambiai lievemente, poi tornai a guardare di fronte a me.
I Nani si stavano avvicinando alla salma del loro re.
Qualcuno rimase in piedi chinando il capo, altri si inginocchiarono addolorati.
Mi riempii nuovamente di tristezza, e Gandalf capì. Capì senza che gli spiegassi nulla.
❝Don't let go...❞
Oltrepassai la Porta con la testa china.
«Dev'essere una gran festa stasera. Canzoni saranno cantate, racconti saranno raccontati. E Thorin Scudodiquercia... lui passerà alla leggenda», mi disse Balin, accompagnandomi fuori.
«So che è così che dovete onorarlo, ma per me non lo è mai stato.»
Ammiravo le tradizioni dei Nani, loro ricordano festeggiando le gesta dei loro morti.
Ma io, nonostante avessi provato a sforzarmi, non ero ancora pronto.
Lui era insieme a me quando esalò l'ultimo respiro, ero io colui a cui aveva parlato per ultimo.
Non riuscivo a levarmi dalla testa la sua ferita, il suo viso, le sue parole.
Avevo solo un gran bisogno di casa.
«Lui era... per me... lui... lui era...»
Cominciai a balbettare, la mia mente si svuotò di ogni parola adatta a completare la frase.
Balin inspirò a fondo, per poi sorridermi comprensivo.
«Beh, credo che me ne andrò in silenzio, puoi dire agli altri che li saluto?», tagliai corto, girandomi.
«Glielo puoi dire tu stesso.»
Lo guardai con un'espressione interrogativa, allora mi voltai completamente.
«Oh!», risi. Erano tutti lì.
O meglio, quasi tutti.
Oltre a Fili, anche Kili era caduto, per proteggere quell'elfa di Boscotetro: se non rammento male, il suo nome era Tauriel.
Quanto avrei voluto che ci fosse stato anche Thorin a salutarmi, con uno di quei suoi rari sorrisi che mi mancano immensamente.
Guardai i miei compagni d'avventura, quei Nani che mi hanno strappato dalla mia monotonia e mi hanno fatto sentire vivo.
«Se qualcuno di voi passasse da casa Baggins... ehm... il tè è alle quattro. Ce n'è in abbondanza. Siete sempre i benvenuti.»
Alcuni di loro tirarono su col naso, altri trattenerono le lacrime.
Li salutai dal più profondo del cuore senza bisogno di parole.
Non ero mai stato bravo con gli addii, e in effetti mai lo sarò.
Si inchinarono lievemente, con quella grazia che solo i Nani non hanno.
Mi ero molto affezionato ad ognuno di loro, ma era ormai giunta l'ora di andarmene.
Le tombe di Thorin, di Fili e di Kili veglieranno per sempre sulla Montagna Solitaria. Che la loro memoria mai venga sgretolata nel corso dei secoli.
Ora lui è insieme a suo padre, a suo nonno, a sua sorella, a sua madre e ai suoi nipoti.
L'albero è cresciuto insieme a me nel mio piccolo buco, e ogni volta che lo guardo ricordo tutto quanto.
Thorin era mio amico.
Saremo eternamente legati da amicizia, e quando anche la fine di questa mia vita arriverà, allora, forse, ci incontreremo di nuovo.
❝Cover my eyes, cover my ears, tell me these words are a lie...❞
Sono sicuro che lui ora è felice.
E anch'io lo sono.
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