4.
Il sei gennaio era arrivato troppo in fretta per i gusti di Louis, era a malapena riuscito a finire di correggere tutte le verifiche che le sue sorelle gli erano piombate in casa senza preavviso riempiendolo di dolci e torte. Aveva passato tutto il pomeriggio a giocare ai giochi in scatola, perdendo a Monopoli e mangiando dolciumi. Era sera tardi quando, mentre si stava riposando sul divano, qualcuno suonò il campanello.
Louis si alzò svogliatamente dalla sua postazione per aprire la porta.
Dall'altra parte dell'uscio, con i corti capelli bagnati dalla pioggia, c'era Harry.
-Posso entrare?- gli aveva chiesto.
Louis lo aveva fatto accomodare dentro, sorpreso da quella visita senza alcun preavviso.
-Vuoi un bicchiere di whiskey?- chiese Louis dalla cucina, riempiendo comunque due bicchieri. Quando tornò in salotto Harry era seduto sul divano e stava mangiando una delle caramelle che aveva trovato disseminate sul pavimento. Gli porse il bicchiere e si accomodò sulla poltrona.
-Allora, cosa ti porta qui alle nove e mezza di sera, senza neanche chiamarmi?- chiese Louis scrutandolo attentamente.
-Ho corretto tutte le verifiche.- Harry sospirò drammaticamente. -Uno dei ragazzi di prima è riuscito a sbagliare il calcolo della tabellina del sei. La cazzo di tabellina del sei! Doveva moltiplicare il fattore 6 per tre volte ed è riuscito a darmi il risultato sbagliato! Mi sento un po' un insegnante fallito. Oltre che estremamente frustrato.
-Sei in cerca di un pompino di consolazione?- chiese Louis sorridendogli maliziosamente.
-Ora come ora gradire un abbraccio di consolazione e qualcuno che mi dicesse che non sono un fallito come insegnate. Ho dovuto dare l'insufficienza al 70% della classe, come posso anche solo pensare che questi ragazzi supereranno la prima liceo?
Louis si alzò e si sedette al suo fianco, lo fece distendere sulle sue gambe e cominciò ad accarezzargli i capelli. Quella situazione era surreale. Non si erano mai toccati all'infuori del sesso. Il loro rapporto si limitava a litigi verbali e incontri carnali.
-Non sono la persona più indicata per farti questo discorso, come tu stesso hai detto sono anche io un insegnante fallito quindi...
-A proposito di quello, io vorrei scusarmi. Non penso assolutamente che tu sia un docente fallito, non l'ho mai pensato. Credo che fossi solo geloso del fatto che le alunne parlassero sempre di te e dei bei progetti che facevano con l'insegnante di francese e mai di tutte le cose che riguardavano la mia materia. Mi dispiace di averti offeso al bar, non penso nessuna di quelle parole.
Il peso sul cuore di Louis si alleggerì un poco. Harry non pensava che lui fosse un insegnante fallito, alle sue alunne piaceva la sua materia, il vicepreside aveva detto che era soddisfatto del loro lavoro come colleghi; forse era il caso che Louis credesse un po' di più in sé stesso. Continuò ad accarezzare i capelli di Harry, mentre cominciava a raccontare.
-Quando ho iniziato ad insegnare ho fatto la mia prima supplenza in una classe di ragazzini delle medie che odiavano la mia materia. Avevano tredici anni ed erano terribilmente maleducati. Nessuno mi ascoltava quando parlavo, avevo fatto fare loro una verifica e tre quarti della classe l'aveva consegnata in bianco. Mi sentivo davvero un professore fallito. Ho pensato che forse avevo sbagliato mestiere e che non sarei mai stato in grado di tenere una classe. Mi sono preoccupato tanto, dei problemi di ognuno di loro, cercavo di capire perché si comportassero così con me. Non erano intelligenti? Non capivano il francese? Gli stavo antipatico? Gli avevo fatto un torto? Stavo pensando a tutto. Finché un giorno non entrai in classe e presentai loro una canzone. Avevo deciso di fare una lezione su qualcosa di diverso e loro, per la prima volta, hanno prestato attenzione. Per la prima volta hanno fatto domande, si sono mostrati interessati e hanno mostrato di conoscere qualcosa di lingua.
Il punto di questa storia è che ogni classe ha la sua chiave di volta. Magari non la trovi subito, magari all'inizio sarà difficile abituarsi gli uni agli altri, ma tu devi fare di tutto per riuscire a trovare il modo di arrivare al loro piccoli e antipatici cuoricini e soprattutto per sentirti bene con te stesso. Se tu stai bene con te stesso, sei sicuro di quello che insegni e ami quello che fai questa cosa arriverà anche ai tuoi alunni e loro apprenderanno meglio.
-Non sapevo insegnassi pedagogia oltre al francese.
-Sono pieno di sorprese, come vedi.
-Comunque grazie, avevo bisogno di queste parole.- la voce di Harry era piena di gratitudine. Louis, fermò la mano che stava accarezzando i suoi capelli e sorrise. Ci fu un attimo di silenzio in cui si prese il tempo per metabolizzare le parole di ringraziamento di Harry e poi parlò di nuovo.
-Per caso hai bisogno anche di un pompino di consolazione?- ammiccò maliziosamente incrociando il suo sguardo. Un guizzo divertito passò per gli occhi verdi del riccio.
-Se proprio insisti, non sarò certo io a fermarti.
Harry si era addormentato sul suo letto immediatamente dopo il secondo round. Louis lo guardò dormire beatamente, avvolto nel piumone, le labbra leggermente socchiuse e i ricci appoggiati sul cuscino. Aveva provato a svegliarlo dolcemente, ma Harry si era addormentato in maniera così profonda che, dopo averlo scosso leggermente un paio di volte, Louis non se l'era sentita di provare a svegliarlo in altro modo.
Si alzò dal letto, cercando di fare meno rumore possibile e si diresse in salotto, dove lo avrebbe aspettato una notte insonne, sullo scomodo divano.
A scuola tutti avevano notato il grosso succhiotto violaceo che spuntava dal colletto della camicia di Harry. Quella mattina era in ritardo e, dopo essersi lavato e vestito in fretta e furia, il docente di matematica aveva dimenticato di guardarsi allo specchio.
Il pomeriggio prima lui e Louis si erano visti per festeggiare i riscontri positivi del loro progetto. Avevano entrambi ricevuto una lettera dal preside che si congratulava con loro per i passi avanti nel loro rapporto e per l'interessante lavoro che avevano svolto con la classe.
I festeggiamenti erano poi degenerati in un'altra movimentata attività e, nella foga del momento, Louis aveva pensato bene di marchiarlo in un punto visibile del collo.
Harry aveva passato la mattinata tra gli sguardi curiosi dei colleghi e le risatine degli alunni. Non riusciva proprio a capire cosa avesse di tanto strano. In imbarazzo provò ad annusarsi le ascelle, pensando di puzzare, provò a ravvivarsi i capelli cercando di capire se avesse qualcosa in testa, si passò la lingua per tutto il palato e sui denti per capire se gli fosse rimasta una briciola tra gli incisivi, ma proprio non riusciva a capire perchè lo guardassero tutti ridacchiando. Quando arrivò nella sua classe quinta, alla terza ora fu accolto da bisbigli e chiacchiericcio. Sembravano tutti concentrati su qualcosa che si trovava sul suo collo. Harry li guardò confuso, non riusciva seriamente a spiegarsi lo strano comportamento delle persone in quella scuola.
-Ragazzi, scusate se sono così sincero, ma è da quando sono arrivato che cerco di capire perchè mi fissate tutti ridacchiando, ho qualcosa tra i capelli? ho messo la camicia al contrario? Non sono riuscito a passare in bagno a ricreazione per cui davvero non riesco a capire.
Le ragazze in prima fila sopprimettero una risatina e Harry fissò la classe a metà tra l'implorante e lo stizzito.
-Ragazzi qualcuno mi può dire cos'ho che non va stamattina?
Bianca si affrettò a porgergli lo specchietto che teneva nello zaino.
-Prof, forse è meglio se guarda verso il collo- gli consigliò mettendogli in mano l'oggetto.
L'insegnante fissò la sua immagine riflessa, cercando il più possibile di inquadrare il collo. Quello che vide per poco non lo fece urlare. Un succhiotto delle dimensioni di una noce era in bella vista, completamente esposto dal colletto della camicia aperto. Divenne rosso magenta dall'imbarazzo. Recuperò la sciarpa dallo zaino e se l'avvolse almeno un paio di volte, come per cancellare il succhiotto.
-Porca puttana- disse a mezza voce ancora sotto shock.
I ragazzi ridacchiarono.
-Prof, sono cose che succedono, non si deve sentire un imbarazzo. Lei è giovane, è attraente, ci immaginavamo avesse una vita sessuale.- disse una delle ragazze all'ultimo banco.
-Farò finta di non aver sentito quest'ultima parte e mi concentrerò sulla lezione che ho preparato per oggi. Tirate fuori i libri.
E mentre tutti tiravano fuori il materiale dagli zaini Harry maledisse Louis in tutte le lingue del mondo.
Finite le sue tre ore Harry si diresse direttamente da Louis, che si trovava a casa perchè era il suo giorno libero. Bussò così forte alla porta che temette si sradicasse dai cardini e, quando un Louis spettinato e assonnato andò ad aprirgli la porta di ingresso, gli scaricò addosso la sua frustrazione.
-Cosa cazzo significa questo?!- sbraitò togliendosi la sciarpa e lasciando scoperto il collo, con il succhiotto ben visibile. Louis spostò lo sguardo dal suo viso al punto incriminato poi scoppiò a ridere.
-Non mi fa ridere per un cazzo Louis! Lo hanno visto tutti a scuola e quando dico tutti intendo proprio tutti quanti.- lo sguardo omicida di Harry trapassò il corpo del docente di francese. -Sarò lo zimbello di tutto l'istituto per il resto della mia carriera. Dovrò cambiare scuola!- piagnucolò il riccio passandosi una mano tra i capelli.
Louis gli si avvicinò e lentamente lo invitò a sedersi sul divano.
-Soltanto perchè ora il corpo docente e gli alunni sanno che hai una vita sessuale soddisfacente? Direi che lo avevano intuito da quando hai smesso di comportarti da acido stronzo.
-Non sei divertente Tomlinson, non lo sei affatto.
-Mi spieghi allora come hanno fatto tutti a vedere il succhiotto?
Harry arrossì imbarazzato e abbassò il tono di voce.
-Stamattina sono uscito di casa di fretta e non mi sono guardato allo specchio.- fece una pausa. -Sono arrivato a scuola senza essere consapevole di avere un succhiotto delle dimensioni di un fottutissimo iceberg sul collo. Mi hanno fissato ridacchiando per le prime due ore, fino a che alla terza, arrivato in quinta non ho chiesto alle ragazze uno specchietto per capire cosa non andasse e così ho scoperto quello che TU avevi fatto. Pensavo che mi avesse cagato in testa un piccione o di aver dimenticato il deodorante; è stato umiliante!
Harry gli puntò un dito contro con fare accusatorio e Louis cominciò a ridere.
-Cioè, mi stai dicendo che tu giravi per la scuola convinto di avere cacca di piccione tra i capelli e non ti è venuto in mente di andare a controllare in bagno nello specchio?
-Avevo due spiegazioni importantissime da fare e a ricreazione una collega mi ha tenuto occupato a parlare del suo ex marito e le ho dovuto tenere i fazzoletti mentre lei piangeva. Diciamo che ho pregato che la merda di piccione fosse facilmente eliminabile con lo shampoo.
-E invece la ragione per cui tutti ti fissavano era un succhiotto.
-Già, un succhiotto che TU hai fatto.
-Sei arrabbiato?
-Furioso.
-Sesso selvaggio e animalesco in doccia?
-Voglio un pompino di consolazione.
-Va bene, se vuoi ti lavo anche i capelli per controllare che non ci sia merda di piccione.
-Vaffanculo Louis.
Il compleanno di Harry quell'anno era iniziato in grande stile. Louis lo aveva sbattuto contro la porta del bagno del primo piano non appena aveva varcato l'ingresso.
-Tanti auguri Styles- aveva sussurrato sulle sue labbra prima di baciarlo con passione.
Si erano strusciati per un po', Louis lo aveva accarezzato da sopra i pantaloni, masturbandolo lentamente, catturando i suoi gemiti con dei baci roventi. Harry si stava decisamente godendo appieno quel contatto, quando la mano di Louis era stata ritratta e il docente di francese aveva sorriso malizioso.
-Tomlinson, abbiamo ancora dieci minuti prima delle lezioni, non mi merito un regalo?- aveva chiesto Harry con la voce arrochita dall'eccitazione.
Louis lo aveva guardato divertito.
-Nah, non credo che ora sia il momento adatto per un regalo. Forse più tardi.
E così dicendo lo aveva lasciato nel bagno, con una crescente erezione tra i pantaloni.
Alla seconda ora si trovava in quinta. A lezione iniziata si ricordò di aver lasciato delle fotocopie da consegnare nel suo cassetto in aula insegnanti e così aveva mandato una delle sue studentesse a recuperarle.
Quando la ragazza era tornata con le fotocopie riusciva a stento a trattenere le risate.
-Prof, dentro il cassetto, insieme alle schede ho trovato anche questo.- disse porgendo ad Harry il plico di fogli e in cima ad essi un biglietto d'auguri fucsia con un pene disegnato davanti. Harry sgranò gli occhi mentre la ragazza, imbarazzata e divertita tornava a sedersi al suo posto. Il disegno stilizzato del pene si trovava al centro di un rudimentale piano di assi cartesiani dove il numero 30 sull'asse delle x era scritto in grassetto, cerchiato ed evidenziato più volte. All'interno il biglietto era molto semplice e la calligrafia lasciava pochi dubbi su chi fosse il mittente.
"Tantissimi auguri chèrie! Sei davvero indecente con quei pantaloni stretti, non vedo l'ora di toglierteli. xoxo." Harry rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva leggendo quelle parole. Cercò di mascherare l'imbarazzo con un colpo di tosse e, mentre si alzava dalla cattedra per nascondere il biglietto nello zaino, maledisse Louis per la seconda volta in una sola giornata.
-Cazzo Louis insegni letteratura francese, non potevi essere un po' più elegante?- aveva esordito il riccio entrando in aula professori.
-Vedo che hai letto il mio biglietto di auguri, ti è piaciuto?
-Si che mi è piaciuto! Il punto è che non sono l'unico ad averlo letto.
-Chi altro lo ha letto, scusa?
-Ho mandato una delle nostre alunne di quinta a prendere delle schede nel cassetto dei docenti e lei ha trovato anche il tuo biglietto e me lo ha portato. Certo che potevi evitare di disegnare un pene dentro gli assi cartesiani!
-Ma io l'ho lasciato nel tuo cazzo di cassetto, che ne sapevo che proprio oggi hai deciso di mandare uno dei tuoi studenti a prendere le fotocopie?
Si fissarono intensamente. La rabbia di Harry scemò in fretta, persa nell'azzurro degli occhi di Louis.
-Sono davvero così indecente con questi pantaloni?- sussurrò suadente il riccio.
-Si, lo sei- rispose Louis a voce bassa.
-Allora perchè non me li togli e mi dai il tuo regalo?
-Con immenso piacere.
La loro era diventata una routine, si vedevano al pomeriggio almeno tre volte a settimana; preparavano le lezioni, correggevano le verifiche l'uno a casa dell'altro e finivano a letto insieme. Era un sodalizio vantaggioso ad entrambi, i benefici erano molteplici e gli incovenienti davvero pochi. Una delle tante loro solite serate avevano finito tardi di lavorare e quindi Harry aveva deciso di rimanere a cena a casa di Louis. Avevano ordinato cinese e si erano involontariamente accoccolati sul divano, prima che la situazione sfociasse in uno dei loro soliti momenti di passione sfrenata. Si erano spostati sul letto, dove, dopo aver consumato, si erano accasciati esausti tra le coperte.
-Styles esci fuori dal lenzuola, domani hai la prima ora e io non ho abbastanza biscotti per entrambi per la colazione.- aveva esclamato Louis una volta trovata la forza di girarsi su un fianco e controllare l'orario della radiosveglia.
-Lasciami dormire qui- aveva replicato Harry affondando la faccia nel cuscino.
-Dai Harry esci dal letto, non ho davvero nulla da darti da mangiare per colazione domani.
-Ma vivi davanti ad un bar, domani puoi andare benissimo a comprare due cornetti.
-Ma Harry, hai la prima ora!- aveva insistito Louis.
-Ma è domani. Adesso ho tutto il tempo per dormire, comodo e nudo in questo letto non mio.
-Harry, non ho voglia di dormire sul divano anche stavolta, domani ho cinque ore filate di lezione, non potrei reggere.- lo aveva implorato Louis scuotendolo per un braccio.
Harry aveva alzato la faccia dal cuscino e lo aveva fissato:
-Chi ha detto che devi dormire sul divano?
Una delle loro esperienze più memorabili fu sicuramente fu il pompino che Harry fece a Louis nel minuscolo e angusto bagno dell'aula docenti.
-Harry, cosa stai facendo?- gli aveva chiesto Louis quando, alla fine delle lezioni il riccio si era presentato in aula docenti con un sorriso malandrino sul volto.
-Ho fatto due ore di sostituzione in una classe dove c'era una coppia che ha passato tutto il tempo a pomiciare. Adesso è venuta voglia di pomiciare anche a me.- Harry lo guardò con il broncio.
-E non potevi aspettare questo pomeriggio per dirmelo?
-Non volevo aspettare questo pomeriggio per pomiciare.- rispose sicuro Harry avvicinandosi a Louis e sfilandogli il cappotto.
-Harry, tra poco dovrebbero venire i bidelli a pulire, non è il caso che rimaniamo qui.-
-La bidella è troppo occupata a limarsi le unghie per accorgersi che deve pulire l'aula insegnanti.
Il riccio si avvicinò maggiormente, i loro nasi si sfiorarono e le labbra di Harry si tesero in un sorriso.
-Bagno?- accennò in un sussurro.
Louis annuì impercettibilmente e lasciò che Harry lo trascinasse dentro la piccola stanza.
Lì finalmente si baciarono. L'urgenza di quel contatto li fece fremere, ansimarono l'uno aggrappato alle labbra dell'altro; Louis spinto contro il muro e sovrastato dal corpo più imponente di Harry. Louis gemette quando Harry gli morse il collo lasciandogli il segno.
-Così impari.- sussurrò sulla sua pelle.
L'erezione andava formandosi nei suoi pantaloni, Harry mosse la mano per andargli incontro, masturbandola lentamente e a Louis sfuggì un secondo gemito.
La zip dei jeans fu abbassata e la stoffa dei jeans e dei boxer scivolò giù fino alle caviglie.
Si baciarono di nuovo con intensità crescente, fino a che Harry, con lo sguardo colmo di desiderio, non interruppe il bacio.
-Perchè ti sei fermato?- chiese Louis, la voce bassa e roca.
-Voglio fare una cosa.- e così dicendo Harry si avvicinò al rotolo di carta igienica e cominciò a strapparne delle strisce.
-Io te lo dico, sei vuoi trasformarmi in una mummia non credo che il mio cazzo approvi, si sta già ammosciando.
-Stai zitto Louis.- lo ammonì Harry poggiando le strisce a terra, disponendole una sull'altra per coprire il pavimento.
-Harry non credo che creare un mosaico sulle mattonelle del bagno si possa considerare una pratica sessuale.
-Sta zitto Tomlinson.
-Harry io no-
Ma in quel momento Harry si inginocchiò sulle strisce di carta a terra e prese in bocca l'erezione di Louis. Il fiato di Louis gli si mozzò in gola per la sorpresa. Boccheggiò un paio di minuti per riprendersi dalle scosse di piacere improvviso dovute alla bocca di Harry avviluppata contro la sua erezione.
-Cazzo- gemette sbattendo la testa contro la parete piastrellata.
Intanto la lingua di Harry si muoveva per tutta l'asta, roteando intorno alla punta. Le labbra carnose avvolte attorno al membro pulsante di Louis. Una visione al limite del paradisiaco. Louis chiuse gli occhi per godersi appieno le sensazioni che l'altro gli stava provocando. Quando alzò di nuovo le palpebre per guardare, Harry era ancora inginocchiato e succhiava con dedizione, mugolando di piacere con le guance incavate.
Bastò quell'immagine a far venire copiosamente Louis nella sua bocca. Si accasciò contro il muro, distrutto dall'orgasmo.
-Wow Harry, questo è stato...- non aveva parole per desciverlo.
Harry sorrise.
-Alla fine la carta igienica non ti ha fatto così schifo.
Louis sorrise e scosse la testa.
-Se l'intenzione era quella di non sporcarti non credo tu ci sia riuscito molto bene.
Infatti una goccia di sperma era scivolata dalle labbra di Harry ed era finita sulla sua camicia.
-Merda. Adesso dovrò lavarla.- esclamò Harry guardando malizioso Louis.
-A casa devo fare una lavatrice, vediamo se mi posso fare anche te.
E ridacchiando erano usciti dal bagno, lasciando le strisce di carta igienica sul pavimento.
Tra loro si erano ripromessi di non parlarne. L'ascia di guerra era stata completamente seppellita, sotto numerosi orgasmi e altrettante litigate sul loro rapporto.
Erano giunti alla conclusione che, seppure inizialmente si erano odiati, non era detto che non potessero instaurare un rapporto civile e cordiale anche al di fuori del languido contatto fisico. Dormivano insieme, facevano insieme colazione e spesso capitava che andassero a scuola con la stessa macchina, ma questo era soltanto dovuto al fatto che si sentivano obbligati a sviluppare un rapporto civile e normale anche quando non si trovavano sotto le lenzuola. Quella mattina, ad esempio, Harry si era svegliato a casa sua, con il corpo di Louis completamente disteso sul suo e una mano che gli accarezzava delicatamente i capelli.
I due docenti si erano presentati a scuola con la stessa auto e prima di scendere aveva stampato a Louis un lungo bacio sulle labbra. Ma il loro comportamento era quello di due colleghi civili che avevano seppellito l'ascia di guerra, nulla di più, nulla di meno. Harry e Louis, colleghi felici.
-Bene ragazzi, iniziamo la lezione.
Disse Harry cercando di dissipare le chiacchiere e le risatine dei suoi alunni.
-Ragazzi sono in classe, la campanella è suonata, possiamo iniziare la lezione?
Pazientemente aspettò che le ragazze si rimettessero ai loro posti e cessassero i mormorii.
Passò davanti alla prima fila di banchi per raggiungere alla lavagna e fu allora che sentì chiaramente Giulia parlare con Bianca.
"non sapevo che il professor Styles fumasse, oggi il suo maglione sa di fumo"
Harry spalancò gli occhi e per poco non incespicò nei suoi stessi passi.
Stando attento a non farsi notare portò una manica del maglione vicino al volto per annusarla. Con il viso rivolto alla lavagna maledisse Louis, perchè quello era il chiaro odore delle sue sigarette.
-Cazzo Louis hai fumato con il mio maglione addosso?
Aveva esclamato entrando in sala professori andando incontro a Louis seduto ad uno dei tavoli con il laptop davanti a se. Il docente aveva alzato gli occhi e aveva sorriso.
-Ciao anche a te Harry, com'è andata la prima ora?
-Le ragazze hanno riconosciuto l'odore di fumo sul mio maglione e adesso pensano che io fumi, questa è colpa tua Tomlinson.
-Senti Harry, ieri sera ero nel tuo letto, in boxer con una immensa voglia di sigaretta. Tu dormivi sereno e così ho pensato di prenderti un maglione appoggiato sulla poltrona e sgattaiolare sul terrazzo a fumare.
-Ma avevi la tua giacca, potevi usare quella.
-I tuoi maglioni sono più morbidi.
-Adesso pensano che io fumi.
-L'ultima volta sei entrato in classe con un succhiotto in bella vista, non credo si sconvolgano per un po' di fumo.
-Non me lo ricordare Louis, mi sento ancora terribilmente in imbarazzo.
-Sono ragazze di quinta, sanno benissimo cos'è un succhiotto, non si imbarazzano certo per questo.
-Louis, tu sei entrato il giorno dopo con la mia maglia sotto la giacca e una sciarpa a coprire il collo dicendo che avevi freddo.
-Sono un uomo con stile io.
-Lasciamo perdere... Hai da fare ora?
-Ora buca. Tu?
-Anche io. Bagno?
-Non aspettavo altro.
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