3.

Erano andati avanti così anche le settimane successive. Si incontravano per organizzare le lezioni, accendevano il computer e poi finivano per scopare in qualche assurdo angolo della casa e nelle posizioni più impensate.
La prima volta che Harry era andato a casa di Louis non era nemmeno riuscito a raggiungere il salotto che già si erano saltati addosso.
Questa loro amicizia sessuale riusciva, almeno in parte, a placare il loro burrascoso rapporto di lavoro, permettendo all'intero corpo docente di avere delle settimane di pace in aula professori.
Continuavano a punzecchiarsi e a guardarsi con odio quando si incrociavano per i corridoi, ma ogni volta che si ritrovavano soli finivano per saltarsi addosso. C'erano ancora momenti in cui discutevano furiosamente per i corridoi, ma la lite si risolveva in fretta in uno dei bagni professori liberi.
Come quella volta che avevano litigato perché Harry aveva messo una nota di classe nella sezione preferita di Louis:
-Harry perchè hai dato una nota a tutta la classe quando sapevi chi era il colpevole?- aveva chiesto Louis esasperato guardandolo fisso negli occhi.
-Perchè lo stavano coprendo, ecco perchè! Avevo beccato Luca con il quaderno di Martina che copiava i compiti eppure tutti continuavano a negare e a difendere Luca.
-Hanno l'esame! Hanno altre priorità nella vita, potevi chiudere un occhio. Sono giovani, questi errori si fanno.
-Era la quinta volta che succedeva, Louis! Non posso credere che li difendi ancora.
-Io non li difendo, sono il primo che ha ritirato le verifiche quando copiavano.
-Sei anche il primo che si propone per alzare i voti quando agli scrutini non ci si riesce a decidere per la media.
-Questo è per incoraggiarli.
-Allora incoraggia anche me a cambiare idea sulla classe visto che ci sei- aveva chiuso il discorso Harry, guardandolo con desiderio.
-Ti faccio cambiare idea su tutto quello che vuoi- aveva risposto maliziosamente Louis, controllando che il corridoio fosse vuoto, per spingere Harry dentro il bagno e chiudere a chiave la serratura.
E così erano finiti a scopare nel bagno, di nuovo. Si trattava per lo più di seghe rubate e di pompini delle ore buche, ma accrescevano notevolmente l'attrazione sessuale che c'era tra loro tutte le volte che si trovavano nella stessa stanza.


Una settimana prima delle vacanze il progetto era ufficialmente terminato. Avevano fatto un ottimo lavoro di squadra, i ragazzi si erano mostrati interessati, per quanto fosse possibile mostrarsi interessati a delle lezioni di fisica in francese, ed Harry e Louis erano persino riusciti a fare una lezioni in compresenza.
Questa collaborazione civile era una novità così sconvolgente che gli alunni non avevano osato parlare per tutta la lezione, ascoltando rapiti i due professori comportarsi civilmente l'uno con l'altro.
Il vicepreside era soddisfatto. Li salutava allegro quando li incontrava per i corridoi e dispensava pacche sulle spalle ogni volta che ne aveva l'occasione.

Le vacanze di Natale erano arrivate senza intoppi. Louis aveva salutato i suoi alunni promettendo loro di non caricarli di compiti ed era uscito dall'istituto sorridendo felice con la prospettiva del riposo natalizio e del suo compleanno. Nel parcheggio era stato raggiunto da Harry, aveva il fiatone per la corsa e reggeva lo zaino su una spalla sola.
-Louis?- gli aveva chiesto quando il professore di francese era ormai a due passi dalla sua macchina.
-Si?
-Durante le vacanze di Natale ci vediamo? Anche se abbiamo finito il progetto possiamo continuare a vederci, no?

Si stava guardando la punta delle scarpe, torturandosi le mani, improvvisamente impacciato.
-Uhm... sì credo... credo si possa fare.
Louis sorrise dicendo quelle parole. La prospettiva delle vacanze di Natale arricchite dal sesso con Harry era decisamente molto più invitante.
-Perfetto allora. Ti chiamo io quando sono libero oppure hai degli impegni particolari?
-A parte correggere montagne di compiti in classe e preparare le lezioni sono libero tutti i giorni tranne la vigilia, natale e capodanno. Sentiti libero di chiamarmi quando vuoi, se ti senti in astinenza, puoi anche direttamente venire a bussare alla mia porta implorandomi di scoparti, lo farei con piacere.- gli fece l'occhiolino Louis .
-Sei un idiota.
-Però ti fai scopare da questo idiota ogni volta che ne hai l'occasione.

-Sei un caso perso. Ti chiamo io. Divertiti a correggere i tuoi compiti di francese
-E tu divertiti a correggere le verifiche di matematica, avrai bisogno di tanta pazienza.
-Me lo ricorderò quando busserò alla tua porta per sfogare la frustrazione di aver messo l'insufficienza a metà classe.
-Suvvia, non sono così male gli studenti del linguistico.
-Questo perchè non hai la 1F. Ci sono giorni in cui davvero mi viene da piangere guardando le loro verifiche.
-Quando ti viene da piangere troppo chiamami, che vengo a tirarti su il morale.-lo guardò Louis ammiccante -Anzi, è più corretto dire che ti faccio venire.
Harry rise e Louis recuperò le chiavi dell'auto dalla tasca del giubbotto.
-Ci sentiamo allora.- concluse il riccio congedandosi.
-Aspetto una tua chiamata.
Louis gli lanciò un'ultima occhiata prima di salire al suo posto sul sedile del guidatore e tornare a casa.


Il giorno del suo compleanno Louis fu invaso da milioni di messaggi su Facebook da colleghi e amici che gli facevano gli auguri. Sorrise al messaggio delle sue sorelle che lo aspettavano a casa per pranzo e diede una letta veloce agli altri messaggi di auguri tutti uguali. Si vestì velocemente e si diresse al bar vicino a casa sua per fare una colazione come si deve. Dopotutto era il suo compleanno e voleva fare le cose per bene. Ordinò un tea caldo e un cornetto con la crema e rimase ad osservare l'aria natalizia fuori dalla vetrina del bar. Il suo cellulare vibrò sul tavolo e Louis si apprestò a leggere la notifica.
"Facebook mi dice che oggi è il tuo compleanno. Visto il post della collega di italiano presumo sia vero. Oggi, con i tuoi 33 anni, sei vicino a Gesù più che mai. Non sentire troppo la mancanza dei nostri battibecchi. Pochissimi auguri. H"
Louis rise. La prima volta in tre anni che Harry gli faceva gli auguri, quelli sì che erano passi avanti. Guardò l'orario, digitò una veloce risposta e dopo aver pagato si diresse fuori dal bar per andare a casa delle sue sorelle.


Le feste erano passate in maniera sorprendentemente rapida. Mancavano poche ore a capodanno e Harry era in una stanza gremita di gente a sorseggiare champagne da un bicchiere azzurro, terribilmente annoiato. Aveva accettato all'ultimo l'invito di una collega che dava una festa nella sua casa in campagna e si era ritrovato ad una festa di cinquantenni semi ubriachi che parlavano dei loro problemi familiari. Quasi quasi era meglio fosse rimasto a casa a correggere le terribili verifiche di matematica della sua classe prima.
-Quanto ti stai annoiando da uno a più infinito?
La voce di Louis gli solleticò l'orecchio e lui si voltò per incrociare il suo sguardo azzurro.
-Tu cosa ci fai qui?
-Sono arrivato mezz'ora fa. Il figlio dell'amico da cui dovevo passare capodanno ha il virus intestinale per cui è saltato tutto. Mi ero rassegnato a fare un capodanno in solitario, quando ho visto l'annuncio della Barocci su Facebook e ho pensato che venire ad una festa per boomers sarebbe stato meglio che rimanere a casa a correggere i compiti.
-E immagino tu ora te ne stia pentendo.
-Non sai quanto.
Louis fece una smorfia e Harry rise. Quella festa era davvero terribile.
I due insegnanti si guardarono, nell'istante in cui i loro occhi si incrociarono seppero quale sarebbe stato il destino di quella serata.
-Casa mia?- disse Harry in un sussurro.
-Salutiamo i colleghi e andiamocene da questo incubo.
Louis lo prese per mano per non perderlo tra la gente e, facendosi largo tra i boomers ubriachi, uscirono da quella casa.
-Prendiamo la mia macchina?- chiese Louis, la mano ancora intrecciata in quella di Harry.
Il riccio annuì senza parlare. Il viaggio in macchina fu silenzioso, Louis guidava con il flebile sottofondo della radio. Arrivati all'appartamento di Harry, non persero molto tempo a chiacchierare, in pochi minuti si ritrovarono eccitati a baciarsi contro la porta d'ingresso.
Louis, tra un bacio e l'altro diede un'occhiata all'orologio da parete.

-Mancano quaranta minuti alla fine dell'anno, come vuoi impiegarli chérie?- chiese suadente mordendogli il lobo. Harry ansimò a quel contatto.
-Legami.
Tre semplici sillabe. A Louis corse un brivido di eccitazione lungo la colonna vertebrale.
-Lo faccio con piacere- ringhiò contro le sue labbra mentre allentava il nodo alla cravatta e sbottonava la camicia.
Arrivarono in camera incespicando. Le scarpe abbandonate nel corridoio e il resto dei vestiti dispersi nel tragitto. Louis a petto nudo teneva tra le mani la cravatta e guardava Harry con puro desiderio.
-Stenditi e allunga le mani verso la testiera- gli ordinò suadente mentre si avvicinava al letto.
Con la cravatta legò i polsi di Harry alla testiera, lasciandolo steso sul letto, in boxer e completamente alla sua mercè.
Louis si beò di quella vista, catturò con il suo sguardo ogni più piccolo dettaglio, alla luce fioca della abat jour. Dopo averlo osservato lussurioso scese sulle sue labbra, per baciarlo. Un incontro irruento e passionale. Harry si dimenava dalla voglia di toccare il corpo di Louis e l'altro ragazzo che godeva nel portare Harry all'esasperazione.
Louis percorse tutto il corpo del riccio, usò la lingua, usò le labbra, usò le mani. Louis era dappertutto su Harry, caldo e voglioso.
-Cazzo Louis è una tortura- ansimò Harry mentre Louis posava le labbra sulla sua erezione coperta dalla stoffa.
Gli occhi di Harry erano spalancati mentre Louis gli sfilava i boxer, trattenne il fiato mentre le sue labbra inglobavano la sua erezione e cominciavano a muoversi lentamente per tutta la lunghezza. L'ultima cosa che vide fu la bocca di Louis staccarsi con un rumore osceno e poi i suoi occhi vennero coperti da quella che sembrava una sciarpa. Sentì le labbra di Louis posarsi sul suo orecchio e poi il suo fiato caldo imbattersi sul suo padiglione auricolare.
-Voglio sentirti gemere e urlare Harry, lasciati andare.
Mentre sussurrava queste parole Harry sentì la sua mano iniziare a masturbare lenatmente il suo membro. Gemette, inarcando la schiena, andando incontro al tocco di Louis.
-Lasciati andare Harry- sussurrò Louis, questa volta sulla punta della sua erezione.
Harry credette di svenire quando sentì Louis umettarsi le labbra prima di prendere il suo pene nuovamente in bocca. Ansimò, agitandosi nelle coperte, eccitato dal non poter vedere e frustrato dalle sue mani bloccate contro la testiera.
La saliva di Louis colava sul suo membro, mentre il ragazzo faceva abilmente roteare la sua lingua attorno al glande.
-Lou io- Harry non riuscì a finire la frase che una delle fredde dita di Louis si fece spazio tra le sue natiche.
-Cazzo sei stretto.
La voce roca ed eccitata di Louis a contatto con il pube di Harry.
Harry percepì un secondo dito, umido di saliva, penetrare la sua apertura. Non potè evitare di andare incontro a quelle dita, muovendo il bacino e gemendo forte.
Harry venne tra le labbra di Louis, travolto dalle sensazioni, gli occhi coperti dalla sciapa e le mani ancora legate alla testiera del letto.
Fuori dalla camera i fuochi di artificio creavano colorati disegni nel cielo, la gente brindava al nuovo anno, baciandosi nella confusione.
Ad Harry fu tolta la sciarpa dagli occhi e le sue mani furono liberate dalla cravatta. Riuscì a scorgere gli occhi lucidi ed eccitati di Louis prima che si baciassero.
Le labbra di Louis mapparono la sua bocca, un bacio eccitato, profondo e bagnato.
Harry assaggiò il suo stesso sapore, mentre le loro salive si mischiavano e le sue mani potevano finalmente percorrere il corpo del più grande, graffiandogli la schiena nuda, invitandolo ad aumentare la frizione tra di loro.
E mentre dentro quella stanza la loro passione si consumava, fuori da lì i fuochi d'artificio si esaurivano e il nuovo anno era ufficialmente iniziato. 

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