'Ma gli androidi sognano pecore elettriche?' di Montelupo

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

di Montelupo

Credo che per cercare di farvi capire come sono fatta non debba dirvi cosa sono, ma cosa provo a non essere. Non voglio essere facilmente decifrabile, ma cado sovente in banalità. Non voglio essere catalogabile, ma la vita mi obbliga a mettere maschere. Non voglio essere fragile, ma mi perdo troppo spesso in un bicchiere d'acqua.
Sono talmente in fuga dalla mia quotidianità e dal mio essere perennemente insoddisfatta di me stessa, che mi ritrovo a viaggiare con la mente per creare storie e personaggi che mi diano forza e mi regalino energia. Faccio così da quando sono piccola, penso di averlo sempre fatto. Creare personaggi che mi accompagnassero nella crescita, mi aiutassero con le amicizie e mi confortassero quando ero giù di morale era, ed è, la prassi.
Sono sempre stata troppo timida per condividere le mie fantasie con qualcuno, non sono mai riuscita a raccontare le mie storie, già ero stramba per fatti miei se poi avessi raccontato che "parlavo" con i miei personaggi o che "mi facevano compagnia", probabilmente mi avrebbero ricoverata.

Oggi. Ora. A trentasette (lo scrivo a lettere che così fa meno impressione) sono come sono sempre stata: in cerca di una forma, anche se so che muto a ogni battito di ciglio.
In poche parole una persona come tante che cerca di dare un senso a quello che fa.
Per la cronaca ho due figlie, un compagno che forse tra poco sposerò (detesto i matrimoni, ma ci tocca) e un miliardo di storie da raccontare.

Il mio nome su Wattpad è Montelupo. Non amo particolarmente i lupi e non sono una appassionata di montagna. L'ho scelto perché mi suonava bene, tutto qui. Mi sono iscritta un paio di anni fa, ma potrei sbagliarmi. Ho scritto diverse storie, ma nessuna ha una forma che mi convince del tutto per questo continuo a rivedere e correggere, perché non arrivo mai al punto a cui tendo.

Sono come un cane che si vuole mordere la coda, ma non riesce a raggiungerla.
Sono come una ragazza che cerca di districare un nodo di capelli sulla nuca, ma ha la spazzola incastrata.
Sono un disastro dalla M (di Montelupo) allo O.

LinkS è un'iniziativa molto interessante. Su wattpad si trova un po' di tutto e credo che una guida per chi voglia iniziare a leggere storie gradevoli, appassionanti e scritte bene sia indispensabile. Sostenere generi di nicchia è fondamentale perché permette a nuovi lettori di confrontarsi con qualcosa che non conoscono ampliando i loro orizzonti facendo smuovere meccanismi, pensieri, idee che forse non pensavano di avere. Un po' come quando il professor Keating ne "L'attimo fuggente" sale sulla scrivania e dice ai suoi allievi di guardare le cose da un altro punto di vista.
Ecco LinkS è questo.
No.
LinkS non è il professor Keating.
LinkS è la scrivania.
Links è quel passo in più, il sostegno, la base, l'aiuto, per vedere il mondo con occhi diversi.

Io sono una dei rappresentanti del genere fantascienza, in particolare robot e intelligenza artificiale. Perfetto. E se vi dicessi che non sono un'esperta in materia?
Non ho una cultura di libri tale che mi possa elevare al livello di 'quellachetuttosa', la maggior parte delle suggestioni e informazioni su tale tema, presenti nel mio libro, le ho prese dalle decine di film che ho visto, da articoli che ho letto nella mia vita o da documentari scientifici.
Quindi se quello che dirò non ha senso programmerò il Robot che tengo nello sgabuzzino per darmi uno schiaffo. È una punizione adeguata?

Partiamo dal principio.
Vi cito un pezzo che esemplifica bene la differenza tra robot e intelligenza artificiale tratta da "L'intelligenza artificiale" di Pippo Battaglia.

"Fu la letteratura fantastica a introdurre l'idea di poter fabbricare esseri senzienti artificiali, che Capek chiamò robot in un sua opera teatrale del 1920. (ROBOTA: traducibile con parole che vanno da schiavitù a lavoro pesante o lavoro forzato).
Trentanni dopo Alan Turing pubblicò un articolo in cui si chiese: le macchine possono pensare? Sulla base di quella domanda si originò una nuova disciplina scientifica di cui oggi esistono due ambiti di ricerca: la robotica e l'intelligenza artificiale.
I ricercatori nel campo della robotica si prefiggono di costruire dei corpi meccanici che dovrebbero imitare al meglio gli esseri viventi, e in particolare l'uomo mentre l'intelligenza artificiale mira a costruire dei cervelli pensanti."

In poche parole la letteratura ha preso in prestito una esigenza umana, quella di costruire parti meccaniche per facilitare la vita umana, e l'ha trasfigurata, cioè ha provato ad immaginare che quella tecnologia potesse avere vita e intelligenza propria.

Ho sempre amato l'idea di una intelligenza meccanica capace di evolversi, forse perché in questo modo mi è sempre sembrato più semplice capire le altre persone. Tutto sarebbe codificato.
Se una persona è gentile vuol dire che è buona.
Se una persona è seria vuol dire che è triste.
Purtroppo non è così, ci sono sfumature e incongruenze negli uomini che non posso essere semplificate tramite un algoritmo o un programma.

Per esempio il mitico HAL 9000 in "2001 Odissea nello spazio" (in questo caso libro e film nascono grazie allo scrittore britannico Arthur C. Clarke e il regista Stanley Kubrick), dove un simpatico occhio rosso impazzisce. HAL 9000 non può commettere errori, lui è programmato per dirigere una astronave, eppure qualcosa va storto. L'errore, l'incidente, diventa caratteristica umana che fondendosi con l'intelligenza del computer crea un cortocircuito che cambia le carte in tavola. O meglio, sull'astronave.

Il primo esempio di Robot nei film però lo possiamo però trovare in "Metropolis" di Fritz Lang, creando un immaginario così potente capace di influenzare capolavori come il film "Blade Runner" tratto dal libro "Il cacciatore di Andrioidi" di Philippe K. Dik uno dei pilastri della letteratura di genere.
Ogni libro di Dik tratta temi fantascientifici, non li ho letti tutti, ma per molti è uno scrittore di culto che ha aperto le porte a un nuovo modo di vedere la letteratura di quel genere, in particolare al cyberpunk.

Altro scrittore che ha plasmato l'immaginario collettivo fantascientifico e l'idea che abbiamo dell'intelligenza artificiale è Isaac Asimov con i suoi racconti "Io, Robot" dove possiamo trovare le tre famosissime leggi della robotica che tutti personaggi creati nei suoi libri dovevano rispettare:

- Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Infine, ultimo ma non perché ha meno importanza, un film che mi ha cambiato la vita e credo che abbia influenzato parecchio il mio modo di concepire i Robot e l'intelligenza artificiale: Terminator.
Era poco più della metà degli anni '80 (vi ricordò che ho quasi quarant'anni), ero una bimba come tante, solo un po' più maschiaccio della media. Mio padre noleggiava una videocassetta ogni sabato quando andavamo a trovarlo. Mio fratello ed io aspettavamo quel momento con ansia. C'erano le schifezze da mangiare, pizza a cena e un film nuovo da guardare.
Mi ricordo di quel pomeriggio.
Mi ricordo che stavo con i gomiti appoggiati alla moquette blu ed ero come ipnotizzata.
Mi ricordo che non ho capito tutto il film subito, ma quel Robot venuto dal futuro era fighissimo.

Da allora ho sempre avuto un'empatia speciale per tutti i film, documentari e libri che parlassero di Robot o simili. Ci sono molto titoli a cui fare riferimento, sia per i film che per i libri, basta andare a cercarli.

Il futuro e la ricerca spingono alla integrazione della vita umana e con l' intelligenza artificiale che possiamo ormai trovare, in piccolo, in programmi di gioco di simulazione, applicazioni sul cellulare o elettrodomestici intelligenti.
Il tutto sta a capire se queste cose ci facilitano davvero la vita o ci trasformano in Robot tutti uguali.
L'omologazione.
Robot che diventano più umani.
Umani che diventano più Robot.

Voi cosa ne pensate?

Art by
Dave Simons

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