'La duttilità dei generi letterari' di Alex Ethios (Alessio Bolognani)
'La duttilità dei generi lettereri' di AlexEthios (Alessio Bolognani)
La mia presentazione sarà quanto mai breve perché non voglio sottrarre tempo prezioso all'argomento che ho scelto di trattare.
Mi chiamo Alessio, anche se la maggior parte di voi qui mi conosce come Alex Ethios, e ho 24 anni. Ho fatto il mio ingresso sulla piattaforma arancione con un romanzo parzialmente autobiografico, "Potrebbe piovere" ma in pochi sanno che ho iniziato a scrivere da ragazzino, facendo un percorso che ormai è sconosciuto ai più, ovvero quello della cosiddetta gavetta letteraria. Oggi tutti vogliono diventare famosi ed emulare i propri idoli, tralasciando il fatto che questi vengano identificati in cantanti e youtubers (Richard, perdonali perché non sanno quello che fanno), ma nel 2002/2003 le cose per gli scrittori esordienti erano molto diverse. E quindi giù di concorsi letterari, pubblicazioni su riviste scadenti, viaggi dall'altra parte dell'Italia per portare a chi di dovere i propri racconti da analizzare, diritti di sfruttamento di opere frutto di sangue e lacrime ceduti per 10 miseri euro, e via dicendo... La domanda sorge spontanea? Mi sono tolto alcune, non dico tante, soddisfazioni a livello letterario dopo 12 anni di carriera? Beh, sì, se no ora non starei qui a parlare con voi, ma avrei dirottato i miei sforzi su altro.
Ci tengo solo a precisare una cosa fondamentale: ho avuto una vita a tratti difficile, proprio come Alessandro, il protagonista della storia che ho voluto raccontare? Assolutamente sì. Ciò ha rappresentato per me una scusa? No, mai.
Ed è proprio questo che vorrei comunicare nel mio libro. La storia di Alessandro, e di riflesso anche la mia, non ha la pretesa di insegnare niente a nessuno, ma vuole solo far aprire gli occhi a tutti quelli che, ogni giorno, trovano tutte le scuse possibili per non affrontare la realtà in cui vivono, o che magari non inseguono i propri sogni solo perché la vita non con loro non è stata clemente come con altri. Spero vivamente di aver raggiunto lo scopo che mi sono prefissato, ormai più di un anno fa (ho iniziato la stesura di "Potrebbe piovere" il 5 agosto 2015), ma questo non starà a me dirlo, bensì a voi che leggerete.
Perché sostengo LinkS?
Finiti i convenevoli, passiamo al perché io abbia deciso di aderire alla fantastica campagna di LinkS, il che è quanto mai semplice. Ho deciso di indossare la fascia da sponsor per il fatto che vedo in questi ragazzi la stessa passione e la stessa dedizione per la scrittura che non ha mai smesso di accompagnarmi durante tutti questi anni. E tali caratteristiche fondamentali si riflettono nelle loro iniziative e nella disponibilità dello staff, il quale ha sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti di noi scrittori. Insomma, l'onestà e la trasparenza del progetto sono state in grado di convincermi fin da subito, lasciandomi privo di ogni possibile dubbio sul da farsi.
Descrivi un filo d'erba
E ora veniamo a noi parlando brevemente (onde evitare una trattazione dai caratteri enciclopedici), della duttilità della scrittura.
Quando si sporca di inchiostro un foglio bianco, l'idea che stiamo per raccontare qualcosa di nuovo non deve sfiorarci la mente nemmeno per un solo istante. Questo potere non ci appartiene, complice anche il fatto di essere troppo vecchi per poter parlare di qualcosa che non sia già stata scritta. Se ci pensate, l'uomo racconta storie dall'alba dei tempi e non possiamo assolutamente avere la presunzione di credere che, in 5000 anni di storia, ciò che andremo a scrivere noi sarà originale al cento per cento.
Per non parlare delle numerose contaminazioni che subiamo senza rendercene conto di giorno in giorno, a partire dai libri che leggiamo/abbiamo letto, fino ad arrivare a film e serie tv; e per fortuna che queste contaminazioni esistono, perché senza di essere il nostro foglio rimarrebbe così come lo abbiamo trovato: intonso.
Allora come fare per aggiungere quel tocco personale, senza il quale potremmo definire il nostro scritto come una semplice copia di ciò che esiste già? Semplice, grazie alla capacità della scrittura di adattarsi a noi, così come noi a lei.
Per dirla in altre parole, non è importante cosa scrivete, ma il come lo fate e soprattutto come siete in grado di giocare con queste tanto amate (e temute), ventuno lettere dell'alfabeto. La vostra capacità di incastrare i vocaboli nel punto giusto è in grado di far scendere una lacrima sulla guancia del vostro lettore, tanto quanto è capace di fargli buttare il libro nel caminetto perché state descrivendo un mondo piatto e senza colori.
Il consiglio che mi sento di darvi è di giocare con le parole, così da a far assumere a queste il significato che preferite e, allo stesso tempo, da imprimere il vostro marchio di fabbrica, la vostra personale impronta digitale.
In ciò si evince più che mai il significato di "duttilità" collegato alla scrittura, ovvero nella capacità insita in ognuno di noi di dare un senso diverso (e pertanto suscitare emozioni contrapposte o addirittura divergenti), a parole conosciute e utilizzate da tutti. Per esempio, quello che per voi è un semplice muro, per un sapiente scrittore può essere il recinto entro il quale è richiuso un antico male atavico e, senza che questo venga mai alla luce, egli è in grado di farvi temere quei quattro mattoni ammassati uno sull'altro, ben più della morte.
Concludo lasciandovi con una domanda esplicativa, che chiude il cerchio di queste quattro chiacchiere fatte insieme fino a questo punto: se vi chiedessi di descrivere l'"erba" con una semplice frase, cosa mi rispondereste? Non andate subito alla soluzione, perché così è troppo facile e, in più, non vi è di nessun aiuto.
Staccate un attimo gli occhi dal vostro cellulare o dal vostro Pc, prendete carta e penna e provate a descrivere con una semplice frase cosa è per voi della semplicissima erba verde.
Difficile vero?
Eppure è uno degli elementi del quale è costituita la maggior parte del nostro pianeta. Così banale da passare inosservato, ma allo stesso tempo troppo complesso da riuscire a descriverlo degnamente.
Bene, a questo punto credo voi ci abbiate riflettuto abbastanza. Prendete ora la frase scritta da voi sul foglio e confrontatela con quella che segue e ricordate: non vi è niente di più potente della capacità che la scrittura possiede di incollarsi alle emozioni di chi legge.
[fili d'erba come] "La verde capigliatura delle tombe"
(Walt Whitman)
P.S. Coloro tra voi che hanno riconosciuto il nome dell'autore solo perché lo hanno ricollegato a Breaking Bad, meritano sonore mazzate.
E no, in questo caso la letteratura non c'entra.
Alex Ethios
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