'Give me some Space (Opera)' di SimoneFar
La Space Opera
di SimoneFar
Salve, sono Simone Faré. Forse vi ricordate di me per quello che ho scritto, ma in questo caso è molto probabile che siate miei parenti, quindi non ha senso spenda parole per dirvi chi sono.
A tutti gli altri basti sapere che sono un orgoglioso lettore di fantascienza da una ventina d'anni, quando la scena, un po' su tutti i media, era profondamente diversa da ora, nel bene e nel male.
Sono qui per parlarvi di Space Opera perché altrimenti nessun altro lo farà, perché si tratta di un genere che non gode, oggi, del favore delle folle. Se volete scrivere qualcosa che incontri i gusti dei più, nel contesto fantascientifico, probabilmente non scriverete di Space Opera. Se poi, come me, scrivete in italiano, sareste semplicemente dei pazzi a provarci, visto che in questo caso il livello di attenzione sarebbe ancora più basso. E allora perché parlarne? Forse perché veniamo tutti da lì. O forse perché è dove andremo, inevitabilmente, prima o poi.
La Space Opera tratta principalmente avventure ambientate nello spazio, di solito caratterizzate da astronavi, popolazioni variegate (umane e non) e pianeti esotici. Se rivolgiamo lo sguardo alla cosiddetta età dell'oro della fantascienza (1950-1970) non possiamo non notare che la Space Opera è uno dei pilastri di quell'epoca, tanto che si potrebbe quasi credere che fantascienza significasse solo quello. Chiunque voglia farsi una cultura base del genere FS deve obbligatoriamente passare per due pilastri come la saga di Dune (Frank Herbert) e il ciclo della Fondazione (Isaac Asimov), entrambi orgogliosi esponenti della categoria.
Negli anni, però, una parte sempre più consistente di pubblico ha chiesto che la fantascienza si rivolgesse più all'introspezione e all'analisi della nostra società, liquidando la Space Opera come una versione luccicante del romanzo d'avventura. In realtà gli autori del genere sono spesso riusciti ad andare oltre questo, dimostrando che porre l'uomo oltre i limiti del suo pianeta significava anche porlo a confronto con i limiti della sua natura così come un ambiente che fosse ambiziosamente «lontano» (geograficamente, culturalmente, politicamente) permetteva di ragionare comunque sugli aspetti critici dell'essere umano, sfruttando il contesto esotico come una specie di lente d'ingrandimento. La Matrice Spezzata (Sterling) non è solo un complicato rompicapo politico tra fazioni umane che si sono spartite la galassia, ma è anche un confronto su come possiamo cambiare noi stessi tramite la meccanica o tramite la genetica.
In tempi più recenti si sta sviluppando un nuovo tipo di Space Opera, più vicino alla cosiddetta Hard SF, in cui gli obiettivi d'esplorazione sono relativamente vicini, ma si indaga su come raggiungerli in termini più realistici. E' un modo per riscoprire il pionierismo della NASA dei viaggi sulla Luna e coniugare l'avventura con l'amore per la scienza. A questo genere appartiene l'uomo di Marte (The Martian) di Andy Weir.
Su altri media la Space Opera ha conosciuto grande gloria soprattutto tramite serie TV come Star Trek (ma anche Battlestar Galactica, Farscape, Firefly) riproponendo lo stesso gusto per l'avventura e la stessa capacità di ragionamento. Oggi la Space Opera scritta e la Space Opera su piccolo schermo trovano coniugazione in The Expanse, che è sia un prodotto di SyFy arrivato oggi alla conclusione della sua seconda stagione, sia una saga di romanzi di James S. A. Corey (guardate almeno la serie, se proprio non riuscite a farvi andare giù i libri, che merita).
In conclusione la Space Opera rimane tutt'oggi un campo vastissimo per raccontare storie. Se vi piacciono le vicende politiche intricate la Space Opera è perfetta per costruire mosaici di nazioni e poteri in lotta fra loro. Se credete ancora nel sense of wonder e nella possibilità di stupire e stupirvi, credo sia difficile trovare qualcosa di più schiacciante dell'immagine di una flotta di grandi navi capaci di solcare lo spazio profondo. Anche la semplice avventura, in ogni sua forma (naturistica, archeologica, spionistica, sentimentale) trova un suo spazio in un contesto del genere. Tutto ciò a patto di essere coscienti che molto è stato scritto e quindi bisogna lavorare per individuare aspetti in cui riuscire a dire ancora qualcosa di originale.
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