'Essere libere' di elenadarcangelo
'Essere libere'
di elenadarcangelo
Qualche parola su di me: mi chiamo Elena D'Arcangelo, ho ventitré anni e vivo a Brescia. Studio economia alla facoltà della mia città, ma ho sempre nutrito la passione per la lettura, coltivata fin da piccola grazie a mia madre, anche se è in netta contrapposizione con quello che studio. Ho cominciato a scrivere per hobby, per "staccare" dallo studio e per dare vita a un sogno nascosto troppo a lungo. Sono sempre stata una ragazza "sognatrice", che si immergeva nella lettura, per vivere in un mondo diverso da quello reale. Scrivere, però, non mi ha solo dato l'opportunità di viaggiare con la mente, ma anche di conoscere meglio me stessa, mettendomi nelle vicende dei miei personaggi ed è una delle cose che consiglio a tutti di fare.
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Wattpad è un mondo dove la maggior parte delle storie sono improntate su personaggi famosi (one direction, Justin Bieber ecc ecc...) o false righe dei romanzi già pubblicati. Non posso negare il mio astio, soprattutto se risultano banali e scontate, ma per provare ho voluto dare una chance anche a queste storie. Nella grande massa, nonostante i milioni tra visualizzazioni e commenti, solo poche erano scritte decentemente e con qualcosa di sensato. A volte, vedendo le storie tra le novità, ho come l'impressione che più scrivi male e più vieni apprezzato. Si tende a seguire la scia, piuttosto che distinguersi. Tutto quello che viene dopo, è solo contorno e niente. Non sono le visualizzazioni su wattpad che cambiano la vita nella realtà e non sono le classifiche ciò che contano davvero. Si è perso il motivo del perché si scrive: per se stessi e per dire la propria opinione in un mondo che non sempre ascolta.
Della violenza sulle donne si potrebbe scrivere ben più di una trilogia, ma ci tengo a specificare alcuni concetti. Non esistono le vittime o, meglio, non ci dovrebbero essere. La vittima è un'etichetta che ti affibbiano, non ciò che dovresti essere. È sbagliato utilizzare quel termine per una donna che ha fatto di tutto per opporsi, che ha denunciato e che combattuto per ciò che è un suo sacrosanto diritto. Si può avere paura oppure si possono provare talmente tante emozioni da non riuscire più a distinguerle, ma non bisogna mai arrendersi. Il messaggio che ho voluto far passare è proprio questo: denunciare.
Non dovrebbero essere le donne a doversi sentire umiliate e spaventate, non dovrebbero essere le donne a sentirsi in colpa, non dovrebbero essere le donne quelle che hanno sbagliato. Ci sono state così tante lotte per ottenere dei diritti che, certe volte, ce ne dimentichiamo. Subire un qualsiasi tipo di violenza, sia fisica che psicologica, non è una condizione a cui una donna dovrebbe sottostare passivamente.
Ho detto più volte che ciò che la mia protagonista ha fatto, sarebbe stato esattamente ciò che avrei fatto io. Lei è scappata e, in quel momento, io avrei fatto lo stesso. Starete pensando che è da ipocriti, eh? Beh, la parte migliore arriva dopo quando ti rendi conto che non puoi scappare da ciò che è successo, quando ti rendi conto che non potrai dimenticarlo e che sarai costretta a viverci in eterno.
Per me, è stata la parte più difficile da affrontare, come penso lo sia stato anche per le mie lettrici, ma volevo sottolineare un concetto che spesso si ignora: ciò che trasforma la donna da vittima a guerriera è il coraggio. Il coraggio di dire no, il coraggio di dire basta, il coraggio di non sottostare e di ribellarsi. Non importa ciò che succede dopo, perché come qualsiasi problema si deve affrontare. Non si può sfuggire da ciò che si trova dentro di te... Non in eterno. Quindi, non bisogna essere vittime. Bisogna essere guerrieri. Non abbiate paura i parlarne, perché potreste stupirvi di quanto possa aiutare a sentirsi libere.
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