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Pov Lele

Dopo essermi staccato dall'abbraccio di Tancredi mi giro verso i miei amici, meritano delle scuse.

L: Scusate...non so cosa mi sia preso, è solo che...a volte mi sento proprio come un bambino ignorato, mi perdonate?

G: Ma certo Lele, venite qui dai. ABBRACCIO DI GRUPPO!

Due secondi dopo mi ritrovo spiaccicato tra Diego e Gian che mi stringono e Tancredi che cerca di scappare.

T: No dai lasciatemi, ODIO IL CONTATTO FISICO EW VIA!

D: Ma quando te lo da Lele il contatto fisico non ti dispiace vero?

T: Diversamente dal vostro, caro il mio etero, il contatto fisico con Lele mi piace molto di più.

Divento subito rosso. A lui piace il mio contatto fisico. Cioè non gli faccio schifo! É MERAVIGLIOSO!

D: Lello sei più rosso di un pomodoro è tutto ok?

L: Ahaha si tranquillo sto bene.

Non ne sono sicuro neanche io.

Continuo a guardare questa scenetta stando in disparte mentre Diego e Gian continuano a cercare di abbracciare Tancredi che continua a dimenarsi cercando di scappare, ma invano.

Questo momento è fantastico, niente potrà mai rovinarlo.

Niente a parte i miei pensieri, che mi portano subito a Valerio e a quanto sia sbagliata la mia attrazione per Tancredi senza accorgermene le lacrime iniziano ad uscire dai miei occhi. Singhiozzo, piano, nessuno se n'è ancora accorto. 

Ma perché sono così. Sono...un danno. Ora per colpa mia Valerio starà male, forse mi odierà, solo perché non provo più niente per lui, silo perché provo qualcosa per questo meraviglioso ragazzo con gli occhi verdi.

Devo fare qualcosa, non può andare avanti così.

Senza dire niente prendo le chiavi e scappo via da questa casa con una meta precisa. 

Casa di Valerio. Devo dirgli tutto, dirgli che non lo amo, dirgli che non è colpa sua, sono io che sono sbagliato.

Ancora con le lacrime agli occhi scendo le scale velocemente rischiando di inciampare.

Sento delle urla ma non mi importa.

Esco dal portone. Piove. Merda.

Ma non mi importa, continuo a correre, abita a meno di 400 metri di distanza da me, ce la posso fare. 

Intanto sotto la pioggia i miei pensieri continuano, penso a quanto gli ho mentito, a tutti i "ti amo" finti che gli ho detto, tutti i baci senza amore che gli ho dato e poi a tutte le notti passate insieme, abbracciati, quelle erano le peggiori.

Le notti in cui fingevo di essere contento, di trovarmi bene nascondendo tutta la tristezza e il vuoto dentro che privavo ogni volta che mi sfiorava.

E mentre penso a questo lo vedo Valerio, è sotto il portone di casa sua completamente bagnato, vedendolo le lacrime tornano e con loro il dolore.

Non faccio in tempo a dargli una spiegazione.

V: Mi ha chiamato Diego. Sei andato via ma lui sapeva dove fossi diretto. Qui. Da me.

Non vedo bene il suo volto, è buio e la pioggia non aiuta, ma mi sembra ferito, e deluso, proprio quello che non volevo.

Inizio il mio discorso con il viso rigato dal pianto e nuove lacrime che minacciano di uscire

V: Scusami...io...non posso andare avanti così. Mi dispiace di averti illuso ma non posso più fingere e ora capirò se mi odierai per sempre e farai bene, sono una persona orribile, non ti meritavi questo.

V: Hai ragione.

L: Cosa?

V: Sei una persona orribile. E non me lo meritavo. Ma sai qual'è la cosa peggiore? Che me lo  aspettavo, tu fai sempre così, e fammi indovinare, è perché ti piace in'altro vero? Come si chiama quel ragazzino, Tancredi?

L: Non metterlo in mezzo, non è colpa sua.

V: INVECE  È COLPA SUA! TI HA PORTATO VIA DA ME E FIDATI SE NE PENTIRÀ E TE NE PENTIRAI ANCHE TU!

L: B-basta mi fai p-paura.

V: E ne devi avere Emanuele, da oggi in poi, guardati alle spalle. E ORA SPARISCI.

Corro via, stavolta non ho nessuna meta , so solo che voglio sparire, risparmiare a tutti la mia inutile presenza.

Sto ancora correndo, non ho mai corso così in tutta la mia vita.

Mi fermo su una panchina, senza fiato. Giro il polso e guardo l'orologio: "22:22"

Chiudo gli occhi.

"Esprimi un desiderio" dice una voce dentro di me "Pensa a qualcosa di bello. Qualcosa che non puoi avere"

Penso a quegli occhi verdi. Quegli occhi verdi che mi hanno stravolto la vita. 

Il dolore è andato via, al suo posto c'è solo un forte rimpianto.

"Non è tutto perduto" continua la voce "Hai lui e lui ha te. Non rovinare questo"

Mi alzo di scatto aprendo gli occhi.

Ho Tancredi. Avrò sempre Tancredi. Ogni cosa che farò, ogni pianto, ogni sorriso, lui ci sarà.

Finalmente l'ho capito, devo correre a casa.

Spazio autrice:

Non lasciate che la paura vi fermi. 

Dite a quel ragazzo o a quella ragazza che ogni volta vi fa battere il cuore quello che provate. 

 Prendete un treno senza sapere dove vi porterà.

Tingetevi i capelli di un colore strano.

 Andate in quel negozio e compratevi quella maglietta che tanto amate ma non volete mettere perché vi vergognate del vostro corpo. 

Abbracciate quel parente, perché non ci sarà per sempre ma sopratutto, vivete la vita. 

Senza regole, senza limiti.

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