Capitolo 16 - Libera

Non appena la porta della stanza si fu richiusa alle spalle di Poe e del droide C-3PO, la donna tornò a rivolgere le proprie attenzioni al piccolo robottino che il pilota della Resistenza aveva messo di guardia a lei e alla sua camera.

«Il tuo padrone si fida molto di te e delle tue capacità, piccolo droide» commentò.

«Uhiiii!» rispose BB-8 ruzzolandole accanto per osservarla meglio.

«Si fida troppo di tutti, a quanto pare» continuò lei, avvicinandosi al tavolo dove era posato il vassoio con la colazione.

Tacque un istante, osservando quello che c'era disposto sul tavolo, poi mormorò: «Persino di una come me... Di una del Primo Ordine...»

Pronunciò quelle parole in modo strano, con una nota triste nella voce, quasi come se lei stessa si sentisse alquanto amareggiata nel constatare la sua natura oscura.

BB-8 continuò a seguire i suoi movimenti, adesso non troppo sicuro di aver capito cosa la donna avesse in mente, e rimase di fianco a lei per un istante, in silenzio.

«Uhiiizzz?» le domandò poi, pur sapendo che probabilmente quella donna non capiva nulla di ciò che lui stava dicendo.

Lei lo ignorò completamente ed invece si mise ad esaminare con sguardo critico la colazione che la gente di Yalidu le aveva fatto consegnare.

C'erano due fette di pane, una tazza con del latte, e un piccolo vasetto che probabilmente conteneva qualcosa come miele o roba simile.

In altre circostanze sarebbe stata felice di mangiare qualcosa di commestibile, dopo tanto tempo che era rimasta priva di coscienza, ma lì, in quella stanza, a Yalidu, ella non poteva fare altro che pensare alla sua prigionia e al fatto che quelli del Primo Ordine ormai dovevano essere molto lontani da li.

Ogni attimo che lei perdeva chiusa in quella stanza che per lei era come una cella, Kylo Ren e gli altri si allontanavano sempre più da lei.

Forse la credevano morta.

Ma lei sarebbe riuscita a tornare da loro.

Doveva tornare da loro e doveva farlo il prima possibile!

Con questi pensieri per la mente, la donna continuò a studiare ciò che c'era sul tavolo.

Di fianco alla tazza colma di latte c'era un cucchiaio di legno scuro; niente che le potesse servire.

Però, il vassoio di metallo, forse...

«Oh, guarda, piccola unità BB-8» disse alla fine, lanciando una rapida occhiata al droide tondo che, sempre attento alle sue mosse, la osservava da vicino. «Insieme alla colazione il tuo padrone ha lasciato anche il vassoio.»

Un lieve sorriso vagamente astuto le sollevò appena gli angoli delle labbra, mentre concludeva: «Molto incauto da parte sua. Non trovi?»

Così dicendo afferrò il vassoio e vuotò l'intero contenuto a terra, ignorando il fatto che la tazza andava a schiantarsi al suolo rompendosi in mille pezzi.

Vedendo queste sue mosse, BB-8 accanto a lei iniziò immediatamente ad agitarsi, a ronzare e a rotolare qua e la per la stanza.

«Stai calmo, droide. Non voglio farti nulla di male... Almeno per il momento.»
Così dicendo, tornando ad ignorare BB-8, la donna si mosse verso una delle pareti accanto alla porta di metallo, iniziando a guardarsi attorno con aria assorta.

Già il giorno prima aveva notato che, da quella parte, non c'erano tasti per poter aprire la porta.

Ovviamente gli abitanti di Yalidu dovevano averla ospitata nell'unico posto dove la porta poteva essere aperta solo da chi veniva dall'esterno, ed almeno per questo, la donna doveva ammettere che erano stati previdenti nei suoi confronti.

Se però c'era una porta elettrica, allora doveva esserci anche un pannello di comando, nascosto da qualche parte nel muro di mattoni.

Lentamente ella iniziò allora a battere con il pungo chiuso sui vari mattoni bianchi che componevano la piccola stanza dove lei si trovava segregata contro la sua volontà.
Andò avanti così per qualche attimo, sempre seguita dallo sguardo attento, incuriosito e vigile di BB-8 che, a dispetto di quello che lei si era immaginata, le stava lasciando fare ciò che voleva.

Era evidente che il droide non aveva ancora compreso le sue intenzioni, o forse non la credeva capace di trovare il pannello di controllo e di disattivarlo.

Aveva appena concluso questo pensiero, quando il mattone contro al quale stava battendo, produsse un suono leggermente più smorzato dei precedenti. Allora, la donna, passò il dito indice fra le intercapedini che c'erano fra quel mattone e gli altri, fino a quando non trovò uno spazio abbastanza largo da poterci infilare un angolo del vassoio metallico che aveva portato con sé. Quindi, facendo leva con questo, lei riuscì a smuovere e spostare il mattone dalla parete, facendolo cadere a terra con un tonfo sordo. Come aveva immaginato, dietro di esso c'era un piccolo spazio vuoto, dentro al quel era sistemato un quadro comandi pieno di cavi colorati e un paio di spie luminose.

Adesso sarebbe venuta la parte più difficile di ciò che lei aveva in mente.
Poteva riuscirci o poteva fallire, ma aveva solo una possibilità.

Ruzzolando al suo fianco, BB-8 la stava guardando adesso con maggior intensità.

Forse adesso il piccolo droide astromeccanico aveva capito le sue intenzioni, però ancora non fece nulla per fermarla.

Si limitò a continuare a guardare le sue mosse, come se fosse molto interessato a ciò che la donna stava facendo.

Lei, per conto suo, si sforzò di non badare alla vicinanza del droide che, sapeva bene, era stato lasciato con lei appositamente per sorvegliare i suoi movimenti ed impedirle di fuggire, e continuò quello che aveva iniziato, chinandosi verso i cavi che componevano il quadro comandi della porta.

In tutto c'erano quattro diversi cavi, uno di un colore diverso dall'altro.

Per fare in modo che la porta si aprisse, lei avrebbe dovuto staccare quello giusto, altrimenti avrebbe potuto mandare in corto circuito l'intero sistema e restare imprigionata lì dentro per altro tempo ancora, magari per settimane intere, fino a quando qualcuno non fosse riuscito ad aggiustare l'impianto.

Questo ovviamente non doveva succedere.

Fortunatamente lei aveva avuto modo di osservare alcuni tecnici a bordo della nave del Primo Ordine e aveva capito abbastanza cose riguardo quel tipo di porte a scorrimento verticale.

Solitamente il filo che si doveva staccare in casi in cui le porte erano bloccate, era quello di colore verde.

E fu appunto quello che lei andò a toccare in quel momento, strappandolo senza troppe esitazioni dal connettore a cui era attaccato.

E non appena la spina fu staccata, la porta si mosse.

Avrebbe dovuto restare aperta, invece qualcosa in quella porta a scorrimento doveva differire da quelle delle nave del Primo Ordine, perché un attimo dopo essersi aperta, questa iniziò immediatamente a richiudersi sotto lo sguardo della donna e di BB-8, che ora, capendo ciò che ella voleva fare aveva iniziato a ronzare e a ruzzolare attorno a lei, forse cercando di distrarla.

Tutto questo accadde in un lampo, ma prima che la porta potesse sbarrarsi del tutto, la donna, che fortunatamente era stata previdente, afferrò il vassoio tra le mani e lanciandolo come un boomerang verso l'uscio mezzo aperto, riuscì ad incastrarlo fra il pavimento e la porta che si stava chiudendo, bloccandola proprio mentre questa stava per toccare terra.

Non appena la porta andò a sfiorare il metallo del vassoio e si scontrò con esso, fremette leggermente, interrompendo la sua discesa, prima di tornare ronzando a sollevarsi verso l'alto, questa volta per restare aperta.

Ce l'aveva fatta!
Era libera!
Ora poteva andarsene da quella stanza e da quel misero villaggio.

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