Capitolo 15 - Cinque giorni


«Che cos'è?» chiese all'improvviso la donna, tornando ad attirare l'attenzione di Poe e del piccolo droide su di sé.

Stava indicando il vassoio che il pilota della Resistenza aveva portato con sé al suo arrivo nella camera.

«Oh, già!» esclamò lui, come se se ne fosse quasi dimenticato. «È la tua colazione!»

«E me la porti tu?» domandò di nuovo lei, aggrottando la fronte, prima di squadrare l'uomo dai capelli neri con aria di superiorità. «Che cosa sei? Lo schiavo degli Yaliduniani?»

«Ho l'aria di essere uno schiavo?» replicò Poe, un po' stizzito dal modo in cui lei aveva ripreso a guardarlo.

«Non saprei» controbatté ella, fingendosi disinteressata alla questione.

«Bè, non sono uno schiavo!» tornò a dire Poe con enfasi.

Per un attimo lei non parlò e continuò a guardarlo come se la sua riposta non la convincesse del tutto.

Poi, tornò a domandare: «Allora perché mandano sempre te nella mia stanza?»

«Gli Yaliduniani non si fidano di te, non l'hanno mai fatto, e dopo la tua reazione davvero poco gentile di ieri, ora ti temono» spiegò il pilota della resistenza, incrociando le braccia sul petto. «Per questo mandano me. Nessuno di loro vuole più avere a che fare con te.»

Allora la donna distolse lo sguardo da lui, borbottando: «Sono intelligenti quei mostriciattoli.»

«Sono spaventati!» la corresse Poe in fretta. «E non sono mostriciattoli!»

Per un attimo ancora lei rimase in silenzio.

Poi domandò ancora una volta, guardando distrattamente BB-8 che aveva iniziato a ruzzolare per la stanza, guardandosi attorno con interesse: «Quindi hanno incaricato te di portarmi la colazione?»

Poe annuì vagamente: «Esatto.»

«Bé, di loro che non ho fame» adesso che C-3PO se ne era andato, la donna sembrava esser piombata di nuovo nella sua solita impassibile freddezza.

«Sul serio? Da quanto è che non mangi?» le chiese Poe aggrottando la fronte.

«Non lo so» ammise lei, stringendosi nelle spalle, come se la cosa non avesse poi tanta importanza. «Tu dovresti saperlo meglio di me. Ancora non mi hai detto da quant'è che sono qui! Un giorno?»

Il pilota della resistenza inclinò leggermente il capo, facendo una smorfia. «Un po' di più in realtà.»

«Dimmi solo quanto» lo incitò lei, tornando ad alzarsi dal letto per avvicinarglisi.

Adesso lo stava guardando dritto in viso.

«Cinque giorni» replicò allora Poe parlando in fretta.

Lei parve stupita da quella risposta e domandò immediatamente: «Cosa?»

«Siamo fermi al villaggio da cinque giorni» ripeté Poe, affrettandosi poi ad aggiungere: «Anche io ero stato ferito ed avevo bisogno di cure e di riposo.» Sembrava che lui stesse cercando una scusa per giustificare tutto il tempo che aveva trascorso al villaggio. Come se non volesse che lei pensasse che si fosse trattenuto a Yalidu solo per aspettare la sua guarigione.

«Cinque giorni, sei ore e ventiquattro minuti per l'esattezza, padron Poe» si unì di nuovo alla conversazione la voce robotica del droide dorato.

«Si, si, come dici tu 3PO» borbottò Poe, senza far caso, al primo momento, che il driode era tornato nella stanza.

Poi, volgendosi di scatto verso di lui, gli scoccò un'occhiataccia rovente, sbottando: «Ma sei ancora qui?»

Il droide mosse leggermente le braccia verso l'alto, rispondendo con una semplicità e un onestà incredibile: «Non trovo nessuno con cui parlare, così sono tornato.»

Ma la donna dai capelli scuri non stava più ascoltando quello che i due si stavano dicendo.

Da quando aveva appreso di essere rimasta ferma a Yalidu per cinque giorni, si era immobilizzata di colpo, con un espressione inquieta sul viso.

Ormai quelli del Primo Ordine dovevano essere ripartiti e aver già fatto ritorno alla nave madre.

Aveva aspettato troppo tempo.
Come avrebbe potuto tornare da loro ora?

«Così tanto tempo?» mormorò alla fine, scuotendo il capo, incredula, facendo ondeggiare la lunga treccia scura dietro alle sue spalle. «Come può essere?»

Tutto l'odio la collera e la fermezza che ella aveva mostrato a Poe il giorno prima, sembravano essere di colpo svanite nel nulla ed in quel momento ella appariva solamente come una donna confusa e terribilmente sola.

Una donna del Primo Ordine che di colpo si trovava accerchiata solamente da quelli che lei valutava come i suoi peggiori nemici.

Nell'udire il tono di voce così insolitamente tenue della donna, Poe tornò a volgersi verso di lei, rivolgendole un'occhiata lievemente preoccupata.

«Hai dormito per tutto il tempo» le spiegò con calma. «Non ti svegliavi. Ti è stato dato del cibo tramite infusione.»

«Confermo totalmente!» si unì a lui C-3PO, muovendo un passo in avanti verso di lei.

«Comunque hai l'aria di essere affamata» tornò a dire Poe, subito spalleggiato dal droide umanoide che assentì vivamente: «Anche io ho la stessa impressione.»

Per un istante ancora la donna non si mosse né parlò.

Poi, però, notando che l'uomo e il droide la stavano guardando quasi con apprensione, ella tornò a farsi fredda e decisa, sbottando: «Vi sbagliate! Entrambi!»

«Sei sicura di...» stava per dire il pilota della Resistenza, ma venne immediatamente bloccato da lei che rispose prontamente: «Sicura! Mi sembra di averti già detto che non ho bisogno di alcun aiuto da parte tua, Ribelle.» Scoccò un'occhiata furente verso C-3PO. «E non ho bisogno nemmeno di te, droide!»
Fece una smorfia: «La vostra pietà mi disgusta!»

«Oh, perbacco!» esclamò allora il droide dorato, come se fosse rimasto scioccato dalle parole appena pronunciate dalla donna. «Ma che modi sono questi?»

«Sono i suoi modi, 3PO» gli disse Poe cupamente, rendendosi conto di essere stato uno sciocco a pensare anche solo per un attimo che quella donna si sentisse sola e bisognosa di aiuto.
Scosse il capo. «Sono i modi di una del Primo Ordine.»

Quindi, sollevando le mani per aria, come se si stesse arrendendo, esclamò: «Okay. Fai come ti pare. Se non ti va di mangiare, non mangiare, a me non interessa!»

«Non può non mangiare, signore» intervenne immediatamente C-3PO. «Il corpo umano non può evitare di mangiare per una settimana, altrimenti rischia di...»

«Si, lo sappiamo!» sibilò Poe tornando a voltarsi verso il droide. «Ora fammi il favore di tapparti la bocca!»

Il droide per un istante restò in silenzio, poi però tornò ad annunciare: «Non ho bocca, padron Poe.»

«Allora tappati quel buco da dove ti esce il suono e per un secondo almeno stai zitto!» lo zittì allora il pilota della Resistenza, irritato.

Poi, rivolgendosi al piccolo droide tondo, gli ordinò: «BB-8! Per sicurezza, resta con lei!»

«Uhiiiz!» rispose immediatamente lui, rotolando accanto alla donna.

«Non ho bisogno di una guardia del corpo!» sibilò lei, fulminando con lo sguardo il piccolo robottino che le si era appena affiancato.

Ma Poe scosse il capo, rivelando: «Non è per la tua sicurezza! È per quella del villaggio e degli Yaliduniani!»

«Ah, è chiaro! Ti preoccupi per loro, vero?» esclamò allora lei di rimando. «E dimmi, Ribelle, credi davvero che questo robottino possa impedirmi di fuggire, se io decidessi di andarmene?»

«Si. Credo che possa riuscirci!» affermò l'uomo di rimando.

«Sopravvaluti questo droide» disse lei, scoccando una nuova occhiataccia davvero poco gentile a BB-8.

«E tu lo sottovaluti!» le fece notare il pilota della Resistenza con un sorrisetto astuto sulle labbra. «BB-8 è un droide eccezionale. Ha un intero arsenale nascosto sotto la sua calotta di metallo. Ti conviene non farlo arrabbiare!»

«Questo qui?» la donna scosse il capo, incredula. «Ma non farmi ridere!»

«Uheeezzzz!!» nell'udire quelle parole, BB-8 le si fece ancora più vicino, partendo alla carica e, prima che lei potesse capire cosa il piccolo droide avesse in mente, lui le diede due rapide scosse sulla gamba destra.

«Ahi!» esclamò lei sorpresa, senza riuscire a trattenersi, allontanandosi istintivamente di un passo dal droide.

«Te l'avevo detto!» ridacchiò Poe, divertito. «Mai far arrabbiare BB-8. È un tipetto abbastanza permaloso.»

Lei per un attimo non parlò, continuando a tenere il proprio sguardo accigliato su BB-8.

Poi, tornando ad assumer un tono di voce freddo e spavaldo, esclamò: «Questo affare non può uccidermi a furia di scariche di corrente.»

«Al tuo posto non ci giurerei» le consigliò Poe, senza abbandonare quella sua aria divertita.
«Per sicurezza, meglio non provare.»

«Ti stai prendendo gioco di me?» scattò allora lei, impermalita.

Poe si strinse nelle spalle: «Devo ammettere che è stato divertente vederti urlare a quel modo.»

Allora lei di colpo si fece minacciosa, e guardando Poe con un odio intenso negli occhi castani, ringhiò: «Smetterai di ridere quando sarò fuggita lontano da questa stanza e da questo misero villaggio e sarò tornata al Primo Ordine!»

Il pilota della resistenza non parve prendere sul serio le sue parole, e rispose prontamente: «Quando ce la fai, fammi un fischio!»

Quindi, rivolgendosi un ultima volta al fedele amico robottino, gli disse: «BB-8, tieni gli occhi aperti! E se si comporta in modo strano, vieni ad avvertirmi.»

«Uhhiiiiii!» rispose lui, ruzzolando qua e la per la stanza.

Dopo di ché, il pilota se ne andò dalla stanza, seguito a ruota da C-3PO che aveva ripreso a parlare a raffica.

Stava facendo qualche commento a riguardo della donna del Primo Ordine e del suo carattere poco amichevole.

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